Il blog di Joe7

  1. ZAGOR E IL RITORNO DI HELLINGEN - 3 (Joe7)

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    Zagor
    By joe 7 il 28 Dec. 2015
     
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    ZAGOR 601-602: RESURREZIONE! (analisi di Joe7)
    (precedente post: qui)

    Testi: Moreno Burattini
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 652-653 (usciti nel 2015). I numeri reali di Zagor sono: 601-602. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 601-602.

    AUTORI

    Il toscano Moreno Burattini subentra a Rauch e dirige tutta la storia: il suo lavoro di sceneggiature su Zagor è il più prolifico in assoluto sulla testata, superando in numero di storie anche il classico Nolitta. Iniziò a lavorare su Zagor ininterrottamente dal 1991 fino ad oggi, raggiungendo finora i 24 anni di attività sullo stesso personaggio e diventando anzi il curatore della serie nel 2007. Autore versatile, si trova più a suo agio in storie di gialli e intrighi, creando il personaggio di Mortimer, che diventa in breve uno dei nemici classici di Zagor. Diverse sue storie comunque sono state spesso criticate da diversi lettori di Zagor, per le variazioni a volte discutibili sui personaggi e per l'eccessiva verbosità dei suoi dialoghi.

    Moreno_Burattini1 Moreno_Burattini2



    TRAMA

    Qui inizia la storia del ritorno vero e proprio dello scienziato, anche se è ancora un preludio: una specie di "ritorno di Hellingen prima parte". Zagor ha un incubo, in cui si trova nel monte Naatani e osserva le iscrizioni all'interno; successivamente, si vede attaccato dalla mummia di Rakum, l'Eroe Rosso.

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    SZOCK marca Dylan Dog. Povero Zagor, ridotto a fare il copione per vendere due copie in più.


    Svegliatosi turbato, avverte una chiamata di tamburi, in cui Tonka, il suo amico Mohawk, lo chiama. Mentre Tonka aspetta Zagor insieme a Natook, un suo amico, vengono attaccati da un indiano invulnerabile che cerca Zagor in stile "terminator". Natook viene subito ammazzato dall'indiano terminator (tra l'altro, Natook doveva anche parlare a Zagor di quello che gli era successo: Burattini fa ammazzare facilmente i personaggi secondari prima ancora che si presentino).

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    Natook lo jellatook


    Mentre il terminator sta per ammazzare Tonka, Zagor arriva e lo ferma. Ma nulla, nemmeno le pistole, ferma il terminator, che parla come un cattivo dei fumetti di serie B dei supereroi: "Zagor, morirai" (è la sua frase preferita), "non potete niente contro di me", "siete ridicoli" e altri deliri di onnipotenza in frasi brevi stile haiku.

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    I Terminator dei poveri.


    Tra l'altro, è sorprendente la mancanza di un minimo di sorpresa da parte di Tonka e Zagor nel vedere l'invulnerabilità del "terminator", come se se ne vedessero ogni giorno di questi. Dopo un lungo inseguimento, Zagor fa cadere il terminator nelle sabbie mobili. Tornato da Tonka, si fa spiegare il motivo dell'incontro, e lui racconta quello che gli aveva detto Natook prima di morire (a questo punto, era anche inutile che Natook si facesse vedere con Tonka e farsi ammazzare lì, visto che Tonka poteva raccontare tutto per conto suo a Zagor). Il terminator gli aveva ucciso la moglie e il figlio, e, seguendo le sue tracce per vendicarsi, Natook scoprì altri indiani uccisi e un bambino sopravvissuto, Yapeha. Successivamente, disse tutto a Tonka e andò con lui per incontrare Zagor: poco dopo, come detto prima, viene ammazzato dal terminator.
    Seguendo a ritroso le orme del terminator, Zagor, Tonka e Cico (completamente inutile in questa storia) scoprono che veniva dal monte Naatani, dove Zagor aveva scacciato via gli Akkroniani nel loro primo incontro, in "Magia senza tempo". Zagor scopre Yapeha, il bambino indiano del racconto dello sfortunato Natook, aggrappato a un ramo sul ciglio di un burrone, e lo salva. Era lì perchè voleva seguire Zagor e vendicare il padre ucciso dal terminator (il padre era uno degli indiani ammazzati e trovati da Natook lo jellato).
    Poco dopo, Zagor incontra una fila di uomini a cavallo: si tratta del tenente Shooter, il professor Hubbard e il dottor Kant, insieme a due soldati. I due professori vengono dalla base di Altrove a Philadelphia (Altrove è un luogo di ricerche segrete inventato da Castelli in Martin Mystere e ripreso in pompa magna in numerose storie di Zagor, in particolare quelle di Burattini. Questo, tra l'altro, è uno dei motivi delle critiche ricorrenti all'autore).
    Dopo molte pagine di discussioni (piuttosto noiose e ripetitive, caratteristica purtroppo frequente nelle sceneggiature di Burattini), il nocciolo della questione è il seguente: gli inviati di Altrove sono stati incaricati di andare al monte Naatani, perchè gli apparecchi akkroniani che erano laggiù furono un tempo smontati e portati ad Altrove. Ebbene, da pochi giorni si erano accesi da soli.
    Ad un certo punto, torna il terminator: Zagor, stavolta, gli fa esplodere in faccia un mucchio di barili di polvere da sparo e scoprono che è un automa. Anche qui, nè Zagor, nè Tonka si meravigliano della presenza di un uomo meccanico, chiamandolo anche col nome corretto - automa - come se fossero comuni quanto gli animali del bosco. Ma cosa ci vuole per farli stupire? Mazinga contro Goldrake?

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    Anche mio cugino ci ha un automa uguale, dice Tonka, l'ha preso su Amazon


    Zagor capisce che dietro a questo c'è in qualche modo Hellingen e sfoga la sua rabbia prendendo a colpi di scure il terminator "morto" e scarnificato. Tonka lo calma. Arrivati alla base distrutta degli akkroniani sul monte, cercano di raggiungere i piani sotterranei che sono stati isolati da una frana. Yapeha, il bambino, senza che glielo chieda nessuno, passa attraverso una fessura per vedere cosa c'è, e trova un altro terminator uguale al primo. Il terminator bis esce dalla grotta rimuovendo i detriti della frana. Zagor riesce a entrare nella grotta, inseguito dal robot, e spacca tutti i macchinari all'interno. Sempre inseguito, Zagor scopre altri terminator immobili all'interno di una sala, e uno di essi si risveglia (terminator 3). Zagor riesce ad eliminare il terminator 3 facendolo collidere col terminator 2.

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    Indistruttibili quanto tonti


    Zagor alla fine riesce a distruggere i macchinari di base e i terminator si disattivano. Anche se il terminator 2 afferra la gamba di Zagor (una scena che richiama appunto al primo "Terminator" di Scwarzenegger), alla fine crolla anche lui. Zagor scappa dalla base sotterranea che esplode.
    Raggiunti gli altri, dopo aver raccontato quello che è successo, Yapeha ipotizza che sia stato Hellingen, indirettamente, a mandare i terminator con un comando automatico che era scattato diverso tempo dopo la sua morte, o forse era stato riattivato dal ritorno degli akkroniani nella storia precedente. E' incredibile non solo la saccenteria del bambino, che fa apparire Zagor e gli altri adulti come degli imbecilli, ma anche la sua mancanza di sentimenti particolari: i suoi genitori sono stati ammazzati e lui si comporta per tutta la storia come se fosse capitato lì per caso e volesse solo fare bella figura. Sembra uno dei nipotini saccenti di Paperino. In ogni caso, dopo questa storia Yapeha non comparirà più, ed è meglio così. E' anche possibile che Yapeha fosse Kiki Manito sotto mentite spoglie, visto il suo comportamento da "colui che sa tutto"? Ma qui facciamo della dietrologia, visto che non abbiamo prove, quindi lasciamo stare.

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    Qualcuno prenda a calci il Topolino saputello, vi prego.


    Lo scienziato di Altrove, Hubbard, dice che le macchine akkroniane si riparano da sole, quindi è possibile che i terminator ritornino. Hubbard, nonostante le resistenze dei soldati, rivela a Zagor che Hellingen è vivo. Nel frattempo, i noiosissimi terminator riprendono a muoversi per poi fermarsi di nuovo, all'interno della base semidistrutta. Mentre gli altri rimangono davanti all'entrata della base coperta dalla frana, per controllare eventuali movimenti, Zagor va a cavallo verso Philadelphia alla base di Altrove per trovare Hellingen e costringerlo a fermare definitivamente quelle macchine.
    E Yapeha conclude la storia facendo l'elogio di Zagor: "Tornerà di sicuro, Cico...tornerà e risolverà tutto, come sempre! Perchè lui è Za-Gor-Te-Nay...lo spirito con la scure!" In questo modo, si rovina il pathos della trama: se si assicura al lettore che Zagor risolverà tutto, la storia diventa prevedibile e noiosa. Inoltre, impostato in questo modo, Zagor diventa una specie di personaggio finto, alla "adesso io, che sono il fenomeno eccezionale, sono qui e sistemo tutto", non un personaggio reale.

    COMMENTO

    E' chiaro che questa storia è solo un'introduzione all'arrivo di Hellingen: eppure, lascia in qualche modo insoddisfatti. Per prima cosa, la storia manca di tensione: Zagor ha un incubo, affronta il terminator indiano due volte, va a cavallo da Hellingen. L'idea è buona, può essere ben sviluppata, ma così non accade.
    Infatti, per prima cosa i personaggi di contorno sono appena abbozzati: si fa fatica persino a ricordarne i nomi (Natook, Yapeha, professor Kant, Hubbard, ecc.). Eppure, in una storia, i personaggi secondari sono importanti, perchè danno profondità alla narrazione. Invece, qui sembrano dei fantasmi evanescenti, una parte del paesaggio e nulla più. Natook è eliminato prima ancora che possa presentarsi a Zagor; i due professori e i soldati sono dei personaggi anonimi che riempiono la storia di estenuanti spiegazioni; Yapeha ha un atteggiamento stucchevole e lezioso, visto che non appare nè convincente nè verosimile nelle sue azioni e parole.
    Come sempre, il punto dolente di Cico rimane: per chi non conosce il personaggio di Zagor, nè la sua storia, la presenza del messicano, che in sostanza non fa nulla, è incomprensibile e fastidiosa. Ufficialmente, Cico è la spalla di Zagor, ma Burattini lungo tutta la storia lo fa sostituire prima con Tonka, poi con Yapeha, successivamente con gli emissari di Altrove, personaggi coi quali Zagor interagisce come se fossero - e effettivamente lo sono - le sue vere spalle. Esattamente come faceva Gianluigi Bonelli anni fa, quando sceneggiava Zagor: visto che non sapeva cosa fare di Cico, gli faceva accadere qualcosa o lo mandava comunque via sin dall'inizio della storia, facendo affiancare a Zagor un altro personaggio a lui più gradito.
    Anche l'avversario - un potente terminator - avrebbe potuto dare spunto ad una storia particolarmente drammatica a Darkwood, con la morte, o il pericolo di morte, di un personaggio che si è conosciuto bene nel corso della storia, per esempio. Ma l'omicidio dello sconosciuto Natook, sin nelle prime pagine della storia, non crea nessuna tensione, e il comportamento di Zagor e Tonka, che affrontano l'automa come se fosse ordinaria amministrazione, rende la storia priva di mordente.
    Il cuore della storia, più che Zagor, o i personaggi, o l'automa o Hellingen, sono le infinite spiegazioni di cui la trama è affastellata: infatti, alla fine, ti rimangono in mente solo delle nozioni confuse, non degli eventi o dei personaggi. Più che un fumetto, sembra un trattato. Approfondiremo meglio questi aspetti nelle storie successive.
    Prima di concludere, devo fare una nota sulla scena finale di Zagor a cavallo. Ormai è una scena abbastanza frequente ultimamente, eppure è sbagliata, perchè non è zagoriana. Infatti, Zagor non va praticamente mai a cavallo.

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    Giddap, Dinamite! Bang! Bang! Zip! Zip!


    Come diceva Nolitta in un articolo: "Proprio per distinguere Zagor dai molti altri protagonisti western che affollavano le edicole in quegli anni, decisi che il mio eroe non sarebbe stato un "rider", cioè un cavaliere, bensì un "walker", un camminatore (e qui - noto - è un altro richiamo all'"Uomo Mascherato", l'Ombra che cammina, che si faceva chiamare appunto Walker quando era in abiti civili). Sì, avete capito bene, sto parlando di uno che va a piedi, che attraversa pianure e foreste un passo dopo l'altro, con la calma e la pazienza di chi è consapevole di muoversi in un mondo dalle dimensioni relativamente limitate." E invece, in questa storia - ironia della sorte, proprio mentre il bambino saccente Yapeha ne tesse l'elogio - il finale presenta uno Zagor che va da solo (senza Cico, ormai inutile) e a cavallo come un Tex qualsiasi. Senza contare che Zagor tornerà a cavallo anche nella storia successiva, subendo persino un banale agguato in stile texiano. Insomma, qui si perde una caratteristica fondamentale del personaggio, che lo distingueva da Tex e simili.

    (Continua qui)


    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:53
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  1. Zagrosky
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    Ottimo commento, hai messo in risalto tutte le caratteristiche negative che affliggono le sceneggiature burattiniane degli ultimi anni, oltrre che le due storie sul ritorno di Hellingen, caratteristiche che appesantiscono la lettura e prolungano inutilmente e noiosamente le sceneggiature, diminuendo in tal modo l'interesse che determinati soggetti avrebbero inizialmente : potenzialità inespressa è ormai consuetudine in Zagor, con Cico trasformato purtroppo in zavorra inutile!!!
    Che delusione.....
     
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    CITAZIONE (Zagrosky @ 28/12/2015, 23:42) 
    Ottimo commento, hai messo in risalto tutte le caratteristiche negative che affliggono le sceneggiature burattiniane degli ultimi anni, oltrre che le due storie sul ritorno di Hellingen, caratteristiche che appesantiscono la lettura e prolungano inutilmente e noiosamente le sceneggiature, diminuendo in tal modo l'interesse che determinati soggetti avrebbero inizialmente : potenzialità inespressa è ormai consuetudine in Zagor, con Cico trasformato purtroppo in zavorra inutile!!!
    Che delusione.....




    La faccenda di "Cico spalla inutile", anzi, peggio, "personaggio superfluo e fastidioso", non è un problema solo di Burattini: in pratica, tutti gli sceneggiatori, con qualche eccezione (poco vistosa), escludono Cico perchè non sanno cosa fare con lui.
    Non ne capiscono nè lo scopo nè la funzionalità: Zagor filerebbe come un treno, secondo loro, senza Cico, perchè vedono Zagor solo come un personaggio al quale far vivere delle avventure e basta.
    Ma Cico è essenziale per una storia di Zagor, perchè non solo sa alleggerire la tensione, ma si comporta come il contraltare di Zagor. Per capirci, è quasi come Boss Borot nel Grande Mazinga: Boss è la parodia di Mazinga, come Cico è la parodia di Zagor. Senza questo contraltare, la storia diventa quella di un banale protagonista che va, picchia e torna a casa. Ci sarebbe parecchio da dire su questo, ma lasciamo stare per adesso.

    Riguardo a Hellingen, io credo che ci sia una specie di maledizione su di lui: nessuno è mai stato capace di fare una semplice e bella storia sullo scienziato pazzo. Su di lui, tutti gli sceneggiatori (che erano, e sono, tra i migliori in assoluto) partono per la tangente, facendo storie da trip allucinatorio: Sclavi, Boselli, Burattini. Nessuno che abbia mai voluto fare una storia tipo "Ora Zero" o "Minaccia dal passato": hanno sempre voluto strafare, facendo storie inverosimili e sempre più complicate, che si aggrovigliano su di loro come gomitoli di lana misti. Ormai su Hellingen fanno solo storie autoreferenziali, in cui vogliono far vedere le loro abilità narrative, ma mai far vedere semplicemente una storia realistica sullo scienziato. Si sentono vincolati a fare il triplo salto mortale ogni volta che affrontano la questione. Ormai manca la libertà di azione e sceneggiatura che aveva Nolitta sul personaggio, che non aveva mai voluto creare situazioni sempre più inverosimili.

    O si tagliano definitivamente i ponti con queste storie e si torna ad un Hellingen normale, o si andrà avanti sempre peggio, con storie sempre più complesse, ingarbugliate e autoreferenziali. E temo che si prenderà sempre e solo questa seconda strada su Hellingen.
     
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    "E' anche possibile che Yapeha fosse Kiki Manito sotto mentite spoglie, visto il suo comportamento da "colui che sa tutto"? Ma qui facciamo della dietrologia, visto che non abbiamo prove, quindi lasciamo stare."

    Eh, eh! L' avevo pensato anch' io visto che sembra un bambino proprio brillante. XD Infatti pensavo che ricomparisse.
    Riguardo la storia effettivamente va in quarta. Avevo letto il primo albo in davvero poco tempo. Boh!
    Mi ha stupito Zagor alla fine piuttosto irato. Ormai sembra avere le scatole piene di Hellingen. XD Scherzi a parte, non l ' avevo mai visto così. Un pò eccessivo.

    CITAZIONE (joe 7 @ 29/12/2015, 12:24) 
    Riguardo a Hellingen, io credo che ci sia una specie di maledizione su di lui: nessuno è mai stato capace di fare una semplice e bella storia sullo scienziato pazzo. Su di lui, tutti gli sceneggiatori (che erano, e sono, tra i migliori in assoluto) partono per la tangente, facendo storie da trip allucinatorio: Sclavi, Boselli, Burattini. Nessuno che abbia mai voluto fare una storia tipo "Ora Zero" o "Minaccia dal passato": hanno sempre voluto strafare, facendo storie inverosimili e sempre più complicate, che si aggrovigliano su di loro come gomitoli di lana misti. Ormai su Hellingen fanno solo storie autoreferenziali, in cui vogliono far vedere le loro abilità narrative, ma mai far vedere semplicemente una storia realistica sullo scienziato. Si sentono vincolati a fare il triplo salto mortale ogni volta che affrontano la questione. Ormai manca la libertà di azione e sceneggiatura che aveva Nolitta sul personaggio, che non aveva mai voluto creare situazioni sempre più inverosimili.

    O si tagliano definitivamente i ponti con queste storie e si torna ad un Hellingen normale, o si andrà avanti sempre peggio, con storie sempre più complesse, ingarbugliate e autoreferenziali. E temo che si prenderà sempre e solo questa seconda strada su Hellingen.

    Il fatto è che dopo "Incubi" non è più possibile come si sa. Ma forse anche da "Terrore dal sesto pianeta" dove perlomeno però nel caso dello scienziato trasportato, lo avremmo comunque avuto normale in toto. Certo, comunque Boselli secondo me era riuscito a metterci una mezza pezza.
     
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    Mi ha stupito Zagor alla fine piuttosto irato. Ormai sembra avere le scatole piene di Hellingen. XD Scherzi a parte, non l ' avevo mai visto così. Un pò eccessivo.

    Gli scoppi d'ira di Zagor nel periodo di Nolitta erano pienamente giustificati dal punto di vista psicologico, ma qui non hanno senso e sembrano messi a caso. E' per questo che ti rendono perplesso: non ne capisci la ragione.

    Il fatto è che dopo "Incubi" non è più possibile come si sa. Ma forse anche da "Terrore dal sesto pianeta" dove perlomeno però nel caso dello scienziato trasportato, lo avremmo comunque avuto normale in toto. Certo, comunque Boselli secondo me era riuscito a metterci una mezza pezza.

    Una pezza peggiore del buco.
     
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