Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "MOLOK!" (Ivan)

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    Ivan
    Zagor
    By joe 7 il 20 Nov. 2017
     
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    ZAGOR 76-77: MOLOK! (analisi di Ivan)

    Testi: Alfredo Castelli (con l'aiuto di Sergio Bonelli/Guido Nolitta)
    Disegni: Franco Bignotti

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 127-128 (usciti nel 1971). I numeri reali di Zagor sono: 76-77. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 76-77.

    TRAMA

    Il professor Talbot, un antropologo, chiede a Zagor e Cico di aiutarlo a recuperare un reperto umano venerato come divinità dagli indiani: potrebbe fornire importanti rivelazioni sull'evoluzione dell'uomo.

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    Dopo essere riusciti nell'impresa, Talbot e l'essere misterioso scompaiono: infatti, l'essere misterioso era in realtà un mostro "alla Frankestein" realizzato da Talbot e chiamato da lui Molok. L'assistente di Talbot, il deforme Ivan, vuole usare Molok per i suoi scopi: ma l'intervento di Zagor fa scatenare la creatura, che uccide Ivan e minaccia Talbot. Ma il professore si reca alle sabbie mobili, portando con sè Molok e sacrificandosi.

    COMMENTO

    Albo storico; una delle prime incursioni zagoriane nel genere horror (genere di cui, in seguito, si abuserà troppo spesso e con poco senso della misura). La storia viene comunemente accreditata ad Alfredo Castelli, tuttavia la mano degli interventi “correttivi” di Nolitta si sente tutta. Storia breve, sobria, semplice, forse anche un po' ingenua, ma di grande impatto emotivo (chi l'ha letta da giovane non se l'è mai dimenticata...Sigh!)

    PREGI

    Dopo un inizio al piccolo trotto, la storia ingrana e procede a ritmo serratissimo. Castelli è abile nel concatenare tra loro i vari avvenimenti e nel tratteggiare i personaggi comprimari. Molok, pur essendo solo un gigante statico e ringhioso costruito in laboratorio, è un personaggio reso molto bene. Sono credibili le sue lente movenze e la sua espressività (vacua e maligna al tempo stesso).

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    Castelli gli fa strapazzare facilmente Zagor per ben due volte, conferendo al mostro un'aura di invincibilità sul piano dello scontro fisico. Anche l'assistente di Talbot, Ivan, è un bel personaggio; le sue motivazioni (l'odio per l'umanità a causa del suo aspetto deforme) vengono appena accennate da Talbot. Il fatto che si redima in punto di morte non è una trovata di buonismo gratuito, dato che non è mai stato realmente “malvagio” (anzi, era molto affezionato a Talbot). Una figura più patetica che detestabile.

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    Affascinante la figura del pittore Poliakoff, persona colta e raffinata in un villaggio di bifolchi pronti ad impiccare un uomo soltanto sulla base di un semplice sospetto. Davvero spaventevole la sequenza (muta) in cui Molok scosta lentamente la porta della “camera mortuaria”, rivelandosi a Zagor e Cico. Complimenti a Castelli per la composizione delle vignette, e a Bignotti per averle illustrate con la giusta atmosfera. Il finale - con Talbot e Molok abbracciati mentre affondano lentamente nelle sabbie mobili - è struggente; una chiusura tragica di grande effetto, sottolineata anche dalla (voluta) lunghezza della sequenza.

    DIFETTI

    Un po' debole l'episodio iniziale coi pellerossa Micmac...ma del resto doveva essere una sequenza “di passaggio”, introduttiva alla storia vera e propria. Sia temporalmente che logisticamente, è poco credibile che durante il viaggio di ritorno Zagor e Cico incappino “per caso” PROPRIO nella cittadina in cui nel frattempo si è stabilito anche Talbot. E' una coincidenza a cui si sarebbe dovuto arrivare attraverso un differente percorso narrativo, e non solo per “pura casualità”. Quando il pittore Poliakoff descrive a Zagor la fisionomia del misterioso assassino, Zagor manifesta subito il sospetto che possa trattarsi di Molok, dimostrando un intuito decisamente eccessivo. E' necessario considerare che, in quel momento, per lui Molok è ancora soltanto il fossile di un uomo preistorico; non può avere nessuna percezione che si tratti di una creatura vivente. Inoltre, l'avventura con Talbot si era svolta in tutt'altro luogo e molto tempo prima, quindi il suo (pressoché immediato) associare Molok alla descrizione del “gigantesco assassino dalla pelle rugosa” è quantomeno forzato. Ciò smorza l'effetto-sorpresa quando Poliakoff gli mostra il suo ritratto dell'assassino (Molok, appunto).

    DISEGNI

    Un Bignotti ancora un po' acerbo, però qui fornisce una prova più memorabile che in suoi lavori più “maturi”. Bignotti dimostra di trovarsi a suo agio con le atmosfere cupe: il suo Molok è realmente spaventoso (da apprezzare vignetta per vignetta), ed anche i suoi giochi di chiaro-scuro degli ambienti comunicano un reale senso di oppressione. Da incorniciare la vignetta “verticale” di pagina 84, dove si vede Molok dall'alto di una rupe che scruta la casa di Talbot. Qui il senso di tragedia imminente è reso alla perfezione.

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    Storia: 8,5
    Disegni: 9


    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:42
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    "Molok" deve essere stato il secondo albo di Zagor che mi capitò fra le mani. Dovevo avere 7-8 anni, ero al mare in vacanza a settembre, me lo comprò mio nonno, mia madre mi avrebbe sicuramente chiesto di scegliere qualcosa di diverso. La storia mi fece molto impressione, la creatura disegnata da Bignotti mi spaventò per diverse notti, anche in un contesto solare ed allegro come poteva essere una villeggiatura in Romagna. Tanto che feci comprare a mio nonno un piccolo gorilla di gomma che gli assomigliava molto, perchè malmenandolo per gioco esorcizzavo la paura del mostro!
    Bignotti a mio parere era molto bravo a disegnare gli sfondi, che riempiva di dettagli e chiaroscuri. Nelle scene dinamiche invece i personaggi mi risultavano un pò "ingessati", con movimenti e proporzioni poco naturali. Poco adatto quindi al nostro agile Zagor, ma per il gigantesco, mostruoso, meccanico Molok era perfetto!
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 1/2/2022, 22:11) 
    "Molok" deve essere stato il secondo albo di Zagor che mi capitò fra le mani. Dovevo avere 7-8 anni, ero al mare in vacanza a settembre, me lo comprò mio nonno, mia madre mi avrebbe sicuramente chiesto di scegliere qualcosa di diverso. La storia mi fece molto impressione, la creatura disegnata da Bignotti mi spaventò per diverse notti, anche in un contesto solare ed allegro come poteva essere una villeggiatura in Romagna. Tanto che feci comprare a mio nonno un piccolo gorilla di gomma che gli assomigliava molto, perchè malmenandolo per gioco esorcizzavo la paura del mostro!

    Io non avevo comperato un gorilla di gomma, però anche a me Molok aveva impressionato. Non tanto da avere degli incubi, però era stata una lettura inquietante, comunque... :ph34r:

    CITAZIONE (Kirihito @ 1/2/2022, 22:11) 
    Bignotti a mio parere era molto bravo a disegnare gli sfondi, che riempiva di dettagli e chiaroscuri. Nelle scene dinamiche invece i personaggi mi risultavano un pò "ingessati", con movimenti e proporzioni poco naturali. Poco adatto quindi al nostro agile Zagor, ma per il gigantesco, mostruoso, meccanico Molok era perfetto!

    Il tratto di Bignotti era ottimo per storie un pò tenebrose e cupe: mi ricordo ancora la sua storia di Zagor sul "Vudu". Oppure quella sui samurai, con scene come quella di Minamoto che si mostra per la prima volta a Zagor e Cico con la sua maschera da samurai addosso, che li fa sobbalzare... :lol:
     
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    Per me con il vampiro Rakosi , L uomo Lupo e Vudu, Molok è il poker classico della collana Zagor sul filone Horror . Si potrebbe dire anche la stessa cosa con la casa stregata di Priscilla , o anche come il mostro di Dark Canal l'uomo pesce , e come non menzionarel' uomo Tigre ?, altrettanto belle e storie da brivido per così dire,ma li catalogherei un po' più defilate . Tornando su Molok , Castelli qui non fa sentire troppo la differenza con lo stile Nolitta . Questa cosa succedeva anche in alcune storie quando scriveva Mister No, prima dell avvenuto internet , ero convinto ,non avendo informazioni in merito che fosse sempre il solito Nolitta a scrivere tutte le storie del pilota amazzonico . Per quanto mi riguarda , trovo questa storia seppure fatta veloce , molto ,molto piacevole come guardare un film ,un bel film , diciamo uno di quelli classici degli anni 50 dove la bravura degli attori e una trama avvincente rivalutava lo scarso budget per realizzarlo. Un classico esempio come si può fare ottime cose con poco pagine a disposizione, merito di una bravura da non poco . Quando ho letta per la prima volta Molok mi è balzata chiara una similitudine con il mostro di frankstein . Anche nel fumetto si possono cogliere l inquietudine,e la supsense , come un film che ti incolla seduto . Belli anche i contrasti scuri che si possono cogliere , sia nella storia e soprattutto nelle vignette con i tratti di Bignotti. Per me storia 9 e disegni 9,5, nonostante di Bignotti alcuni appassionati non ne sono mai stati molto entusiasti e comunque come voi stessi avere detto qui in Molok e poi in Vudu si cala alla perfezione o quasi
     
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    Anch'io credevo che fosse stato Nolitta a sceneggiare "Molok", come pure l'"Orrendo contagio": Castelli era riuscito a creare uno stile un pò "nolittiano", segno che non era una cosa impossibile da fare. Molok, all'inizio, doveva proprio avere la faccia da Mostro di Frankenstein, ma Nolitta non era d'accordo e fece cambiare da Bignotti tutte le facce di Molok, trasformandolo nell'inquietante mostro che conosciamo. Come dire che Nolitta, quando voleva, sapeva supervisionare bene le storie. Solo Bignotti, poi, avrebbe potuto disegnare una storia simile. Ferri e Donatelli non avrebbero potuto creare lo stesso effetto inquietante...ottima recensione! ^_^
     
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    Be' se posso permettermi, fermo restando che ti reputo come uno che ha conseguito una università e laureato sul mondo di Zagor Nolittiano ,a mio avviso sapere imitare l' autore come ha fatto Castelli è una cosa piuttosto rara, anzi unica. Infatti , nella serie di Mister No dove l apporto di Castelli era più frequente , molte sue storie sono quasi così identiche come sceneggiatura a quelle di Nolitta ,tanto che per esempio l' isola della magia,o El Loco,o ancora arrestato vivo o morto e altre , sono storie Nolittiane . Forse solo Ongaro sempre in mister no è stato tanto di più simile anche egli . Quindi a parte questi due , in special modo Castelli , altri non sono mai riusciti a scrivere né Mister No né tantomeno Zagor in maniera simile rispettandone la personalità e l andatura della narrazione. Tanto di cappello quindi a Castelli, l unico che avrei voluto volentieri avesse preso le redini di Zagor e Mister No del dopo Nolitta , ma aveva il suo lavoro già col suo Martin Mystere e non fu possibile logicamente
     
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    CITAZIONE (Ernesto62 @ 2/4/2022, 13:47) 
    Be' se posso permettermi, fermo restando che ti reputo come uno che ha conseguito una università e laureato sul mondo di Zagor Nolittiano ,a mio avviso sapere imitare l' autore come ha fatto Castelli è una cosa piuttosto rara, anzi unica. Infatti , nella serie di Mister No dove l apporto di Castelli era più frequente , molte sue storie sono quasi così identiche come sceneggiatura a quelle di Nolitta ,tanto che per esempio l' isola della magia,o El Loco,o ancora arrestato vivo o morto e altre , sono storie Nolittiane . Forse solo Ongaro sempre in mister no è stato tanto di più simile anche egli . Quindi a parte questi due , in special modo Castelli , altri non sono mai riusciti a scrivere né Mister No né tantomeno Zagor in maniera simile rispettandone la personalità e l andatura della narrazione. Tanto di cappello quindi a Castelli, l unico che avrei voluto volentieri avesse preso le redini di Zagor e Mister No del dopo Nolitta , ma aveva il suo lavoro già col suo Martin Mystere e non fu possibile logicamente

    Infatti, Castelli aveva un gran talento narrativo e riusciva a rendere convincenti Zagor e Cico senza tradire lo spirito nolittiano e mettendoci anche del suo. Stesso discorso per Mister No: per dire, credevo che la storia di Mister No che concludeva la saga di Jackie fosse di Nolitta, e invece era di Castelli. Quindi lui aveva capito bene lo spirito di questi personaggi. E' stato uno sceneggiatore di talento, quindi. Ma proprio questo è il limite di uno sceneggiatore di talento: non può lavorare sui personaggi creati da un altro. Deve per forza lavorare su un personaggio suo. Quindi, il suo approdo a Martin Mystere era inevitabile... =_=
     
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    Ahimè, ci ha lasciati l'autore di questa storia, che occupa un posto importante nei miei ricordi.
    Alfredo Castelli se ne è andato a 76 anni, sono sicuro che Joe scriverà un bell'articolo su di lui, sicuramente è stato uno scrittore importante del fumetto italiano negli ultimi 50 anni.
    Riposa in pace Alfredo.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 7/2/2024, 11:35) 
    Ahimè, ci ha lasciati l'autore di questa storia, che occupa un posto importante nei miei ricordi.
    Alfredo Castelli se ne è andato a 76 anni, sono sicuro che Joe scriverà un bell'articolo su di lui, sicuramente è stato uno scrittore importante del fumetto italiano negli ultimi 50 anni.
    Riposa in pace Alfredo.

    E' stato un brutto colpo per me, pensavo che sarebbe stato attivo ancora per molto...

    Di solito faccio i "coccodrilli" sugli autori solo l'anno successivo, insieme a tutto quello che era successo l'anno prima. Per esempio, sto preparando quello su John Romita, che è morto appunto l'anno scorso. Ma per Castelli farò un'eccezione, quindi farò un articolo su di lui appena possibile.

    Per i lavori di Castelli su Zagor, oltre a Molok è doveroso ricordare anche Il ritorno del vampiro, come pure le storie più assurde, ma comunque divertenti: La minaccia verde, La fortezza di Smirnoff, Fantasmi, i piranha dei Piccoli assassini, la strana "Orchidea rossa" con Guitar Jim, il personaggio del Tessitore. E anche la più orrenda, ma comunque memorabile: il ritorno di Supermike, che fu il suo ultimo lavoro su Zagor.

    Con Mister No ricordo l' "Isola della magia", col vudu, "Uno strano alleato" con l'eroinomane eroico Duarte, la terribile prigione di "Accusa di omicidio", la storia stile "sporca dozzina" di "Intrigo internazionale", il crudele regista Ira Burns di "Cinema crudele", il contraddittorio criminale Vadinho Moraes di "Nemici per la pelle", la storia di Ratso, Masulli e Jackie nella "Città dei gangsters", il ritorno della manipolatrice Delia in "L'uomo che sapeva troppo".
    Poi ci sono i dimenticabili "La città misteriosa", "La lama d'asfalto", "Minaccia invisibile", "Xavantes", "La fortezza perduta", "I misteri di Atacama", "Allarme a bordo", "Il segreto del diario", "La miniera della paura", "Il faraone dimenticato" (che fu il suo ultimo lavoro per Mister No).

    Su Martin Mystere non si finirebbe più.

    Tra gli altri suoi lavori, metto una menzione d'onore per gli Aristocratici, realizzati insieme a Tacconi. Come direbbe il Conte, citando il Grande Bardo, a ricordo di Castelli: "Un volo d'angeli ti accompagni cantando al tuo riposo" (Amleto).

    gli_aristocratici


    E ogni tanto dite per lui un Eterno Riposo: gli farà bene.
     
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