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  1. RIFLESSIONI STORICHE: LA BATTAGLIA DI VIENNA (11 SETTEMBRE 1683) E IL FILM

     
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    "11 SETTEMBRE 1683" DI RENZO MARTINELLI (2013): IL FILM SULLA BATTAGLIA DI VIENNA CHE RESPINSE I MUSULMANI
    Quel giorno l'Occidente si salvò seguendo il beato Marco d'Aviano: dopo tre secoli, l'Islam cercò la rivincita con gli attentati terroristici alle Torri Gemelle in un altro 11 Settembre del 2001

    11-settembre-1683
    La figura sagomata è quella di un Ussaro Alato, un soldato dell'esercito di punta della Polonia: il loro intervento permise la vittoria di Vienna. Sullo sfondo si vedono le Torri Gemelle attaccate nell'attentato, somiglianti alle mura fumanti di Vienna. Anche se dicono che la battaglia è accaduta il 12, è accaduta invece l'11 Settembre: il 12 poi ci fu festa per la vittoria e fu istituita la Festa del Nome di Maria (12 Settembre), che i cattolici avevano invocato nella battaglia. Per l'esattezza, si tratta della Madonna di Loreto, dove fu portata la bandiera turca dopo la vittoria.


    TRAMA

    Nel 1683, 300.000 soldati musulmani, guidati dal Gran Visir Karà Mustafà, assediano la città di Vienna. Il loro obiettivo è aprirsi un varco in Europa per arrivare a Roma e conquistare la cattedrale di San Pietro, trasformandola da cuore della cristianità in moschea islamica. Nell’agosto del 1683, il Cappuccino Marco d’Aviano è nominato Cappellano Capo di tutte le armate cristiane e consigliere dell'Imperatore d'Austria Leopoldo I. Egli rianima il popolo atterrito, convince Giovanni Sobieski ad accorrere con la sua armata di 40 mila uomini. L’immagine della Madonna viene messa su ogni bandiera: Vienna aveva fiducia solo nel Suo soccorso. La città era assediata dal 14 luglio e la sua resa era questione di ore. Dentro le mura della città, essendo in numero inferiore, gli Austriaci si preparano: Marco d'Aviano incita le truppe cristiane alla vittoria. La sua fede e la sua forza, unite alle brillanti strategie di guerra del re polacco Sobieski, condurranno le truppe della Lega Santa alla vittoria finale. Infatti, l’11 Settembre 1683, sul Kahlenberg ("Monte Calvo" in tedesco), che è il monte che domina la città di Vienna, padre Marco celebrò la Messa, servita dal re polacco come chierichetto, davanti a tutto l’esercito posto in semicerchio. Il cappuccino predisse una vittoria senza precedenti. E, invece di finire la festa nelle parole liturgiche “Ite missa est”, gridò: “Ioannes vinces! Jan vincerà!”. Le truppe guidate da Sobieski, insieme a Carlo duca di Lorena, attaccarono gli Ottomani all’alba dell’11 settembre. Le campane della città squillarono dal mattino, mentre donne e bambini pregavano nelle chiese, implorando l’aiuto della Vergine Maria. E la sera dell’11 settembre, lo stendardo del gran visir cadde nelle mani di Sobieski. Il pericolo di far capitolare Roma fu scongiurato.

    Attori:
    Marco d'Aviano: F. Murray Abraham
    Kara Mustafà: Enrico Lo Verso
    Leopoldo I Piotr Adamczyk
    Giovanni Sobieski Jerzy Skolimowski

    IL REGISTA RENZO MARTINELLI

    Renzo-Martinelli


    Renzo Martinelli è un regista che va controcorrente, misurandosi col genere epico e storico, come il suo film Barbarossa con Rutger Hauer, incentrato sulla battaglia di Legnano. Ha anche fatto il suo film di denuncia Vajont, o la ricostruzione del sequestro Moro in Piazza delle Cinque Lune, o la biografia di Carnera, o Porzûs, in cui si ha la ricostruzione dell'eccidio della brigata partigiana Osoppo, di cui facevano parte il fratello di Pasolini e lo zio del cantautore De Gregori, per mano di partigiani comunisti. Dopo l'11 Settembre 2001, Martinelli era rimasto colpito dal riaffacciarsi sulla scena mondiale del problema islamico e aveva narrato ne Il mercante di pietre, con Harvey Keitel, la vicenda di un occidentale contemporaneo che si converte all'islam radicale e partecipa a un attentato. Ora ritorna sul tema del controverso rapporto con l'Islam col film "11 Settembre 1683": una data, anzichè un titolo.

    INTERVISTA DI RINO CAMMILLERI A MARTINELLI

    Martinelli, so che lei ha tre lauree ed è appassionato di storia. Perchè ha deciso questa volta di inoltrarsi nel '600?

    Ho voluto capire come mai Bin Laden avesse scelto proprio un 11 Settembre per sferrare il suo attacco alla Grande Mela, New York (nota: l'intervista è stata fatta nel 2013). Vienna, la capitale dell'Impero Austriaco, era per i musulmani la Mela d'Oro, e proprio col fallito assedio di Vienna da parte degli ottomani l'11 settembre 1683 cominciò il declino della millenaria minaccia turca nei confronti dell'Occidente. In pochi anni, con una serie di folgoranti vittorie, il principe Eugenio di Savoia costringerà il sultano alla pace di Carlowitz e l'impero islamico inizierà il suo secolare arretramento, fino a sparire del tutto nel ventesimo secolo. Ecco, sono convinto che Al Qaida abbia scelto l'11 settembre 2001 per attaccare di nuovo l'Occidente in quella che è la sua attuale capitale, New York, la nuova Grande Mela.

    E' centrale, nel film, la figura di un santo francescano, il Beato Marco d'Aviano, interpretato da F. Murray Abraham. Era un cappuccino qualunque, anche se per i credenti era uno che faceva miracoli (guarigioni, profezie, bilocazioni…). (esattamente come Padre Pio, che era un cappuccino anche lui, ndr) Oggi nemmeno i cattolici conoscono il suo ruolo nella salvezza dell'Europa. Scommetto che è stata una sorpresa anche per lei.

    Sarà una coincidenza, ma proprio nel 2001 (l'anno dell'attentato alle Torri Gemelle, ndr) sentii parlare per la prima volta di Marco d'Aviano. Doveva esserci la grande anteprima di uno dei miei film, Vajont, all'aperto, ma si mise a piovere: scrosci d'acqua senza sosta. Rischiavamo un clamoroso flop. Una persona del luogo, però, mi disse di star tranquillo, perché avrebbe provveduto il «padre Marco», a cui vennero innalzate preghiere. Ebbene, proprio quando ormai ogni speranza era perduta, smise di piovere e potemmo proiettare col bel tempo. Fu così che decisi di informarmi su chi fosse questo «padre Marco».

    Non era la prima volta che, nel disaccordo totale delle potenze europee, a salvare la civiltà cristiana doveva pensarci il Papa. E sempre facendo ricorso ad un francescano. Alla fine del '500 aveva mandato San Giovanni da Capestrano a liberare Belgrado dai turchi. Ora, mentre Luigi XIV di Francia trescava col Sultano in funzione anti-imperiale, il cappuccino Marco d'Aviano, veneratissimo dal popolo, veniva inviato in soccorso all'Imperatore d'Austria Leopoldo, che già meditava di abbandonare Vienna. Fu lui, con la sua autorità morale, a mettere d'accordo i capi cristiani.

    Infatti, riuscì a fare accettare il condottiero polacco Giovanni Sobieski quale comandante supremo. Sobieski, con i suoi «ussari alati», calò dal monte Kahlemberg e, miracolosamente, mise in fuga i turchi. Poche decine di migliaia di combattenti cristiani contro un'armata di trecentomila musulmani. Il gran visir Karà Mustafà, capo dell'esercito ottomano, ne pagò il fio: fu strangolato col rituale laccio di seta nera.

    Batalha-de-Viena-Loreto-Sobieski
    L'affresco alla Santa Casa di Loreto, che mostra la vittoria di Giovanni Sobieski a Vienna.


    Paradossalmente, a quel lontano 11 Settembre dobbiamo i tradizionali cappuccino e cornetto delle nostre colazioni. Nell'immenso accampamento abbandonato dei turchi, i viennesi trovarono moltissimi sacchi di caffè. Avendo finito il pane, ed essendo rimasti con solo un pò di pasta per dolci, fecero dei panini a forma di mezzaluna: i primi croissant, per irridere il nemico, e li intinsero in quel caffè allungato col latte, il cui colore ricordava l'abito di chi li aveva salvati. (un cappuccino, appunto: da qui il "cappuccino" della colazione, ndr)

    Non dimentichiamo che lo scopo dichiarato dell'offensiva turca era, dopo aver preso Vienna, la stessa Roma. Come Santa Sofia di Costantinopoli era diventata una moschea, così doveva essere per San Pietro: il Gran Visir Kara Mustafà diceva chiaramente di voler collocare sull’altare di S. Pietro il trogolo del suo cavallo. Quella del 1683 doveva essere la jihad definitiva, che avrebbe vendicato la sconfitta di Lepanto nel secolo precedente.

    cappuccino-con-cornetto_bis


    Perché il cappuccino e il croissant si chiamano così? Quando il 12 settembre, dopo la vittoria, Marco entrò in Vienna, gli offrirono il caffè: avevano imparato a farlo dai turchi. Il monaco cappuccino lo trovò terribile e allora lo ingentilì aggiungendo del latte fino a che ebbe lo stesso colore della sua tonaca. Vienna aveva rischiato di cadere pochi giorni prima di essere liberata: i turchi infatti avevano scavato un tunnel dove mettere barili di polvere da sparo e farli esplodere. Ma un fornaio, lavorando di notte, aveva sentito il rumore e aveva avvertito i difensori, che erano arrivati in tempo. Quel fornaio, unico in tutta Vienna, ebbe l'esclusiva della pasta sfoglia. I dolci di pasta sfoglia, infatti, in Francia sono detti "viennoiseries", cose di Vienna. Quel fornaio fabbricò un dolcetto a forma di luna crescente, in francese "croissant", in ricordo del simbolo della bandiera turca.

    Ci dica qualcosa sulla confezione del film.

    Si tratta di una produzione italo-polacca (i polacchi tengono molto alla vicenda narrata, visto il loro ruolo storico in essa) con partecipazione della Rai. Infatti, un film epico e di ricostruzione storica richiede ingenti investimenti. Alla sceneggiatura ha messo mano anche Valerio Massimo Manfredi, scrittore molto noto per i suoi romanzi storici.



    QUALCHE PRECISAZIONE SUL FILM

    Un film sul trionfo militare della Cristianità sull'Islam è più che un semplice film, e merita attenzione, comunque sia fatto. E' ovvio che avrebbe dovuto essere un kolossal, ma è altrettanto ovvio che i mezzi economici non c'erano, e va dato atto a Martinelli di avere avuto coraggio nel realizzare comunque questo film. Ci sono alcune osservazioni da fare, per puntualizzare e approfondire l'argomento: Valerio Massimo Manfredi, il consulente storico del film, ha scritto dei romanzi storici, ma non è uno storico. Credo che la scelta sia stata fatta perchè si voleva fare un romanzo storico il più possibile aderente alla realtà, senza che diventi un documentario. E' un peccato, inoltre, che manchi nel film la figura di Papa Innocenzo XI, oggi beato, che fu il primo artefice del trionfo di Vienna. Infatti, come Papa Pio V (oggi santo) sta a Lepanto, così Innocenzo XI sta a Vienna: senza di loro non ci sarebbe stata nessuna Lega Santa. E senza una Lega Cristiana non ci sarebbe stata nessuna crociata. E senza una crociata non ci sarebbe stata vittoria né salvezza, e oggi probabilmente parleremmo tutti turco.
    Fu Innocenzo XI a formare una coalizione internazionale anti-turca: avvalendosi delle capacità diplomatiche dei suoi nunzi apostolici Obizzo Pallavicini (in Polonia) e Francesco Buonvisi (in Austria), il Papa fece un'alleanza con l'imperatore d'Austria Leopoldo d'Asburgo e col re di Polonia Giovanni Sobieski. Inoltre, ordinò pubbliche preghiere a Roma e indisse un giubileo straordinario (11 agosto 1683, lo stesso anno dell'assedio) per invocare l'aiuto di Dio contro i Turchi (di solito, i Giubilei si fanno ogni 50 anni a partire dal 1300). Per quel Giubileo emise la bolla “In suprema” per invocare l’aiuto di Dio “ad Viennae defensionem turcarum que et aliorum infidelium repressionem” e la protezione attraverso le armi dell’Imperatore d'Austria Leopoldo, del re di Polonia e degli altri principi cristiani. Ordinò di fare anche una solenne processione dalla chiesa di Santa Maria sopra Minerva alla chiesa di Santa Maria dell’Anima dei Teutonici. Inoltre, impose al clero austriaco e tedesco, e a quello polacco, delle tasse sulla decima parte dei beni ecclesiastici e tre decime sul clero italiano: era necessario, infatti, avere quanti più soldi possibile per finanziare la battaglia. Alla fine, all'imperatore d'Austria inviò l'enorme somma di 100.000 scudi e altrettanti ne mandò al re di Polonia. Quando Vienna fu liberata, ci fu una memorabile festa di vittoria celebrata da Papa Innocenzo XI con ogni maniera di dimostrazioni: processioni, elemosine ai poveri, carceri aperte. Riconoscente alla Madonna di Loreto per la storica vittoria, alla quale aveva implorato l'intercessione, inviò al Santuario della Santa Casa la bandiera tolta ai Turchi: il vessillo si conserva ancora nella Sala del Tesoro di Loreto (oggi diventata Cappella dei Santi Pellegrini). Infatti, Marco d'Aviano legò il suo nome al santuario di Loreto, perché, dopo la vittoriosa battaglia, mentre il re polacco Giovanni Sobieski entrava trionfante a Vienna, lui lo accompagnò mostrando proprio un’immagine della Madonna di Loreto, alla cui intercessione fu attribuita quella memorabile vittoria. Inoltre, Papa Innocenzo XI estese a tutta la chiesa la festa del Santissimo Nome di Maria come ringraziamento: prima era una festa solo locale.

    Innnocenzo-XI
    Beato Papa Innocenzo XI


    Inoltre, nel film l'Imperatore d'Austria Leopoldo è descritto come pavido: nel film sembra un tipo inetto e atterrito. Invece, sapeva bene sin dal principio del futuro attacco ottomano, quindi la sua sorpresa nel sapere dell'attacco era fuori luogo. Ma è stato utile comunque rappresentarlo così per le esigenze narrative del regista. La figura di Giovanni Sobieski è trattata bene (anche perchè il film era stato finanziato dai polacchi: la realtà storica è stata comunque rispettata). Tuttavia, il re polacco non era stato l'unico vero vincitore o l'unico combattente della battaglia, come lo fa sembrare il film. Ci furono anche altri artefici e protagonisti, come il Duca di Baviera, il Duca del Baden-Wittenberg, e altri. Ma è chiaro che Martinelli non poteva mica farli vedere tutti...
    Non è molto importante, ma è un peccato che non compaia Re Luigi XIV, detto il Re Sole. È vero che nel film si fa capire l'idiozia e l'infamia della sua politica filoturca, ma si poteva fare anche una sola scena con lui presente: in fondo, è il grande assente della vittoria, e in quanto tale protagonista anch'egli, seppure in negativo. Magari lo si poteva rappresentare con l'attacco di colite acuta che realmente gli venne, alla notizia del trionfo asburgico! ^_^ Il personaggio di Padre Marco d'Aviano è stato ben realizzato. C'è anche una curiosità: nel 1583, cento anni prima dell'assedio di Vienna, i Turchi, che stavano marciando su Vienna nel primo assedio e attaccavano Belgrado, misero a ferro e fuoco anche la cittadina di Aviano, dove poi nacque padre Marco.

    La storia d'amore, un pò patetica, fra il turco e la cristiana muta, è servita a mostrare come il turco preferisca la sua fede piuttosto che il suo rapporto con la donna o la sua amicizia con padre Marco. Infatti, nonostante la loro amicizia, aveva aggredito la città di Vienna senza rimpianti insieme agli altri. Alla fine del film, però non c'è nessuno spazio finale al trionfo cristiano, ed è un peccato: forse non si poteva fare di più. In questo caso, però, non ci si rende conto della portata epocale della vittoria e della gioia immensa della Cristianità tutta. In una lettera inviata alla regina, re Sobieski racconta che lui e padre Marco si abbracciarono un milione di volte, saltando per la gioia della vittoria. In altre testimonianze, si parla dell'incontenibile gioia della città di Vienna liberata. Sarebbe stato bello rappresentare l'Imperatore, Sobieski e gli altri, in processione a Vienna, al seguito di padre Marco, per ringraziare Dio della vittoria fra il popolo in festa, come effettivamente accadde. Dopotutto, la fine del primo film di Guerre Stellari si concludeva proprio così, con una processione e un premio, per sottolineare l'importanza della battaglia e della distruzione della Morte Nera. E il film si sarebbe potuto concludere con l'invito di padre Marco a continuare la Crociata per liberare tutti i Balcani, come di fatto poi egli tentò di fare per i successivi 19 anni, fino alla morte. Sarebbe stato bello anche vedere la gioia di Innocenzo XI al momento di ricevere la notizia del trionfo. Si può capire che Martinelli non poteva fare di più: così però non si nota il messaggio storico e metastorico dell'evento, che è fra i più grandiosi di tutti i tempi: il trionfo – forse l'ultimo – dell'universalismo cristiano sull'omologazione totalitaria islamico-ottomana.

    FESTA DEL SANTO NOME DI MARIA

    Nome-di-Maria


    Per Giovanni Paolo II - che era polacco, non dimentichiamolo - l’11 Settembre non era solo la data dell’attentato alle Torri Gemelle di New York nel 2001, ma anche il giorno che ricordava l’intercessione della Vergine Maria nella vittoria dell’esercito polacco che pose fine dell’assedio di Vienna da parte dei turchi, nel 1683. Fu proprio dopo l’attentato contro le Torri Gemelle che il Pontefice polacco vide la necessità di ripristinare nel 2002 la festa del Santo Nome di Maria, stabilita come ex-voto per questa vittoria, poi cancellata dal calendario liturgico per opera del Concilio Vaticano II. Non solo: Giovanni Paolo II dichiarerà beato Marco d'Aviano nel 2003, due anni dopo l'attentato. Pertanto, la Chiesa celebra il Santo Nome di Maria il 12 settembre, il giorno dopo l’anniversario della vittoria dell’11 settembre 1683.

    IL FILM DI MARTINELLI FU UN FLOP

    Il film, comunque, fu un insuccesso: anzi, oggi è molto difficile trovare il DVD relativo, che è praticamente introvabile. Questo dimostra che i film cattolici non trovano alcun appoggio in casa cattolica, sia per insipienza che per ignoranza. Nemmeno i preti sanno chi era Marco d'Aviano. Quando fu beatificato nel 2002 questo cappuccino che salvò l'Europa, a un convegno nei suoi luoghi Rino Cammilleri fu l'unico a ricordarne il ruolo politico, mentre i religiosi, teologi, preti si dilungavano esclusivamente sulla di lui spiritualità, timorosi che parlare di storia avrebbe potuto urtare i «fratelli» musulmani.

    BIBLIOGRAFIA

    https://it.zenit.org/2014/09/12/l-11-sette...-un-re-polacco/
    www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=179
    www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=221
    Intervista di Rino Cammilleri
    https://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=180

    QUI TUTTI I LINK ALLE RIFLESSIONI

    Edited by joe 7 - 16/11/2023, 19:46
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    Ricordo ancora l'11 settembre 2001 e solo un paio di mesi prima ero stato in vacanza studio in America.
    Anzi, io e il mio gruppo vedemmo le Twin Towers ancora integre.

    Comunque, mi pare proprio che il Cristianesimo stia attraversando un nuovo periodo di persecuzione.
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 11/9/2023, 21:37) 
    Ricordo ancora l'11 settembre 2001 e solo un paio di mesi prima ero stato in vacanza studio in America.
    Anzi, io e il mio gruppo vedemmo le Twin Towers ancora integre.

    Comunque, mi pare proprio che il Cristianesimo stia attraversando un nuovo periodo di persecuzione.

    Non è una novità: il cristianesimo è sempre stato una lotta, sia contro se stessi che contro le persecuzioni di ogni genere, anche nella Chiesa stessa. Ma le porte degli inferi, anche se ci fanno passare à nuttata, "non praevalebunt", non prevarranno.

    Tutti ricordiamo l'11 Settembre: "un giorno buio nella storia dell'umanità, un terribile affronto alla dignità dell'uomo" come disse papa Giovanni Paolo II. Bisogna sempre mantenere il ricordo e la speranza di un domani migliore, senza ascoltare i mass media pieni di disperazione: non è certo da loro che si può avere speranza, ma da Dio.
     
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    Solo ricordando la storia possiamo salvarci dal ripeterla. Scrivile scemo un finale migliore
    per quella puntata della Melevisione
    Interrotta da torri che andarono in fiamme
    e bimbi che facevano domande
     
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    CITAZIONE (berlicche677 @ 12/9/2023, 10:21) 
    Solo ricordando la storia possiamo salvarci dal ripeterla. Scrivile scemo un finale migliore per quella puntata della Melevisione interrotta da torri che andarono in fiamme e bimbi che facevano domande.

    Non so a cosa ti riferisci, ma mi sembra di capire che quella trasmissione fu interrotta con la notizia dell'attentato alle Torri Gemelle e coi bambini dopo che facevano delle domande. Cosa c'è di strano?

    Ricordare la storia è importante, ma è importante anche fare in modo che non si ripeta quello che è successo. Al pensiero è necessaria l'azione: a patto che siano azioni giuste e non lesive della libertà.
     
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    CITAZIONE (berlicche677 @ 26/9/2023, 08:50) 
    Citazione ai Pimguini Tattici Nucleari

    Purtroppo non li conosco...
     
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