ZAGOR 144-146: PUGNI E PEPITE (analisi di Ivan)Testi: Decio Canzio
Disegni: Gallieno Ferri
Zagor edizione originale Zenith: n. 195-197 (usciti nel 1977). I numeri reali di Zagor sono: 144-146. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 144-146.
TRAMAI trapper di Darkwood vengono a sapere di un giacimento d'oro a Goose Creek che viene già sfruttato dai cercatori d'oro e si dirigono laggiù per fare fortuna: per circostanze varie, Zagor e Cico li accompagnano, incontrando laggiù i
Sullivan, la famiglia di saltimbanchi che aveva aiutato Zagor a farsi un costume e creare gli effetti speciali per ingannare gli indiani, come raccontato nella storia
"Zagor racconta". Oltre a possedere un claim (giacimento aurifero) piuttosto ricco, i Sullivan continuano coi loro spettacoli, aiutati anche dall'egiziano
Durga.
Wallace, un proprietario di vari claim, desidera quello dei Sullivan e accusa papà Sullivan di averlo rapinato. Con un frettoloso processo, papà Sullivan viene condannato alla forca: Zagor riesce a liberarlo e affronta Wallace. Ma la cosa strana è che Wallace è stato davvero derubato da uno che somigliava a papà Sullivan. Alla fine, Zagor sospetta dell'egiziano Durga, che alla fine si rivela essere stato il vero traditore del gruppo, che aveva cercato di far accusare papà Sullivan per impossessarsi del claim. Dopo uno scontro serrato, Zagor sconfigge Durga e torna a Darkwood insieme coi trapper, delusi dall'esperienza di cercatori d'oro. Una curiosità: il titolo ufficiale della storia "Pugni e pepite", è un omaggio al film
"Pugni, pupe e pepite" con John Wayne. Siccome le "pupe"
; non ci sono in questa storia, il termine fu ovviamente tagliato...
COMMENTOSeconda prova di
Decio Canzio su Zagor, dopo la collaborazione in tandem con Nolitta per l'infelice
“IL CAVALIERE MISTERIOSO”...ma stavolta fa decisamente un centro pieno. A mio parere, resta una delle migliori storie del
dopo-golden age, nonché la migliore in assoluto di Canzio (e c'è da chiedersi come mai non sia più riuscito a ripetersi a questi livelli). Canzio ha uno stile espositivo differente da Nolitta e lo si nota: la sua narrazione non ha quel carisma “epico” che caratterizzava le storie di Nolitta. Canzio punta più sulla sobrietà della narrazione, che sulla suggestione, risultando in generale più
freddo rispetto al più “emozionale” Nolitta. Ciò non toglie che lo svolgimento sia comunque dinamico, e anche la lettura risulta fluida e godibile.
Ben descritto il mondo dei cercatori d'oro, illusi da un miraggio di ricchezza e poi abbrutiti dalla frustrazione per lo scontro con la dura realtà dei fatti. A sbatterci in naso qui sono i trapper di Darkwood, che partono carichi di entusiasmo per poi ridursi a ubriaconi disillusi. Emblematica l'espressione tra il pietoso e il disgustato di Zagor quando, di fronte a un irriconoscibile Rochas, dice a Cico
“Andiamocene”, come non volesse vedere lo stato in cui si sono ridotti i suoi allegri amici. Il messaggio filosofico è chiaro, e Canzio è bravo a lasciarlo solo “suggerito” senza esporlo in maniera troppo smaccata.
L'impianto “giallo western” della storia funziona: potremmo considerarlo un prototipo del filone
“L'ispettore Wilding” tanto caro a Burattini (Wilding è il vero nome di Zagor). Peraltro, Canzio cambia abilmente le carte già messe in tavola, rivelando che il furto NON era stato una messinscena di Wallace per incastrare Tobia Sullivan - come invece sembrava evidente ai Nostri.
Cico è ben sfruttato, in modo molto “nolittiano”. A margine di gag ben riuscite, Canzio gli assegna anche ruoli importanti per lo sviluppo della trama.
Ottima la caratterizzazione di Durga. Non tanto per la sua psicologia, quanto per la sua iniziale presentazione come personaggio
positivo e successiva smentita di questa premessa. Un colpo di scena non certo telefonato. Azzeccata anche la scelta di presentarlo come un gran combattente (con tanto di commento di Zagor
“Non vorrei mai trovarmelo di fronte come avversario”), che crea una forte
aspettativa in occasione dello scontro finale. Aspettativa che non viene delusa: l'egiziano si dimostra in effetti un osso duro, e il suo duello con Zagor è uno dei
corpo-a-corpo più memorabili della saga.
Molto nolittianamente, Canzio conferisce un buon pathos anche a situazioni e personaggi secondari. Note di colore che mantengono alto l'interesse anche durante le sequenze “di passaggio”. In particolare risaltano:
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L'esibizione iniziale dei Sullivan, con la reciproca sorpresa per il loro rincontro con Zagor.
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Lo scontro nel “claim” tra i Sullivan e gli sgherri di Wallace, dove Durga fa sfoggio delle sue qualità di lottatore.
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La sequenza della sottrazione di Tobia al patibolo, in cui vengono esaltate le doti “teatrali” dei Sullivan.
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Lo scontro alle Hot Springs tra Zagor e Steel, scagnozzo di Wallace che rivela una inaspettata vigoria fisica. Tremenda la sua fine tra le acque bollenti.
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Il personaggio di Twisted Hair, capo indiano corrotto dall'alcol che si mette agli ordini di Wallace in cambio di qualche bottiglia. Con pochi tratti, Canzio descrive molto bene il senso di corruzione della dignità del Popolo Rosso di fronte agli aspetti più deleteri della cultura dei Bianchi. Anche il fatto che alla fine venga lasciato libero (e pure “premiato” con un barile di alcol), è una trovata insolita e suggestiva.
In definitiva: pur non essendo al livello dei migliori lavori di Nolitta, questo di Canzio è un episodio piacevolissimo che non stona affatto nel contesto dorato (o quasi) in cui era inserito. Una storia che inserirei sicuramente in una ipotetica Top Ten di storie non-nolittiane. Mi resterebbero da commentare i
disegni, ma...insomma, qui abbiamo il Ferri di fine anni '70 e senza neanche l'assillo dei tempi di consegna: c'è bisogno di commentare?
Storia:
8,5Disegni:
10QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 22:14
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