Il blog di Joe7

  1. ZAGOR E MISTER NO - 5 (fine)

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    Mister No
    Zagor
    By joe 7 il 23 June 2016
     
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    ZAGOR E MISTER NO A CONFRONTO (quinta parte - fine)
    Primo articolo: qui; precedente articolo: qui.

    Zagor_Mister_No_1 Zagor_Mister_No_2



    LE ULTIME PAROLE

    Concludo l’analisi su Zagor e Mister No con l'analisi dell’ultimo discorso dei due personaggi di Nolitta.
    Infatti, la storia di “Magia senza tempo” è l’ultima storia di Zagor sceneggiata da Nolitta: posto qui le ultime battute di Zagor, che sono quindi, per così dire, il “testamento” dello Zagor Nolittiano. Dopo aver sconfitto gli Akkroniani, e dopo che Hellingen, la nemesi numero uno di Zagor, è morto, Zagor restituisce all’indiano Akoto l’arco e le frecce di Rakum, l’Eroe rosso. E’ la scena finale della storia e dello Zagor nolittiano: quasi un passaggio di consegna, ma lo è in apparenza, in quanto Zagor non si ritira affatto, come farà invece Mister No. Leggiamo il dialogo finale tra Akoto e Zagor:

    Zagor_Magia

    Zagor-ultimo-discorso


    Zagor (consegnando ad Akoto lo scudo e l’arco di Rakum, l’Eroe Rosso): Ho fiducia in te, giovane amico, ma voglia il cielo che lo scudo e le frecce dell’Eroe Rosso non debbano essere impugnate mai più!
    Akoto: Spero che gli dei ti ascoltino, Za-gor-te-nay. Ma io sarò comunque quassù, giorno dopo giorno, notte dopo notte, e spierò il cielo con occhi attenti…Ma dimmi, spirito con la scure, tu…tu pensi che loro (gli akkroniani) torneranno?
    Zagor: Mm…non lo so…non lo so, figliolo, nessuno può dirlo, ma tu sappi una cosa…che, qualsiasi cosa accada, tu mi troverai sempre pronto ad accorrere al tuo fianco, parola di Zagor! AHYAKKK!


    Come si vede, anche di fronte ai pericoli futuri, Zagor dichiara di rimanere sempre pronto a combattere, e conclude salutando tutti col suo grido di battaglia. E’ da notare, poi, che Akoto lo chiama Za-gor-te-nay, cioè il suo nome indiano completo, come a sottolineare il fatto che ormai quel nome è diventata anche una missione per Zagor. Il protagonista guarda con fiducia verso il futuro, contando anche sui suoi innumerevoli amici, di cui Akoto è il simbolo (“accorrere al tuo fianco”, aveva detto Zagor: quindi, non da solo). Essendo Akoto anche un indiano, e un ragazzo, è anche il simbolo della persona debole da proteggere e del futuro da mantenere (il giovane infatti è una porta aperta verso il futuro che verrà). E’ esattamente il contrario di quello che farà Mister No nel suo discorso finale, molto lungo, che posto qui:

    Mister_No_discorso_finale


    Mister no, arrivato alla sera in anticipo di un giorno alla festa di addio, fa il suo discorso finale davanti ai pochi rimasti: Paulo Adolfo, una ragazza che ha appena rimorchiato (Jacira) e tre addetti alla pulizia.
    Mister No: Io sono venuto qui per fare un discorso…ed è proprio quello che farò: un discorso. Avanti, forza: sedetevi tutti quanti! (…) siediti anche tu, Jacira, insieme agli altri…io, invece, mi piazzerò qui per poter guardare in faccia tutti e cinque…cinquanta…oppure duecento persone…stanotte o domani notte, non cambia un granchè. Tutto sommato, le parole che, da tempo, avevo in mente di dirvi sarebbero sempre le stesse. La mia vecchia sacca militare, i miei quattro libri e i miei quattro dischi sono già a bordo del Piper, là sulla vecchia pista dell’aeroporto…e questa è la chiave della porta che fin da domani (si rivolge a Paulo Adolfo) potrai restituire a Mendonca, quello spilorcio del mio padrone di casa! Tra poche ore, non appena sarà chiaro da distinguere la pista e ottenere il via dalla torre di controllo, me ne andrò, amigos! Con amarezza e nostalgia lascio a voi questa città che ha tradito le speranze con cui avevo messo le mie radici, venti anni fa. Fuggivo dagli orrori di una guerra combattuta in tutte le parti del mondo, ma fuggivo anche dai tentacoli di una nuova società che aveva sostituito la violenza di quel conflitto armato con veleni più sottili ma non meno pericolosi. Arrivismo, egoismo, voglia di emergere a tutti i costi e con tutti i mezzi…il culto del successo e della ricchezza…l’esaltazione dei valori materiali e la schiavitù del consumismo! La Manaus che mi fu dato di scoprire era il mio rifugio ideale, invece. Indifferente al trascorrere del tempo, pareva destinata a restare eternamente immobile nell’aspetto della fugace gloria di cinquant’anni fa, e, nel totale isolamento determinato da una immensa foresta in cui i fiumi erano le uniche strade che rendevano vuota e inutile la parola competizione. Era la città della sopravvivenza quotidiana, che, totalmente priva di futuro, non riusciva più a premiare i furbi né a punire gli ingenui…la città della rassegnazione, dunque, ma anche della serenità e della pigrizia. Quella dolce pigrizia che ti concede di dedicare tempo e attenzione ai tuoi amici, ai problemi della gente comune e, perché no, anche ai lati più nascosti della tua stessa personalità. E adesso? Adesso, la Manaus che c’è là fuori è una città ben diversa, amigos. La Manaus di oggi (un ragazzo inserviente si addormenta) (…) insomma, oggi, fuori da quella porta, c’è una città che è passata da ottantamila a ottocentomila abitanti, che fa balenare in tutti la speranza di un lavoro e un nuovo tenore di vita senza, purtroppo, riuscire a mantenere le promesse, costruendo sì grandi fabbriche, ma anche ignobili quartieri dormitorio, moderne favelas per i poveracci arrivati qui da tutto il nordest. Quella mia città della dolce rassegnazione è diventata la città dell’eterna speranza, della facile illusione, ma anche dell’inevitabile delusione…la città del rischio, della spietata competizione, che, come purtroppo succede in tutto il resto del mondo, alla fine premia i potenti, i furbi e gli spregiudicati. Può darsi che questo nuovo modello di vita, alla fine, faccia bene alla gente che si è spinta qui in Amazzonia, faccia persino bene all’intero Brasile, ma è certo che questa nuova atmosfera non fa bene a me! Per questo, ho voluto salutarvi tutti stasera. ‘Tà bom! Ho finito! Un sincero grazie a tutti quanti. E’ stato bello vivere insieme a voi.


    Come si vede è un discorso piuttosto triste, prolisso, rassegnato, e che punta soprattutto sul sociale, trascurando l’aspetto umano, il rapporto a tu per tu: se Zagor parla ad Akoto, Mister No non parla a nessuno in particolare, quasi a se stesso. Infatti è un monologo, e chi ascolta sono in gran parte degli sconosciuti: degli inservienti, una ragazza appena rimorchiata, Paulo Adolfo. Per non parlare dell'ambiente squallido e triste di un bar chiuso con le coperte ancora sui tavoli. E’ quasi un discorso di chi sta per morire da solo, il discorso di uno sconfitto che pensa sia inutile combattere contro i mulini a vento e che la cosa migliore da fare sia andarsene. E’ un “no” anche alle proprie responsabilità, nel non accettare la possibilità di fare qualcosa di buono. Mister No pensa di non avere nessuna arma dell’Eroe Rosso e se ne va sconfitto, ripetendo la fuga che aveva già fatto all’inizio della serie, andando via dalla città e rifugiandosi a Manaus. Ora, rifugiandosi a Rurrenabaque, ripete il ciclo, che, in un certo senso, si chiude. Se Zagor è una freccia che punta sicura verso il futuro, Mister No è un cerchio chiuso e rassegnato alla sconfitta. E’ incredibile la profonda differenza concettuale di questi due personaggi usciti dallo stesso autore! Forse, alla fine della sua vita, Sergio Bonelli si è lasciato prendere dal pessimismo. Comunque, lascio ai posteri l’ardua sentenza.

    POSTILLA: ESSE-ESSE, UN ESEMPIO DI REVISIONISMO?

    Mister_No_Esse_Esse


    Nelle apparizioni iniziali di Esse-esse, lui stesso ammette più di una volta di aver fatto parte delle SS, ma poi, con il passare delle storie, la cosa venne pian piano modificata dagli sceneggiatori. Infatti, in "Rio Negro" (Mister No n. 13), lui aveva detto di essere stato un "Esse-Esse", ma "senza aver mai ammazzato nessuno": cosa piuttosto difficile da credere per un fumetto dalle tendenze "realistiche" come Mister No. Per questo, successivamente, gli autori avevano "deviato" questa sua appartenenza agli Esse Esse a quella di una divisione nazista del deserto. Credo che l'abbiano fatto per rendere meno "cattivo" Esse-Esse: infatti, nella realtà, gli "Esse-Esse" erano la squadra d'elite e la guardia personale di Adolf Hitler, ed erano famosi per la loro crudeltà ed efferatezza. Quindi, non sarebbe stato un passato molto facile da digerire per i lettori, per questo si scelse quell'espediente. Osservando i vari riferimenti al passato di Esse Esse (che non sono molti), in "Tragica palude" (Mister No n. 18)era comparso l'ex-Colonnello Hassler delle SS, sotto le cui dipendenze Esse Esse aveva combattuto come soldato. Molti numeri più avanti, in "Arriva Esse-Esse!" di Mignacco (Mister No n. 194), la cosa venne spiegata: Esse Esse aveva fatto parte dell'Afrika Corps per la maggior parte della guerra, e ritornò in Germania poco tempo prima della fine della guerra, sotto gli SS e ai comandi appunto del Colonnello Hassler. Quindi è stato sotto le SS per poco tempo, diciamo alcuni mesi. Anzi, ci sono stati dei libretti allegati negli speciali di Mister No, in cui si raccontava di Esse-Esse che dava la caccia al Generale Wolfe, responsabile degli orrori di un campo di concentramento. Insomma, si è cercato di rendere "accettabile" il passato di Esse-Esse. E' solo una mia ipotesi, ma se qualcuno ne ha di migliori, si faccia avanti. In ogni caso, appartenente alle SS o meno, la sua spietatezza è indiscutibile: per esempio (uno dei tanti) ha lasciato divorare dai caimani il nemico Alvarado in "L'ultimo paradiso" (Mister No n. 64).


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    Edited by joe 7 - 24/8/2023, 13:43
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    "Forse, alla fine della sua vita, Sergio Bonelli si è lasciato prendere dal pessimismo. "

    In effetti si! XD Diciamo anche che ha visto in MN una serie più "cupa". Anche in Zagor, sin dalla prima avventura, abbiamo momenti tragici e violenti, ma rispetto a MN sono di meno. Nella serie dello spiritoconlascure prevalgono gli scontri pari a pari, mentre in quelle del pilota di Manaus molte volte ne hanno fatto le spese gli innocenti.

    "per esempio (uno dei tanti) ha lasciato divorare dai caimani il nemico Alvarado in "L'ultimo paradiso" (Mister No n. 64)."

    Anche volendo non avrebbe potuto aiutarlo. Diciamo che è soprattutto la freddezza alla morte di Alvarado che colpisce. Mister no avrebbe almeno detto penso: "Che brutta fine, anche se era un delinquente!".
    A proposito di questo, anche quest' ultimo agli inizi sembrava più simile a Kruger in parte, vedi "L' ultimo cangaceiro". Poco dopo però vengono smussati i toni da avventuriero e messi in risalto quelli più umani. Tanto che all' uscita del tutto hanno modificato il numero 5 mi pare. L' idea che mi sono fatto è che Nolitta avesse pensato all' inizio ad una specie di spaghetti-western amazzonico, vedi pure l' aspetto e la pistola della prima versione grafica. Meno male che poi ha cambiato idea nel caso! XD
     
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    CITAZIONE (Francesco Romani @ 6/10/2016, 19:06) 
    "Forse, alla fine della sua vita, Sergio Bonelli si è lasciato prendere dal pessimismo. "

    In effetti si! XD Diciamo anche che ha visto in MN una serie più "cupa". Anche in Zagor, sin dalla prima avventura, abbiamo momenti tragici e violenti, ma rispetto a MN sono di meno. Nella serie dello spirito con lascure prevalgono gli scontri pari a pari, mentre in quelle del pilota di Manaus molte volte ne hanno fatto le spese gli innocenti.



    Il dramma dei massacri è presente in Zagor, ma il desiderio di rimediare, se possibile, c'è; in Mister No invece c'è una rassegnazione di fondo che porta a considerare i massacri come "destini ineluttabili della crudeltà umana". Il problema di Mister No è la sua rassegnazione, un sentimento assente in Zagor. E' per questo che lo Spirito con la scure è sempre giovane, anche con storie brutte, mentre invece Mister No è sempre vecchio, anche se è giovane di età e ha delle storie belle. A Mister No manca la speranza, a Zagor invece non manca mai.

    CITAZIONE (Francesco Romani @ 6/10/2016, 19:06) 
    "per esempio (uno dei tanti) ha lasciato divorare dai caimani il nemico Alvarado in "L'ultimo paradiso" (Mister No n. 64)."
    Anche volendo non avrebbe potuto aiutarlo. Diciamo che è soprattutto la freddezza alla morte di Alvarado che colpisce. Mister no avrebbe almeno detto penso: "Che brutta fine, anche se era un delinquente!".
    A proposito di questo, anche quest' ultimo agli inizi sembrava più simile a Kruger in parte, vedi "L' ultimo cangaceiro". Poco dopo però vengono smussati i toni da avventuriero e messi in risalto quelli più umani. Tanto che all' uscita del tutto hanno modificato il numero 5 mi pare. L' idea che mi sono fatto è che Nolitta avesse pensato all' inizio ad una specie di spaghetti-western amazzonico, vedi pure l' aspetto e la pistola della prima versione grafica. Meno male che poi ha cambiato idea nel caso! XD



    Sono d'accordo, mi sembrano osservazioni giuste.
     
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    Avevo letto solo un albo di Mister No da ragazzo ( quello chiamato "Tango Martinez"), così ho deciso di provare a leggere adesso una delle prime storie, che si trovano a prezzi tutto sommato convenienti per dei fumetti d'epoca, parlo degli albi originali. Ho scelto quella dell'Uomo con la Maschera Rossa, scritta da Nolitta e disegnata da Bignotti (ottimi i suoi disegni). Anche qui apprezzo lo stile di Bonelli nel raccontare la vicenda "in diretta", quello che vediamo è anche quello che vede il protagonista e questo ci fa entrare subito dentro la storia. Come in Zagor, ci sono scene apparentemente superflue ( ad esempio tre vignette in cui si vede l'ancora del battello che affonda nell'acqua e si incaglia), che tuttavia danno respiro tra le scene d'azione, rendendo più fluida la narrazione. Qui tuttavia i tempi sono un pelo forse troppo dilatati, perchè in due albi succede abbastanza poco: un assalto iniziale al battello da parte dei banditi, un pestaggio dei poliziotti, una sparatoria con breve inseguimento. Tutto raccontato molto bene, però di avventuroso c'è poco appunto. Si legge senza pause per i dialoghi e le didascalie azzeccate, per i disegni molto belli ed i personaggi, anche comprimari, interessanti. Insomma c'è il marchio di garanzia di Nolitta.
    Rispetto a Zagor, faccio invece fatica ad identificarmi con il protagonista. Mister No non fa altro che scappare, viene picchiato brutalmente dalla polizia e cerca ad ogni occasione di ubriacarsi. Non è un eroe e viene coinvolto nella vicenda per motivi opportunistici. Sto dalla sua parte perchè i suoi nemici sono peggio di lui e vorrei venissero puniti. Conoscendo poco il personaggio, per ora mi limito a questa analisi.
     
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    Mister No non è Zagor: non ha ideali e cerca di farsi i fatti suoi. O meglio, gli ideali li ha, ma sono così vaghi che non fa nulla per realizzarli. Si limita a lamentarsi per la cattiveria degli uomini (sempre bianchi, ovviamente) e viene pestato da tutti. E' un intellettuale pigro, licenzioso (frequenta i bordelli), ubriacone (la sua casa è sempre il bar), giramondo.

    E' un insoddisfatto, e forse anche Nolitta lo era, visto che spesso ha detto che si identifica con Mister No.

    Le capacità narrative di Nolitta sono sempre buone, naturalmente: il problema è proprio il personaggio che non funziona. A nessuno piace un fallito. E' anche per questo che Zagor, per quanto stravolto sia oggi, esiste ancora in edicola, mentre Mister No, ormai, è scomparso da anni, e lo resterà, nonostante i patetici tentativi che fanno ogni tanto per recuperarlo.
     
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    In effetti, anche se di Mister No ho letto poco, ho capito subito che lui non é un eroe, ma solo un osservatore passivo di eventi che si sarebbero comunque risolti nello stesso modo anche senza il suo intervento.
    Faccio un paio di esempi, per essere più chiaro:
    -Ne "L'ultimo cangaceiro" Mister No elimina il villain di turno, ma il problema di fondo che aveva scatenato tutta la vicenda rimane irrisolto.
    -Ne "Il profeta" la città di Nova Canudos sarebbe stata distrutta anche senza l'intervento di Mister No.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 27/3/2022, 09:21) 
    In effetti, anche se di Mister No ho letto poco, ho capito subito che lui non é un eroe, ma solo un osservatore passivo di eventi che si sarebbero comunque risolti nello stesso modo anche senza il suo intervento.
    Faccio un paio di esempi, per essere più chiaro:
    -Ne "L'ultimo cangaceiro" Mister No elimina il villain di turno, ma il problema di fondo che aveva scatenato tutta la vicenda rimane irrisolto.
    -Ne "Il profeta" la città di Nova Canudos sarebbe stata distrutta anche senza l'intervento di Mister No.

    Mister No è incapace di risolvere le situazioni: a volte le risolve (tipo "Furia gialla" contro Johnny Columbus, o contro il centro-attrazioni di Wanabo in "Yanoama"), ma sono eccezioni. In genere è perdente, perchè le situazioni il più delle volte le subisce e la conclusione spesso è amara. Il problema dei Cangaceiros infatti rimane (e si vede un pò di Mister No nella storia dei Seminoles di Zagor in "Libertà o morte"), e il macello di Nova Canudos si risolve grazie all'intervento militare, quindi lì Mister No fa poco e niente (e lo stesso si potrebbe dire di Zagor in "Vudu", in cui chi risolve le cose sono...gli zombi!). Però Zagor resta comunque un personaggio positivo, perchè non solo spesso risolve le cose, ma anche perchè è portato all'altruismo, che vive come una missione; Mister No invece è altruista solo per forza, agisce per costrizione, perchè viene coinvolto in situazioni in cui non voleva esser coinvolto. C'è un certo egoismo di fondo in lui.

    Addirittura, in una storia, alla fine era tentato persino di suicidarsi schiantandosi col Piper a causa di una delusione amorosa, poi ci ripensa e riparte cantando. Resta il fatto, però, che ci ha pensato. Nelle storie di Nolitta, d'altra parte (e non solo quelle di Mister No, ma anche di Zagor e Tex) i suicidi sono frequenti. Sono sempre stato tentato di fare un articolo sull'argomento, ma sarebbe stato troppo pesante.
     
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    Mi sembra di aver capito che tu, Joe, possiedi diversi albi di Mister No.
    Quali sono le tue storie preferite? Immagino che siano sceneggiate da Nolitta. Grazie!
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 30/3/2022, 11:24) 
    Mi sembra di aver capito che tu, Joe, possiedi diversi albi di Mister No.
    Quali sono le tue storie preferite? Immagino che siano sceneggiate da Nolitta. Grazie!

    Non tutte sono di Nolitta...comunque, tra le mie storie preferite di Mister No io ci metterei:

    - Rio Negro (numeri 12-15, trama di Nolitta) La prima vera storia di Mister No con Diso e il primo incontro con Patricia Rowland e Dana Winter...
    - Quel maledetto ponte (numeri 51-53, trama di Nolitta) il passato di Mister No in guerra in Corea con l'antipatico George che poi diventa suo amico e di cui il padre di George vuole dire qualcosa a Mister No...
    - Make-Make (numeri 60-62, trama di Nolitta) il lato oscuro dei "pacifici indios".
    - Yanoama: (numeri 63, 64, trama di Nolitta) quando vanno a salvare la ragazza india Makoritha dalla "fiera" di Wanabo, con l'ambiguo Muhammad Din e un Esse Esse particolarmente spietato...
    - Le notti di New York (numeri 72-74, trama di Nolitta, e 87-90, trama di Castelli) La storia in due parti con Jackie il pazzo assassino e il debole Ratso...
    - Oro! (numeri 80-84, trama di Claudio Nizzi) a lunghissima storia del ragazzo Santiago, con Julio, Cabildo/Bud Spencer e il viscido tappetto Blas e Mister No disperso nella giungla...
    - Morire a Capri (numeri 76-78, trama di Nolitta) in mezzo alla mafia e a tante scalinatelle strettulelle...
    - Ananga! (numeri 90-92, trama di Sclavi) un capolavoro horror di Sclavi

    Magari poi ce ne sono delle altre, ma le prime che mi sono venute in mente sono queste...

    Edited by joe 7 - 30/3/2022, 17:32
     
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    Ottimo grazie! Sicuramente cercherò di leggerne qualcuna!
    Sarebbe bello leggere qualche tua recensione di queste storie, magari di "Ananga!" di Sclavi, visto che per Zagor spesso lo abbiamo criticato!
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 30/3/2022, 17:11) 
    Ottimo grazie! Sicuramente cercherò di leggerne qualcuna!
    Sarebbe bello leggere qualche tua recensione di queste storie, magari di "Ananga!" di Sclavi, visto che per Zagor spesso lo abbiamo criticato!

    L'idea non è male, ci penserò. ^_^

    Ti ho anche aggiunto nell'elenco i numeri di Mister No dove sono state pubblicate le storie, per facilitarti la ricerca. Nei mercati dell'usato, tra ristampe varie, non ti dovrebbero costare molto.
     
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    Ti ho anche aggiunto nell'elenco i numeri di Mister No dove sono state pubblicate le storie, per facilitarti la ricerca. Nei mercati dell'usato, tra ristampe varie, non ti dovrebbero costare molto.

    Grazie, davvero gentile!
     
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    Zagor e Mister No. . Così per come la vedo io , Zagor comincia la sua storia editoriale in sordina per così dire , salvo poi con
    la numerazione che va avanti , vediamo un
    Nolitta prendere via via in mano sempre più il personaggio rendendolo ancora più maturo , con un piu marcato spessore piscologico . Così si arriva alla
    cosiddetta Golden Age ove vediamo il massino splendore editoriale dello spirito con la scure. Per quanto riguarda Mister No , si entra con il botto già con i primissimi numeri , i quali personalmente ritengo tra i più belli . Infatti dopo solo due numeri , con il terzo albo la storia dell' ultimo Gangacero si toccano punte di immediato alto livello , forse la sua più bella storia in assoluto un po' come per Zagor da molti ritenuta la marcia della dis perazione. I primi 100 numeri del pilota americano sono qualcosa di bello e stupendo. Entrambi i personaggi nati dalla stessa mano per quanto dalla stessa mente rappresentano un po' le due facce della medaglia . Mister No un personaggio più maturo ,più reale , più vicino a noi , alla vita . Non è raro infatti leggere le sue storie con finali anche malinconici , così come in fondo lo era anche lui il pilota , un personaggio umanissimo con tanto di debolezze , difetti, profondo , complesso e ricco di mille sfaccettature. Zagor è un po' più di facile interpretazione ma comunque,anche egli molto umano e con i suoi difetti sia pure limitati , egli è più lindo e meno rompicapo. Per me le loro vere figure restano quelle fino ai 200 numeri , dopo i quali si è perso quella loro identità quasi poetica , romantica e caratterizzata che il suo creatore gi aveva saputo dare. Ovviamente è una mia opinione personale ma a mio avviso Zagor e Mister No sono e restano soltanto quelli del periodo di Nolitta , anche coadiuvati da altri autori ....uno su tutti Castelli , specialmente per cosa ha saputo fare in Mister No. Ferri , e Donatelli sono i principali illustratori per Zagor , Bignotti e Diso per Mister No, anche se in verita' preferisco di gran lunga Bignotti in questo caso. . Entrambi sono i miei due fumetti preferiti di sempre con una leggerissima preferenza di un soffio per Zagor,anche se a dire il vero mi è difficile fare una preferenza vera e propria

    Edited by Ernesto62 - 31/3/2022, 20:12
     
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    CITAZIONE (Ernesto62 @ 31/3/2022, 19:56) 
    Zagor e Mister No. . Così per come la vedo io , Zagor comincia la sua storia editoriale in sordina per così dire , salvo poi con
    la numerazione che va avanti , vediamo un Nolitta prendere via via in mano sempre più il personaggio rendendolo ancora più maturo , con un piu marcato spessore psicologico . Così si arriva alla cosiddetta Golden Age ove vediamo il massimo splendore editoriale dello spirito con la scure.

    Sinteticamente, è così.

    CITAZIONE (Ernesto62 @ 31/3/2022, 19:56) 
    Per quanto riguarda Mister No , si entra con il botto già con i primissimi numeri , i quali personalmente ritengo tra i più belli. Infatti, dopo solo due numeri, con il terzo albo la storia dell'ultimo Gangacero, si toccano punte di immediato alto livello, forse la sua più bella storia in assoluto, un po' come per Zagor da molti ritenuta la marcia della disperazione.

    "L'ultimo Cangaceiro" riassume il tono avventuroso e malinconico di Mister No, che vive in sostanza di rimpianto per un passato che non c'è più. Da qui la sua "fuga" a Manaus. Con "Rio Negro" e l'entrata di Diso, Mister No viene delineato praticamente in modo definitivo: oltre al tipo di disegno, si costituisce il suo cast di base: l'osteria di Paulo Adolfo, Esse Esse, Patricia, Dana...

    CITAZIONE (Ernesto62 @ 31/3/2022, 19:56) 
    I primi 100 numeri del pilota americano sono qualcosa di bello e stupendo.

    Concordo, di Mister No salverei soprattutto i primo 100 numeri.

    CITAZIONE (Ernesto62 @ 31/3/2022, 19:56) 
    Entrambi i personaggi nati dalla stessa mano per quanto dalla stessa mente rappresentano un po' le due facce della medaglia. Mister No un personaggio più maturo, più reale, più vicino a noi, alla vita. Non è raro infatti leggere le sue storie con finali anche malinconici , così come in fondo lo era anche lui il pilota, un personaggio umanissimo con tanto di debolezze , difetti, profondo , complesso e ricco di mille sfaccettature.

    Hai in pratica riassunto il personaggio.

    CITAZIONE (Ernesto62 @ 31/3/2022, 19:56) 
    Zagor è un po' più di facile interpretazione ma comunque, anche egli molto umano e con i suoi difetti sia pure limitati, egli è più lindo e meno rompicapo.

    Zagor è un eroe, Mister No un uomo ferito: coraggioso, ma sconfortato. Si tratta di personaggi assai diversi sia come indole che come filosofia.

    CITAZIONE (Ernesto62 @ 31/3/2022, 19:56) 
    Per me le loro vere figure restano quelle fino ai 200 numeri, dopo i quali si è perso quella loro identità quasi poetica, romantica e caratterizzata che il suo creatore gli aveva saputo dare. Ovviamente è una mia opinione personale ma a mio avviso Zagor e Mister No sono e restano soltanto quelli del periodo di Nolitta, anche coadiuvati da altri autori ....uno su tutti Castelli , specialmente per cosa ha saputo fare in Mister No.

    Soltanto Nolitta sapeva gestire questi personaggi. Gli altri, chi più chi meno, non potevano uguagliarlo. E' inevitabile: non esiste un uomo uguale all'altro, siamo tutti diversi e non possiamo pensare come la pensa un altro. Nolitta, come tutti noi, non può essere clonato.

    CITAZIONE (Ernesto62 @ 31/3/2022, 19:56) 
    Ferri , e Donatelli sono i principali illustratori per Zagor, Bignotti e Diso per Mister No, anche se in verita' preferisco di gran lunga Bignotti in questo caso.

    Diso è IL disegnatore di Mister No, come Ferri lo era per Zagor; Bignotti, con le sue atmosfere un pò "sporche" e ombrose, era adatto per le storie più inquietanti di Mister No, come quando va a Haiti o cerca i Danzantes per conto di "Tango" Martinez, o nella cupa Nova Canudos...

    CITAZIONE (Ernesto62 @ 31/3/2022, 19:56) 
    Entrambi sono i miei due fumetti preferiti di sempre con una leggerissima preferenza di un soffio per Zagor, anche se a dire il vero mi è difficile fare una preferenza vera e propria

    Personalmente preferisco di gran lunga Zagor, anche se apprezzo molto Mister No e la sua narrativa. ^_^
     
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    Certo. Ognuno di noi ha i suoi gusti , i suoi modi di vedere e i suoi punti di vista. Io invece, anche se come giustamente hai detto su Mister No ,per quanto riguarda il grande contributo di Diso , preferivo quello di Bignotti .Specie nei primi numeri mi piaceva assai per esempio il suo modo di presentarlo anche così come vestito raffigurandolo più consono da quel pilota quale egli è. Mi piaceva anche di più nei tratti del suo viso ,meno squadrato di Diso . Il suo Mister No si muoveva in un contesto di una vecchia Mansus degli anni 50 , per esempio ,nelle penombre dei vicoli semi bui, i lampioni che gettavano luci soffuse . Affascinante assi quando
    raffigurava i primi piani del pilota intento ad accendersi una sigaretta al chiaro della luna notturna immerso in pensieri anche filosofici . Le bettole dei bar fatiscenti , dove si materializzava la povertà e dove tra un vecchio tavolo e una bottiglia di cachaca il tempo che sembrava lì fermarsi fumoso come la gente pigramente stava . Bignotti rendeva Mister No più
    malinconico , più consono a quei primi numeri e anche più "perdente " Per questo anche ancora se possibile più umano ( mio parere ). Diso , sia pure non ha mai incontrato i miei gusti più convinti resta comunque il suo disegnatore più presente, quello con cui ha identificato il personaggio come icona . Su questo non c'è dubbio e in ogni caso sia pure il suo tratto più chiaro e meno affascinante di quello di Bignotti ha fatto con Nolitta parecchie storie secondo me eccellenti e oseri dire capolavori.Se Bignotti ha dato il lato diciamo più che chiaro , direi forse più scuro , dall'altra parte con Diso è quello che reso più dal tratto chiaro, solare anche nella caratterizzazione , anche diretto secondo me è un po' meno riflessivo ma pur sempre molto controverso e imprevedibile a volte a tratti più paladino verso la natura o il più debole . Restano sempre e come sempre questioni di gusti quindi ,poiché ,e questo non si può negare , entrambi i due disegnatori sono stati due artisti per davvero ,a mio avviso .

    Edited by Ernesto62 - 1/4/2022, 10:59
     
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