Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: IL BUONO E IL CATTIVO-TERRE BRUCIATE (Ivan)

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    Ivan
    Zagor
    By joe 7 il 21 June 2017
     
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    ZAGOR 104-107: IL BUONO E IL CATTIVO - TERRE BRUCIATE (analisi di Ivan)

    Testi: Guido Nolitta
    Disegni: Gallieno Ferri

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    zgr106


    Zagor edizione originale Zenith: n. 155, 156, 157, 158 (usciti nel 1974). I numeri reali di Zagor sono: 104, 105, 106, 107. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, l'edizione Zenith pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 104, 105, 106,107.

    TRAMA

    Nella città di Rapid City, il ricco e potente Henry "Master" Murchisson è morto, lasciando tutto in eredità ai due nipoti, Simon Greaves e Bobby Larson: o meglio, a chi dei due raggiungerà un determinato oggetto che lui aveva lasciato a Cathedral Peak, un luogo roccioso in mezzo al deserto. Simon è noto per essere un poco di buono e delinquente, e Bobby, invece, che è un uomo onesto, subisce degli attacchi misteriosi la cui responsabilità è sicuramente di Simon. Bat Batterton, il detective amico di Zagor, viene ingaggiato da Bobby per fare delle indagini. E' in questo contesto che Zagor e Cico arrivano a Rapid City, decidendo di aiutare Bobby e il loro amico Bat. Con l'aiuto della guida Archer, dovranno intraprendere un viaggio debilitante e pericoloso, ostacolato non solo da Simon, ma anche da indiani misteriosi, agguati, inganni, fino a raggiungere finalmente il Cathedral Peak, dove li aspetta una sorpresa clamorosa: il colpevole di tutti gli attentati è il notaio di Rapid City, Klaus Fiedermann. Dopo uno scontro rapido e feroce, Klaus viene ucciso e Bobby e Simon (che è riuscito a raggiungere per primo il Cathedral Peak) fanno la pace e dividono l'eredità del nonno.

    COMMENTO

    Uno degli episodi di punta della golden age, scritto da un Nolitta in gran forma. A conti fatti, è una sorta di Odissea Americana in chiave realistica, arricchita da un contorno più variegato (nonostante ciò, in senso globale io preferisco di un pelino l'Odissea originale...anche se sono entrambe memorabili, ognuna a proprio modo).

    PREGI

    Ancora una volta il soggetto di base è abbastanza semplice (quasi disneyano, direi: una corsa a due verso un'eredità...pare proprio una storia di Paperone vs Rockerduck, senza contare il rapporto zio - due nipoti), ma lo svolgimento è mozzafiato. Il ritmo non perde un colpo, e tiene inchiodati alla lettura dall'inizio alla fine. Questa era la grande abilità narratoria di Nolitta: un raffinato raccontastorie che riusciva ad incantare la platea trasformando favole banali in epopee avvincenti. Il De André del Fumetto. (Ed è inutile che Gigi D'Alessio cerchi di nascondersi dietro al penoso alibi “Lo faceva anche De André”...La Classe non si imita appiccicando qualche vaga similitudine qua e là.) Rara incursione di Nolitta nel genere Giallo (o “parzialmente Giallo”), genere per il quale notoriamente non stravedeva...ma che dimostra di saper maneggiare all'occorrenza, con buoni risultati. Qui inserisce un doppio depistaggio sul presunto colpevole, dopo aver dirottato i sospetti su Simon in modo quasi scontato fin dall'inizio. Ben caratterizzati i due cugini rivali. Fin dal titolo del primo albo (IL BUONO E IL CATTIVO) si desumono le loro caratteristiche e il loro antagonismo. Bobby il “BUONO”, un cuore d'oro quasi noioso nella sua purezza d'animo. Simon il “CATTIVO”, un bulletto locale prepotente e violento, disposto a ricorrere a mezzi sporchi per ottenere ciò che vuole. Se la personalità iniziale di Bobby non verrà mai messa in discussione, quella di Simon avrà invece una inattesa svolta “buonista” nel finale.

    image


    Quarta apparizione per Bat Batterton, il detective strampalato. Come al solito, la sua presenza serve solo a fare numero, però i suoi siparietti sono sempre gradevoli. Insolitamente, in questo episodio non ci sono gags dedicate al solo Cico; gli spunti comici del messicano vengono esposti mentre partecipa attivamente alle azioni del gruppo. In compenso, c'è una lunga gag dedicata a Icaro la Plume, divertente anche se del tutto avulsa dallo sviluppo narrativo (un tipico inserto di "grasso”). Tra i comprimari spicca senza dubbio Archer, una guida abile e ricca di sfaccettature (tant'è che in varie occasioni ruba la scena persino a Zagor). Uno dei migliori co-protagonisti positivi creati da Nolitta. Come in "Odissea americana" (e di lì a poco in "La marcia della disperazione"), Nolitta riprende uno dei suoi temi preferiti, ovvero il progressivo logoramento fisico e mentale di un gruppo di uomini calati in un ambiente ostile ed estremo. Qui la difficoltà è rappresentata dalla marcia nel deserto, interminabile e insidiosa. Nolitta descrive bene il senso di oppressione dovuto al sole cocente e alla carenza d'acqua, con pennellate quasi poetiche in didascalia.

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    Indimenticabile la sequenza della veglia nel deserto, con l'attacco dei “morti viventi”. Da manuale la costruzione della suspense: la frase "Le tombe vomitano i vivi" riecheggia infatti a più riprese, creando una forte aspettativa su questa misteriosa insidia, e finalmente ne viene rivelato il significato. Si inizia con uno scambio di battute tra Cico e Bat, poi l'atmosfera muta di colpo da comica a tragica: una specie di “zombi” emerge da una fossa spostando una lastra di pietra, imitato subito dopo da molti altri consimili, animati da chiare intenzioni bellicose. In realtà questi esseri sono una tribù indigena che si è adattata alla dura vita di quel deserto, vivendo sottoterra e uscendone solo durante la notte per cacciare. Una razza di nativi caratterizzata in modo molto originale e credibile.

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    Toccante la scena in cui Archer, in preda al panico, spara all'impazzata sul fondo di una fossa in penombra, uccidendo una donna e il suo bambino. Nolitta non calca la mano sulla tristezza di quella sequenza, limitandosi a far pronunciare una frase di rimorso ad Archer...Certo è che quella scena rimane impressa per la sua crudezza e penosità.

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    La monotona marcia di avvicinamento a Cathedral Peak si movimenta all'improvviso, in modo frenetico, quando Zagor - avvedutosi del fatto che la fonte d'acqua è stata avvelenata - deve prendere a cazzotti i propri compagni per impedire loro di bere. Di lì a poco scoprono i cadaveri degli ultimi due sgherri di Simon, morti avvelenati. A quel punto, paiono non esserci più dubbi sulla natura spietata di Simon, e Nolitta raggiunge il suo scopo di accentrare su di lui tutto l'astio di personaggi e lettori. Per questo, è di grande effetto scoprire che, in realtà, i sabotaggi e gli omicidi erano invece stati commessi dal notaio Klaus Fiedermann, che fin dall'inizio aveva seguito di nascosto entrambi i gruppi rivali. Dopo l'uccisione di Fiedermann da parte di un Archer fuori di sè, c'è il finale ficcante, con alternarsi di vicende tragiche/comiche/ironiche/sentimentali/filosofiche. Simon dimostra di non essere poi quella carogna che si credeva, e il famoso oggetto al Cathedral Peak si rivela più “simbolico” che altro (una pipa da riflessione).

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    DIFETTI

    Questo è talmente celebre che è quasi superfluo ribadirlo: l'arrivo “impossibile” di Fiedermann a Cathedral Peak prima dei due eredi. Qui Nolitta probabilmente si è preoccupato solo del colpo di scena (un colpevole esterno ai due gruppi è in effetti una buona trovata), senza curarsi di costruire i dettagli narrativi che lo rendessero anche verosimile. Succede, quando si scrive “ad istinto”. Inoltre, l'assunzione di Archer non è stata affatto presentata. Data l'importanza del personaggio, è un'omissione non da poco. Dobbiamo considerare che la precedente guida di Bobby è stata appena uccisa, mettendo il suo team in grandi difficoltà. Il trovare in fretta e furia una nuova guida è una questione urgentissima...eppure il giorno dopo, il gruppo di Bobby parte come se niente fosse, con una nuova guida (Archer, appunto) apparsa come per incanto: neanche una vignetta dedicata alla ricerca di un sostituto, né alla presentazione del personaggio, né alle trattative per convincerlo ad unirsi alla spedizione. Una frettolosità decisamente non nolittiana. Questo “vuoto narrativo” è una delle lacune che mi appaiono più evidenti nel ripensare a questa storia in senso generale. (nota di Joe7: un altro difetto è vedere Klaus Fiedermann, che dopotutto ha i suoi anni e non è certo Supermike, tenere testa a un tizio tutto muscoli e agilità come Zagor! Ma questa la si potrebbe aggirare col dire che lo spirito con la scure era debilitato e indebolito per il massacrante viaggio che aveva fatto, quindi non era in forma...)

    DISEGNI

    Ferri golden age...C'è bisogno di dire altro? Forse sì. Ovvero, che rileggendo adesso le storie di quel periodo dorato (non solo per i disegni) si ha una maggior percezione di quanto sia stata significativa la recente scomparsa del Maestro. Un disegnatore unico al mondo, insostituibile. Una fortuna aver potuto godere del binomio Nolitta/Ferri nel loro massimo splendore.

    Storia: 9
    Disegni: 10


    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:57
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  1. Alberto Cavalasca
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    Ciao, penso che questa storia sia una Odissea Americana però più matura e complessa: è veramente coinvolgente e dimostra la grandezza del duo Nolitta-Ferri una volta di più. Sull'arrivo impossibile del notaio, beh, si legge anche con l'accettazione dell'impossibile, il colpo di scena vale anche un pizzico di assurdo...
     
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    CITAZIONE (Alberto Cavalasca @ 6/7/2017, 09:44) 
    Ciao, penso che questa storia sia una Odissea Americana però più matura e complessa: è veramente coinvolgente e dimostra la grandezza del duo Nolitta-Ferri una volta di più. Sull'arrivo impossibile del notaio, beh, si legge anche con l'accettazione dell'impossibile, il colpo di scena vale anche un pizzico di assurdo...

    Quando io lessi quella storia da ragazzo non mi posi mai il problema: sono cose che ti possono venire in mente solo dopo, quando analizzi la storia, ma di primo acchito non ci fai neanche caso, potresti trovare da solo delle spiegazioni tue (ha preso il veicolo di La Plume, conosceva una scorciatoia, ha usato il teletrasporto). Quello era stato un ottimo colpo di scena, che non ha danneggiato il "senso" della storia, quindi la cosa si può benissimo perdonare. In fondo, non interessa a nessuno come abbia fatto Fiedermann ad arrivare prima... ^_^
    Per il resto sono d'accordo, un'ottima storia!
     
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    Una delle pochissime storie che ho svalutato nella rilettura recente. Parte alla grande con personaggi e mistero, ma poi, nonostante le situazioni intriganti e drammatiche e le scene suggestive, ci sono svarioni come quelli sopra descritti. Qualche autore è stato criticato per meno. XD Uno su tutti la decisione di Zagor di attraversare quella zona allucinante senza dire niente agli altri tranne Archer per... una gara! Mamma mia! E qualcuno aveva aveva fatto le pulci indispettito a Boselli perché in "Ultima Thule" il nostro non aveva detto subito a Cico le cose come stavano. XD Sic! E li c' era in gioco molto di più che un' eredità. XD Altra "perla", la non spiegazione su come Simon abbia fatto a non finire avvelenato. Come è stato fatto notare, i nostri a quel punto pensano logicamente che sia stato lui ad uccidere gli altri, ma una volta scoperto che non è così... non che uno voglia spiegazioni per forza sempre e comunque eh! Nel ritorno di Hellingen in "Ora zero" Nolitta non ne ha messe ed è stato meglio così. XD Però quì... che bastava spenderci due righe? Un escamotage tranquillo lo si trovava. Boh!
    Quì si va più sul soggettivo e la scena citata sopra di Archer la trovo una di quelle esagerazioni drammatiche nolittiane che un po mi infastidiscono. Meno male che in Zagor ce ne sono poche. Paradossalmente più in "Mister no".


    CITAZIONE (joe 7 @ 6/7/2017, 13:16) 
    Quello era stato un ottimo colpo di scena, che non ha danneggiato il "senso" della storia, quindi la cosa si può benissimo perdonare. In fondo, non interessa a nessuno come abbia fatto Fiedermann ad arrivare prima... ^_^

    Ed infatti io questa scena neanche la critico.
     
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    [QUOTE=Francesco Romani,23/12/2017, 15:03 ?t=5635364&st=0#entry23958245]
    Una delle pochissime storie che ho svalutato nella rilettura recente. Parte alla grande con personaggi e mistero, ma poi, nonostante le situazioni intriganti e drammatiche e le scene suggestive, ci sono svarioni come quelli sopra descritti. Qualche autore è stato criticato per meno. XD Uno su tutti la decisione di Zagor di attraversare quella zona allucinante senza dire niente agli altri tranne Archer per... una gara! Mamma mia! E qualcuno aveva aveva fatto le pulci indispettito a Boselli perché in "Ultima Thule" il nostro non aveva detto subito a Cico le cose come stavano. XD Sic! E li c' era in gioco molto di più che un' eredità. XD Altra "perla", la non spiegazione su come Simon abbia fatto a non finire avvelenato. Come è stato fatto notare, i nostri a quel punto pensano logicamente che sia stato lui ad uccidere gli altri, ma una volta scoperto che non è così... non che uno voglia spiegazioni per forza sempre e comunque eh! Nel ritorno di Hellingen in "Ora zero" Nolitta non ne ha messe ed è stato meglio così. XD Però quì... che bastava spenderci due righe? Un escamotage tranquillo lo si trovava. Boh!
    Quì si va più sul soggettivo e la scena citata sopra di Archer la trovo una di quelle esagerazioni drammatiche nolittiane che un po mi infastidiscono. Meno male che in Zagor ce ne sono poche. Paradossalmente più in "Mister no".


    Sono difetti non sostanziali, nel senso che non danneggiano la storia di per sè, tipo nella "Bocca del Drago" di Toninelli: in questi casi, il lettore può trovare da sè le soluzioni che vuole. L'importante è che la storia sia appassionante e coinvolgente: se il risultato è stato raggiunto, i dettagli diventano secondari.
     
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    La parte nella città é puramente introduttiva , ma viene ben ravviata dalle gag di Cico e Bat e pure di Icaro Laplume (il suo cameo é una sequenza di grasso, ma molto spassosa).
    Ben presentato Simon, che appare come il viscido di turno.
    Piccola curiosità: fra i suoi compari ne ho visto uno la cui fisionoma mi ricorda Mr. Kirby della saga su Billy Boy; per la cronaca é il tipo che Cico e Bat cercano (senza successo) di menare.
    La sequenza della gara é veramente adrenalinica e l'incidente della Virtus é il giusto antipasto per una storia gustosa.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 13/9/2020, 12:12) 
    La parte nella città é puramente introduttiva , ma viene ben ravviata dalle gag di Cico e Bat e pure di Icaro Laplume (il suo cameo é una sequenza di grasso, ma molto spassosa).
    Ben presentato Simon, che appare come il viscido di turno.
    Piccola curiosità: fra i suoi compari ne ho visto uno la cui fisionomia mi ricorda Mr. Kirby della saga su Billy Boy; per la cronaca é il tipo che Cico e Bat cercano (senza successo) di menare.
    La sequenza della gara é veramente adrenalinica e l'incidente della Virtus é il giusto antipasto per una storia gustosa.

    Le scene di La Plume sono superflue nel racconto, eppure Nolitta le ha messe per arricchire la storia: un espediente da grande narratore. Infatti, non è necessario raccontare sempre e solo l'essenziale. Simon all'inizio appare davvero come il cattivo, in particolare quando attacca gli indiani: il colpo di scena diventa veramente inaspettato. Riguardo al personaggio che somiglia a Mister Kirby, a volte capita che i disegnatori facciano dei personaggi con fisionomie simili. Tutta la storia comunque è un capolavoro che si legge e si rilegge volentieri. Sono storie che andrebbero ristampate ogni tanto: per esempio, adesso hanno ristampato "Addio, fratello rosso!", proprio la storia con Mister Kirby.

    Addio-fratello-rosso

     
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    Lo so, infatti il volumetto della ristampa é in bella mostra nella mia libreria, insieme a Il Re della Aquile, Oceano, Kandrax il mago e appunto il buono e il cattivo.
    E mi sono obbligato a segnalare che a inizio ottobre uscirà una ristampa della mitica Angoscia.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 13/9/2020, 13:01) 
    Lo so, infatti il volumetto della ristampa é in bella mostra nella mia libreria, insieme a Il Re della Aquile, Oceano, Kandrax il mago e appunto il buono e il cattivo.
    E mi sono obbligato a segnalare che a inizio ottobre uscirà una ristampa della mitica Angoscia.

    Bè, ti stai facendo una lista di storie di tutto rispetto... ^_^
     
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    Ho completato la lettura.
    La sequenza degli indigeni nel deserto (forse la mia preferita di tutta la storia) resta impressa grazie ai disegni magici di Ferri e soprattutto per una serie di fattori:
    Innanzitutto, come ci si arriva: Zagor che fa il furbetto accordandosi in segreto con Archer per una scorciatoia su cui verte un mistero che la guida vorrebbe risolvere.
    Segue poi la sequenza di Archer che spara a degli innocenti: una cosa che al giorno d'oggi non si vedrebbe di certo in un fumetto.
    Infine, la filosofica decisione di Archer di non rivelare la sua scoperta, in quanto comporterebbe delle gravi conseguenze per gli indigeni, non veri cattivi ma semplici vittime di circostanze a cui non possono opporsi.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 20/9/2020, 11:18) 
    Ho completato la lettura.
    La sequenza degli indigeni nel deserto (forse la mia preferita di tutta la storia) resta impressa grazie ai disegni magici di Ferri e soprattutto per una serie di fattori:
    Innanzitutto, come ci si arriva: Zagor che fa il furbetto accordandosi in segreto con Archer per una scorciatoia su cui verte un mistero che la guida vorrebbe risolvere.
    Segue poi la sequenza di Archer che spara a degli innocenti: una cosa che al giorno d'oggi non si vedrebbe di certo in un fumetto.
    Infine, la filosofica decisione di Archer di non rivelare la sua scoperta, in quanto comporterebbe delle gravi conseguenze per gli indigeni, non veri cattivi ma semplici vittime di circostanze a cui non possono opporsi.

    Quella scena era rimasta impressa anche a me. Nolitta su Tuttozagor racconta che era stato in posti simili che lo avevano influenzato a tirare fuori questa storia degli indiani che vivono nelle catacombe:

    "all'inizio degli anni '70, io mi trovavo in viaggio in uno dei miei luoghi preferiti, il Sahara, e per la precisione nel pietroso deserto alla base dell'Hoggar. Mentre i miei compagni d'avventura preparavano la cena sul fuoco del bivacco, io, come al solito, fantasticavo. Guardavo la luna, la notte, le rocce e le montagne dalle strane forme indistinte nelle tenebre e mi divertivo a immaginare di quali avvenimenti terribili ed emozionanti avrebbe potuto essere teatro quel suggestivo paesaggio. E dove per giorni e notti non avevo visto altro segno di vita che qualche lucertola e un occasionale scorpione, ecco che la mia immaginazione vedeva sinistre creature uscire da sotto le rocce e dalle crepe del terreno! Mi misi subito a prendere appunti, e, senza badare a minuzie quali la realtà geografica, trasferii quello spunto e l'intero deserto in un'avventura di Zagor. In quanto agli strani indiani, se possono ricordare gli Hualpai di Mefisto che emergono dal terreno in una famosa storia di Tex ("La gola della morte", n. 39), a me ricordano anche i Morloks, i mostruosi subumani sotterranei del film di George Pal, "The time machine" ("L'uomo che visse nel futuro"). La verità è che qualsiasi avversario annidato in un sotterraneo, in un cunicolo o che sbuca dalla terra suscita timori atavici, come ben sanno i romanzieri dell'orrore, da Lovecraft a Barker. I miei indiani non sono, però, solo spaventosi. Fanno anche compassione per la loro crepuscolare vita di stenti e Zagor e la guida Archer si ripromettono di nascondere al mondo la loro esistenza. Perciò, devono essere ancora là, annidati nel misterioso "deserto che non c'è"".
     
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    Che grande pensatore era Nolitta.
     
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    Ciao! Oggi ho riletto la storia, e dopo aver letto la tua recensione c'è un altro particolare nella storia che secondo me è un altra notevole incongruenza... ovvero perchè Simon non beve l'acqua della fonte avvelenata da Fiedermann? è l'unico a salvarsi nella sua spedizione, e Fiedermann dice che è stato l'unico a non berla senza spiegare bene la motivazione! Questa mi sembra un altra falla nella narrazione!
     
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    CITAZIONE (Francesco Di Filippo @ 6/12/2020, 13:13) 
    Ciao! Oggi ho riletto la storia, e dopo aver letto la tua recensione c'è un altro particolare nella storia che secondo me è un altra notevole incongruenza... ovvero perchè Simon non beve l'acqua della fonte avvelenata da Fiedermann? è l'unico a salvarsi nella sua spedizione, e Fiedermann dice che è stato l'unico a non berla senza spiegare bene la motivazione! Questa mi sembra un altra falla nella narrazione!

    Infatti è solo un dettaglio, ma se si rilegge la storia salta subito fuori.

    Si vede che gli amici di Simon avevano bevuto l'acqua avvelenata per primi e ci erano rimasti secchi davanti a lui, e Simon avrà capito quindi che non era il caso di bere. Può essere andata benissimo così, ma questa rimane una dimenticanza di Nolitta, che non ha spiegato la sopravvivenza di Simon.

    Non va bene quando è il lettore che deve trovare da sè delle spiegazioni per qualche incongruenza nella storia: questo dovrebbe essere il compito del narratore. Ma nelle storie seriali è facile cadere in queste dimenticanze.

    Alla Marvel, ai tempi di Stan Lee, erano consapevoli delle inevitabili incongruenze che potevano saltare fuori in una storia corale con mille supereroi che si intrecciano, e hanno sempre cercato di rimediare. Ciononostante, qualche dettaglio sfuggiva sempre, e allora Stan Lee e gli altri avevano proposto ai lettori il premio "No-Prize": se un lettore trovava una spiegazione valida a una certa incongruenza di una storia, che lui aveva notato, come premio aveva un "No-Prize", cioè un fumetto gratis. ^_^ Adesso non lo fanno più, ma come idea era buona.
     
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    La storia dei cugini Bob e Simon è un omaggio all'avventura, ,quella più classica: il viaggio in una terra inesplorata.
    Nolitta è come al solito un maestro nel fare sviluppare la trama lentamente, in modo da suscitare la curiosità del lettore, lasciando indizi di pericoli imminenti e forgiando i personaggi.
    Il biondo Bob nelle prime vignette sembra essere ispirato da Kirk Douglas, per poi tramutarsi nel "solito" biondino caratteristico di Ferri. Il "cattivo" Simon invece pare Zagor con le basette e qualche capello bianco. Forse per questo non mi è mai stato veramente antipatico, vedevo in lui la possibilità di ravvedimento. 😁
    In questo episodio vedo un po' Zagor alla Bud Spencer: picchia tutti, anche gli amici! E le scazzottate hanno qualcosa di comico, anche se il contesto non lo è. Mi diverte vedere lo spirito con la Scure mollare pugni ai membri della sua spedizione, perché non gli danno il tempo di pronunciare quattro parole, dico quattro: "la fonte è avvelenata"! Appena ne sistema uno, un altro fa per buttarsi nell'acqua e via con un altro sberlone! Siamo ai livelli del miglior Mel Brooks!
    Dò un bel voto alla storia, per lo svolgimento e la caratterizzazione dei protagonisti e comprimari. Per quanto riguarda i disegni, forse Ferri era un po' ripetitivo nelle fisionomie dei volti, ma sapeva ritrarre su quei volti l'intera gamma delle emozioni umane!









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