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  1. "ZAGOR RACCONTA" (Ivan)

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    Ivan
    Zagor
    Zagor racconta
    By joe 7 il 13 April 2018
     
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    ZAGOR 55 - 56: "ZAGOR RACCONTA..." (analisi di Ivan, con approfondimenti)
    (Fare clic sulle immagini premendo il pulsante sinistro e poi "Apri immagine in un'altra scheda" per vederle meglio)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 106-107 (usciti nel 1970). I numeri reali di Zagor sono: 55-56. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 55-56.

    TRAMA

    Zagor racconta a Cico del suo passato: la sua famiglia di trapper si chiamava Wilding e fu attaccata dagli indiani Abenaki di Salomon Kinski, un predicatore: il giovane Wilding perdette il padre e la madre, ma riuscì a sopravvivere. Incontrò Wandering Fitzy, un trapper, che si occupò di lui e lo fece crescere nell'ambiente dei cacciatori e uomini della foresta. Il ragazzo adorava Fitzy e lo considerava come il suo secondo padre, ma voleva vendetta contro Salomon Kinski. Un giorno scoprì dove viveva, insieme ai suoi Abenaki, e attaccò di sorpresa il posto, riuscendo ad incendiare tutto e compiendo una strage. Alla fine, mentre affrontò Kinski, il predicatore rivelò a Wilding che suo padre aveva fatto uno sterminio di indiani in passato e Kinski e i suoi volevano vendicarsi per questo. Il ragazzo rimase sconvolto per questo e Kinski ne approfittò per sparargli; ma Fitzy, all'improvviso, comparve e prese la pallottola al suo posto, uccidendo il predicatore. Il giovane Wilding dovette dare l'ultimo addio a Fitzy e allontanarsi dal posto dove aveva compiuto la strage. Per diverso tempo, visse da trapper solitario, cercando di intervenire in ogni contesa tra bianchi e indiani, riconoscendo che ci sono dei torti da entrambe le parti. Un giorno incontrò i Sullivan, una famiglia di saltimbanchi, che furono salvati dal giovane Wilding da un attacco indiano. Venuti a conoscenza del suo passato, gli proposero di assumere l'identità dello Spirito con la scure, Za-Gor-Te-Nay in dialetto algonchino, o semplicemente Zagor, per avere maggiore ascendenza sugli indiani. Grazie ai trucchi dei saltimbanchi, Zagor si presentò per la prima volta all'incontro annuale dei capi indiani: da allora nacque la sua leggenda.

    COMMENTO

    Episodio storico. Assieme a "Magia senza tempo" e "L'esploratore scomparso", rappresenta una delle tre grandi pietre miliari della collana. Volendo, lo si può vedere "solo" come l'episodio che svela le origini di Zagor, ma, ad un'analisi più accurata, rappresenta molto di più. Vi si possono infatti intraleggere scampoli dell'intima filosofia di Nolitta, soprattutto la sua avversione per il classico schema manicheo "buoni-contro-cattivi" e il (conseguente) assunto che la Verità e la Giustizia non stanno mai del tutto da una parte sola.

    Quiete tempestosa: Gradevole (e insolito) l'innesco della vicenda: niente azione, solo Zagor e Cico costretti a rimanersene ad oziare all'interno della capanna a causa di un forte temporale. Riordinando la casa, Cico scopre un vecchio ritratto che provoca in Zagor una strana e violenta reazione. Per riappacificarsi col compagno, Zagor si decide a rivelargli i retroscena di quel dipinto.

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    Il massacro di Clear Water: Le scene dell'infanzia di Zagor sono abbastanza ordinarie; un ragazzino come tanti che cresce facendo la vita da trapper assieme ai genitori. Il punto di svolta è rappresentato dall'attacco alla capanna da parte di un gruppo di indiani Abenaki guidati da Salomon Kinsky. Un assalto in apparenza vile e immotivato.

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    Fitzy il girovago: Il giovane Wilding viene salvato e poi "adottato" da un trapper errante, Wandering Fitzy, che gli comunica la sua esperienza di vita. Tuttavia, Wilding jr cova sempre in modo ossessivo il proposito di vendicarsi. Molto forte la parentesi in cui Fitzy lo invita a considerare che Kinsky potrebbe aver avuto delle buone ragioni per compiere quel massacro, ma il giovane respinge furiosamente quella semplice ipotesi.

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    Furia cieca: Finalmente la lunga ricerca ha termine: Wilding jr individua l'accampamento di Kinsky e prepara un piano per prendersi la sua vendetta. Vendetta che vuole compiere da solo, quindi lui e Fitzy si separano.

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    Questa vignetta segna il punto di non ritorno: il giovane Wilding uccide a tradimento un povero cristo che stava tranquillamente zappando il suo orticello. Non si chiede neanche se sia uno degli Abenaki che avevano partecipato al massacro di Clear Water; per lui è solo un ostacolo che si trova sulla strada fra lui e Kinsky. Quest'atto è irreparabile: può essere espiato, ma non rimediato. Tuttavia, al momento, il futuro Zagor non è ancora consapevole della gravità del suo gesto, e così prosegue con l'eccidio, convinto di essere nel giusto. Alla fine della decimazione, rimangono solo lui e Kinsky, faccia a faccia.

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    Per me, la seconda qui sopra è una vignetta eccezionale, una prova di bravura di Ferri. Sarebbe bastato variare di un millimetro la piega della bocca o la chiusura degli occhi, e l'espressione di Zagor non sarebbe apparsa così terribile. Un mini-capolavoro grafico.

    L'amara verità: Ormai sconfitto, Kinsky invita Wilding jr a consultare dei vecchi giornali, che dimostrano che l'assalto al Clear Water era stato a sua volta un atto di vendetta per un massacro commesso da Mike Wilding anni prima. Per il giovane è una mazzata: di colpo, scopre che tutto l'odio e il desiderio di vendetta che per anni avevano dato un senso alla sua esistenza erano fondati su un'idea sbagliata. Wilding junior è così sconvolto da quella rivelazione che non si avvede neppure che Kinsky si appresta a sparargli alle spalle. Solo l'intervento di Fitzy gli salva la vita...ma nel fare ciò ci rimette la propria. La morte del suo tutore è la mazzata finale. Il giovane Wilding si aggira in stato di shock nell'accampamento devastato e si allontana senza meta da quel tragico luogo.

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    Si può dire che la "vera" storia del passato di Zagor termina a questo punto. Da qui in poi, infatti, segue una serie di rivelazioni secondarie riguardanti l'orgine del suo costume, la sua presentazione come "inviato di Manito" presso gli indiani e la sua decisione di dedicarsi a combattere ogni forma di ingustizia. Tutti particolari importanti e narrati con la consueta verve nolittiana, i quali, però, hanno una rilevanza più che altro sul piano "narrativo" rispetto a quello "psicologico" della prima parte.

    APPROFONDIMENTO

    Il valore straordinario di quest'episodio è che non solo funge da base per lo Zagor a venire, ma è coerente anche con lo Zagor del passato, ovvero quando Nolitta scriveva storie senza avere ancora la minima idea di quello che sarebbe stato il retroterra del suo personaggio. Per capirci: possiamo prendere un episodio a caso tra quelli scritti prima di Zagor Racconta e verificare che non ci sono contraddizioni nella psicologia del protagonista. Da questo punto di vista, il rischio maggiore Nolitta se l'era preso (senza ancora saperlo, ovviamente) con l'episodio "L'avvoltoio". Lì Zagor incontra un personaggio, Jan Siegel, che è il suo esatto specchio: la vittima di una grave ingiustizia, che però sceglie i modi sbagliati per soddisfare il suo desiderio di vendetta, e Zagor lo rimprovera in tal senso.

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    Qui, leggendo l'episodio a posteriori e conoscendo già i fatti di "Zagor racconta", si può provare l'impulso di dire "Ma da che pulpito viene la predica!"...Tuttavia, si può lo stesso dare una interpretazione coerente: Zagor ha metabolizzato il suo errore passato (futuro, per quanto riguarda la cronologia della collana), e, in base alla sua esperienza, cerca di dare consiglio a chi – come Siegel – si trova ancora nella fase di essere mosso solo da un cieco furore. Va notato che, già nelle pagine introduttive (il furioso screzio con Cico dopo la scoperta del ritratto), Nolitta riassume in anticipo quello che sarà l'assunto della storia a seguire: Zagor si lascia trasportare dall'emotività e commette un errore / si rende conto del torto arrecato / cerca di rimediare. Insomma, il granitico eroe si dimostra umano. Ed è un "eroe" non perché sgomina da solo una banda di fuorilegge, bensì perché è fallibile nei suoi atti e nelle sue valutazioni. E proprio in queste umanissime debolezze sta la forte attrattività del Personaggio: Zagor è un atipico modello di "eroe imperfetto", contraddittorio e impulsivo, in cui qualunque dei lettori potrebbe identificarsi. Nolitta è rimasto fedele al modello di Zagor Racconta sino al termine della sua carriera sulla collana.

    ZAGORIANITA': GENERI E STILI

    Gli autori successivi, purtroppo, spesso hanno dato a Zagor una interpretazione "generica" della figura di eroe, che fa un po' a pugni con la descrizione del personaggio presentata in "Zagor Racconta". E' superfluo specificare che mi riferisco a certe versioni che descrivono Zagor come un "predestinato dagli dei", o un "investigatore alla Sherlock Holmes", o un "professorone ferrato su ogni materia dello scibile umano": tutte versioni che sono in contrasto col semplice, umanissimo boscaiolo rappresentato appunto in "Zagor Racconta" e in tutto il resto della produzione nolittiana. In tal senso, io imporrei per obbligo a qualunque autore di rileggersi ogni volta "Zagor Racconta", prima di scrivere una sola riga di una nuova storia per Zagor, e chiedersi: "Questo soggetto/scena/comportamento è coerente o no col personaggio rappresentato in Zagor Racconta?". La Nolittianità ruota tutta attorno a questo perno. Ecco perchè storie come Incubi, Ombre su Darkwood, Resurrezione, Vampyr, ecc. potrebbero essere buone storie di un personaggio a sè stante...ma con Zagor hanno poco a che fare. Proviamo a rileggerle chiedendoci "Che c'azzecca questa roba con Zagor Racconta?"; probabilmente allora le nostre perplessità troverebbero un'immediata risposta. Per dirla in breve, "Zagor Racconta" rappresenta il riferimento della cosiddetta "zagorianità", termine che, altrimenti, in assenza di un riferimento concreto, avrebbe un significato puramente astratto. A proposito di zagorianità, vorrei aggiungere una precisazione. La testata Zagor è un contenitore di GENERI, non di STILI. Sono due cose profondamente diverse. Il genere della collana è fondamentalmente western, però vanno bene - quando non se ne abusa, ovviamente - anche l'horror, la fantascienza, il giallo, la magia, l'avventura urbana, lo spy-story, ecc. Ma tutto ciò deve (e sottolineo: DEVE) restare coerente con lo stile imposto da Nolitta alla collana. Viceversa, si otterrebbe solo un Dylan Dog, o un Tex, o un James Bond in casacca rossa. Non il vero Zagor, comunque. Cosa deve dunque fare un autore per rispettare lo stile storico di Zagor? Semplice: gli basta rileggere "Zagor Racconta" e attenersi a quelle impostazioni. Entro tali impostazioni, può sbizzarrisi all'infinito: infatti, Nolitta non ha espresso neanche UN DECIMO del potenziale del personaggio originario. Per creare nuove storie attorno ad esso, non c'è affatto bisogno di modificare il protagonista o di adottare uno stile diverso da quello nolittiano. "Il ritorno del vampiro" di Castelli è un palese esempio di come sia possibile realizzare un episodio perfettamente nolittiano anche al di fuori di Nolitta. Pertanto, sarebbe ora di finirla col leitmotiv che "Sulla collana Zagor si può ficcarci dentro di tutto". A chi si nasconde dietro quest'alibi, va ricordato che la testata Zagor è un contenitore (per determinate cose), non un cassonetto (per metterci dentro quello che capita). Per giustificare l'acquisto dell'albo, io voglio ritrovarci dentro QUESTO Zagor, quello basato sulle impostazioni dettate da Nolitta in "Zagor Racconta", e non un personaggio reso irriconoscibile da maldestri tentativi di aggiornarlo ai gusti del pubblico moderno. E credo di non essere il solo a (ri)volerlo così.

    MAGIA SENZA TEMPO E LO ZAGOR PREDESTINATO DI MANITO

    Da "Magia senza tempo" i successori di Nolitta hanno preso spunto per le varie derive esoteriche e predestinatrici. Nolitta, volendo, avrebbe potuto poteva bloccarli gia' nella culla anziche' lasciarli fare. Comunque, in primis, in "Magia senza tempo" Nolitta non ha mai stabilito nulla del genere: si è sempre tenuto sul vago, alla dico-e-non-dico. La faccenda dello "Zagor predestinato" è un'interpretazione tutta personale di altri autori (e pure tirata molto per i capelli, secondo me). Riguardo al fatto che Nolitta, volendo, avrebbe potuto bloccarli già all'inizio, anziché lasciarli fare, ci sarebbe qualcosina da ridire, vista la sconcertante indifferenza che il Sergione sembrava manifestare per il destino della collana Zagor, dopo il suo abbandono. La mia sensazione è che Nolitta/Sergio non volesse entrare in contrasto con le nuove gestioni autoriali, sorvolando su tutte (o quasi) le loro proposte con un bonario "Fate un po' quello che vi pare, io ho già il mio bel daffare con Mister No e il mio ruolo di editore". Ipotesi non dimostrabile, ovviamente, però resa abbastanza verosimile dall'analisi dei molti indizi di "ignavia" accumulati nel tempo. Morale: Il ricorrente tormentone che "tutto ciò che è apparso su Zagor ha avuto la precisa approvazione di Nolitta" secondo me è un mito da sfatare.

    "RIMANERE FEDELE" NON E' LA STESSA COSA DI "FOSSILIZZARSI"

    Per concludere, faccio una sola precisazione sulla mia frase "Nolitta è rimasto fedele al modello di Zagor Racconta". Ovviamente, sono consapevole che, dai tempi della presente storia, Nolitta ha evoluto il proprio personaggio, connotandolo di nuove caratteristiche, e difatti non intendevo questo con "rimanere fedele" (che forse può essere erroneamente capito con "fossilizzarsi"). Invitando i nuovi autori a leggersi "Zagor Racconta" non intendevo certo mettere in dubbio che non lo conoscano già; semplicemente, lo considero un modello esemplare da cui poter carpire i meccanismi narrativi per imitare QUEL modo di costruire le storie e di conferire QUEL tipo di pathos alla narrazione. Ecco perché avevo usato l'espressione "Nolitta è sempre rimasto fedele al modello di Zagor Racconta", anche se, in seguito, ha sviluppato ulteriormente il personaggio; ed ecco perché sostengo che l'attenersi ai meccanismi con cui è stato costruito "Zagor Racconta" NON è affatto una limitazione del personale stile creativo di un autore, bensì – al contrario – è una direttrice-guida, un binario, che gli permetterebbe di spaziare con la fantasia azzeccando in modo automatico il personaggio, le atmosfere, e lo stile classico della collana – proprio come vorrebbe la maggior parte dei lettori storici.

    VOTO

    Storia: 9
    Disegni: 9


    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:32
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    Tutti noi vecchi Zagoriani siamo qui a rimpiangere o quantomeno ad invocare il lavoro di Nolitta, mentre lui dal 1980 in poi ha semplicemente abbandonato il suo personaggio più longevo e famoso. Mi sono sempre chiesto perché, e non ho mai trovato risposta. Per quanto fosse impegnato non è credibile che in 30 anni non abbia avuto tempo di scrivere un soggetto, una sceneggiatura... È evidente che non ne aveva voglia.... chissà come mai....
     
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    CITAZIONE (MauroC @ 13/4/2018, 22:26) 
    Tutti noi vecchi Zagoriani siamo qui a rimpiangere o quantomeno ad invocare il lavoro di Nolitta, mentre lui dal 1980 in poi ha semplicemente abbandonato il suo personaggio più longevo e famoso. Mi sono sempre chiesto perché, e non ho mai trovato risposta. Per quanto fosse impegnato non è credibile che in 30 anni non abbia avuto tempo di scrivere un soggetto, una sceneggiatura... È evidente che non ne aveva voglia.... chissà come mai....

    Caro Mauro, decisamente ogni tuo intervento stimola la formazione di un articolo a parte...non che mi dispiaccia, intendiamoci, ma è curioso come fatto. La situazione che hai sollevato è una delle più discusse nei vari forum di Zagor: il fatto cioè che Sergio Bonelli abbia abbandonato la sua creatura, Zagor, per Mister No, per il quale lui fece anche il suo ultimo lavoro, forse il più grosso mai fatto nella sua vita (una storia di ben 15 numeri, una cosa unica alla Bonelli!), per concludere (o, forse, in qualche modo, salvarlo, Bonelli ci aveva accennato a questo) la storia di Mister No. Insomma, con rispetto parlando, Sergio Bonelli se n'è andato lasciando un ultimo ricordo su Mister No, snobbando completamente Zagor, e questo, purtroppo, è un dato di fatto.

    Perchè questo? Ho una teoria al riguardo, e, per svilupparla per bene, dovrei scrivere un articolo: magari lo farò dopo il Dark Zagor. Di base, credo che il motivo sia il fatto che Zagor è il personaggio della gioventù di Sergio Bonelli/Guido Nolitta. Un personaggio idealista, coraggioso, raddrizzatorti, in un mondo dove può accadere di tutto, ma dove l'intervento di Zagor ripiana le cose, o almeno ha l'intenzione di farlo. Mister No, invece, è il personaggio della fase adulta, o forse dovrei dire, vecchia, perchè cinica, di Sergio Bonelli, non più Guido Nolitta, in cui il personaggio vede l'ingiustizia, ma si rassegna al fatto che è impossibile estirparla del tutto e si rifugia nel cinismo, nella fuga (Manaus è, in sostanza, un rifugio dove nascondersi, non una base dove attaccare, come la capanna di Zagor) e nell'intervento risolutore, ben consapevole che non sistemerà mai le cose ingiuste, che rimarranno sempre quelle, anzi peggioreranno. Il tristissimo discorso di commiato di Mister No nel suo ultimo numero, davanti ad un pubblico praticamente di perfetti sconosciuti, tranne Paulo Adolfo, in un bar che è ancora chiuso e deve ancora aprire, quindi con tutti i tavoli ancora coperti dalle tele, è addirittura angosciante nel suo cinismo e rassegnazione.

    Ma queste cose, in parte, erano già presenti in Zagor. Il fatto stesso che, come descrive efficacemente Ivan in questo articolo, il personaggio consideri il male mai del tutto da una parte e del fatto che entrambe le parti sono in qualche modo colpevoli...già questo snatura di base il bisogno di giustizia, aprendo la strada alla cinica rassegnazione. Una strada che Zagor non ha mai intrapreso, ma che Mister No ha percorso a spron battuto.
     
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    In questo episodio, gli unici due personaggi che escono bene sono la madre di Zagor e Wandering Fitzy.
    Kinsky sembra un pazzo invasato e porta alla rovina i "suoi" indiani.
    Il padre di Zagor si è macchiato di una responsabilità atroce.
    Non ho letto i tentativi successivi di riabilitarlo, ma se Nolitta non era più tornato sulla questione,
    per me significa che voleva lasciare al lettore quell'impressione e cioè che fosse un assassino che ha pagato le sue colpe.
    Zagor. La vignetta che lo ritrae ormai adulto e ghignante davanti a Kinski e il suo sguardo immediatamente dopo sono molto indicativi.
    Qui aveva perso il lume della ragione, quello è lo sguardo di un folle, perchè dominato dalla sua ossessione.
    Da un punto di vista giuridico, Kinski, Zagor e il padre sarebbero responsabili di reato di strage,punito con l'ergastolo o almeno 15 anni ricorrendo le circostanze attenuanti.
    Circostanze attenuanti di cui difficilmente Zagor potrebbe beneficiare, non sicuramente "lo stato d'ira", perchè sono passati anni dall'uccisione dei suoi genitori.
    Non sono altresì sicuro di poter invocare per lui l'altra attenuante, quella dell' "aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale".
    Alla fine di questo racconto Zagor dice a Cico che "per la prima volta capivo quanto fosse difficile, in certi casi, stabilire con esattezza da che parte sta il torto e da quale la ragione".
    Qui però si tratta non soltanto di capire la responsabilità di ciascuno.
    Anche se il padre di Wilding fosse stato innocente, il modo con cui vengono puniti i colpevoli non ha nulla a che fare con la giustizia, si tratta di una spietata vendetta privata.
    Il giovane Wilding ne era ben consapevole, dato che da lì in poi avrebbe "cercato di cancellare il male che avevo fatto con la mia sete di vendetta".
    Va apprezzato senz'altro il coraggio di Nolitta di introdurre temi così delicati in un fumetto popolare.
    Quanto a Zagor, le sue imprese testimoniano come abbia fatto tutto il possibile per riscattarsi, anche se coerentemente è rimasto un uomo impulsivo.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 24/5/2023, 17:20) 
    In questo episodio, gli unici due personaggi che escono bene sono la madre di Zagor e Wandering Fitzy.

    Infatti. Però Fitzy è il primo che fa pensare a Zagor/Wilding che l'ingiustizia non è mai solo da una parte, facendo arrivare così alla conclusione - sbagliata - che non è possibile dare la colpa nè i meriti a nessuno. Invece chi fa il bene è da premiare e chi fa il male è da punire: e non cambia il fatto che questi atti possano essere compiuti dalla stessa persona. E' l'azione che definisce l'uomo: quando fa il male, diventa malvagio, e, quando fa il bene, diventa buono. E' chiaro però che chi fa il male deve poi riparare se vuole tornare "sano" nello spirito.

    CITAZIONE (Kirihito @ 24/5/2023, 17:20) 
    Kinsky sembra un pazzo invasato e porta alla rovina i "suoi" indiani.

    Kinsky E' un pazzo invasato. E poi, "portarli alla rovina": gli indiani per tradizione fanno la vendetta da quando esistono al mondo. Kinski semplicemente li ha aiutati a vendicarsi. Quindi ci sarebbe da chiedere che cavolo di cristianesimo ha insegnato loro (si fa chiamare "reverendo", quindi una qualche connessione col cristianesimo dovrebbe averla). Tanto valeva che stesse a casa sua.

    CITAZIONE (Kirihito @ 24/5/2023, 17:20) 
    Il padre di Zagor si è macchiato di una responsabilità atroce. Non ho letto i tentativi successivi di riabilitarlo, ma se Nolitta non era più tornato sulla questione, per me significa che voleva lasciare al lettore quell'impressione e cioè che fosse un assassino che ha pagato le sue colpe.

    Il padre di Zagor mi è sempre sembrato un tipo poco convincente. Fa il generale (o quello che era), massacra gli indiani, poi si dimette, fa il trapper, sposa una, fa un figlio, vive in pace in una capannuccia alla Mulino Bianco. Ma che razza di personaggio è questo, un serial killer? :huh: Dovrebbe mostrare almeno un minimo di rimorso per quello che ha fatto. Invece a vederlo sembra un normale trapper come tutti gli altri. E' una costruzione psicologica che non è fatta bene, non quadra, non convince.

    CITAZIONE (Kirihito @ 24/5/2023, 17:20) 
    Zagor. La vignetta che lo ritrae ormai adulto e ghignante davanti a Kinski e il suo sguardo immediatamente dopo sono molto indicativi.
    Qui aveva perso il lume della ragione, quello è lo sguardo di un folle, perchè dominato dalla sua ossessione.

    A dirla brutalmente, in quel momento era diventato malvagio. Come ho detto, sono le azioni che ti qualificano: l'azione malvagia di Zagor lo trasforma in quel momento in una persona malvagia.

    CITAZIONE (Kirihito @ 24/5/2023, 17:20) 
    Da un punto di vista giuridico, Kinski, Zagor e il padre sarebbero responsabili di reato di strage, punito con l'ergastolo o almeno 15 anni ricorrendo le circostanze attenuanti. Circostanze attenuanti di cui difficilmente Zagor potrebbe beneficiare, non sicuramente "lo stato d'ira", perchè sono passati anni dall'uccisione dei suoi genitori. Non sono altresì sicuro di poter invocare per lui l'altra attenuante, quella dell' "aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale".

    Da un punto di vista religioso, rischierebbero di andare all'inferno tutti quanti per aver violato il quinto comandamento di non ammazzare. E questo è ben più grave della punizione giuridica, qualunque essa sia.

    CITAZIONE (Kirihito @ 24/5/2023, 17:20) 
    Alla fine di questo racconto Zagor dice a Cico che "per la prima volta capivo quanto fosse difficile, in certi casi, stabilire con esattezza da che parte sta il torto e da quale la ragione".

    Può essere difficile, ma non è mai impossibile. Se no nessun libro giallo arriverebbe mai alla conclusione...

    CITAZIONE (Kirihito @ 24/5/2023, 17:20) 
    Qui però si tratta non soltanto di capire la responsabilità di ciascuno. Anche se il padre di Wilding fosse stato innocente, il modo con cui vengono puniti i colpevoli non ha nulla a che fare con la giustizia, si tratta di una spietata vendetta privata.

    Non abbiamo abbastanza elementi per stabilire se il padre di Zagor fosse davvero innocente o meno, perchè non abbiamo mai ascoltato la sua versione. Nolitta non ha mai voluto chiarire la cosa. La vendetta, inoltre, non è giustizia, perchè non tiene conto del male o del bene, delle colpa o meno: vuole uccidere e basta.

    CITAZIONE (Kirihito @ 24/5/2023, 17:20) 
    Il giovane Wilding ne era ben consapevole, dato che da lì in poi avrebbe "cercato di cancellare il male che avevo fatto con la mia sete di vendetta". Va apprezzato senz'altro il coraggio di Nolitta di introdurre temi così delicati in un fumetto popolare.

    Non so, mi è sempre sembrato un argomento piuttosto fumoso. Questa è una storia che non mi ha mai convinto del tutto, perchè non vuole mai chiarire le responsabilità di nessuno. E una storia sfuggente, una storia che scappa, che non vuole mai essere osservata per bene. E' volutamente ambigua. Non mi quadra, non mi convince: è una storia poco chiara.

    CITAZIONE (Kirihito @ 24/5/2023, 17:20) 
    Quanto a Zagor, le sue imprese testimoniano come abbia fatto tutto il possibile per riscattarsi, anche se coerentemente è rimasto un uomo impulsivo.

    Fa del suo meglio, questo è quello che conta...
     
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    Vorrei dare la mia risposta alla domanda di Mauro C, che poi è la stessa di tanti lettori dello Zagor classico:
    perchè Nolitta non ha più scritto una singola storia di Zagor dall’albo “Magia senza tempo (1980)?
    Ho già in realtà scritto la mia opinione in un altro thread del blog di Joe, qui vorrei spiegarmi meglio e dare spunto alle riflessioni degli altri.
    La mia idea è appunto che Nolitta non abbia più sceneggiato Zagor, perchè lo considerava un personaggio
    che non aveva più nulla di nuovo da dire. Aveva già detto tutto e continuando a scriverne altri episodi,
    avrebbe finito per ripetersi.
    “Magia senza tempo” mi sembra una storia perfetta come congedo finale: ci sono gli avversari più potenti
    e il nemico storico di Zagor, il più temibile. Lo Spirito con la Scure non salva solo una tribù in pericolo,
    una guarnigione di soldati, Darkwood. In pratica salva l’intera razza umana dagli alieni.
    Consapevolmente secondo me Nolitta lo ha portato ad un gradino così alto, da cui sarebbe stato difficile discendere, poichè sapeva che non lo avrebbe più scritto.
    Esiste anche la tesi secondo cui l’abbandono sarebbe dovuto alle difficoltà di conciliare tanti impegni:
    la scrittura di Mister No, la gestione della casa editrice. Ma questi ostacoli Nolitta li aveva incontrati e superati anche prima del 1980.
    Dal 1975 suoi erano tutti i primi episodi del pilota amazzonico e contemporaneamente continuava a scrivere
    diverse storie di Zagor. Inoltre aveva scritto nel 1981- 1982 e 1983 i tre speciali di Cico, avrebbe quindi al loro posto potuto benissimo occuparsi di Zagor, se era solo una questione di tempo.
    Chi meglio del suo autore può rendersi conto che il ciclo di un suo personaggio è giunto a termine?
    Io ho quasi sempre sentito le storie post Nolitta come delle inutili aggiunte nel migliore dei casi, delle contraddizioni sconcertanti nel peggiore.
    Per fare un paio di esempi, c’era bisogno di approfondire ulteriormente il rapporto di Zagor con l’universo femminile?
    La risposta che il nostro eroe dà a Frida nell’albo “L’ultima vittima” mi sembra molto chiara.
    Ha scelto di non avere una compagna in quanto sarebbe di impedimento per la sua missione e metterebbe in pericolo la vita stessa di lei. Le storie con altre donne si concluderanno inevitabilmente allo stesso modo, a meno che Zagor non rinunci al suo impegno.
    Oppure c’era bisogno di scavare ancora nel passato di Zagor per spiegare perchè e come è diventato un difensore della giustizia?
    Anche qui, la storia “Zagor racconta” per me è già esaustiva e tutto il resto equivale ad allungare il brodo per i fans.
    Personalmente sono contento che Nolitta abbia terminato di sceneggiare Zagor nel 1980.
    L’evoluzione della sua scrittura negli anni ’80, con contenuti meno positivi, ma anche dello stile, più prolisso ed inconcludente, non mi piaceva quanto quella magnifica degli anni ’70.
    Per dire, mi sono riletto i tre albi di “Tigre” in 30 minuti tutti di un fiato e potrei fare lo stesso con qualunque storia di Nolitta su Zagor.
    “Il demone etrusco” di Mister No ho saltato per stanchezza la lettura di diverse pagine, guardando solo le figure.
     
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    Concorso con la seconda ipotesi: Nolitta ormai si era messo a fare l'intellettualoide e tutto preso da Mister No ha scaricato Zagor senza tanti complimenti.
    Del resto, il suo crescente pessimismo non si conciliava con le storie dello Spirito con la Scure.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 17/9/2023, 12:44) 
    Vorrei dare la mia risposta alla domanda di Mauro C, che poi è la stessa di tanti lettori dello Zagor classico: perchè Nolitta non ha più scritto una singola storia di Zagor dall’albo “Magia senza tempo (1980)? Ho già in realtà scritto la mia opinione in un altro thread del blog di Joe, qui vorrei spiegarmi meglio e dare spunto alle riflessioni degli altri. La mia idea è appunto che Nolitta non abbia più sceneggiato Zagor, perchè lo considerava un personaggio che non aveva più nulla di nuovo da dire. Aveva già detto tutto e continuando a scriverne altri episodi, avrebbe finito per ripetersi.

    E' possibile che sia andata così, un autore capisce quando un personaggio è finito. Sono d'accordo con te.

    CITAZIONE (Kirihito @ 17/9/2023, 12:44) 
    “Magia senza tempo” mi sembra una storia perfetta come congedo finale: ci sono gli avversari più potenti e il nemico storico di Zagor, il più temibile. Lo Spirito con la Scure non salva solo una tribù in pericolo, una guarnigione di soldati, Darkwood. In pratica salva l’intera razza umana dagli alieni. Consapevolmente secondo me Nolitta lo ha portato ad un gradino così alto, da cui sarebbe stato difficile discendere, poichè sapeva che non lo avrebbe più scritto.

    Sì, una specie di finale in bellezza. Sono gli stessi finali che ho visto nelle storie della Marvel, che sono stati il canto del cigno del protagonista, anche se poi ha continuato ad essere pubblicato: la saga di Galactus e della Sfinge per i Fantastici Quattro, la saga della morte di Zia May e del Massacro di mezzanotte con Kingpin, la saga della Fiamma della Vita e Tyrannus con Hulk, la saga del Grande Direttore e della morte del Teschio Rosso ("Das Ende") per Capitan America, eccetera. Chi li ha letti ha capito cosa intendo dire.

    CITAZIONE (Kirihito @ 17/9/2023, 12:44) 
    Esiste anche la tesi secondo cui l’abbandono sarebbe dovuto alle difficoltà di conciliare tanti impegni: la scrittura di Mister No, la gestione della casa editrice. Ma questi ostacoli Nolitta li aveva incontrati e superati anche prima del 1980. Dal 1975 suoi erano tutti i primi episodi del pilota amazzonico e contemporaneamente continuava a scrivere diverse storie di Zagor. Inoltre, aveva scritto nel 1981- 1982 e 1983 i tre speciali di Cico, avrebbe quindi al loro posto potuto benissimo occuparsi di Zagor, se era solo una questione di tempo. Chi meglio del suo autore può rendersi conto che il ciclo di un suo personaggio è giunto a termine?

    A quei tempi Nolitta pensava a Mister No come nuovo personaggio e come possibilità di nuove idee narrative. Quindi ci sta.

    CITAZIONE (Kirihito @ 17/9/2023, 12:44) 
    Io ho quasi sempre sentito le storie post Nolitta come delle inutili aggiunte nel migliore dei casi, delle contraddizioni sconcertanti nel peggiore. Per fare un paio di esempi, c’era bisogno di approfondire ulteriormente il rapporto di Zagor con l’universo femminile?
    La risposta che il nostro eroe dà a Frida nell’albo “L’ultima vittima” mi sembra molto chiara. Ha scelto di non avere una compagna in quanto sarebbe di impedimento per la sua missione e metterebbe in pericolo la vita stessa di lei. Le storie con altre donne si concluderanno inevitabilmente allo stesso modo, a meno che Zagor non rinunci al suo impegno.

    Zagor non è come gli altri: è come un monaco. Non può sposarsi nè fidanzarsi. A differenza del Comandante Mark o di Capitan Miki, non ha delle eterne fidanzate: sarebbero troppo di intralcio per la sua missione. Tex può fare Tex perchè Lilyth è morta: se fosse viva, non potrebbe più agire come Tex. Per questo non ha senso vedere Zagor con gli amorazzi di Blondie, Marie Leveau, Gambit e compagnia bella. Zagor è da solo, al massimo con un amico come Cico che gli è di aiuto - nonostante tutto - per la sua missione. E anche perchè è necessaria la presenza di un altro personaggio per far uscire fuori le riflessioni e le intenzioni del personaggio di Zagor.

    CITAZIONE (Kirihito @ 17/9/2023, 12:44) 
    Oppure c’era bisogno di scavare ancora nel passato di Zagor per spiegare perchè e come è diventato un difensore della giustizia? Anche qui, la storia “Zagor racconta” per me è già esaustiva e tutto il resto equivale ad allungare il brodo per i fans.

    Dopo Nolitta, tutto è un "allungabrodo".

    CITAZIONE (Kirihito @ 17/9/2023, 12:44) 
    Personalmente sono contento che Nolitta abbia terminato di sceneggiare Zagor nel 1980.

    Sì, anch'io, dopotutto: anche se mi è dispiaciuto, è stato comunque un finale in bellezza.

    CITAZIONE (Kirihito @ 17/9/2023, 12:44) 
    L’evoluzione della sua scrittura negli anni ’80, con contenuti meno positivi, ma anche dello stile, più prolisso ed inconcludente, non mi piaceva quanto quella magnifica degli anni ’70.Per dire, mi sono riletto i tre albi di “Tigre” in 30 minuti tutti di un fiato e potrei fare lo stesso con qualunque storia di Nolitta su Zagor. “Il demone etrusco” di Mister No ho saltato per stanchezza la lettura di diverse pagine, guardando solo le figure.

    "Il demone etrusco" è davvero noioso, come molte storie del Mister No di Nolitta: molto verboso, molto retorico, col personaggio che il più delle volte non risolve niente. E' stato un tentativo - fallito - di Nolitta di rinnovarsi, ma ha fatto soltanto racconti molto verbosi e molto politicizzati. Il discorso (lungo e pesante) di Mister No davanti a un gruppo di sconosciuti nel suo ultimo numero dà l'idea della narrativa nolittiana su Mister No.

    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 17/9/2023, 14:30) 
    Concorso con la seconda ipotesi: Nolitta ormai si era messo a fare l'intellettualoide e tutto preso da Mister No ha scaricato Zagor senza tanti complimenti. Del resto, il suo crescente pessimismo non si conciliava con le storie dello Spirito con la Scure.

    Nolitta, con Mister No, ha fatto storie "di sinistra": pessimiste, tristi, piene di rabbia impotente contro i cattivi, piene di peana ed elogi per gli Indios, considerati migliori dell'uomo bianco (facendo finta di non vedere i loro conflitti etnici, il cannibalismo, le superstizioni che bloccano ogni attività, il modo con cui trattano le donne, la loro vita sempre in pericolo in un ambiente infernale, eccetera). Con la religione cristiana trattata con sufficienza e preti mezzo delinquenti da prendere a pugni. Con le donne usa e getta. Con il mangiare, bere, poltrire e fare discorsi pieni di sproloqui contro il cattivissimo uomo bianco e la cattivissima civiltà: ah, ma perchè non andiamo a vivere tutti come gli Indios? Gli altri, però, eh, mica tu, che non puoi rinunciare al computer, al SUV, al viaggio in Sardegna al mare, al gas che riscalda la casa d'inverno, alle comodità della bruttissima civiltà, eccetera.
     
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    "Con il mangiare, bere, poltrire e fare discorsi pieni di sproloqui contro il cattivissimo uomo bianco e la cattivissima civiltà: ah, ma perchè non andiamo a vivere tutti come gli Indios? Gli altri, però, eh, mica tu, che non puoi rinunciare al computer, al SUV, al viaggio in Sardegna al mare, al gas che riscalda la casa d'inverno, alle comodità della bruttissima civiltà, eccetera" ecco bambini l'ipocrisia
     
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    CITAZIONE (berlicche677 @ 24/9/2023, 12:42) 
    "Con il mangiare, bere, poltrire e fare discorsi pieni di sproloqui contro il cattivissimo uomo bianco e la cattivissima civiltà: ah, ma perchè non andiamo a vivere tutti come gli Indios? Gli altri, però, eh, mica tu, che non puoi rinunciare al computer, al SUV, al viaggio in Sardegna al mare, al gas che riscalda la casa d'inverno, alle comodità della bruttissima civiltà, eccetera" ecco bambini l'ipocrisia

    Se Nolitta avesse abbandonato tutto e fosse andato a vivere con gli Indios, allora potrei dire che è stato coerente. Invece è rimasto nella "cattiva civiltà", pontificando contro di essa nei suoi fumetti.

    Se gli uomini di sinistra avessero accolto a casa loro gli immigrati allora direi che sono stati coerenti. Invece non ne hanno accolto neanche uno, pretendendo però che lo facessero gli altri. Perchè loro non vogliono rovinare le loro casette, mentre le casette degli altri devono trasformarsi in condomini per immigrati.

    E gli altri esempi si sprecherebbero. Sono come quelli che "riempiono gli uomini di pesi insopportabili, ma loro quei pesi non li vogliono sollevare nemmeno con un dito".
     
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    In effetti, ho visto un sacco di autori scrivere opere di denuncia sociale contro questa o quella ingiustizia, ma quasi nessuno di loro ha tentato di cambiare le cose con azioni concrete.
    Come recita un vecchio detto "armiamoci e partite".
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 24/9/2023, 15:54) 
    In effetti, ho visto un sacco di autori scrivere opere di denuncia sociale contro questa o quella ingiustizia, ma quasi nessuno di loro ha tentato di cambiare le cose con azioni concrete.
    Come recita un vecchio detto "armiamoci e partite".

    E' vero, ma è inutile parlare di queste cose: stiamo uscendo dal seminato. Qui in fondo si parla della storia "Zagor racconta": non buttiamola in politica, ne abbiamo già parlato abbastanza.
     
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    Vorrei aggiungere che la missione di cui si è fatto carico Zagor, non è frutto di una riflessione o di una visione mistica.
    Nasce dal desiderio di purificarsi per una grave colpa che ha commesso, la strage degli Abenaki e dalla repulsione per il suo passato, in parte macchiato dal crimine del padre.
    Secondo me, quando Boselli e Burattini hanno cercato di ripulire l'immagine del padre di Zagor, o di renderlo un predestinato, sono usciti dai binari originari.
    Zagor si è preso sulle spalle un fardello molto pesante: vivere isolato in una palude, mettere in gioco la propria vita non appena qualcuno ha bisogno di giustizia, rinunciare ad avere una famiglia.
    Sente di dover pagare un prezzo alto, perchè grave è la colpa che ha commesso.
    Cercare di eliminare questa macchia oscura, significa anche togliere parzialmente il senso della sua missione.
     
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    CITAZIONE (Stella di Latta @ 11/3/2024, 14:30) 
    Vorrei aggiungere che la missione di cui si è fatto carico Zagor, non è frutto di una riflessione o di una visione mistica.
    Nasce dal desiderio di purificarsi per una grave colpa che ha commesso, la strage degli Abenaki e dalla repulsione per il suo passato, in parte macchiato dal crimine del padre.

    E' anche per questo che Zagor mi è sempre sembrato un tipo molto emotivo: non che sia un male, intendiamoci. Il fatto è che lui vuole fare giustizia non per la giustizia in sè (anche per questo, certo), ma soprattutto per riparare a una colpa commessa da lui e da suo padre. Questo lo avvicina molto all'Uomo Ragno, che cerca di riparare il fatto di essere stato, indirettamente, responsabile della morte di suo zio Ben (e di Gwen). Sono persone che cercano di riparare un danno che è già stato fatto e che non si può cambiare.

    CITAZIONE (Stella di Latta @ 11/3/2024, 14:30) 
    Zagor si è preso sulle spalle un fardello molto pesante: vivere isolato in una palude, mettere in gioco la propria vita non appena qualcuno ha bisogno di giustizia, rinunciare ad avere una famiglia.

    Il fatto di amministrare la giustizia non ti permette di avere una famiglia: sono cose da solitari.

    CITAZIONE (Stella di Latta @ 11/3/2024, 14:30) 
    Secondo me, quando Boselli e Burattini hanno cercato di ripulire l'immagine del padre di Zagor, o di renderlo un predestinato, sono usciti dai binari originari.

    Quando il personaggio passa ad altri autori, sbrocca. E' sempre così. Alla Marvel, per un certo periodo, i personaggi rimanevano più o meno sempre gli stessi ad ogni cambio d'autore perchè così voleva l'azienda, quindi l'autore non aveva voce in capitolo (e per fortuna!). Ma poi, quando la Marvel (e la Bonelli) hanno fatto il "tana libera tutti", ogni personaggio è andato per conto suo e da lì è nato, ovviamente, il caos.
     
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