ZAGOR E MISTER NO A CONFRONTO (quarta parte)Primo articolo: qui; articolo precedente: qui
IL PADREPassiamo adesso alla figura del padre, che è problematica nei due personaggi di Nolitta. Cominciamo a descrivere i genitori di Zagor. La madre di Zagor si chiamava
Betty Burton: di origini irlandesi, aveva emigrato in America per cercare fortuna e aveva incontrato
Mike Wilding, il futuro padre di Zagor, di origini irlandesi anche lui.
Si sposarono e andarono a vivere a Clear Water (“acque chiare: un curioso contrasto con “Darkwood”, “bosco scuro”). La madre è ricordata da Zagor con tenero e struggente affetto: è con la figura del padre che Zagor ha dei seri problemi. Infatti, Mike Wilding, amato dal piccolo
Patrick (il futuro Zagor) viene ucciso, insieme alla madre, dagli indiani Abenaki comandati da Solomon Kinski. Dopo aver incontrato Wandering Fitzy, che sarà un secondo padre per lui, il giovane Wilding riesce alla fine a vendicare la morte del padre. Però scopre inaspettatamente che suo padre stesso era stato responsabile in passato di un terribile massacro compiuto contro gli indiani Abenaki, che Kinski voleva appunto vendicare. E’ da notare che Fitzy stesso morirà nella vendetta di Patrick Wilding: infatti sarà ucciso da Kinski.
Il ragazzo quindi vede morire due volte il padre e rimane completamente solo al mondo. Questa terribile spirale di vendetta mette in crisi il ragazzo e gli farà iniziare il percorso di reimpostazione della sua vita, diventando Zagor, il cui obiettivo sarà non solo mettere pace tra bianchi e rossi, ma anche evitare terribili faide vendicative in cui sono stati coinvolti suo padre e Solomon Kinski, faide in cui sono stati coinvolti degli innocenti come sua madre e Wandering Fitzy. Ma la figura del padre per Zagor resterà un problema irrisolto. Certo, più avanti, in
“Il ponte dell’arcobaleno” di Boselli (Zagor 400), lo incontrerà in una “esperienza ultraterrena”, in cui il padre dirà di essere cambiato dopo il massacro degli Abenaki che ha commesso. Fatto sta che la figura del padre per Zagor è stata sempre problematica per lui: tant’è vero che, anche in tempi più recenti, ritorna a tormentarlo (come nel terzo Zagorone di Burattini,
“La storia di Betty Wilding”).
Si tratta di una colpa e di un tormento che Zagor non riesce a scacciare. Infatti, il protettore degli indiani sente con angoscia il fatto di essere comunque il figlio di uno sterminatore di indiani. E’ una specie di vergogna nascosta, con la quale deve comunque convivere, volente o nolente. Il problema di base è che Zagor, nonostante tutto, non riesce a perdonare definitivamente il padre: lo capisce, lo giustifica, ma non è ancora capace di perdonare quello che lui ha fatto.
Passando a Mister No, la situazione è simile: il padre di Mister No,
Jerome Drake (curiosamente, ha lo stesso nome del figlio, Jerry) ha commesso un omicidio ed è stato rinchiuso in prigione per vent’anni. Inoltre, la persona uccisa (Logan Sinclair, un giornalista) era una persona alla quale il piccolo Mister No era affezionato. Solo dopo vent’anni, quando il padre esce dalla prigione, padre e figlio riescono a rappacificarsi: ma Mister No continua comunque la sua vita di vagabondo, mentre il padre seguirà altre strade. Una rappacificazione, certo, ma che non è abbastanza per coprire una lacerazione che è troppo vasta per essere coperta semplicemente con un abbraccio (Mister No n. 292).
Entrambi i personaggi, Zagor e Mister No, non hanno ancora compiuto i passaggi definitivi per rappacificarsi definitivamente coi rispettivi padri, e gli ostacoli sono spesso insormontabili. Per Zagor, l’ostacolo più grande è la morte del padre, quindi l’impossibilità di dialogare direttamente con lui, mentre per Mister No l’ostacolo è la lunga durata dei vent’anni attraverso i quali loro non si sono mai parlati: non è facile riprendere il cammino dopo una così lunga interruzione. E’ curiosa, invece, la quasi assenza della figura della madre: in Zagor è appena accennata per poi scomparire, mentre in Mister No non si sa nemmeno il suo nome. Sembra quasi una presenza discreta della quale si ha pudore di parlare, mentre è col padre che il personaggio deve confrontarsi. Sembra quasi che Sergio Bonelli abbia voluto trasmettere nei suoi personaggi una certa nostalgia di suo padre Gianluigi, una figura con la quale si vede che ha avuto rapporti sia di conflitto che di rappacificazione. Il padre di Zagor non compare MAI nella serie, cioè, non nel senso di vivo, ma solo come ricordo/incontro trascendentale/sogno e simili. Quindi non è possibile fare davvero un dialogo chiarificatore una volta per tutte con lui: il padre è come bloccato nel suo ruolo di ex-massacratore di indiani. Il problema, secondo me, non è tanto il padre di Zagor, quanto Zagor stesso: non ha ancora perdonato il padre. Abbracci, baci, comprensione, affetto, ma non perdono, non fino in fondo. Fino a quando Zagor non lo perdonerà fino in fondo, sarà sempre in conflitto continuo con la memoria del padre. Almeno, è così che la vedo. Per quanto riguarda il padre di Mister No, almeno è ancora vivo e quindi si può tentare un dialogo con lui. Per questo, credo, l'incontro col padre è più coinvolgente di quello con un padre-fantasma. Ma resta comunque lo spazio di vent'anni di separazione e incomprensioni, non facile da risolvere in quattro chiaccchiere e poi ciascuno per la sua strada. Sono ferite non facili da guarire, e credo che lo sappiano entrambi, padre e figlio. Senza contare che c'è stato del rancore covato dal figlio per tanti anni, di cui l'arresto per omicidio era solo la punta dell'iceberg.
In sostanza, la figura del padre in entrambi i personaggi è difficile da contattare. Credo di vedere qui un riflesso di Nolitta col padre, Sergio Bonelli: infatti, se ne parla poco, ma il padre aveva lasciato la madre per un'altra donna e, anche se Gianluigi aveva mantenuto i rapporti con l'ex-moglie, un fatto simile deve aver lasciato comunque delle tracce nel figlio Sergio. Forse è anche questa l'origine dell'"incertezza", della "non-invincibilità" dei suoi personaggi. Inoltre, c'è un altro particolare: la situazione dei "vent'anni", che si ripete per entrambi i padri. Infatti, il massacro degli Abenaki compiuto dal padre è stato fatto vent'anni fa dal momento in cui il piccolo Wilding legge le copie ingiallite dei giornali che parlano del massacro, e il padre di Mister No esce dalla prigione dopo vent'anni di reclusione. Può essere un caso, ma personalmente credo che ci sia una specie di "legame nascosto" tra i due padri. E' un'ipotesi, comunque, ma interessante.
LA RELIGIONEPasso ora ad un altro argomento chiave dei personaggi: la religione. La religione è una visione di se stessi e dell’aldilà che coinvolge in ogni momento l’uomo, sia che ci creda sia che non ci creda: lo stesso si può dire a chi sia indifferente. A seconda di come ci si posiziona davanti a questo argomento, tutta la vita ne viene coinvolta, sia nelle grandi che nelle piccole cose. Quindi è assai importante, per capire i personaggi, sapere che tipo di religione professano. Innanzitutto, partiamo da Zagor: lui, come i suoi genitori, è di origini irlandesi, e questo popolo per la maggior parte è cattolico e, in quel periodo (inizio ottocento), la maggior parte di loro aveva dovuto fuggire dall’Irlanda, a causa delle persecuzioni dei protestanti anglicani. E’ probabile quindi che Zagor sia stato educato nella religione cattolica. Il cattolicesimo di Zagor è implicito anche nel suo nome, Patrick, da
San Patrizio, il patrono dell’Irlanda.
E' da ricordare infatti che i protestanti, in genere, non festeggiano gli onomastici e prendono spesso - non sempre - i loro nomi da personaggi dell’Antico Testamento. Per esempio, il pastore Solomon Kinski, un protestante, ha appunto come nome quello di Salomone, un importante re di Israele. Può darsi che il conflitto tra Kinski e Mike Wilding (il padre di Zagor) sia dovuto anche a differenze religiose implicite: protestanti contro cattolici. In ogni caso, oltre a questi cenni, non ci sono altre tracce di cattolicesimo in Zagor, se si esclude il suo profondo rispetto per i frati francescani Gelsomino e Serafino del picco “Casa del cielo” in “Clark City”: infatti, l’ordine francescano è cattolico (non esistono ordini francescani protestanti).
Zagor mostra comunque un suo interesse per la religione indiana, della quale si professa rappresentante. Partecipa ai riti, segue le indicazioni di stregoni o sciamane, riceve delle visioni da “Manito testa di bisonte” in “Magia senza tempo” (Zagor n. 182). Lo si potrebbe indicare quindi come un “convertito alla religione indiana”, anche se i valori che propugna sono comunque di origine cristiana (una fratellanza universale, la difesa del più debole, il concetto di non rubare sono concetti cattolici ed estranei alla religione indiana).
E’ da ricordare, inoltre, che gli indiani avevano in genere religioni diverse per tribù, quindi era un po’ difficile che tutti quanti potessero vedere Zagor come inviato di “Manito”, un nome algonchino per un generico Essere Supremo, chiamato - e quindi adorato - in modi diversi dagli indiani (Wakan Tanka, Grande Spirito, Watan, ecc.). Al massimo poteva essere considerato “inviato di Manito” solo dagli algonchini. Comunque, anche questa sua “universalità” di spirito protettore per tutti, indiani e bianchi, è anch’esso un richiamo implicito al cattolicesimo (dalla parola “cattolico”, che significa, appunto, “universale”). Lo stesso si potrebbe dire della fascia di “Wampum” di Tex.
Passando a Mister No, solo in una particolare circostanza si viene a sapere della religione di Jerry Drake: quando va ad abitare in una casa gestita da un’anziana protestante, le dice di essere anche lui di religione protestante (“La città del crimine”, Mister No n. 88). Le critiche che l’anziana donna dà al cattolicesimo sono accettate senza commenti da Mister No.
Il “protestantesimo” di Mister No è inteso in senso decisamente elastico, visto che frequenta bordelli senza preoccuparsene minimamente dal punto di vista morale (ad esempio, in “Il re della giungla”, va in un bordello insieme ad Esse Esse). Anzi, forse Mister No è l’unico personaggio della Bonelli che li frequenta apertamente (un’eccezione sembra esserci per Nathan Never, che pare li abbia frequentati da cliente in passato).
Ma, più che protestante o cattolico, Mister No appare indifferente a qualunque religione. Inoltre, i religiosi che Mister No incontra nelle sue avventure spesso sono degli sbandati o addirittura delinquenti: il ricettatore
O'Bispo è un caso limite. Un esempio di prete sbandato è quello che ruba la testa del capitao Lampiao per le sue funzioni religiose (“Il re del Sertao”, Mister No Speciale n. 3): tra l’altro, in quella storia Mister No viene picchiato o ingannato da tutti: l’unico su cui Mister No potrà usare le mani sarà proprio il prete sbandato. Ma gli esempi di presti sbandati o delinquenti sarebbero quasi inesauribili, marcando la sottile diffidenza di Mister No verso ogni ordine costituito, fosse anche di genere religioso. Per esempio, i frati che si rivelano adoratori del demonio nella missione di San Alejandro (“Il signore delle tenebre”.Mister No n. 204). Oppure, il sedicente “Beato Geraldo” di Nova Canudos, che si rivela un violentatore in “Il profeta” (Mister No n. 117). Oppure, ancora, a livello più “terra terra”, il prete baro che viene punito con un pugno in faccia da Mister No (“Il dio vendicatore”, Mister No n. 122). Spesso Mister No nelle storie è mostrato più sapiente dei religiosi, che sono visti in genere come degli ingenui, nel caso migliore. O dei depravati, o peggio, nel caso opposto.
Ma, nonostante la sua sapienza di uomo di mondo, Mister No è disarmato davanti ad eventi più grandi di lui che non sa spiegarsi: per esempio in
“Ananga” (Mister No n. 91) o quando incontra Francisco Cabral in “La casa di satana” (Mister No n. 104). Più che nella religione, Mister No sembra più propenso a credere all'esistenza della magia nera (il primo speciale di Mister No infatti, “Magia nera”, era tutto un programma), in sostanza, al diavolo.
Concludendo, Mister No e Zagor si “costruiscono” la loro religione: una via di mezzo tra quella indiana e cristiana nel caso di Zagor, e un rispettoso scetticismo e agnosticismo da parte di Mister No. Visto che Nolitta si identificava molto in Mister No, può darsi che l’approccio di Mister No alla religione fosse simile al suo.
(4 - Continua qui)LINK A TUTTI GLI ARTICOLI SU ZAGOREdited by joe 7 - 24/8/2023, 13:39
Last comments