Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "IL BOUNTY KILLER" (Ivan)

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    Ivan
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    By joe 7 il 6 April 2018
     
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    ZAGOR 273-275: IL BOUNTY KILLER (analisi di Ivan)

    Testi: Marcello Toninelli
    Disegni: Franco Donatelli

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 324-326 (usciti nel 1988). I numeri reali di Zagor sono: 273-275. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 273-275.

    COMMENTO CON TRAMA INCORPORATA

    Viene considerata una delle storie più deludenti della saga. E in effetti, se, dopo averla letta, qualcuno sbuffasse annoiato, non potrei proprio obiettargli niente (anche perché io sono uno di quelli). Eppure non mi sento di sparare a zero su quest'episodio. Anzi, può essere emblematico per analizzare il modus operandi tipico del Toninelli di quel periodo. Partiamo dall'idea di base:

    SOGGETTO: Zagor incontra un suo vecchio amico (Shamrock) diventato cacciatore di taglie. Poco dopo, Zagor viene accusato di omicidio, ma riesce a fuggire. Gli dà la caccia proprio Shamrock. Per Zagor, l'unico modo di scagionarsi è scoprire il vero colpevole. I sospetti ricadono su VISO PIATTO, un predone pellerossa. Zagor riesce a catturarlo, ma scopre che non era lui il vero colpevole. Purtroppo, Viso Piatto muore, così Zagor si ritrova al punto di partenza, e deve scontrarsi con Shamrock e la posse di inseguitori. Alla fine, il colpevole si rivela essere un vecchio nemico di Zagor, il nano Jampot, che aveva sfruttato la sua bassa statura per nascondersi in un posto impensabile nella stanza dell'omicidio.

    Niente male, direi. Nulla da ridire sul soggetto in sé: un giallo classico (il delitto a stanza chiusa) con, in più, l'aggiunta di un depistaggio sul reale colpevole; il tutto condito da comprimari bizzarri di un certo fascino (Shamrock, Viso Piatto, Jampot) e un sacco di pim-pum-pam. Ma allora cos'è che non funziona nella lettura della storia? Risposta secca: lo SVOLGIMENTO, ovvero la trasposizione del soggetto in scene narrative. Questo è sempre stato il limite di Toninelli (assieme ai DIALOGHI, che quando non sono piatti sono assurdi). Vediamo qualche esempio nel dettaglio.

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    SOGGETTO: Zagor incontra Shamrock. Okay. E come viene rappresentata questa scena?

    SVOLGIMENTO: Un rubagalline ricercato da Shamrock si imbatte per caso in Zagor; Zagor lo stende, ma poi gli volta le spalle come un babbeo e il bandito sta per accopparlo, quando interviene Shamrock che salva la pellaccia al nostro eroe.

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    ARGH! Già qui le braccia del lettore cominciano a cascare. Qualcuno dovrebbe ricordare allo sceneggiatore Marcello Toninelli che Zagor è uno che ha battuto Supermike. Ciò non significa che debba essere un supereroe tipo Hulk che sistema 20 uomini con una mano sola: però significa che, se un avversario lo mette in difficoltà, dev'essere uno tosto. Non si può far stendere Zagor da qualsiasi scalzacane che incontra solo perché lo spiritato con la scure gli volta le spalle a guardare i gabbiani: questo è conferire pericolosità a nemici da quattro soldi tramite il trasformare l'eroe in un allocco rimbambito. Non si fa, Marcello, NON-SI-FA!

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    SOGGETTO: Zagor ha un violento alterco in pubblico col padrone di un saloon, ma perde lo scontro. Okay; è una scena che serve da premessa alla trama gialla. Vediamone la risoluzione.

    SVOLGIMENTO: Cico, ubriaco, dà spettacolo ballando sui tavoli. Il padrone del saloon si incavola di brutto in modo esagerato. Zagor lo stende, ma gli volta le spalle e viene tramortito (AAAAARRGH! Zagor il voltaspalle professionista!) dopodiché viene buttato fuori come un sacco di patate sotto gli occhi di Shamrock.

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    Ma questo non è Zagor, questo è Mister No! Zagor deve conservare una sua dignità anche nelle sconfitte. E poi il bonus della "solita-botta-in-testa-dopo-aver-steso-l'avversario" Toninelli se l'era già giocato 20 pagine prima; qui Zagor dovrebbe essere impiccato per stupidità recidiva. E anche la reazione del padrone, che se la prende subito con Cico per un nonnulla (DEVASTANDO NEL CONTEMPO IL SUO STESSO LOCALE!), è, come minimo, poco credibile. L'ubriaco qui sembra lui e non Cico. Nolitta lavorava molto di più sulla costruzione delle premesse per giungere allo stesso punto d'arrivo.

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    SOGGETTO: Zagor riesce a catturare Viso Piatto, che però muore dopo essergli sfuggito. Okay, è un evento necessario allo sviluppo del giallo. Vediamo come è stato rappresentato.

    SVOLGIMENTO: Zagor si avvicina all'orlo di un burrone e scopre che Viso Piatto ci è scivolato dentro da solo, rimanendo impiccato perché la corda che aveva legata al collo si era impigliata ad una sporgenza.

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    Ma dico, Marcello, OOOH! Questo terribile indiano è un tal imbecille che non sa passare vicino ad un burrone senza finirci dentro? E ci rimane pure impiccato tutto da solo? C'erano un sacco di modi meno ridicoli per attenersi all'indicazione del soggetto. Okay, una trovata del genere non si era mai vista prima (e magari un motivo ci sarà), ma non è che “originale” dev'essere per forza sinonimo di “assurdo”, eh!

    Si potrebbe andare avanti così per un bel pezzo, ma penso di aver reso l'idea.

    DIALOGHI

    Una mezza tortura. In generale sono piatti, banali o innaturali. In particolare, risaltano (in negativo) quelli durante gli scontri: è tutto un susseguirsi di “Non cantar vittoria troppo presto!”, “Preparati a morire!”, “Se vuoi colpirmi, dovrai essere più veloce!”, e spacconate simili. Nolitta non ha mai usato un frasario del genere (non in dosi così massicce, almeno). Anche questa banalizzazione dei dialoghi contribuisce a rendere irriconoscibile lo stile storico della collana. Pure CICO non fa altro che parlare di cibo, sempre di cibo, solo di cibo. Eppure sappiamo bene che il “mangiare” era solo UN aspetto della multiforme personalità del messicano...ma il Cico di Toninelli sembra che non abbia in testa altro. Risulta monocorde e – a lungo andare – anche fastidioso.

    CONCLUSIONE

    Morale: se il soggetto di base fosse stato risolto con un differente stile narrativo, poteva uscirne una storia almeno caruccia. Questa, come moltissime altre del cosiddetto Medioevo Toninelliano, è solo un esempio: infatti, le stesse sconcertanti modalità narrative si riscontrano in quasi tutta la produzione del Toninelli “seconda fase”: soggetti potenzialmente buoni, ma trasposti in modo insipido in fase di sceneggiatura. Ora dirò un'eresia, ma secondo me Toninelli, come soggettista, era persino migliore di Nolitta (il cui talento non stava tanto nel creare trame straordinarie, quanto nel saper raccontare in maniera magistrale soggetti dalla struttura abbastanza semplice). Purtroppo, lo stile narrativo di Toninelli non era adatto a Zagor (o perlomeno, non coi ritmi lavorativi che gli sono stati addossati, dato che, quando ha avuto il tempo materiale di curare un po' meglio i propri lavori, il buon Marcello ha dimostrato di saper sfornare anche buone cose). A parer mio, i redattori dell'epoca avrebbero dovuto assegnargli il ruolo di semplice soggettista, o, al limite, affiancargli un altro sceneggiatore nella fase di sviluppo dei suoi soggetti. Poiché, viceversa, in quelle condizioni, Toninelli ha poco da lamentarsi del fatto che i perfidi Sclavi & Canzio “gli bocciavano le idee migliori”, se tanto questi capolavori incompresi sarebbero poi stati realizzati con lo stesso stile de “IL BOUNTY KILLER”. Non conta che le storie proposte fossero stile “DARK ZAGOR” 1 o no: non era questione di idee-buone-oppure-no, bensì di trasposizione finale delle medesime. In quelle condizioni lavorative, Toninelli non dava affatto garanzie in tal senso). Anche se a prima vista può non sembrare, la mia è una (parziale) difesa di Toninelli (intendo di Toninelli come uomo e professionista, non dei suoi lavori). I suoi limiti come autore completo erano evidenti a noi lettori, figuriamoci perciò ai supervisori della Casa Editrice. Non si comprende quindi perché non abbiano messo il buon Marcello in condizioni di rendere al meglio delle sue capacità ed abbiano costretto i lettori ad un calvario mensile che ha messo a dura prova la loro fedeltà alla collana, portandola - alla lunga - sull'orlo della chiusura. Quali che siano state le ragioni di questo mancato ricorso ai ripari, un po' di mea culpa i curatori del tempo devono recitarla. Non credo che commenterò altre storie di Toninelli di questa fattura; dopotutto, lo standard di realizzazione (inclusi pregi & difetti) è sempre quello. Tuttavia, del senno di poi (e con buona pace degli stoici lettori che hanno vissuto quel periodo in diretta) si può guardare indietro a storie come “IL BOUNTY KILLER” et similia con un certo affetto, testimonianze di un periodo di Storia Zagoriana certo non ripetibile. Nel bene e nel male.

    Soggetto: 7
    Svolgimento: 5
    Disegni: 7

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    1 DARK ZAGOR: era stata una proposta di Roberto Sonaglia, realizzatore di una fanzine, per alzare - secondo lui - le vendite di Zagor con un intervento shock: la morte di Cico e Zagor che, di conseguenza, cambia il suo costume con uno più dark e diventa spietato. Insomma, uno Zagor-Punitore. Ne parliamo qui.

    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:43
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    Sono stupito che uno Zagoriano come Ivan cada in una simile imprecisione... DARK ZAGOR non c’entra niente con la proposta di Toninelli, ben spiegata nel suo libro UN SENESE A DARKWOOD, bensì è una proposta di una fanzine come scritto dallo stesso Sergio Bonelli nella sua rubrica di posta che qui allego. Così come non ne posso più di sentir raccontare la favola che Zagor avrebbe chiuso se non fosse stato per il rilancio di Boselli. È vero che i venduti risalirono un po’ con la SECONDA ODISSEA, dall’ESPLORATORE SCOMPARSO, ma dopo un anno tornarono punto a capo e la discesa continuò fino alle 30 mila (29, 28, 27 o quante sono) di ora, e questo lo scrisse lo stesso Burattini in un articolo di qualche anno fa, che ho letto recentemente e che purtroppo non riesco a ritrovare ora, altrimenti lo linkerei.
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    Trovato il link dove si parla delle vendite di Zagor, il dato sulle vendite lo scrive Boselli,


    Il punto di incontro
    di tutti gli
    zagoriani in rete
    Scriveteci e
    intervenite numerosi!

    Pleasant Point Dic. 2002
    prima precedente seguente ultima
    a cura di Daniele Alfonso
    Messaggio di: Moreno Burattini
    Ciao a tutti,
    scrivo di nuovo per rispondere, nel modo più sintetico possibile, a proposito di alcuni degli argomenti sollevati negli interventi degli zagoriani nelle ultime settimane (e forse dovremmo cominciare a dire anche dalle zagoriane, viste le sempre più numerose presenze femminili nel nostro forum). Comincio con Luca Paolella, che mi chiama in causa, ritenendomi sì "il più meritevole erede del nostro editore", ma "a patto che, sceneggiando Zagor, scacci da sé la sua connotazione politica". Ora, sinceramente, non so che cosa traspaia della mia connotazione politica nelle storie dello Spirito con la Scure che vado scrivendo ormai da tredici anni; peraltro, per indole non sono uno che si avventura volentieri nelle diatribe lillipuziane degli opposti schieramenti nell'arena dell'italica quotidianità. Ho idee molto semplici sui principi che dovrebbero regolare i rapporti fra gli individui e coloro che li governano, e credo che siano ben sintetizzate dalla Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d'America, adottata dal Congresso il 4 luglio 1776. Trascrivo un brano solo perchè poi ne prenderò spunto per tornare a parlare di Zagor: "Noi riteniamo queste verità siano di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini siano creati uguali e che essi siano stati dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili, tra cui la vita, la libertà, la ricerca della felicità. Che per garantire questi diritti vengano istituiti i governi, i quali traggono i loro giusti poteri dal consenso dei governati. Che ogni qual volta una forma di governo divenga distruttrice di tali fini, il popolo ha il diritto di modificarla o di abolirla". Insomma, tutti gli uomini sono uguali e hanno il diritto di essere vivi, liberi e felici. Se questi diritti vengono calpestati, si fanno le rivoluzioni. Su queste idee, scritte mentre ancora in Europa c'erano le monarchie assolute, si sono basate infatti la Rivoluzione Francese e il Risorgimento Italiano. Mi piace pensare che anche Zagor abbia come ideali che muovono il suo agire l'uguaglianza fra gli uomini, di qualunque razza siano, e il loro diritto alla vita, alla libertà e alla felicità. Per questi ideali, Zagor è disposto a lottare a volte anche in modo molto duro e a rischiare la pelle. Il male e il bene si discriminano valutando se qualcosa o qualcuno attenta a questi diritti, o li rispetta. Il diritto alla libertà presuppone anche il diritto alla diversità, quando questa è una scelta dovuta al rifiuto dell'omologazione. Tutto, questo, tuttavia, in Zagor, non è un presupposto ideologico, quanto piuttosto la naturale conseguenza della "positività" di un eroe dal cuore umano prima che puro. Ho fatto io stesso, nel 1989, una intervista a Sergio Bonelli in cui chiedevo un commento sull' 'engagement' dello Spirito con la Scure e sulla sua attenzione agli ideali di giustizia, libertà, tolleranza, umanità, e Nolitta così rispose: "In Zagor, se devo essere sincero, mi sono limitato a inserire delle idee di semplice buon senso, che vanno dall'antirazzismo alla ricerca della giustizia". Ecco, le idee di "semplice buon senso di Zagor" sono le mie stesse per cui mi viene molto facile assecondarle nelle mie storie. Credo che le impalcature ideologiche siano sempre deleterie: io non ne ho, Zagor non ne ha mai avute. In ogni caso, anche se le avessi, quello che cerco di fare ogni giorno, scrivendo delle nuove pagine, è rispettare il personaggio e l'impostazione che gli hanno dato i suoi creatori. Credo anche che Zagor non lotti per difendere la Legge, ma la Giustizia, e dunque è disposto anche a trasgredire i regolamenti, se è necessario. Non è un buonista a tutti i costi. Riguardo al politicamente corretto, in una intervista che ho rilasciato di recente a una rivista universitaria, ho detto: "La mistica della 'politically correctness' è una delle più fastidiose degenerazioni del già antipatico e ipocrita buonismo a tutti i costi di un certo modo di pensare omologato, e con la pretesa di omologare. Se si giudicasse con il metro del 'politicamente corretto', perfino Sandokan sarebbe un personaggio da censurare. C'è un lento e fatale adeguamento degli autori a quello che è il comune sentire dell'opinione pubblica secondo l'ipocrisia di facciata ben rappresentata del moralismo di giornali e TV. L'imperversare del 'politicamente corretto' omologa gli eroi: nessuno può più dire parolacce, fumare, bere, andare a donne o tirare un pugno senza aver letto all' avversario la dichiarazione dei suoi diritti. Perfino Tex è molto meno libero oggi di agire come gli pare, di quanto lo fosse cinquant'anni fa". Zagor, comunque, eroe umano, astemio, casto e non fumatore fin dal suo primo apparire, non ha dovuto adeguarsi ai tempi, ed è rimasto più simile a se stesso di molti altri personaggi.

    Giuseppe Aymerich prega me e Mauro (ma soprattutto me, il chiacchierone della situazione) di non rivelare troppo sulla programmnazione futura. Preghiera accolta, anche se nell'anticipare che Mortimer e il Tessitore torneranno insieme non dice molto di più di un normale trailer cinematografico, e come un trailer dovrebbe far venir voglia di vedere la storia, anzichè scoraggiare il pubblico! Circa il dato di 55.000 copie di venduto per Zagor, riferito da Sergio Bonelli su "Sette", immagino che sia un dato medio che mi sembra, anzichè sconfortante, abbastanza rassicurante. Non so in quale periodo Giuseppe avesse saputo di un venduto di ottanta/novantamila copie, di certo negli ultimi anni le vendite di tutte le testate a fumetti hanno subito perdite notevoli, mentre Zagor ha mantenuto stabili le sue postazioni, perdendo poco terreno e potendo contare su uno zoccolo duro di lettori che garantisce per il futuro. Per quanto ne so io, Zagor è fra i personaggi con il trend meno negativo in una situazione di grossa difficoltà del mercato e non c'è stato nessuno "clamoroso tracollo". Anzi, considerando le vendite di altre testate, bonelliane e non, le quasi sessantamila copie dello Spirito con la Scure sono un risultato brillante su cui in tanti metterebbero la firma.

    Messaggio di: Mauro Boselli
    Cari amici, a differenza di Moreno, io sarò breve! Zagor, all'inizio del 1994, vendeva circa 60.000 copie. Con "L'esploratore scomparso" e la saga successiva salì a 75.000 copie, ma già un paio d'anni dopo era tornato intorno alle 65.000. Il dato che avete letto (55.000) dovrebbe rassicurarvi, perché indica che Zagor è la testata bonelliana che ha perso meno negli ultimi dieci anni e forse l'unica, oltre a Tex, che abbia delle punte di "risalita". Vi assicuro che i tempi sono duri, per i fumetti, e che questo è da considerarsi un buon risultato. Perrsonalmente mi accontento anche del risultato di Dampyr, che quest'estate vendeva ancora poco meno di 70.000. Ma ha solo due anni e mezzo di vita, mentre Zagor ne ha quarantuno!! In quanto alla polemichetta sulla frase "La mia razza è il genere umano", hanno già risposto abbondantemente altri. Non ci sono neanche errori semantici, perché qui non si parla di vegetali o animali, ma, appunto, di uomini. "La mia razza è la razza umana" forse sarebbe stata più corretta, ma implicava una ripetizione e quindi un altro tipo di errore. Vi rammento inoltre (e qui chiedo conferma a Burattini) che Albert Einstein, durante il nazismo, dovendo compilare un questionario, alla domanda sulla razza a cui apparteneva, scrisse semplicemente: "Umana".
     
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    Per prima cosa, caro Mauro, ti ringrazio per la tua precisazione con tanto di documentazione allegata, un'azione molto professionale: sto pensando di farci un articolo sulla storia/leggenda metropolitana di "Dark Zagor" usando il materiale che mi hai mandato, se sei d'accordo: aiuterebbe a precisare meglio le cose in futuro. Inoltre, a ciascuno il suo: Ivan aveva fatto cenno al Dark Zagor attribuendolo a Toninelli, una cosa alla quale però credevo anch'io, visto che la nota a margine era mia, non di Ivan:

    * DARK ZAGOR: era stata una proposta di Toninelli per alzare le vendite di Zagor con un intervento shock: la morte di Cico e Zagor che, di conseguenza, cambia il suo costume con uno più dark e diventa spietato. Insomma, uno Zagor-Punitore. La proposta fu bocciata. Ma si doveva davvero essere alla canna del gas con le vendite per tirare fuori idee come questa.

    Quindi me ne assumo la responsabilità. Ho modificato l'articolo, quindi credo sia tutto a posto. Passando al resto della tua osservazione, resta comunque il fatto che, nel periodo toninelliano, Zagor era in difficoltà. Infatti, lo si vede nella tua prima lettera, in cui parli di "venduti che risalirono": se risalivano, vuol dire che prima erano calati. Inoltre, lo stesso articolo di Sergio Bonelli, che hai postato, accenna al fatto che "Toninelli (...) aveva presentato una sua proposta per un totale cambiamento del personaggio, proposta sulla quale il sottoscritto (Sergio Bonelli) e tutta la redazione avevano espresso parere negativo" Siamo d'accordo che quella proposta non era il Dark Zagor, ma qualcosa di simile di certo lo doveva essere, visto il parere negativo pressochè unanime di tutti gli uomini della redazione. E uno sceneggiatore non presenta una storia shock se le vendite sono buone: sono cose che si fanno "alla disperata" per cercare di innalzare le vendite con trovate che facciano discutere. Infatti, lo stesso Sergio Bonelli, sempre in quell'articolo, fa cenno ai supereroi americani che "essendo in triste declino di pubblico e di idee, avevano bisogno di un rinnovamento radicale": i "rinnovamenti", appunto, si fanno quando le vendite calano. Che poi siano buoni o cattivi è un altro discorso. La storia sconcertante di "Incubi" del 1988, che cade come una meteora inaspettata in mezzo al lungo periodo toninelliano, sembrava proprio la "scossa necessaria per rialzare le vendite" di cui si è parlato, anche se non credo affatto che le abbia innalzate, visto che si parla sempre di quel periodo come di un "medioevo zagoriano": un medioevo che "Incubi", per quanto sia sempre osannato nei vari forum zagoriani, non risollevò, evidentemente. Mentre l'"Esploratore scomparso", invece, qualche miglioramento lo fece, visto che parli di "risalita" delle vendite, per quanto temporanea. In momenti di crisi come adesso, per avere una "risalita temporanea" come questa c'è chi venderebbe la nonna. Se con l'"Esploratore scomparso" Boselli dice che Zagor vendette 10.000 copie in più per due anni, non mi sembra un traguardo disprezzabile. Nell'articolo sulla storia "Bounty Killer" non si fa cenno nè all'"Esploratore scomparso" nè al fatto che abbia salvato Zagor dalla chiusura: fatto sta che la serie stava andando male, e quindi era in odore di chiusura, viste le iniezioni shock come la proposta simil-Dark Zagor di Toninelli e la discutibile storia di "Incubi". Nel 1994, poco prima dell'"Esploratore scomparso" - lo dice Boselli - Zagor vendeva 60.000 copie. Nel 1980, 14 anni prima, Cico Story vendeva 173.861 copie, quasi il triplo, e credo che anche Zagor vendesse allo stesso modo. Quindi, nel 1994 si vendeva un terzo di quanto si vendeva 15 anni fa circa: se non era una crisi delle vendite, poco ci mancava. L'"Esploratore scomparso" quindi diede un pò di ossigeno alla serie e mi azzardo a dire che la salvò davvero dalla chiusura.
     
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    Caro Joe, seguo il tuo blog e commento solo TEX e ZAGOR, ma spesso leggo anche altro, anche se sono fumetti che conosco poco. Ti seguo perché sei molto professionale e anche la grafica e l’impaginazione che usi rendono la lettura facile e piacevole.

    L’equivoco del Dark Zagor attribuito a Toninelli è molto diffuso, nonostante la verità sia scritta, nientemeno sulla POSTAAA! Di Sergio Bonelli, così come la proposta di Toninelli, che non ha niente a che fare con quella di Sonaglia, è stata resa pubblica dallo stesso nel suo libro del 2013, UN SENESE À DARKWOOD, lettura che consiglio a tutti gli Zagoriani e fa capire bene in quale clima e con quali vincoli dovesse lavorare Marcello (Nessuno ha mai smentito quello che Toninelli ha scritto nel libro).
    Ti dico anzi che la proposta di Toninelli, che magari poi posso anche mandarti, è in parte stata fatta sua da Boselli, relativamente alla proposta di una continuity della saga, poi ci sono altri elementi discutibili, ma non si voleva ne uccidere Cico, ne trasformare Zagor in un punitore depresso.

    Per quanto riguarda le vendite, Boselli scrive chiaramente che presero Zagor a quota 60.000, lo portarono a 75.000 con la saga dell’ESPLORATORE SCOMPARSO, supportata da un battage pubblicitario considerevole, ma dopo due anni tornò a 65.000 e poi continuò il declino che lo porta oggi alle 27/30mila copie o giù di lì.
    Quello che sostengo è che 60.000 copie nel 93/94 non erano così poche da far pensare alla chiusura, e che nonostante la temporanea risalita, le vendite di Zagor, come credo quelle di tutti i fumetti, subisce un calo costante nel tempo, direi fisiologico nel mondo del web e delle nuove tecnologie. del resto lo stesso TEX, Testata di punta della Bonelli e RE del fumetto Italiano, è sceso dalle 600.000 copie dei tempi d’oro alle 170/180 attuali, nonostante la casa editrice dedichi ad esso le sue risorse migliori in termini di autori, disegnatori e marketing.

    La “favoletta” che contesto, assai diffusa nei forum, è che Toninelli abbia fatto tracollare Zagor a quota 24000 negli anni ‘90, cifra, quella si, che ne avrebbe decretato la chiusura, ma grazie al taumaturgico intervento del duo B & B si sia salvata la testata....

    Ma secondo te, è possibile che un fumetto che nel ‘93 avesse venduto 24.000 copie, oggi nel 2017 sia risalito a 27.000? È totalmente impensabile e implausibile, se Zagor fosse arrivato vicino a quota 20.000 in quegli anni, oggi sarebbe chiuso da un pezzo, non c’è Boselli che tenga!

    Fammi sapere se ti interessa, anche per parlare della leggenda del DARK ZAGOR, la vera proposta di Toninelli, e se si come posso fartela avere.
     
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    Visto che l'equivoco del Dark Zagor è così diffuso (e infatti ci sono cascato anch'io), penso di fare un articolo al riguardo, che aiuterebbe molto a chiarire la cosa. Puoi mandarmi i dati sulla vera proposta di Toninelli via PM oppure via email: [email protected], scegli tu.

    Passando agli altri dati da te citati: non ha molto senso la storia di Toninelli che avrebbe fatto scendere le vendite di Zagor a quota 24.000 nel 1993, a meno che non ci siano dei dati inoppugnabili a sostegno di questo. Altrimenti, ciò che è stato affermato senza prove, allo stesso modo può essere negato senza prove. Per adesso, fino a prova contraria, posso prendere per buone le affermazioni di Boselli, che dice che Zagor nel 1993 vendeva 60.000 copie. Fatto sta che quella cifra non era certo confortante. Come ho detto, ai tempi dell'ultima storia di Nolitta su Zagor (1980), c'è una buona probabilità che la serie vendesse qualcosa come 170.000 copie abbondanti. Dopo Nolitta, fino al 1993-1994 si sono succeduti Sclavi e soprattutto Toninelli, e la serie aveva calato di parecchio le vendite fino a giungere ad un terzo circa, appunto 60.000 copie, come dice lo stesso Boselli. Se questo non è un crollo delle vendite, ci siamo vicini. Se "L'esploratore scomparso" del 1994 ha dato il vantaggio di far crescere le vendite di 10.000 copie per almeno due anni, allora di certo ha dato respiro alla serie, e probabilmente l'ha salvata dal baratro.
     
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    Ti ho mandato la proposta di Toninelli via email.
    Per quanto riguarda il crollo delle vendite dagli anni 80 (Ricordo anch’io la sbandierata tiratura di Oltre 173mila copie di CICO STORY per fare pubblicità al successivo AMERICAN CICO) al 93, bisognerebbe sapere cosa succedeva nel frattempo alle altre testate Bonelli, dal momento che Toninelli sostiene che durante la sua gestione, Zagor sia stata una delle testate che aveva perso meno lettori rispetto alle altre di casa Bonelli, e dice che questo gli fu detto da Sergio e d Canzio... vero? Falso? Mah....
    Bisogna anche capire se quelle 173.000 copie di CICO STORY riflettessero il trend della Zenith o se fossero un unicum....

    La verità è che l’avarizia con cui la Bonelli diffonde e ha sempre diffuso i dati di vendita delle sue testate, ha contribuito al nascere delle ipotesi più fantasiose, e questo secondo me è un male per la stessa casa editrice, visto che in questo modo il pubblico può prendere per buone anche le affermazioni dei più accaniti detrattori ai quali non si oppone mai un dato certificato.

    È di pochi mesi fa un surreale dibattito basato sul nulla tra Toninelli e Boselli su giornalepop, relativamente ai dati di vendita di TEX. Non posso inserire i link ma lo trovi sul sito di Giornale Pop, inserendo “TEX” nel “search”
     
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    Ho ricevuto e letto tutto, grazie: la fonte è il libro di Toninelli di cui parli, "Un senese a Darkwood", giusto?

    In ogni caso, capisco il rifiuto di Bonelli. Non si tratta di Dark Zagor, ma di una proposta quasi altrettanto traumatica: ma ne parlerò meglio nell'articolo che sto preparando e che dovrebbe essere pronto tra una settimana.

    Passando alla faccenda delle vendite: per principio, accetto le indicazioni degli autori della Bonelli, ma nello stesso tempo ne diffido un pò. Perchè? Ma perchè sarebbe come chiedere all'oste se il suo vino è buono: dirà sempre di sì. Anche se sono sinceri, non sono comunque in una posizione imparziale, visto che lavorano nella stessa ditta che vende i loro fumetti. Per questo preferisco confrontare le loro dichiarazioni con altre fonti e altri fatti, per vedere se corrispondono effettivamente al vero.

    La dichiarazione delle vendite di Cico Story era ordinaria amministrazione ai tempi della Bonelli in cui le vendite andavano bene e spesso venivano sbandierate in quarta di copertina, o addirittura in copertina (tipo Dylan Dog). Cico Story era una serie extra di Zagor, quindi non si sapeva quali sarebbero state le aspettative di vendita: ma se l'hanno fatta, è perchè Zagor a quei tempi vendeva davvero molto, tanto che, per la prima volta, fecero uno speciale sul messicano, una cosa mai fatta prima su nessun personaggio secondario bonelliano. Quindi, mi azzardo a dire che Zagor, a quei tempi, doveva vendere non dico come Cico Story, ma addirittura molto più di 173.000 copie. Non ho cifre sottomano, ma mi sembra logica come cosa: è difficile che una serie principale venda meno di una serie satellite. Ci possono essere delle eccezioni, ma, oltre ad essere rare, sono, appunto, eccezioni, e, in mancanza di dati, è meglio seguire la tendenza generale per avere una stima accettabile delle vendite.

    E' facile chiamare "detrattori", "invidiosi", "rancorosi" chi mostra cifre diverse dal previsto sulle vendite: ma, se, invece di insultarli, i dirigenti della Bonelli mostrassero i loro dati ufficiali delle vendite, avrebbero un argomento inattaccabile. Se invece non lo fanno, significa che non vendono bene e che i "detrattori" non diffamano, ma dicono, invece, la verità, per quanto sgradevole sia. E' in sostanza la stessa cosa che è accaduta nella discussione tra Boselli e Toninelli sul sito Giornalepop che hai citato: Toninelli chiedeva i dati ufficiali delle vendite, Boselli parlava d'altro e diceva solo delle affermazioni senza dare dati ufficiali. Per questo propendo a credere di più a Toninelli, fino a quando si avranno dei dati ufficiali sulle vendite.
     
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    Confermo che sono pagine del libro UN SENESE A DARKWOOD.

    Per quanto riguarda il discorso sulle copie vendute concordo su tutto.

    Comunque dando per certo il tracollo dell vendite di Zagor dai primi anni 80 al 1994, mi chiedo solo se fosse un problema solo di Zagor o di tutte le testate Bonelli.

    attendo il tuo lavoro sul dark Zagor e dintorni!
     
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    Non ho capito bene se le copie di cui si parla sono quelle vendute ogni mese o quelle vendute ogni anno. Propenderei per la seconda ipotesi, altrimenti dovrei pensare che Tex e Dylan Dog, quando vendevano 400.000 copie erano letti da quasi un italiano su 100!
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 10/4/2023, 18:43) 
    Non ho capito bene se le copie di cui si parla sono quelle vendute ogni mese o quelle vendute ogni anno. Propenderei per la seconda ipotesi, altrimenti dovrei pensare che Tex e Dylan Dog, quando vendevano 400.000 copie erano letti da quasi un italiano su 100!

    Erano quelle vendute ogni mese: e in effetti erano letti da quasi un italiano su 100. Ma stiamo parlando dei tempi d'oro di quei fumetti.

    Sto analizzando attualmente i risultati del referendum del 1981 della Bonelli su Tex, Zagor e Mister No: avevano risposto, come di norma, solo una piccola parte dei lettori. Composta da 30.000 persone. Per darti un'idea, Tex Willer, la nuova serie della Bonelli su Tex, vende 30.000 copie al mese.
     
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