ZAGOR 119-122: ARRESTATE BILLY BOY! (analisi di Ivan)(Qui l'analisi di Joe7)Trama: Nolitta (Sergio Bonelli)
Disegni: Franco Donatelli
Zagor edizione originale Zenith: n. 170, 171, 172, 173 (usciti nel 1975). I numeri reali di Zagor sono:
119, 120, 121, 122. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 119,120, 121, 122.
TRAMASiamo a
Stoneville, un piccolo paese di frontiera, vicino al quale vivono gli indiani Osages. Ormai sono in pace coi bianchi, tanto che convivono tranquillamente tra di loro. Un giorno,
Billy Boy, il figlio di mister Kirby, un uomo ricco e potente che è il padrone effettivo della città, uccide in stato di ubriachezza la sposa di
Wakopa, il capo degli Osages, e anche due indiani. Il fatto avviene davanti agli occhi di Wakopa e di tutti i cittadini, compreso Zagor, che si trovava a passare da quelle parti con Cico. Nonostante le proteste di Zagor, nessuno ha il coraggio di testimoniare il fatto perchè hanno paura delle ritorsioni degli uomini di Kirby: solo un vecchio ubriacone,
Benny, accetta di farlo (si era rovinato a causa di Kirby, che gli aveva rubato la miniera di argento: in ogni caso, Benny non gli porta rancore, perchè gli piace la vita del vagabondo). Intanto, Wakopa, insieme agli Osages, circonda Stoneville minacciando di renderla isolata per fame, e gli Osages uccidono diverse persone innocenti: i conducenti e i clienti di una diligenza, una famiglia di coloni che viveva nel bosco di Stoneville, compresi i loro bambini. Zagor cerca di convincere Wakopa a fermare lo sterminio, perchè catturerà lui il vero colpevole, Billy Boy, e lo porterà alla giustizia per essere processato. Il capo indiano accetta, ma da qui in avanti è una discesa agli inferi per Zagor: non solo deve affrontare gli uomini di Kirby (soprattut
to il pericoloso
Paco), ma anche il tradimento dello sceriffo di Stoneville e dei suoi uomini, che sono dei mercenari prezzolati al soldo di Kirby. Nonostante tutto, Zagor riesce a portare Billy Boy al processo: ma Kirby compera il giudice e ingaggia dei falsi testimoni, ottenendo l'assoluzione del figlio. Wakopa, che si era nascosto fuori dal tribunale, compare all'improvviso e uccide Billy Boy e lo sceriffo, finendo ucciso a sua volta dagli altri uomini. Kirby, sconvolto dall'accaduto, ordina di lasciar stare Zagor e restituisce la miniera d'oro a Benny. Zagor si allontana portando via il cadavere di Wakopa, mentre Kirby resta da solo davanti al cadavere del figlio.
COMMENTOStoria bella, bella, & bella ancora. Uno dei massimi picchi della golden age – nonché del Verbo Nolittiano. Forse la sua storia più matura dal punto di vista “filosofico”. L'unico rammarico, è che non sia stata illustrata da Ferri; le avrebbe conferito quel
quid in più per farla entrare nell'Olimpo dei comics (ma anche coi disegni dell'onesto Donatelli, rimane comunque un capolavoro da top ten). Idealmente, questa potrebbe rappresentare la storia-modello da usare come riferimento per gli autori della collana (
“Vedete, scribacchini? Una storia di Zagor si scrive più o meno così”), fermo restando che Nolitta va imitato nel “COME” raccontare e non nel “CHE COSA” raccontare (così magari ci risparmieremmo un sacco di “
MaAncheNolittaFacevaCosì” del tutto fuori luogo).
La storia di Zagor
"La stella di latta" fatta qualche anno prima ha delle similitudini con questa storia. "Arrestate Billy Boy" non è solo un'intensa storia avventurosa. È anche – o soprattutto – una metafora sulla differenza tra “Legge” e “Giustizia”. Gli stessi personaggi, nella loro diversità, rappresentano i differenti modi di porsi di fronte alle Leggi. E il loro confronto/scontro trascende la mera
Azione, spostandosi sul piano simbolico. È infatti uno scontro di archetipi: il Debole contro il Forte, il Giusto contro l'Iniquo, l'Idealismo contro la Convenienza. Vediamoli nel dettaglio:
BILLY BOY: il Piccolo Principe cattivo. Pur nella sua caratterizzazione piuttosto grezza e senza particolari sfumature,
Billy Boy Kirby è una figura azzeccatissima: un rampollo viziato e arrogante, che non esita a togliere la vita altrui per puro divertimento, credendosi irraggiungibile dalle conseguenze dei suoi atti scellerati. Billy è inconsapevole dei torti che arreca alle altre persone; in lui non c'è
rimorso per i suoi atti, c'è solo il desiderio di sfuggire alla punizione. Ed anche un'eventuale condanna non servirebbe a renderlo consapevole del male che ha commesso. Per questo si sorprende quando Zagor gli presenta il conto da pagare. Che avrà mai fatto di male? Ha “solo” ammazzato un paio di sudici indiani...Come si permette questo bifolco in casacca rossa di additarlo come un criminale da trascinare in galera? Che Billy sia un personaggio odioso è fuori di dubbio. Ma a differenza di un malvagio “lucido”, ciò che di Billy infastidisce maggiormente è la disinvoltura quasi
fanciullesca con cui commette atti di gravità inaudita senza nemmeno rendersene conto.
MISTER KIRBY: il re nudo. Al contrario di Billy,
Kirby senior è
perfettamente consapevole della differenza tra
Bene e
Male. Ma se il Male serve i suoi interessi, per lui va bene. Egli sa che sarebbe “giusto” che Billy pagasse per i suoi errori, ma in lui la protettività genitoriale è più forte del suo senso di giustizia: quel ragazzo irresponsabile ed incosciente va protetto, a costo di aumentare il numero delle ingiustizie finora commesse. Così, sguinzaglia il suo esercito privato per fermare l'insolente Zagor e riportare all'ovile il monellaccio. Dal suo punto di vista, è tutto nell'ordine delle cose: da sempre il pesce grosso mangia il pesce piccolo senza farsi problemi di coscienza. E lui è decisamente uno squalo. In proposito, eccezionale la maestria oratoria con cui il Sergione riesce a descrivere l'intera personalità di mr. Kirby tramite un brevissimo scambio di battute con Zagor:
WAKOPA: l'assedio degli Osages. Ovvero: il Debole che chiude il Forte all'angolo, pretendendo riparazione a un torto. Rischiando così a sua volta di porsi nel ruolo di oppressore, di persecutore di innocenti. La
Vendetta, per sua stessa natura, ha questo inevitabile effetto collaterale.
La violenza subìta giustifica il ricorso ad altrettanta violenza? Difficile dare una risposta univoca. In genere, è raro che una vendetta resti circoscritta ai soli responsabili di un torto, senza che vengano coinvolti altri innocenti. È il caso degli abitanti di Stoneville, o degli uomini trucidati sulla diligenza, o del corriere inviato a chiedere rinforzi, o della famigliola Harper; tutti poveri cristi che ci rimettono la vita pur essendo del tutto
ESTRANEI alla faida tra Wakopa e i Kirby. Del resto è il fondamento dei fautori di ogni guerra:
legare il proprio destino a migliaia di innocenti. Cosicché, se il loro nemico vuole raggiungerli, deve
prima passare sopra una montagna di morti che non c'entravano nulla. Questo, storicamente, è il prezzo di ogni Guerra. Sempre, senza eccezioni.
ZAGOR. Assieme a
"Zagor racconta", questo è l'episodio in cui Nolitta sottolinea maggiormente l'ambiguità di fondo dell'“etica” di Zagor. Nel conflitto
Osages-vs-Stoneville non ci sono prese di posizione nette, “texiane”:
ognuna delle due parti ha dei torti e delle ragioni, e Zagor deve fare i salti mortali per evitare che la questione si riduca ad un semplicistico
“Noi-buoni-contro-voi-cattivi” che farebbe perdere di vista le responsabilità
individuali del conflitto e il suo
casus belli originario (l'omicidio insensato della moglie di Wakopa e dei due Osages da parte di Billy Boy). Qui Nolitta si mette da solo in una posizione scomodissima, col rischio di far passare l'eroe per un difensore di massacratori di inermi (visione solo parziale, certo, ma giustificabile se letta in modo
isolato dal contesto generale). Così il suo Zagor agisce non in funzione di aiutare la fazione “buona”, bensì per un senso della Giustizia che trascende il fazionismo. Quindi il suo parteggiare per gli Osages è solo APPARENTE, una conseguenza accidentale derivante dal suo scopo principale, ovvero quello di voler portare Billy Boy di fronte alla Legge per rispondere dei suoi atti criminali. In tal modo, Nolitta si salva in corner, senza né assolvere gli Osages per la loro spropositata reazione, né contravvenire ai princìpi morali che caratterizzano la figura del suo Zagor. Questa “neutralità etica” era l'unico modo possibile per sviluppare una trama fondata su premesse così delicate.
BENNY. Un ubriacone derelitto, l'unico abitante di Stoneville che accetta di testimoniare contro Billy. Il granello di sabbia che rischia di inceppare il grande meccanismo. Kirby non gli attribuisce neanche il valore di un proiettile; il fastidio rappresentato dalla testimonianza di Benny può essere aggirato “a norma di legge” assoldando dei contro-testimoni per screditare la parola dell'insignificante teste. Benny incarna le ragioni del Debole al cospetto dei soprusi del Potente, il quale si sente protetto dalla Legge semplicemente in virtù dell'essere tale, in perfetta linea col motto monicelliano
“Io so' io, e voi non siete un...”. Kirby è Kirby, e Benny non è nulla. Per questo non teme ritorsioni, e solo un ingenuo come Zagor (che scambia una macchia di sugo sul petto di Benny per un foro di proiettile) può credere che Kirby abbia avuto paura della testimonianza di Benny tanto da volergli tappare la bocca per sempre.
CICO, o il grosso escluso. Insolitamente, stavolta Nolitta lo taglia fuori dalla vicenda principale. È vero che gli dedica una lunga sequenza iniziale (la mitica gag della “fumeria d'oppio”), però è una scenetta a sè stante, che sarebbe stata buona per qualunque altro episodio. La
vera storia inizia, di fatto, con l'azione di Billy Boy. Qui Cico viene “parcheggiato” a Stoneville, mentre Zagor se ne va in giro da solo a fare il castigamatti. Una scelta narrativa per rimarcare che stavolta l'attenzione va concentrata sul solo
Zagor, senza distrazioni o inserti umoristici in una storia dal taglio estremamente drammatico.
“Dormire...Morire..." Ovvero: come creare pathos facendo accadere...
nulla. Mi riferisco alla sequenza in cui Zagor si arrocca sul'altipiano assieme a Billy per trascorrere la notte e ripartire all'alba. Zagor è sfinito, ma sa di essere circondato dagli uomini di Kirby e deve sorvegliare i loro movimenti: se cede alla stanchezza e chiude gli occhi, è
morto. Così si sforza di tenere la mente occupata per rimanere desto. Ripensa all'avventura con Rakosi (bel cameo), passeggia per scuotersi...ma alla fine crolla. Il fatto che un uomo robusto come Zagor – e per di più in pericolo di vita – si addormenti lo stesso, dà l'idea del livello di esaurimento fisico in cui si trovava in quel momento. Nolitta trova il modo di comunicarlo molto bene al lettore, che può quasi percepire la pesantezza delle palpebre del protagonista. E paradossalmente, sarà proprio il dolore provocato dalla sassata rifilatagli da Billy a scuotere Zagor dal torpore in cui era sprofondato. Appena in tempo per respingere gli assedianti.
PACO. Una
comparsa indimenticabile. Personaggio nolittiano al 100%. All'inizio viene presentato solo come un tirapiedi più abile del normale, tant'è che è l'unico a sfuggire alla decimazione operata da Zagor nei confronti dei suoi inseguitori...
...ma lo scontro finale con Zagor ridefinisce la sua personalità fin lì solo abbozzata. E a Nolitta bastano poche pennellate d'autore. Paco arriva persino a prendere a schiaffi Billy Boy rinfacciandogli la sua stupidità, e se non fosse per la lealtà verso suo padre, lascerebbe volentieri che lo impiccassero.
Paco non inganna se stesso; sa di servire una causa sbagliata. Ma in lui c'è qualcosa di più forte del senso di giustizia: la
DEVOZIONE. Nolitta non ci dice nulla sui motivi della fedeltà di Paco per mr.Kirby, ma devono essere abbastanza validi da indurlo a calpestare i propri princìpi etici. Poi arriva quella che considero la
perla dell'episodio, con una proposta inattesa: Paco ha rispetto per Zagor, e non vuole ucciderlo. Così gli offre la possibilità di salvarsi la vita...a patto che gli dia la sua parola di andarsene, rinunciando a perseguire Billy Boy.
Qui Paco dimostra di aver capito molto di Zagor. Sa che rispetterebbe la propria parola, e dà per scontata la sua risposta...ma il diniego di Zagor lo spiazza.
Nell'occasione, il comportamento di Zagor è
assurdo; qui Nolitta spinge al limite la complicità del lettore. In un fumetto raccontato in un
altro modo, sarebbe impensabile proporre una situazione del genere. Ma Nolitta osa. E fa centro. Quando Paco arma il cane della sua doppietta, deciso, pur controvoglia, ad uccidere Zagor, traspare tutto il suo conflitto interiore (
“Tu non mi dai altra scelta...Anche se questo non potrò mai perdonarmelo”). Ma le frecce degli Osages spengono il suo proposito – e con esso, la sua vita.
L'unico rammarico di questa magnifica sequenza è che Nolitta non abbia dedicato qualche vignetta per commemorare la morte di quello strano nemico; la lista dei conti da saldare coi Kirby avrebbe raggiunto una nuova vetta di epicità. Questa manchevolezza (assieme alla morte dello sceriffo Connor per mano di Wakopa, che mi è apparsa un po' fuori luogo) è l'unico appuntino che farei ad una storia altrimenti
perfetta.
LEGGE, GIUSTIZIA e VENDETTA. Con l'assoluzione di Billy Boy, Nolitta fa raggiungere alla storia il suo massimo vertice di amarezza: tutto ciò che è stato letto finora, tutti gli sforzi compiuti da Zagor, di colpo si rivelano essere stati
inutili.
La giustizia rappresentata dalla Legge si dimostra asservita al Potere, e a quel punto l'unico modo di ottenere riparazione dei torti diventa il farsi giustizia da sé. Ci prova prima Zagor estraendo la pistola subito dopo la sentenza in un impeto di rabbia, ma viene trattenuto da Cico e Benny.
Ci riesce invece Wakopa, che uccide a coltellate Billy, ben sapendo che quel gesto gli sarebbe costato la vita subito dopo.
Qui il messaggio nolittiano è forte. Amletico, direi:
È meglio incassare a denti stretti i torti subìti dai più potenti, oppure restare fedeli ai propri ideali fino alle estreme conseguenze? Non viene data una risposta precisa; vengono solo illustrati i risultati finali delle due differenti opzioni. Wakopa muore, e Zagor resta vivo. E mister Kirby scopre che tutto il suo immenso potere non può metterlo al riparo dalla giustizia di uomini determinati a dare la propria vita pur di perseguirla. Alla fine tutti, in un modo o nell'altro, ne escono
sconfitti. Con ferite più o meno gravi. Uno dei finali più amari dell'intera produzione di Nolitta, che ricorda molto le chiose sconfortevoli di certi episodi di
STORIA DEL WEST firmati dal grande Gino D'Antonio.
In definitiva: non saprei dire se Nolitta abbia consapevolmente inserito nella storia tutte le metafore sopra descritte; diciamo che io le ho
volute intraleggere. Magari l'intento del Sergione era solo di fare una storia di “Violence & revenge” western senza nessun altro sottosignificato, e gli è venuta fuori così. A volte il risultato finale va oltre le intenzioni dell'autore stesso. Da parte mia, la considero
la miglior storia di Zagor tra quelle non disegnate da Ferri.
Storia:
9,5; Disegni:
7,5QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGORL'analisi originale di Ivan si trova
qui.
Edited by joe 7 - 3/10/2023, 14:59
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