Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "ARRESTATE BILLY BOY!" (Ivan)

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    By joe 7 il 20 May 2017
     
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    ZAGOR 119-122: ARRESTATE BILLY BOY! (analisi di Ivan)
    (Qui l'analisi di Joe7)

    Trama: Nolitta (Sergio Bonelli)
    Disegni: Franco Donatelli

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 170, 171, 172, 173 (usciti nel 1975). I numeri reali di Zagor sono: 119, 120, 121, 122. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 119,120, 121, 122.

    TRAMA

    Siamo a Stoneville, un piccolo paese di frontiera, vicino al quale vivono gli indiani Osages. Ormai sono in pace coi bianchi, tanto che convivono tranquillamente tra di loro. Un giorno, Billy Boy, il figlio di mister Kirby, un uomo ricco e potente che è il padrone effettivo della città, uccide in stato di ubriachezza la sposa di Wakopa, il capo degli Osages, e anche due indiani. Il fatto avviene davanti agli occhi di Wakopa e di tutti i cittadini, compreso Zagor, che si trovava a passare da quelle parti con Cico. Nonostante le proteste di Zagor, nessuno ha il coraggio di testimoniare il fatto perchè hanno paura delle ritorsioni degli uomini di Kirby: solo un vecchio ubriacone, Benny, accetta di farlo (si era rovinato a causa di Kirby, che gli aveva rubato la miniera di argento: in ogni caso, Benny non gli porta rancore, perchè gli piace la vita del vagabondo). Intanto, Wakopa, insieme agli Osages, circonda Stoneville minacciando di renderla isolata per fame, e gli Osages uccidono diverse persone innocenti: i conducenti e i clienti di una diligenza, una famiglia di coloni che viveva nel bosco di Stoneville, compresi i loro bambini. Zagor cerca di convincere Wakopa a fermare lo sterminio, perchè catturerà lui il vero colpevole, Billy Boy, e lo porterà alla giustizia per essere processato. Il capo indiano accetta, ma da qui in avanti è una discesa agli inferi per Zagor: non solo deve affrontare gli uomini di Kirby (soprattutto il pericoloso Paco), ma anche il tradimento dello sceriffo di Stoneville e dei suoi uomini, che sono dei mercenari prezzolati al soldo di Kirby. Nonostante tutto, Zagor riesce a portare Billy Boy al processo: ma Kirby compera il giudice e ingaggia dei falsi testimoni, ottenendo l'assoluzione del figlio. Wakopa, che si era nascosto fuori dal tribunale, compare all'improvviso e uccide Billy Boy e lo sceriffo, finendo ucciso a sua volta dagli altri uomini. Kirby, sconvolto dall'accaduto, ordina di lasciar stare Zagor e restituisce la miniera d'oro a Benny. Zagor si allontana portando via il cadavere di Wakopa, mentre Kirby resta da solo davanti al cadavere del figlio.

    COMMENTO

    Storia bella, bella, & bella ancora. Uno dei massimi picchi della golden age – nonché del Verbo Nolittiano. Forse la sua storia più matura dal punto di vista “filosofico”. L'unico rammarico, è che non sia stata illustrata da Ferri; le avrebbe conferito quel quid in più per farla entrare nell'Olimpo dei comics (ma anche coi disegni dell'onesto Donatelli, rimane comunque un capolavoro da top ten). Idealmente, questa potrebbe rappresentare la storia-modello da usare come riferimento per gli autori della collana (“Vedete, scribacchini? Una storia di Zagor si scrive più o meno così”), fermo restando che Nolitta va imitato nel “COME” raccontare e non nel “CHE COSA” raccontare (così magari ci risparmieremmo un sacco di “MaAncheNolittaFacevaCosì” del tutto fuori luogo).

    La storia di Zagor "La stella di latta" fatta qualche anno prima ha delle similitudini con questa storia. "Arrestate Billy Boy" non è solo un'intensa storia avventurosa. È anche – o soprattutto – una metafora sulla differenza tra “Legge” e “Giustizia”. Gli stessi personaggi, nella loro diversità, rappresentano i differenti modi di porsi di fronte alle Leggi. E il loro confronto/scontro trascende la mera Azione, spostandosi sul piano simbolico. È infatti uno scontro di archetipi: il Debole contro il Forte, il Giusto contro l'Iniquo, l'Idealismo contro la Convenienza. Vediamoli nel dettaglio:

    BILLY BOY: il Piccolo Principe cattivo. Pur nella sua caratterizzazione piuttosto grezza e senza particolari sfumature, Billy Boy Kirby è una figura azzeccatissima: un rampollo viziato e arrogante, che non esita a togliere la vita altrui per puro divertimento, credendosi irraggiungibile dalle conseguenze dei suoi atti scellerati. Billy è inconsapevole dei torti che arreca alle altre persone; in lui non c'è rimorso per i suoi atti, c'è solo il desiderio di sfuggire alla punizione. Ed anche un'eventuale condanna non servirebbe a renderlo consapevole del male che ha commesso. Per questo si sorprende quando Zagor gli presenta il conto da pagare. Che avrà mai fatto di male? Ha “solo” ammazzato un paio di sudici indiani...Come si permette questo bifolco in casacca rossa di additarlo come un criminale da trascinare in galera? Che Billy sia un personaggio odioso è fuori di dubbio. Ma a differenza di un malvagio “lucido”, ciò che di Billy infastidisce maggiormente è la disinvoltura quasi fanciullesca con cui commette atti di gravità inaudita senza nemmeno rendersene conto.

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    MISTER KIRBY: il re nudo. Al contrario di Billy, Kirby senior è perfettamente consapevole della differenza tra Bene e Male. Ma se il Male serve i suoi interessi, per lui va bene. Egli sa che sarebbe “giusto” che Billy pagasse per i suoi errori, ma in lui la protettività genitoriale è più forte del suo senso di giustizia: quel ragazzo irresponsabile ed incosciente va protetto, a costo di aumentare il numero delle ingiustizie finora commesse. Così, sguinzaglia il suo esercito privato per fermare l'insolente Zagor e riportare all'ovile il monellaccio. Dal suo punto di vista, è tutto nell'ordine delle cose: da sempre il pesce grosso mangia il pesce piccolo senza farsi problemi di coscienza. E lui è decisamente uno squalo. In proposito, eccezionale la maestria oratoria con cui il Sergione riesce a descrivere l'intera personalità di mr. Kirby tramite un brevissimo scambio di battute con Zagor:

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    WAKOPA: l'assedio degli Osages. Ovvero: il Debole che chiude il Forte all'angolo, pretendendo riparazione a un torto. Rischiando così a sua volta di porsi nel ruolo di oppressore, di persecutore di innocenti. La Vendetta, per sua stessa natura, ha questo inevitabile effetto collaterale.

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    La violenza subìta giustifica il ricorso ad altrettanta violenza? Difficile dare una risposta univoca. In genere, è raro che una vendetta resti circoscritta ai soli responsabili di un torto, senza che vengano coinvolti altri innocenti. È il caso degli abitanti di Stoneville, o degli uomini trucidati sulla diligenza, o del corriere inviato a chiedere rinforzi, o della famigliola Harper; tutti poveri cristi che ci rimettono la vita pur essendo del tutto ESTRANEI alla faida tra Wakopa e i Kirby. Del resto è il fondamento dei fautori di ogni guerra: legare il proprio destino a migliaia di innocenti. Cosicché, se il loro nemico vuole raggiungerli, deve prima passare sopra una montagna di morti che non c'entravano nulla. Questo, storicamente, è il prezzo di ogni Guerra. Sempre, senza eccezioni.

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    ZAGOR. Assieme a "Zagor racconta", questo è l'episodio in cui Nolitta sottolinea maggiormente l'ambiguità di fondo dell'“etica” di Zagor. Nel conflitto Osages-vs-Stoneville non ci sono prese di posizione nette, “texiane”: ognuna delle due parti ha dei torti e delle ragioni, e Zagor deve fare i salti mortali per evitare che la questione si riduca ad un semplicistico “Noi-buoni-contro-voi-cattivi” che farebbe perdere di vista le responsabilità individuali del conflitto e il suo casus belli originario (l'omicidio insensato della moglie di Wakopa e dei due Osages da parte di Billy Boy). Qui Nolitta si mette da solo in una posizione scomodissima, col rischio di far passare l'eroe per un difensore di massacratori di inermi (visione solo parziale, certo, ma giustificabile se letta in modo isolato dal contesto generale). Così il suo Zagor agisce non in funzione di aiutare la fazione “buona”, bensì per un senso della Giustizia che trascende il fazionismo. Quindi il suo parteggiare per gli Osages è solo APPARENTE, una conseguenza accidentale derivante dal suo scopo principale, ovvero quello di voler portare Billy Boy di fronte alla Legge per rispondere dei suoi atti criminali. In tal modo, Nolitta si salva in corner, senza né assolvere gli Osages per la loro spropositata reazione, né contravvenire ai princìpi morali che caratterizzano la figura del suo Zagor. Questa “neutralità etica” era l'unico modo possibile per sviluppare una trama fondata su premesse così delicate.

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    BENNY. Un ubriacone derelitto, l'unico abitante di Stoneville che accetta di testimoniare contro Billy. Il granello di sabbia che rischia di inceppare il grande meccanismo. Kirby non gli attribuisce neanche il valore di un proiettile; il fastidio rappresentato dalla testimonianza di Benny può essere aggirato “a norma di legge” assoldando dei contro-testimoni per screditare la parola dell'insignificante teste. Benny incarna le ragioni del Debole al cospetto dei soprusi del Potente, il quale si sente protetto dalla Legge semplicemente in virtù dell'essere tale, in perfetta linea col motto monicelliano “Io so' io, e voi non siete un...”. Kirby è Kirby, e Benny non è nulla. Per questo non teme ritorsioni, e solo un ingenuo come Zagor (che scambia una macchia di sugo sul petto di Benny per un foro di proiettile) può credere che Kirby abbia avuto paura della testimonianza di Benny tanto da volergli tappare la bocca per sempre.

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    CICO, o il grosso escluso. Insolitamente, stavolta Nolitta lo taglia fuori dalla vicenda principale. È vero che gli dedica una lunga sequenza iniziale (la mitica gag della “fumeria d'oppio”), però è una scenetta a sè stante, che sarebbe stata buona per qualunque altro episodio. La vera storia inizia, di fatto, con l'azione di Billy Boy. Qui Cico viene “parcheggiato” a Stoneville, mentre Zagor se ne va in giro da solo a fare il castigamatti. Una scelta narrativa per rimarcare che stavolta l'attenzione va concentrata sul solo Zagor, senza distrazioni o inserti umoristici in una storia dal taglio estremamente drammatico.

    “Dormire...Morire..." Ovvero: come creare pathos facendo accadere...nulla. Mi riferisco alla sequenza in cui Zagor si arrocca sul'altipiano assieme a Billy per trascorrere la notte e ripartire all'alba. Zagor è sfinito, ma sa di essere circondato dagli uomini di Kirby e deve sorvegliare i loro movimenti: se cede alla stanchezza e chiude gli occhi, è morto. Così si sforza di tenere la mente occupata per rimanere desto. Ripensa all'avventura con Rakosi (bel cameo), passeggia per scuotersi...ma alla fine crolla. Il fatto che un uomo robusto come Zagor – e per di più in pericolo di vita – si addormenti lo stesso, dà l'idea del livello di esaurimento fisico in cui si trovava in quel momento. Nolitta trova il modo di comunicarlo molto bene al lettore, che può quasi percepire la pesantezza delle palpebre del protagonista. E paradossalmente, sarà proprio il dolore provocato dalla sassata rifilatagli da Billy a scuotere Zagor dal torpore in cui era sprofondato. Appena in tempo per respingere gli assedianti.

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    PACO. Una comparsa indimenticabile. Personaggio nolittiano al 100%. All'inizio viene presentato solo come un tirapiedi più abile del normale, tant'è che è l'unico a sfuggire alla decimazione operata da Zagor nei confronti dei suoi inseguitori...

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    ...ma lo scontro finale con Zagor ridefinisce la sua personalità fin lì solo abbozzata. E a Nolitta bastano poche pennellate d'autore. Paco arriva persino a prendere a schiaffi Billy Boy rinfacciandogli la sua stupidità, e se non fosse per la lealtà verso suo padre, lascerebbe volentieri che lo impiccassero.

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    Paco non inganna se stesso; sa di servire una causa sbagliata. Ma in lui c'è qualcosa di più forte del senso di giustizia: la DEVOZIONE. Nolitta non ci dice nulla sui motivi della fedeltà di Paco per mr.Kirby, ma devono essere abbastanza validi da indurlo a calpestare i propri princìpi etici. Poi arriva quella che considero la perla dell'episodio, con una proposta inattesa: Paco ha rispetto per Zagor, e non vuole ucciderlo. Così gli offre la possibilità di salvarsi la vita...a patto che gli dia la sua parola di andarsene, rinunciando a perseguire Billy Boy.

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    Qui Paco dimostra di aver capito molto di Zagor. Sa che rispetterebbe la propria parola, e dà per scontata la sua risposta...ma il diniego di Zagor lo spiazza.

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    Nell'occasione, il comportamento di Zagor è assurdo; qui Nolitta spinge al limite la complicità del lettore. In un fumetto raccontato in un altro modo, sarebbe impensabile proporre una situazione del genere. Ma Nolitta osa. E fa centro. Quando Paco arma il cane della sua doppietta, deciso, pur controvoglia, ad uccidere Zagor, traspare tutto il suo conflitto interiore (“Tu non mi dai altra scelta...Anche se questo non potrò mai perdonarmelo”). Ma le frecce degli Osages spengono il suo proposito – e con esso, la sua vita.

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    L'unico rammarico di questa magnifica sequenza è che Nolitta non abbia dedicato qualche vignetta per commemorare la morte di quello strano nemico; la lista dei conti da saldare coi Kirby avrebbe raggiunto una nuova vetta di epicità. Questa manchevolezza (assieme alla morte dello sceriffo Connor per mano di Wakopa, che mi è apparsa un po' fuori luogo) è l'unico appuntino che farei ad una storia altrimenti perfetta.

    LEGGE, GIUSTIZIA e VENDETTA. Con l'assoluzione di Billy Boy, Nolitta fa raggiungere alla storia il suo massimo vertice di amarezza: tutto ciò che è stato letto finora, tutti gli sforzi compiuti da Zagor, di colpo si rivelano essere stati inutili.

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    La giustizia rappresentata dalla Legge si dimostra asservita al Potere, e a quel punto l'unico modo di ottenere riparazione dei torti diventa il farsi giustizia da sé. Ci prova prima Zagor estraendo la pistola subito dopo la sentenza in un impeto di rabbia, ma viene trattenuto da Cico e Benny.

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    Ci riesce invece Wakopa, che uccide a coltellate Billy, ben sapendo che quel gesto gli sarebbe costato la vita subito dopo.

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    Qui il messaggio nolittiano è forte. Amletico, direi: È meglio incassare a denti stretti i torti subìti dai più potenti, oppure restare fedeli ai propri ideali fino alle estreme conseguenze? Non viene data una risposta precisa; vengono solo illustrati i risultati finali delle due differenti opzioni. Wakopa muore, e Zagor resta vivo. E mister Kirby scopre che tutto il suo immenso potere non può metterlo al riparo dalla giustizia di uomini determinati a dare la propria vita pur di perseguirla. Alla fine tutti, in un modo o nell'altro, ne escono sconfitti. Con ferite più o meno gravi. Uno dei finali più amari dell'intera produzione di Nolitta, che ricorda molto le chiose sconfortevoli di certi episodi di STORIA DEL WEST firmati dal grande Gino D'Antonio.

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    In definitiva: non saprei dire se Nolitta abbia consapevolmente inserito nella storia tutte le metafore sopra descritte; diciamo che io le ho volute intraleggere. Magari l'intento del Sergione era solo di fare una storia di “Violence & revenge” western senza nessun altro sottosignificato, e gli è venuta fuori così. A volte il risultato finale va oltre le intenzioni dell'autore stesso. Da parte mia, la considero la miglior storia di Zagor tra quelle non disegnate da Ferri.

    Storia: 9,5; Disegni: 7,5

    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    L'analisi originale di Ivan si trova qui.

    Edited by joe 7 - 3/10/2023, 14:59
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  1. Mauro Corti1
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    Ciao.

    Ti ho scritto in questi giorni per il ritorno di Supermike, ma colgo l'occasione di questa ultima recensione per congratularmi con te di questa e di tutte le precedenti, e per farti un complimento particolare: Grazie alle tue analisi mi sono finalmente reso conto del perché, da Zagoriano d'antan, mi sono rimaste così impresse le storie più antiche, mentre quelle recenti mi scivolano addosso come acqua fresca e dopo pochi giorni le ho quasi dimenticate.
    Ho sempre attribuito questa circostanza al fatto che le vecchie storie siano legate ad un altro tempo della mia vita, fanciullezza e adolescenza, e per questo il pathos con cui le ho vissute le ha stampate nella mia memoria con ben altra forza, ma ora, da un lato le tue considerazioni, dall'altro il fatto che sto rileggendo un certo numero di vecchi albi e provo ancora in qualche misura le vecchie emozioni, l'evidenza dei fatti mi ha colpito come un pugno diretto in faccia! Non c'è niente da fare... Idee, sceneggiature, trame e spesso anche i disegni erano semplicemente migliori, e di gran lunga....

    Quando commenti le nuove storie ti ho sentito spesso cantare il DE PRUFUNDIS per Zagor. Io spero che il peggio non accada, ma purtroppo lo temo, non sono le tue analisi a parlare chiaro, ma le mie sensazioni, probabilmente comuni a quelle di molti altri lettori, che forse non continueranno in eterno a dare fiducia e carta bianca alla nuova generazione di autori. Chi vivrà vedrà.... grazie comunque per il tuo lavoro.


    Mauro
     
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    CITAZIONE (Mauro Corti1 @ 22/5/2017, 15:26) 
    Ciao. Ti ho scritto in questi giorni per il ritorno di Supermike, ma colgo l'occasione di questa ultima recensione per congratularmi con te di questa e di tutte le precedenti, e per farti un complimento particolare: grazie alle tue analisi mi sono finalmente reso conto del perché, da Zagoriano d'antan, mi sono rimaste così impresse le storie più antiche, mentre quelle recenti mi scivolano addosso come acqua fresca e dopo pochi giorni le ho quasi dimenticate. Ho sempre attribuito questa circostanza al fatto che le vecchie storie siano legate ad un altro tempo della mia vita, fanciullezza e adolescenza, e per questo il pathos con cui le ho vissute le ha stampate nella mia memoria con ben altra forza, ma ora, da un lato le tue considerazioni, dall'altro il fatto che sto rileggendo un certo numero di vecchi albi e provo ancora in qualche misura le vecchie emozioni, l'evidenza dei fatti mi ha colpito come un pugno diretto in faccia! Non c'è niente da fare... Idee, sceneggiature, trame e spesso anche i disegni erano semplicemente migliori, e di gran lunga.... Quando commenti le nuove storie ti ho sentito spesso cantare il DE PROFUNDIS per Zagor. Io spero che il peggio non accada, ma purtroppo lo temo, non sono le tue analisi a parlare chiaro, ma le mie sensazioni, probabilmente comuni a quelle di molti altri lettori, che forse non continueranno in eterno a dare fiducia e carta bianca alla nuova generazione di autori. Chi vivrà vedrà.... grazie comunque per il tuo lavoro.
    Mauro



    Ti ringrazio, anche se quest'analisi non è mia, ma di Ivan, un lettore di Zagor molto bravo e attento nelle analisi, che scrive nel forum spirito con la scure. Molte analisi di Zagor che ho postato qui sono di Ivan: quando trovo delle analisi molto interessanti fatte da altri (anche quelle di Gerdha su Goldrake) le posto qui sempre volentieri (col loro consenso, ovvio).

    Come ti avevo scritto nella mia precedente risposta, le storie belle, anche se lette anni fa, restano sempre tali. Il Topolino di Gottfredson (L'uomo Nuvola, Topolino sosia di Re sorcio), il Paperone di Carl Barks (Il ventino fatale) sono dei capolavori intramontabili anche se sono stati realizzati negli anni '50. Pure Il principe Valiant, e parliamo di un fumetto degli anni '30! Lo stesso si può dire per lo Zagor di Nolitta, o del Martin Mystere di Castelli, o del Tex in tante sue storie. Anche Memorie dell'invisibile e Attraverso lo specchio di Dylan Dog sono capolavori.

    Ma, attualmente, la qualità degli sceneggiatori della Bonelli si è abbassata considerevolmente: non vogliono più raccontare una storia, ma fare una storia: sembra la stessa cosa, ma non è così. Chi racconta si immedesima nel personaggio, soffre con lui, ama con lui, odia con lui, e trasmette le stesse sensazioni a chi ascolta/legge. Non per nulla il passato di Zagor è intitolato "Zagor racconta...".

    Chi fa una storia fa...una storia. Tizio va da Caio e picchia Sempronio. Fine. La carica emotiva è praticamente nulla, è una specie di compitino fatto per riempire le pagine, ma non trasmette nulla di vero, di vissuto. I personaggi sono anonimi, finti: per questo si è parlato nei forum dello Zagor poliziotto o sistematutto. E' uno Zagor "tizio qualunque", e la cosa peggiore è quando tutti i comprimari ne tessono le lodi dicendo sempre: "lui è...lo spirito con la scure!" "Lui è...Zagor!" "Nei suoi pensieri ora c'è solo: giustizia!". Sono elogi che sanno di falso lontano un miglio.

    Vista la povertà della storia, per metterci qualcosa di più concreto si inseriscono una miriade di dati storici, etnografici, culturali, geografici, ecc. che appesantiscono la già anonima storia (per questo li avevo sempre chiamati "documentari sulle foche").

    Poi, in genere, sempre per riempire il vuoto della storia, aggiungono anche un messaggio politico di sinistra (rispetto per il diverso, lo sfruttamento dei lavoratori, l'uomo bianco è una bestia, lo straniero è sempre buono, le donne sono sempre maltrattate e sono infinitamente migliori degli uomini, l'eroe per la verità è una pezza da piedi, evviva il personaggio ambiguo e così via) trasformando un fumetto in un manifesto di propaganda.

    Inoltre, con l'aumento, fatto in questo mese, dei prezzi delle testate Bonelli (ne parlerò in un articolo) la situazione non migliorerà di certo: si sa che, all'aumentare dei prezzi, gli acquirenti calano. Quindi, viste queste cose, per Zagor sono pessimista. Ci vorrebbe un miracolo per risollevarlo.
     
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    Concordo sia con Mauro che con Joe! Infatti di storie e pellicole che ho svalutato in questi anni ce ne sono veramente poche! A sta roba del "forse lo trovo bello perché visto da piccolo" ecc... non credo affatto. O almeno per me non è così. Quest' opera che lessi da ragazzino mi fece capire purtroppo che in certi casi la legge non è uguale per tutti! Così come guardando una scena di "Ken il guerriero", quella del compleanno di Mamiya, rimasi inorridito da come si potessero commettere atti così atroci oltre che scoprire che esistevano! Tornando alla storia, sembra un pò l' altra medaglia della citata e bellissima "La stella di latta", che aveva un finale più ottimista.

    Nolitta, come scritto sopra e nella seconda parte, vuole strafare, ma riesce in qualche modo a controllare il tutto. Cosa che non avverrà secondo me in parte in "Sandy river" e in qualche storia di Mister No come "Musica maestro" e "Yanoama".
    Aggiungo solo una cosa., Si, questa storia è piuttosto seriosa, ma l' autore non rinuncia a qualche tocco ironico, quasi assente in SR.
    Non ho mai provato onestamente antipatia per mister Kirby mentre il figlio... che roba! Purtroppo come si sa ne esistono così! Sono quelli che uccidono e violentano e molte volte se la cavano con poco perché minorenni! Bleah! Mitico Paco! XD

    Edited by joe 7 - 28/5/2017, 14:03
     
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    Concordo sia con Mauro che con Joe! Infatti di storie e pellicole che ho svalutato in questi anni ce ne sono veramente poche! A sta roba del "forse lo trovo bello perché visto da piccolo" ecc... non credo affatto. O almeno per me non è così. Quest' opera che lessi da ragazzino mi fece capire purtroppo che in certi casi la legge non è uguale per tutti! Così come guardando una scena di "Ken il guerriero", quella del compleanno di Mamiya, rimasi inorridito da come si potessero commettere atti così atroci oltre che scoprire che esistevano! Tornando alla storia, sembra un pò l' altra medaglia della citata e bellissima "La stella di latta", che aveva un finale più ottimista.

    Infatti, "La stella di latta" è una storia che si rilegge volentieri, perchè lì la situazione viene risolta: ed è questo che vuole il lettore, che giustizia sia fatta. Invece, storie come Billy Boy possono essere esaltate da molti, possono anche essere dei capolavori...ma ti sfido a dire che è una storia che si rilegge volentieri. Ci sarà pure qualcuno che legge e rilegge volentieri Billy Boy...ma dubito fortemente che siano in tanti. Una storia dove non c'è giustizia è sempre una storia amara che sarà magari ricordata, ma di rado sarà riletta.

    In Ken il guerriero alla fine si ha sempre la giustizia, per quanto essa avvenga in modo truculento: e questo è anche uno dei segreti del suo successo. Alla gente piace la persona che vince, non quella che perde.


    Nolitta, come scritto sopra e nella seconda parte, vuole strafare, ma riesce in qualche modo a controllare il tutto. Cosa che non avverrà secondo me in parte in "Sandy river" e in qualche storia di Mister No come "Musica maestro" e "Yanoama".

    Sandy River è una delle storie più amare di Zagor, che fa il paio con questa e Libertà o morte.. queste caratteristiche "perdenti" saranno poi accentuate in Mister No, che, tra i personaggi della Bonelli, è uno dei più perdenti in assoluto: viene picchiato subito nel numero 1 nella sua presentazione, per poi andarsene sfiduciato e deluso nell'ultimo numero della serie. Insomma, non è un campione di ottimismo: lo si potrebbe chiamare "Mister Amaro". In Yanoama, comunque, Mister No ed Esse Esse risolvono la situazione, mentre Musica maestro non lo conosco, anche se ho presente il contesto.

    Aggiungo solo una cosa., Si, questa storia è piuttosto seriosa, ma l' autore non rinuncia a qualche tocco ironico, quasi assente in SR.
    Non ho mai provato onestamente antipatia per mister Kirby mentre il figlio... che roba! Purtroppo come si sa ne esistono così! Sono quelli che uccidono e violentano e molte volte se la cavano con poco perché minorenni! Bleah! Mitico Paco! XD


    La "conversione" di Mister Kirby mi è sempre apparsa molto forzata. Ti ammazzano davanti agli occhi il figlio, per il quale hai appena fatto il diavolo a quattro per salvargli la pelle e permettergli l'assoluzione, corrompendo i giudici e i testimoni: il figlio al quale un giorno darai tutti i tuoi possedimenti. E ne esci così? Con un discorso di perdono e comprensione solenne ed amareggiato? E' una cosa troppo stridente con le azioni precedenti di Kirby per essere convincente.

    Riguardo a Billy Boy, è un ragazzo crudele come può esserlo uno che è cresciuto senza nessuna regola. E Kirby è comunque responsabile di come lo ha tirato su: quando Paco ha detto a Billy Boy, schiaffeggiandolo: "al diavolo quell'imbecille che ti ha dato in mano per la prima volta la pistola!" mi riesce difficile pensare che "l'imbecille" non sia mister Kirby, che gli avrà regalato la prima pistola il giorno del suo ottavo o decimo compleanno...
     
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    la tribù degli Osages vista in questa storia é stata ripescata nel Maxi-Zagor dello scorso anno (I mandriani), dove lo Spirito con la Scure doveva raddrizzare un nuovo torto inferto loro dai bianchi.
    Ovviamente, la differenza qualitativa fra le due storie è ABISSALE.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 27/5/2020, 18:59) 
    la tribù degli Osages vista in questa storia é stata ripescata nel Maxi-Zagor dello scorso anno (I mandriani), dove lo Spirito con la Scure doveva raddrizzare un nuovo torto inferto loro dai bianchi.
    Ovviamente, la differenza qualitativa fra le due storie è ABISSALE.

    Non ho letto la storia, ma sui commenti sui forum di Zagor sembra sia stata una schifezza. Sette euro e novanta - otto euro, in sostanza - risparmiati.
     
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    Ho appena letto la riedizione in volume di questa storia: mitico Nolitta, che riesce a dare grande pathos alle sue storie, coinvolgendo il lettore nella vicenda.
    La parti migliori sono l'assedio di Stoneville e il processo-farsa a Billy Boy.
    Unico difetto: nelle sequenze in cui Cico viene "parcheggiato" a Stoneville, la sua caratterizzazione lo fa assomigliare al palla-di-lardo tratteggiato da Bonelli padre.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 23/7/2020, 22:27) 
    Ho appena letto la riedizione in volume di questa storia: mitico Nolitta, che riesce a dare grande pathos alle sue storie, coinvolgendo il lettore nella vicenda. La parti migliori sono l'assedio di Stoneville e il processo-farsa a Billy Boy. Unico difetto: nelle sequenze in cui Cico viene "parcheggiato" a Stoneville, la sua caratterizzazione lo fa assomigliare al palla-di-lardo tratteggiato da Bonelli padre.

    "Arrestate Billy Boy" è una storia drammatica e coinvolgentissima, me la ricordo bene quando la lessi per la prima volta. L'analisi di Ivan poi è ottima. La parte che mi è rimasta più impressa è il viaggio di Zagor, prima per prendere Billy Boy, poi per portarlo al paese, e quindi tutte le difficoltà e tradimenti che deve affrontare. Per non parlare della vendetta solitaria di Wakopa, che ripara all'ingiustizia, ma inutilmente. In una storia come questa Cico non può fare molto, e infatti Nolitta, caso raro, è costretto a metterlo da parte.
     
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    Storia complessa da commentare, tanti sono i temi trattati: il conflitto tra due civiltà, la prepotenza del potere, la corruzione, l’amicizia virile, il senso dell’onore, la vendetta.
    Rileggendola di recente, mi comunica un senso di sfiducia verso le istituzioni, ma anche verso gli uomini. Non tutti gli uomini, eppure quelli che riescono a conservare la dignità sono davvero pochi.
    La figura di Zagor è in primo piano e trionfante in tanti episodi: da quando ferma una diligenza in corsa, a quando sistema i vice sceriffo traditori; da quando arresta Billy Boy mettendo a soqquadro la tana di Kirby, fino all’epica camminata verso la città. Giusto anche vederlo soccombere di fronte all’astuzia di Paco, che si dimostra un nemico di valore. Le scene più riuscite in assoluto a mio parere sono le veglie notturne in cui ci immedesimiamo nella sofferenza sottile e snervante del mancato riposo.
    Il personaggio più negativo per me non è Billy Boy, poco più che un bambino viziato. Lo sceriffo di Stoneville lo supera nettamente, anche se ha un ruolo minore. La sua ipocrisia è terribile: prima approfitta della generosità e del coraggio di Zagor per uscire dall’accerchiamento degli Osages. Poi, tanto per ringraziare colui che lo ha tolto dai guai andando a sfidare le frecce indiane, cosa fa?
    Lo fa accompagnare da due dei suoi uomini con l’ordine di ucciderlo a tradimento, nonostante l’eventualità assai probabile che il processo a Kirby si risolva con una farsa. E così sarà.
    Gli indiani non riconoscono i tribunali dei bianchi, nonostante questo Wakopa, il capo degli Osages, rinuncia alla sua vendetta quando ha nelle sue mani l’uomo che ha ucciso la moglie e l’amico. Per quale motivo Wakopa in quel frangente non uccide Billy Boy o almeno non lo sfida ad un duello all’ultimo sangue?
    Una prima spiegazione è nel patto di fiducia che stringe Zagor e Wakopa. Il primo ha promesso al capo indiano che riuscirà a condurre l’assassino davanti alla giustizia dei bianchi. Wakopa, che è un personaggio duro ma leale, si rende conto di quanto grande sia stato lo sforzo di Zagor per portare a termine l’impresa, ha lottato da solo contro tutti, al limite delle capacità umane. Credo che Wakopa lasci proseguire la missione a Zagor fino alla fine, non tanto perchè crede che verrà fatta giustizia in paese, ma perchè vuole premiare la tenacia eroica e l’onestà di quell’uomo bianco che è così diverso dagli abitanti di Stoneville.
    Che Wakopa non creda alla giustizia del tribunale, lo dimostra anche il fatto che il giorno del processo va in città per essere pronto a compierla da solo.
    “Arrestate Billy Boy” è una storia per me solo apparentemente di vendette: è invece una guerra, uno scontro tra civiltà ormai troppo diverse per trovare un’armonia. La vendetta personale di Wakopa che conclude l’episodio mi sembra molto forzata e persino contraria alla mentalità degli indiani, che non facevano molta distinzione tra l’autore materiale di un delitto e tutto il suo “clan”. All’inizio della vicenda Nolitta mi sembra coerente con quanto ho letto nei libri sui nativi americani, nelle loro feroci e cieche rappresaglie contro i “visi pallidi”. Alla fine probabilmente ha trovato questo come modo per concludere questa storia, comunque molto emozionante. Grazie Sergio!
    Nulla da dire sui disegni di Donatelli, perfetti per la drammaticità delle scene, davvero bravo!
    Si sente la mancanza di Cico e dei toni più leggeri che dà la sua presenza, ma ogni tanto ci può stare...
    Penso che il titolo dell’ultimo albo dell’episodio “Addio fratello rosso” sia stato un addio non tanto a Wakopa, quanto all’intero popolo rosso.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 14/2/2022, 18:59) 
    Storia complessa da commentare, tanti sono i temi trattati: il conflitto tra due civiltà, la prepotenza del potere, la corruzione, l’amicizia virile, il senso dell’onore, la vendetta. Rileggendola di recente, mi comunica un senso di sfiducia verso le istituzioni, ma anche verso gli uomini. Non tutti gli uomini, eppure quelli che riescono a conservare la dignità sono davvero pochi.

    Davvero un bel commento, complimenti! Il problema base qui sono gli uomini, più che le istituzioni. Le istituzioni si possono migliorare, ma le istituzioni più perfette vanno in malora se sono gestite da uomini malvagi, no? Quindi il problema è l'uomo. Non "l'uomo bianco": intendo proprio l'uomo, rosso o bianco che sia.

    CITAZIONE (Kirihito @ 14/2/2022, 18:59) 
    La figura di Zagor è in primo piano e trionfante in tanti episodi: da quando ferma una diligenza in corsa, a quando sistema i vice sceriffo traditori; da quando arresta Billy Boy mettendo a soqquadro la tana di Kirby, fino all’epica camminata verso la città. Giusto anche vederlo soccombere di fronte all’astuzia di Paco, che si dimostra un nemico di valore. Le scene più riuscite in assoluto a mio parere sono le veglie notturne in cui ci immedesimiamo nella sofferenza sottile e snervante del mancato riposo.

    Le veglie notturne sono i momenti di maggior sofferenza per Zagor, infatti.

    CITAZIONE (Kirihito @ 14/2/2022, 18:59) 
    Il personaggio più negativo per me non è Billy Boy, poco più che un bambino viziato. Lo sceriffo di Stoneville lo supera nettamente, anche se ha un ruolo minore. La sua ipocrisia è terribile: prima approfitta della generosità e del coraggio di Zagor per uscire dall’accerchiamento degli Osages. Poi, tanto per ringraziare colui che lo ha tolto dai guai andando a sfidare le frecce indiane, cosa fa? Lo fa accompagnare da due dei suoi uomini con l’ordine di ucciderlo a tradimento, nonostante l’eventualità assai probabile che il processo a Kirby si risolva con una farsa. E così sarà.

    E' proprio come ti dicevo: le istituzioni gestite da uomini iniqui vanno per forza in rovina. Anzi, tanto più sono perfette, se sono gestite da uomini malvagi, vanno letteralmente in cancrena, rovinandosi nel modo peggiore possibile. Cosa c'è di più perfetto di uno sceriffo che fa giustizia, punisce i colpevoli e protegge gli innocenti? Ma se lo sceriffo è Tex Willer, la giustizia è assicurata; se lo sceriffo invece è quello di Stoneville, non solo è assicurata l'ingiustizia, ma la si riveste col manto ipocrita della giustizia, provocando uno scandalo maggiore. Un ladro che ruba e inganna in fondo fa il suo mestiere: uno sceriffo che ruba e inganna è peggio del ladro, perchè scandalizza.

    CITAZIONE (Kirihito @ 14/2/2022, 18:59) 
    Gli indiani non riconoscono i tribunali dei bianchi, nonostante questo Wakopa, il capo degli Osages, rinuncia alla sua vendetta quando ha nelle sue mani l’uomo che ha ucciso la moglie e l’amico. Per quale motivo Wakopa in quel frangente non uccide Billy Boy o almeno non lo sfida ad un duello all’ultimo sangue? Una prima spiegazione è nel patto di fiducia che stringe Zagor e Wakopa. Il primo ha promesso al capo indiano che riuscirà a condurre l’assassino davanti alla giustizia dei bianchi. Wakopa, che è un personaggio duro ma leale, si rende conto di quanto grande sia stato lo sforzo di Zagor per portare a termine l’impresa, ha lottato da solo contro tutti, al limite delle capacità umane. Credo che Wakopa lasci proseguire la missione a Zagor fino alla fine, non tanto perchè crede che verrà fatta giustizia in paese, ma perchè vuole premiare la tenacia eroica e l’onestà di quell’uomo bianco che è così diverso dagli abitanti di Stoneville. Che Wakopa non creda alla giustizia del tribunale, lo dimostra anche il fatto che il giorno del processo va in città per essere pronto a compierla da solo.

    Quello che dici di Wakopa è vero, ma anche lui non è esente da colpe, per quanto possano essere scusabili con la sua mentalità indiana. Infatti, lui ha ammazzato delle persone innocenti a Stoneville per vendicarsi di Billy Boy, usando così la primitiva giustizia indiana e pagana, in cui chi è colpevole deve essere punito, senza processo, insieme a tutta la sua famiglia e ai suoi conoscenti. Anche i Vichinghi, per esempio, seguivano questa legge crudele, come pure tutte le popolazioni primitive: e questo non è certo un segno di civiltà. Il concetto di responsabilità personale è nato nell'ambiente ebraico-greco-romano e poi si è sviluppato definitivamente col cristianesimo: ma Wakopa e gli altri non hanno seguito questo cammino di civiltà, rimanendo indietro, nella brutalità tipica dei popoli primitivi (che vengono spesso idealizzati senza mai conoscerli veramente).

    CITAZIONE (Kirihito @ 14/2/2022, 18:59) 
    “Arrestate Billy Boy” è una storia per me solo apparentemente di vendette: è invece una guerra, uno scontro tra civiltà ormai troppo diverse per trovare un’armonia. La vendetta personale di Wakopa che conclude l’episodio mi sembra molto forzata e persino contraria alla mentalità degli indiani, che non facevano molta distinzione tra l’autore materiale di un delitto e tutto il suo “clan”. All’inizio della vicenda Nolitta mi sembra coerente con quanto ho letto nei libri sui nativi americani, nelle loro feroci e cieche rappresaglie contro i “visi pallidi”. Alla fine probabilmente ha trovato questo come modo per concludere questa storia, comunque molto emozionante. Grazie Sergio!
    Nulla da dire sui disegni di Donatelli, perfetti per la drammaticità delle scene, davvero bravo!
    Si sente la mancanza di Cico e dei toni più leggeri che dà la sua presenza, ma ogni tanto ci può stare...
    Penso che il titolo dell’ultimo albo dell’episodio “Addio fratello rosso” sia stato un addio non tanto a Wakopa, quanto all’intero popolo rosso.

    Non è che le civiltà siano "troppo diverse" per trovare un'armonia: i problemi qui erano da entrambe le parti. La civiltà indiana era combattiva per natura, primitiva, pagana e molto vendicativa, come avevo detto prima; quella bianca era protestante, e secondo questa religione, che è un cristianesimo deviato, non vero, l'indiano era un non-umano da sterminare o da tenere sotto controllo. Quindi lo scontro è stato inevitabile. A differenza di tutte le volte che la civiltà cattolica - non quella protestante - aveva incontrato gli altri popoli: non c'è mai stato sterminio (gli Indios furono sterminati dai massoni illuministi, non dai cattolici, e le Crociate volevano difendere Gerusalemme, che prima era cristiana, poi era caduta in mano ai Musulmani, che non permettevano più ai Cristiani di andare laggiù. Non si è mai voluto "convertire a forza". E tutti gli altri esempi di "sterminio" sono sempre state notizie deformate. già corrette da tempo dagli storici, ma spesso replicate lo stesso).
     
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