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  1. ZAGOR - IL TESORO DELLA CITTA' FANTASMA (Ivan)

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    Ivan
    Zagor
    By joe 7 il 6 Feb. 2019
     
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    ZAGOR 281-282: IL TESORO DELLA CITTA' FANTASMA (analisi di Ivan)

    Testi: Marcello Toninelli
    Disegni: Franco Donatelli

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 332-333 (usciti nel 1988-89). I numeri reali di queste storie di Zagor sono 281-282. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 281-282.

    TRAMA

    Jess, un evaso, insieme ai suoi compari, cerca di recuperare il suo bottino nascosto in una ghost town, ma per farlo deve attraversare il deserto. Zagor e Cico si mettono a disposizione degli evasi per aiutarli ad attraversare il deserto, fingendo arrendevolezza, con lo scopo di scoprire il luogo dove è nascosto bottino e restituirlo alla banca. La traversata nel deserto è durissima: oltre a questo, si aggiungono i pericoli di vari cacciatori di taglie come Macallan oppure di ex-colleghi di Jess come Dexter. Alla fine raggiungono la ghost town e Zagor riesce ad aver ragione di Jess e degli altri.

    COMMENTO

    Storia anomala per Toninelli. In pratica, qui ha invertito le sue tipiche caratteristiche come autore: un soggetto pieno di buchi, ma una sceneggiatura insolitamente (per lui) ricca di pathos. Il risultato è una storia appassionante nel suo svolgimento, ma poco convincente nella sua struttura di base.

    PREGI

    Il primo pregio è di natura "editoriale" più che "artistica". Nel senso che dopo la indigesta INCUBI avevo il timore che da lì in avanti la collana Zagor potesse prendere quella deriva delirante fatta di "sogni reali che si rivelano realtà oniriche interagenti con universi multidimensionali fatti di sogni nei sogni ma anche il contrario dell'inverso et così è se vi pare forse può darsi chi lo sa"...invece, constatai con sollievo che la serie era ritornata subito sui vecchi binari (nell'occasione accesi un cero a san Marcello da Siena). Toninelli riprende il tema della marcia forzata nel deserto, con chiari rimandi a "Terre bruciate". Ovviamente, "Terre bruciate" è ben altra cosa, però, stavolta, regge bene il confronto con l'inarrivabile Nolitta senza perdere per 20 lunghezze. La narrazione è insolitamente vivace e anche le reazioni dei personaggi sono credibili. Stavolta, bravo Toninelli anche come narratore (almeno nella lunga sequenza che si svolge nel deserto; nel prima e nel dopo ritroviamo il solito Toninelli piatto come una tavola da surf). Da notare che in questa circostanza Toninelli fa un ottimo uso delle didascalie, con stile molto "nolittiano".

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    Pur nella sua caratterizzazione piuttosto stereotipata, Jess è un villain abbastanza riuscito. Cattivissimo, astuto e perfettamente funzionale al suo ruolo di antagonista principale.

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    Anche la figura del bounty killer Macallan ha un certo fascino: esperto, implacabile e cinico quanto basta per non fare distinzioni di buoni e cattivi tra le sue prede. Peccato che Toninelli lo faccia accoppare da Jess alla prima occasione: poteva essere un personaggio sfruttato maggiormente nel corso della storia.

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    Le insidie del deserto sono ben sfruttate. Il caldo, la carenza d'acqua, gli agguati dei bounty killers e le tensioni interne al gruppo di braccati forniscono una serie di spunti narrativi che rendono molto dinamica e coinvolgente la sequenza della traversata. Fascinosa l'idea di cercare di rubare le riserve d'acqua al gruppo di Macallan, invertendo così i ruoli cacciatori/prede.

    DIFETTI

    Come ho scritto nella premessa, stavolta i maggiori difetti stanno a monte: nel soggetto di base (che di norma dovrebbe invece essere il punto di forza delle storie di Toninelli). In primis, nel piano di Zagor per indurre Jess a “reclutarlo” come guida per la traversata del deserto. In sintesi: Zagor sa che Jess ha bisogno di una guida per attraversare il deserto, così si fa trovare volutamente sulla sua strada, sapendo che il bandito lo risparmierà a tal scopo. Ma è un piano che fa acqua da tutte le parti, per svariati motivi:

    1) Zagor non conosce Jess, quindi non può prevedere le sue reazioni: per quel che ne sa, Jess potrebbe farlo secco appena lo vede per rubargli le armi e non può nemmeno essere sicuro che Jess lo riconosca come "grande esperto di traversate di deserti doc". :rolleyes:

    2) Anche ammettendo che Jess reagisca esattamente come Zagor aveva sperato, non può certo prevedere che il bandito abbia interesse a risparmiare anche la vita dell'inutile Cico, che, peraltro di questo "geniale piano" non ne sapeva proprio niente. :blink:

    3) Il piano presenta troppe incognite incontrollabili. Qualsiasi previsione Zagor possa fare all'inizio, essa se ne andrà a ramengo durante la traversata del deserto, dove le stressanti circostanze potrebbero indurre Jess a prendere decisioni drastiche o disperate riguardo i suoi ostaggi.

    4) Anche ad un bambino apparirebbe fin troppo logico che Jess, una volta arrivato vicino alla meta, cercherà di disfarsi dei suoi compagni di viaggio...ma il machiavellico Zagor sembra proprio non tenere conto di questa ovvietà (che era l'unica cosa ovvia e prevedibile della traversata). Infatti è solo un CASO che Jess non li uccida a sangue freddo (proprio come fa con Macallan) quando sul finale decide di “sciogliere la società” e proseguire da solo. Alla faccia dei “rischi calcolati”! Zagor non ha mai avuto il controllo degli eventi neanche per un solo istante; il suo infallibile piano sembra procedere solo per improvvisazioni e speranze nella fortuna.

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    Appare quindi decisamente forzato (per non dire inverosimile) sia il piano di Zagor per farsi “assumere” come guida da Jess, sia il fatto che Cico venga tenuto all'oscuro di tutto fin dall'inizio. :blink: Un'altra assurdità è il motivo con cui Jess pensa di costringere Zagor ad aggregarsi a lui senza timore che cerchi di ribellarsi. In breve: Jess si imbatte “casualmente” in Zagor, e lo convince a fargli da guida adducendo che ormai sono sulla stessa barca, poiché “gli inseguitori, vedendovi con noi, faranno fuori anche voi credendovi nostri complici”...e Zagor, suo malgrado, riconosce che il bandito lo ha incastrato per bene. :huh: :huh: :huh: :huh:

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    No, questo passaggio non sta proprio in piedi. Qui il lettore pensa subito: o Zagor è diventato scemo del tutto, oppure c'è un qualche trucco dietro. Zagor si dimostra troppo arrendevole e Jess è troppo sicuro che basti la vaga possibilità che Zagor e Cico vengano scambiati per due suoi complici per assicurarsi la loro docile e totale collaborazione (al punto da restituirgli persino le loro armi e permettergli pure di fare i turni di guardia notturni!) :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: :huh: Inverosimile due volte: una nel fatto che Jess abbia fiducia in un assunto così labile, l'altra nel fatto che Zagor – pur fingendo – ne riconosca la validità. Ma poi, che bisogno c'era di inscenare tutta questa complicatissima commedia? Se Zagor è sicuro del luogo in cui poter incontrare l'evaso Jess, gli tenda un agguato e lo riporti in prigione, punto. In pratica, Zagor imbastisce un piano farraginoso che prevede:
    - la sua cattura da parte di un pericoloso evaso
    - il venire braccato da spietati bounty killers
    - la traversata di un deserto con scarsissime probabilità di uscirne vivo...
    ...solo per permettere ad una banca di recuperare il bottino di cui il carcerato Jess non voleva rivelare il nascondiglio?! Troppo assurdo, dai. L'idea di mettere Zagor a fare da guida agli evasi va bene, però Toninelli avrebbe dovuto studiare un espediente narrativo più credibile.

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    Inoltre, la presenza di Dexter nella storia non serve proprio a niente. In pratica: Dexter esce dal carcere poco prima di Jess, è animato da propositi di vendetta, Toninelli gli dedica addirittura una sotto-trama parallela alla storyline principale, durante tutta la storia attendiamo il suo devastante intervento...e alla fine come si risolve tutta questa aspettativa? CHE JESS LO FA FUORI SUBITO APPENA LO VEDE e la storia prosegue tranquillamente come se Dexter non fosse mai esistito. Non si capisce quindi perché Toninelli abbia ficcato nella storia un comprimario così inutile. Giusto per riempire un po' di pagine vuote? :huh:

    In definitiva, Toninelli ha dimostrato di saper anche confezionare storie con un certo pathos nella narrazione. Il risultato non è nulla di celestiale, intendiamoci, però, rispetto al piattume medio delle produzioni toninelliane, questa storia si colloca tra le sue più riuscite – o meno fiacche, che dir si voglia.

    Storia: 7 (soggetto 6, svolgimento 7,5)
    Disegni: 7

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    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:46
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