Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "INCUBI" - 4 (Joe7)

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    Zagor
    By joe 7 il 6 Oct. 2016
     
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    ZAGOR 275-280: "INCUBI" (analisi di Joe7 - 3)
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    LA STORIA PIU' ALLUCINANTE E ASSURDA DI TUTTA LA SERIE: KIKI MANITO, DIVINITA' CAPRICCIOSA E CRUDELE

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    Kiki Manito è un personaggio inventato da Sclavi per la storia di Incubi: è una divinità che ha le sembianze di un ragazzino indiano. E, come tutti i ragazzini viziati, è capriccioso e crudele. E' simile in tutto e per tutto alle divinità pagane: non ha nessun rispetto per l'uomo e lo tratta come fosse una formica o un giocattolo. La stessa preghiera di Akoto verso di lui è vista da Kiki Manito come una fastidiosa seccatura: non c'è nessun vero rapporto tra questa divinità e l'uomo. Il mondo pagano era un mondo di terrore e disperazione, anche se adesso è mitizzato come se fosse stato un fumetto di Asterix. Infatti, l'uomo di allora viveva in un mondo senza senso, senza scopo, governato da entità crudeli e incomprensibili. Insomma, il mondo pagano era uguale a quello di Dylan Dog. E uguale a quello di Incubi. Tra l'altro, la scena finale di Incubi è veramente disgustosa: il vero colpevole di tutto, Kiki Manito, scherza con Zagor su quello che ha fatto, facendo ripetere la scena iniziale del cervo che parla a Zagor e sta per aggredirlo. E Zagor lo saluta sorridendogli come se fosse un caro amico. Zagor non è il protagonista qui, ma è solo un povero burattino nelle mani di un capriccioso e onnipotente Kiki Manito. Ma che razza di finale è? Che gioia ci può essere nel sapere di essere nelle mani di un Essere onnipotente che gioca con te come un bambino crudele? Se il mondo di Incubi è sottomesso a Kiki Manito, un demone che si fa dio, e che può mentire, rubare, uccidere, alterare, fingere, agire crudelmente...ebbene, in questo caso, la realtà, schiava di questa divinità, non ha senso ed è indistinguibile dal sogno e dall'incubo. E', coerentemente, un inferno. Questo dà un'idea dell'abisso di differenza tra una divinità pagana e il Dio Vero, Bontà Infinita. Se non si crede a Dio, Bontà infinita, non si può far altro che credere, di conseguenza, a una divinità come Kiki Manito.

    Inoltre, se Dio dà certezze come il bene, il male, la realtà, Kiki Manito dà delle "certezze che non ci sono", che è l'assunto base di Incubi, in cui realtà e irrealtà, verità e falsità si mescolano e si annullano in continuazione. E questa è una frase detta e ripetuta non solo da Kiki Manito, ma anche dai personaggi stessi. E' impossibile costruire una storia lineare con questi presupposti base. Incubi è una storia volutamente senza certezze (per questo è impossibile da riassumere: il riassunto che avevo fatto era stato un penoso tentativo). Le uniche certezze di Incubi sono le morti di Hellingen e Akoto: guarda caso, l'unica certezza che c'è qui parla di morte. Qusto è un altro esempio del mondo mortifero di Sclavi, che somiglia a quello di Edgar Allan Poe e Lovecraft.

    Incubi non ha nessuna spiegazione razionale: lo dice Sclavi stesso nella storia, giocando col reale e l'irreale. Inoltre, paradossalmente, una storia che rifiuta l'esistenza della verità si basa su due verità incontestabili: le due morti dei personaggi di Hellingen e Akoto, pena l'annullamento della storia stessa, un pò come la corda del palloncino: la molli e il palloncino vola.

    CONCLUSIONE

    Incubi fu un tentativo di raccontare una storia stile Dylan Dog nella serie di Zagor. Fu realizzato nel momento del massimo fulgore dell'indagatore dell'incubo, dal quale sarebbero poi venute altre serie horror o simil-horror, tipo Dampyr e Brendon. Se Incubi fosse stata solo una parentesi nella serie di Zagor, solo un tentativo sperimentale, questo si sarebbe potuto accettare: ma questa bruttissima storia ha rovinato per sempre il personaggio di Hellingen, rendendo impossibile un suo recupero. Infatti, tutte le storie successive del ritorno dello scienziato sono state dei pastrocchi inguardabili, uno peggio dell'altro, che hanno sollevato molte proteste da parte dei lettori, ma purtroppo inascoltate.
    Infatti, praticamente da Incubi in poi, spesso l'autore non è stato più al servizio del lettore, ma è stato il lettore ad essere a servizio dell'autore. Perciò, spesso, il lettore (non solo in casa Bonelli) è stato costretto a leggere quello che gli veniva dato, volente o nolente: e, se protestava, si giustificava questo dicendo che non aveva capito nulla dell'autore. Ma gli autori si dimenticano spesso di una cosa molto importante: che il lettore paga e, di conseguenza, se non gli piacciono le storie che legge, smette di comperarle. Se il fumetto è in crisi, è anche per questo motivo.

    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:45
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    Effettivamente questa storia è strana anche per il fatto che il divino irrompe in maniera così prepotente nella serie. Avevamo si visto spiritismo e soprannaturale, ma quì si toccano livelli esagerati secondo me. La presenza di questo Kiki Manitù mi sfastidiò non poco devo dire alla prima lettura. Oggi l' accetto di più. Però è veramente strana. Si, come anche fatto notare nell' articolo, c' era già stato Mnitù testa di bisonte, ma li siamo tra realtà ed "allucinazione" e comunque più sui livelli delle apparizioni in "Kandrax il mago".
     
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    CITAZIONE (Francesco Romani @ 9/7/2017, 17:41) 
    Effettivamente questa storia è strana anche per il fatto che il divino irrompe in maniera così prepotente nella serie. Avevamo si visto spiritismo e soprannaturale, ma quì si toccano livelli esagerati secondo me. La presenza di questo Kiki Manitù mi sfastidiò non poco devo dire alla prima lettura. Oggi l' accetto di più. Però è veramente strana. Si, come anche fatto notare nell' articolo, c' era già stato Mnitù testa di bisonte, ma li siamo tra realtà ed "allucinazione" e comunque più sui livelli delle apparizioni in "Kandrax il mago".

    Più che il divino, sono forze esterne onnipotenti e capricciose che manipolano l'uomo, secondo la visione sclaviana: Kiki Manito non dice mai di essere un dio. Sembra che nemmeno lui sappia che sia (prova a leggere il testo della vignetta che ho postato qui, per esempio), e qui siamo coerenti col nichilismo sclaviano.
     
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    CITAZIONE (joe 7 @ 9/7/2017, 19:38) 
    Più che il divino, sono forze esterne onnipotenti e capricciose che manipolano l'uomo, secondo la visione sclaviana: Kiki Manito non dice mai di essere un dio. Sembra che nemmeno lui sappia che sia (prova a leggere il testo della vignetta che ho postato qui, per esempio), e qui siamo coerenti col nichilismo sclaviano.

    Hai ragione. Ancora più complicato. °_O
     
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  4. Mauro8
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    Sto facendo una maratona, riprendendo la mia collezione dal n. 150, per arrivare, nel tempo che ci vorrà, ai nostri giorni, perchè mi sono reso conto che non ricordo praticamente nulla del periodo successivo a quello di Nolitfa fino alle storie uscite da un anno a questa parte. Questo mi fa già pensare sulla differenza di qualità dai tempi d'oro..... comunque sono appunto arrivato a INCUBI e seguenti che ho riletto questa sera. Detto che nel frattempo sto apprezzando le trame concrete e senza troppi fronzoli di Toninelli, nonchè il suo utilizzo di Zagor e dei personaggi di contorno, torniamo pure ad INCUBI.

    Non avevo un ricordo positivo di questa storia, ma devo dire che ho apprezzato il pathos, la tensione e il ritmo, a parte quello del primo albo che è lento in modo disperante e irritante per la presenza fastidiosa del Cico-Groucho con i suoi inutili giochi di parole a raffica. Tutto il resto con ZAGOR non c'entra niente, e segnalo che Sclavi, ha ucciso, non solo Akoto e Hellingen, ma anche il povero stregone Makuaty, che nell'ultima vignetta è in compagnia dell'odioso Kiki e di Akoto... Strano destino per personaggi che teoricamente hanno vissuto solo una specie di incubo.

    Per i motivi già citati non ricordo niente del ritorno di Hellingen di Boselli, e poco anche di quello di Burattini.... li rileggerò quanto ci arriverò, ma ricordo comunque che entrambe le storie erano noiose....

    Niente da fare, per me Hellingen resta quello di ORA ZERO. Da lì in poi si è davvero osato troppo, per usare un eufemismo, anche se pure TERRORE DAL SESTO PIANETA aveva il suo perchè.

    Comunque, dopo la lettura di Incubi, sono ben felice di tornare a leggere un po' di Toninelli... mi da un senso di pace.
     
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    Sto facendo una maratona, riprendendo la mia collezione dal n. 150, per arrivare, nel tempo che ci vorrà, ai nostri giorni, perchè mi sono reso conto che non ricordo praticamente nulla del periodo successivo a quello di Nolitta fino alle storie uscite da un anno a questa parte. Questo mi fa già pensare sulla differenza di qualità dai tempi d'oro..... comunque sono appunto arrivato a INCUBI e seguenti che ho riletto questa sera. Detto che nel frattempo sto apprezzando le trame concrete e senza troppi fronzoli di Toninelli, nonchè il suo utilizzo di Zagor e dei personaggi di contorno, torniamo pure ad INCUBI.

    E' una maratona piuttosto impegnativa, ma interessante, perchè può aiutare a capire come è stato sviluppato il personaggio nel corso del dopo-Nolitta. Io non l'ho seguito molto questo periodo, e il periodo toninelliano è quello che conosco meno (avevo abbandonato il personaggio a quei tempi).

    Non avevo un ricordo positivo di questa storia, ma devo dire che ho apprezzato il pathos, la tensione e il ritmo, a parte quello del primo albo che è lento in modo disperante e irritante per la presenza fastidiosa del Cico-Groucho con i suoi inutili giochi di parole a raffica. Tutto il resto con ZAGOR non c'entra niente, e segnalo che Sclavi, ha ucciso, non solo Akoto e Hellingen, ma anche il povero stregone Makuaty, che nell'ultima vignetta è in compagnia dell'odioso Kiki e di Akoto... Strano destino per personaggi che teoricamente hanno vissuto solo una specie di incubo.

    Il pathos, la tensione e il ritmo in Incubi senza dubbio ci sono, perchè Sclavi è un vero narratore e sa raccontare: è la storia in sè che è sbagliata, perchè sarebbe stata adatta ad altri personaggi tipo Dylan Dog, ma non certo a Zagor.

    Per i motivi già citati non ricordo niente del ritorno di Hellingen di Boselli, e poco anche di quello di Burattini.... li rileggerò quanto ci arriverò, ma ricordo comunque che entrambe le storie erano noiose....

    Tanto noiose quanto assurde, purtroppo. Nè Boselli nè Burattini erano motivati a fare una storia di Zagor: volevano solo fare una loro storia a prescindere dal personaggio. Ma ne ho già parlato.

    Niente da fare, per me Hellingen resta quello di ORA ZERO. Da lì in poi si è davvero osato troppo, per usare un eufemismo, anche se pure TERRORE DAL SESTO PIANETA aveva il suo perchè.

    Quello di Ora Zero era un Hellingen logico e coerente, soprattutto credibile. Con Terrore dal sesto pianeta Hellingen è solo una comparsa (mentre in Ora Zero e negli altri era il protagonista), visto che i veri avversari di Zagor qui sono gli alieni akkroniani. Se si togliesse Hellingen da questa storia, questa avrebbe benissimo potuto essere sviluppata solo con gli akkroniani come avversari. Però Hellingen qui è coerente con le sue precedenti apparizioni: l'Hellingen di Sclavi e compagnia, invece, non ha più nulla a che vedere col personaggio originario.

    Comunque, dopo la lettura di Incubi, sono ben felice di tornare a leggere un po' di Toninelli... mi da un senso di pace.

    Anch'io preferisco gli indiani e i mercanti di whisky di Toninelli piuttosto che la pazzia totale di Incubi, che è da mal di testa...
     
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    Ho letto tutti i commenti su ZAGOR, tuoi e di Ivan, e pur non essendo sempre d'accordo- ma spesso - si - apprezzo molto lo stile e la precisione.

    So che hai praticamente smesso di leggere Zagor, deluso da Burattini e anche da Rauch, e che sei stupito del fatto che Zagor in qualche modo resti in edicola (non so per quanto visto che il calo è costante), ma se posso darti un consiglio, recupera qualcosa del periodo Tonineliano, tanto denigrato da definirlo Medio Evo.

    Io lo sto riscoprendo in questo periodo, con la maratona di cui sopra, e posso dirti che in realtà Toninelli è stato molto fedele allo stile di Nolitta, anche se gli mancava quel quid che rendeva le storie del Sergione così appassionanti, quel pizzico di retorica che in personaggio come Zagor non guastava affatto, e quelle intuizioni che hanno creato autentici capolavori.

    Toninelli, secondo me era essenziale, ma non ha mai snaturato il personaggio e ci ha regalato anche belle storie, considerando i limiti che gli avevano imposto Bonelli e Canzio, come lui stesso mi ha detto recentemente incrociandolo su un gruppo FB di fans di Zagor (Storie brevi e svolte a Darkwood in primis)

    Se ti capiterà di leggerne alcune fammi sapere cosa ne pensi.
     
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    Ho letto tutti i commenti su ZAGOR, tuoi e di Ivan, e pur non essendo sempre d'accordo- ma spesso - si - apprezzo molto lo stile e la precisione. So che hai praticamente smesso di leggere Zagor, deluso da Burattini e anche da Rauch, e che sei stupito del fatto che Zagor in qualche modo resti in edicola (non so per quanto visto che il calo è costante), ma se posso darti un consiglio, recupera qualcosa del periodo Tonineliano, tanto denigrato da definirlo Medio Evo.

    Senza "praticamente": dopo la storia deludente di Rauch sui vampiri, di cui ne ho parlato, ho chiuso i ponti con Zagor e non ho più intenzione di seguirlo. Chissà, forse l'ultima storia disegnata da Ferri la potrei prendere per curiosità, quando uscirà: ma, francamente, non ce la faccio più a seguire lo Zagor di oggi. Se un giorno chiuderà e cesserà le pubblicazioni, mi dispiacerà molto perchè è un personaggio che ho seguito con passione, ma per me era già"chiuso" da molto tempo.
    Riguardo a Toninelli, mi ha sempre lasciato lì, quando mi capitava tra le mani un suo lavoro. Fu proprio lui a farmi abbandonare Zagor definitivamente per la prima volta, con la sua prima storia "Uno strano fuorilegge": mi aveva deluso tanto che avevo preferito chiudere. Poi lessi "Incubi" e chiusi di nuovo, fino all'"Esploratore scomparso": poi, tra alti e bassi, fino ai Vampiri di Rauch. Ci sarà un altro autore che mi farà riavvicinare a Zagor? Lo spero proprio, ma sarebbe un miracolo.
    Comunque, mi era piaciuto molto "Naufragio sul Missouri" di Toninelli: lì si era avvicinato molto allo Zagor nolittiano. Ivan ha analizzato diversi Zagor toninelliani, poi li posterò qui.


    Io lo sto riscoprendo in questo periodo, con la maratona di cui sopra, e posso dirti che in realtà Toninelli è stato molto fedele allo stile di Nolitta, anche se gli mancava quel quid che rendeva le storie del Sergione così appassionanti, quel pizzico di retorica che in personaggio come Zagor non guastava affatto, e quelle intuizioni che hanno creato autentici capolavori. Toninelli, secondo me era essenziale, ma non ha mai snaturato il personaggio e ci ha regalato anche belle storie, considerando i limiti che gli avevano imposto Bonelli e Canzio, come lui stesso mi ha detto recentemente incrociandolo su un gruppo FB di fans di Zagor (Storie brevi e svolte a Darkwood in primis)

    Toninelli ha dovuto gestire Zagor, un personaggio non suo, quasi da solo per diversi anni, una cosa assai faticosa da fare: inoltre, mi sembra di capire che ricevesse solo limitazioni, non consigli su come realizzare psicologicamente il personaggio. Quindi non poteva fare dei capolavori. Però di sicuro qualcosa di buono l'ha fatto, come il Naufragio sul Missouri.

    Se ti capiterà di leggerne alcune fammi sapere cosa ne pensi.

    Ti farò sapere, se mi capita. Intanto, in futuro, posterò le analisi di Ivan su alcune storie di Toninelli.
     
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    CITAZIONE (maurocorti68@gmail.com1 @ 12/7/2017, 15:08) 
    posso dirti che in realtà Toninelli è stato molto fedele allo stile di Nolitta, anche se gli mancava quel quid che rendeva le storie del Sergione così appassionanti, quel pizzico di retorica che in personaggio come Zagor non guastava affatto, e quelle intuizioni che hanno creato autentici capolavori.

    Toninelli, secondo me era essenziale, ma non ha mai snaturato il personaggio e ci ha regalato anche belle storie, considerando i limiti che gli avevano imposto Bonelli e Canzio, come lui stesso mi ha detto recentemente incrociandolo su un gruppo FB di fans di Zagor (Storie brevi e svolte a Darkwood in primis)

    Io sono uno degli estimatori di Toninelli. XD Anche se ha preso anche lui qualche cannata e non si capisce perché avesse una qualità così altalenante, rileggendo le sue avventure trovo anch' io che si rifacesse allo stile principale a volte denso di mistero con uno Zagor piuttosto arrembante. Vedi quando sfida il Pequot in "Acqua di fuoco" o nei momenti in cui si arrabbia sempre nella suddetta storia o ne "Le creature delle acque morte", "Uno strano fuorilegge", "Cacciatori di scalpi"... o quando ogni tanto metteva in mostra il cosi detto sesto senso. E meno male che non compariva da un botto! Boh! Certo, a volte faceva uno Zagor un pò troppo "fragile" in qualche storia, ma quasi mai sotto i livelli di guardia. L' unica volta secondo me è nella seconda parte de "I predatori della valle del diavolo". Comunque era un problema generale. Nella prima storia di Pellizzari, "Carovane combattenti", Zagor è in difficoltà contro un normale soldato mentre nella sua seconda, "Il segreto della mappa", è uno spaccamontagne! Boh! Non c' era omogeneità e si vedeva anche per altre cose.
    Burattini fino a inizio decennio scorso aveva anche lui uno stile più classicheggiante, senza comunque che venisse messa in ombra la sua vena autoriale. Poi, con risultati vari, ha voluto battere altre strade.
     
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    Purtroppo non conosco Toninelli abbastanza da rispondere, quindi mi fido dei vostri giudizi.
     
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    Perdonami Joe se tiro in ballo ancora la tua storia "preferita" di Zagor :lol:
    Hai detto bene: "Incubi" è uscita nel giugno 1988, quando Dylan Dog aveva un boom di vendite, mentre Zagor aveva un netto calo dopo anni di storie mediocri...Quindi avranno pensato alla Bonelli:"perchè non facciamo un episodio dove Zagor è l'indagatore dell'incubo, così magari i suoi lettori acquistano anche quello?"
    Ricordo che l'uscita dell'albo fu preceduta da molta pubblicità. E la sceneggiatura fu affidata proprio a Sclavi, il creatore di DD, che non pubblicava su Zagor da 4 anni.
    Inoltre dopo questa storia mi sembra che si moltiplicarono le avventure horror nella collana (La maledizione di Tonka, La collina sacra, L'avamposto dei mostri), mentre prima erano casi isolati.
    L'equazione che si cercò di applicare fu insomma: più è horror, più piace ai giovani.
    Dimenticando che i giovani avevano ai suoi tempi apprezzato Zagor, semplicemente perchè era scritto bene!
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 6/2/2023, 19:13) 
    Perdonami Joe se tiro in ballo ancora la tua storia "preferita" di Zagor :lol:

    Storia "preferita" di Zagor? Questa non è neanche una storia di Zagor. =_=

    CITAZIONE (Kirihito @ 6/2/2023, 19:13) 
    Hai detto bene: "Incubi" è uscita nel giugno 1988, quando Dylan Dog aveva un boom di vendite, mentre Zagor aveva un netto calo dopo anni di storie mediocri...Quindi avranno pensato alla Bonelli:"perchè non facciamo un episodio dove Zagor è l'indagatore dell'incubo, così magari i suoi lettori acquistano anche quello?"
    Ricordo che l'uscita dell'albo fu preceduta da molta pubblicità. E la sceneggiatura fu affidata proprio a Sclavi, il creatore di DD, che non pubblicava su Zagor da 4 anni.

    Infatti l'ultima storia di Sclavi prima di Incubi era stata l'incredibile pastrocchio del "Profeta" del 1983-84. Incubi è proprio una storia pubblicata quattro anni dopo, nel 1988 (lo stesso anno di "Memorie dall'invisibile", la storia più famosa di Dylan Dog: il successo del personaggio allora era davvero all'apice). Mi ricordo anche l'enorme pubblicità fatta dalla Bonelli per l'"eccezionale, lunga avventura di Zagor sceneggiata dal grande Sclavi". Trovo significativo il fatto che dopo questa storia Sclavi non sia mai più stato avvicinato a Zagor.

    CITAZIONE (Kirihito @ 6/2/2023, 19:13) 
    Inoltre dopo questa storia mi sembra che si moltiplicarono le avventure horror nella collana (La maledizione di Tonka, La collina sacra, L'avamposto dei mostri), mentre prima erano casi isolati. L'equazione che si cercò di applicare fu insomma: più è horror, più piace ai giovani. Dimenticando che i giovani avevano ai suoi tempi apprezzato Zagor, semplicemente perchè era scritto bene!

    E' vero: quello che conta è una bella storia, per quanto banale possa sembrare questa osservazione. Ma è vera. E l'horror non significa automaticamente una bella storia, anzi.

    Però hai toccato un tasto significativo: l'horror. Ormai lo vogliono proporre in tutte le salse, e io l'horror proprio non lo sopporto. A me sembra che questo tipo di narrazione orrorifica sia stata imposta ormai dai mass media, vista l'incredibile insistenza con cui propongono queste porcherie nei film e nelle reti streaming, per non parlare dei manga e fumetti. L'ultimo Almanacco di Tex ha come argomento l'horror, tanto per cambiare. Non mi sembra una bella cosa navigare in un mare di scene orrende in continuazione. Sono cose che mortificano lo spirito e non danno pace nè tranquillità. Oggi purtroppo hanno dimenticato la pulizia e la bellezza delle cose sane e normali. Hanno dimenticato il sole che sorge e la gioia di essere vivi: piuttosto si macerano tutti in pensieri di morte e putrefazione.
     
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