Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "IL CERVO SACRO" E ALTRO (Joe7)

     
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    ZAGOR 12: LA LOCANDA DEL LUPO / IL CERVO SACRO / IL SAKEM SENZA PIUME (analisi di Joe7)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
    Disegni:
    Gallieno Ferri ("La locanda del lupo")
    Enzo Chiomenti (inchiostro) e Antonio Chiomenti (matite); è citato anche Mario Cubbino, ma non è accreditato ("Il cervo sacro")

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    E' una storia senza copertine specifiche, quindi pubblicata con la copertina che fa riferimento ad un'altra storia. Per la storia "Sulle orme di Titan", si veda qui.


    Zagor edizione originale Zenith: n. 63, usciti nel 1966. Il numero reale di Zagor è 12. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè col numero 12.

    EDIZIONE LIBRETTO

    L'edizione libretto è uscita prima della Zenith attuale, ben tre anni prima, nel 1963, nell'edizione "Seconda serie-Collana Lampo", numeri 20-23:
    n. 20: La locanda del lupo
    n. 21: Il cervo sacro
    n. 22: Lo stregone
    n. 23: L'antro della morte

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    LA LOCANDA DEL LUPO

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    Questa è una delle store più brevi di Zagor, forse la più breve in assoluto. Per dire, non completa neanche l'edizione microscopica del libretto originale in vendita nel lontano 1963. Anche se il titolo era "La locanda del lupo", qui siamo ancora in mezzo alla storia di Hellingen che occupa almeno un terzo del libretto, dove il laboratorio del mad doctor fa bum e la storia finisce qui. Subito dopo, Zagor e Cico ricevono in premio delle pepite d'oro da Teseka, il capo degli indiani Ottawa minacciati da Hellingen e Titan. Cammina cammina, nel viaggio di ritorno a Darkwood fanno sosta alla "Locanda del lupo", dove vengono ricevuti da due tizi che sembrano usciti da un coro mormone: Abramo e Isacco, ai quali Cico fa vedere, da perfetto cretino, le pepite d'oro. Dopo aver fatto bere a loro del sonnifero, i due mormoni killer imprigionano Zagor e Cico e tolgono loro le pepite, per poi ammazzarli dopo. Ma i due, facendo credere ai due mormoni da Hotel Psycho che c'è dell'altro oro, li portano ad una trappola per orsi (un grosso buco coperto da frasche) dove cadono. Per liberarsi, i due mormoni assassini sono costretti a dare le chiavi a Zagor, che poi li porta alla giustizia. Tutto qui. Proprio una microstoriellina da francobollo, inserita come tappabuchi per finire il libretto. Si vede che Nolitta aveva sistemato troppo sbrigativamente la faccenda di Hellingen...in ogni caso, una storia non brutta, ma dimenticabile.

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    Siamo Mormone 1 e Mormone 2 e facciamo cantare i salmi funebri a tutti.



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    IL CERVO SACRO

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    TRAMA

    Il professor Kruger (quello con gli occhiali) e il suo assistente Mayer (quello coi baffi) sono alla ricerca di Zagor, che loro considerano una specie di misterioso ominide adorato dagli indiani, per esaminarlo scientificamente.

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    Kruger, Mayer e lo "Zagor" che hanno in mente, applicando le più rigorose tecniche scientifiche, antropologiche, culturali e parapsicologiche: LO YETI. :lol:


    Per errore, catturano Cico, che in quel momento ne aveva combinata una delle sue ed era ricoperto di fango, scambiandolo per lo "Zagor" che stavano cercando. Quando tutto è chiarito, il professor Kruger, in una battuta di caccia, uccide un cervo per mangiarlo: ma si tratta del cervo sacro degli Irochesi, che, infuriati, catturano i due scienziati, insieme a Cico, per mandarli al classico palo della tortura. Zagor, travestito da stregone, salva i tre e, tutti insieme, fuggono.
    Successivamente, cercano ospitalità presso la casa di due scalcinati cercatori d'oro, Elliot e Sutter: i due, accortosi dei soldi degli scienziati, cercano di eliminarli insieme a Zagor e Cico, poi vanno a spendere i soldi. Zagor riesce a salvarsi dalla trappola e a liberare gli altri: alla fine si scontra coi malfattori mentre stavano pranzando al saloon. Dopo un mar di botte, i soldi vengono recuperati e Mayer e Kruger così possono tornare al loro paese.

    COMMENTO

    Una storia semplice e divertente, divisa in tre parti: la scoperta di "Zagor" dalla parte degli scienziati, il cervo sacro, i due malfattori (e questa storia è simile alla precedente della "Locanda del lupo", tra l'altro). Anche se in rete ho letto peste e corna sul disegnatore, non mi era sembrato malvagio: ha fatto un lavoro davvero buono, tratteggiando una coppia di personaggi ben definiti e quasi comici (il professore un pò sulle nuvole e il suo assistente un pò tonto ma fedele). Tanto che poi saranno riutilizzati da Nolitta in "Acque misteriose". Cico è in piena forma, tanto che compare in solitaria per quasi la prima metà della storia senza che compaia Zagor. I momenti esilaranti sono numerosi, come quello in cui il messicano si mette a completare la lista danni dell'oste aggiungendo il "bozzo in testa al gestore". Per non parlare del finale, dove Cico fa il ritroso davanti ai soldi offerti dagli scienziati, poi, quando se ne sono andati, fa di tutto per recuperarli senza riuscirci. Qui Zagor sembra quasi la spalla di Cico, tanto il messicano è predominante. :lol:

    Inoltre, questa storia ha avuto una realizzazione travagliata: sembra che sia stata realizzata solo per l'edizione francese (la Lug di Lione) di Zagor (numero 19 dello "Special Kiwi", una collana trimestrale alleata a "Kiwi", periodico di fumetti a puntate stile Lanciostory), anche se le opinioni sono contrastanti. Infatti sembra che sia stata pubblicata prima in Italia nel 1963 e poi in Francia nel 1964, anzichè il contrario. I Chiomenti e il Cubbino erano dei disegnatori italiani, che lavoravano però in Francia, presso la casa editrice che pubblicava Zagor in quel paese, e furono incaricati di realizzare per conto loro una sceneggiatura di Nolitta, appunto "Il cervo sacro".

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    IL MISTERO DEL "SAKEM SENZA PIUME"

    SAK
    Copertina dell'edizione ANAFI


    Oltre al "Cervo sacro" realizzato in Francia, c'è anche la famosa e inedita storia "Il Sakem senza piume": anch'essa era per il mercato francese. Ma su questa storia per molto tempo non si seppe nulla: :huh: non si conoscevano nemmeno i disegnatori e non fu mai pubblicata da nessuna parte, nonostante le continue richieste degli appassionati del blog. Da qui nacque il mistero: cosa cavolo c'era di così orrendo su quella storia da non volerla mai pubblicare per decenni? :huh: :huh: :huh: Quella storia divenne uno dei grandi misteri zagoriani...fino al 2011, quando fu pubblicata in Italia dall'ANAFI (Associazione Amici del Fumetto). Si scoperse che il diegnatore era un tal Bertrand Charlas, dal (pessmo) stile galeppiniano, e lo sceneggiatore era - sembra - Marcel Navarro, il presidente della Lug. Per questo, forse, Nolitta aveva sempre considerato questa storia come "apocrifa" e non aveva mai voluto pubblicarla. Castelli la considerò "uno scempio". Chi l'ha letto ha detto che la storia è banale e da poco... -_-


    QUI TUTTI I LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 17:33
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    LA LOCANDA DEL LUPO é una storia che mi ha conquistato da subito perché, nonostante la sua brevità e semplicità, ma dimostrato molta sostanza e genialità.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 3/4/2020, 18:01) 
    LA LOCANDA DEL LUPO é una storia che mi ha conquistato da subito perché, nonostante la sua brevità e semplicità, ma dimostrato molta sostanza e genialità.

    E' una storia semplice e brevissima, eppure è rimasta impressa lo stesso a diverse persone che ne hanno parlato nei forum. Nolitta sapeva coinvolgere con poco! ^_^
     
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    La storia del cervo sacro é simpatica e non si può notare come Nolitta, partendo da presupposti comici, riesco poi ad arrivare a storie d'azione vere e proprie.
    La storia si segnala anche per via delle dimostrazioni di reciproco affetto fra Zagor e Cico (vedi al scena del ponte o quando Zagor torna di c orsa alla capanna dei due furfanti).
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 13/9/2020, 16:18) 
    La storia del cervo sacro é simpatica e non si può notare come Nolitta, partendo da presupposti comici, riesco poi ad arrivare a storie d'azione vere e proprie.
    La storia si segnala anche per via delle dimostrazioni di reciproco affetto fra Zagor e Cico (vedi al scena del ponte o quando Zagor torna di c orsa alla capanna dei due furfanti).

    Quella era una delle prime storie di Zagor che avevo letto: il talento di Nolitta era proprio come hai detto, una grande capacità di mescolare avventura e comicità, una cosa che non è facile da fare. La Bonelli attuale, serissima e cupa, non è più capace di far ridere, e, quando ci prova, fa pena (certe gag di Cico fatte dagli autori di oggi danno i brividi). I manga giapponesi, invece, sono strapieni di storie con umorismo e avventura insieme, sarà anche per questo che vendono di più?

    Mi ricordo delle manifestazioni di affetto tra Zagor e Cico: quando Nolitta li sceneggiava, erano davvero grandi amici per la pelle. ^_^
     
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