Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "IRON-MAN" (Joe7)

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    Zagor
    By joe 7 il 15 May 2020
     
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    ZAGOR 14-15: IRON-MAN (analisi di Joe7)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 65-66 (usciti nel 1966). I numeri reali di Zagor sono 14-15. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè col numero 14.

    VERSIONE LIBRETTO

    La storia è stata pubblicata in precedenza sullo Zagor formato libretto "Seconda serie-Collana Lampo" (50 lire) n. 34-38 del Marzo-Maggio 1964. I titoli erano:
    34: Lo squadrone fantasma
    35: Iron-Man
    36: La sconfitta di Zagor
    37: Il torneo di Darkwood
    38: Colpo di scena
    Inoltre, con questi numeri si conclude la Seconda serie-libretto e successivamente inizierà, quasi subito, la Terza serie. Ci sono alcune curiosità nelle copertine: Iron-Man non compare sul libretto col titolo omonimo, al suo posto si vede Zagor che dà un pugno a Tonka che ha un pugnale in mano, e quindi è lì per ucciderlo! :huh: Era la prima apparizione in assoluto di Tonka, l'amico di Zagor, e viene rappresentato come un indiano qualsiasi che vuole pugnalare il protagonista! Si vede anche Cico travestito da indiano in un'altra copertina; e anche il capo indiano Na-Pawa buttato in acqua, una scena che lo stesso Iron-Man ricorderà a Na-Pawa quando tornerà negli Evasi.

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    TRAMA

    Zagor viene informato dal suo amico indiano Tonka, capo dei Mohawk, che gli indiani ora venerano Iron-Man, un inviato di Manito presentato dai bellicosi Cayuga di Na-Pawa. Si tratta di un bianco rivestito da un elmo e una corazza leggerissimi, ma resistentissimi. Nel loro scontro, Iron-Man sconfigge Zagor grazie al suo tomahawk avvelenato. Successivamente, Iron-Man indice un torneo tra gli indiani e Zagor e Cico partecipano sotto falso nome: Zagor si rivela e sfida di nuovo Iron-Man, stavolta sconfiggendolo, e lo porta via insieme a Na-Pawa che viene tenuto come ostaggio e successivamente buttato in acqua. Iron-Man si rivela essere Sam Fletcher, un fabbro che aveva scoperto una nuova lega di metallo, che aveva pensato di usare per diventare Inviato di Manito e dominare così la regione con gli indiani. Ritornerà un'ultima volta nella storia degli Evasi: anche senza il suo costume, Nolitta realizzerà comunque una storia indimenticabile.

    COMMENTO

    Nolitta ha sempre detto di non essersi mai ispirato all'Iron Man della Marvel per il nome del cattivo. A quei tempi (era il 1964) la Corno non aveva ancora pubblicato in Italia i fumetti di supereroi e Iron Man iniziò ad essere pubblicato in America a partire l'anno precedente, il 1963. E' possibile che Nolitta abbia avuto in mano i fumetti originali o ne abbia sentito parlare, e quindi ne abbia preso lo spunto. Anche il design dell'elmetto di Iron-Man, tra l'altro, ricorda quello di Magneto. Ma non ne avremo mai la certezza e, in ogni caso, quello che conta è la storia. Iron-Man è una storia di rodaggio, dove Nolitta sta sviluppando il personaggio di Zagor e il suo mondo, e, con l'aiuto di Ferri, i risultati non si fanno aspettare. In particolare, qui Nolitta rompe un tabù a quei tempi molto consolidato: l'invincibilità dell'eroe. Qui, per la prima volta, avviene la disfatta di Zagor: una cosa che non era mai successa in un fumetto d'avventura. Tex non subiva mai disfatte temporanee, con la sola eccezione della "Sconfitta" del 1969 (realizzata su suggerimento dello stesso Nolitta, tra l'altro). Vedere l'eroe umiliato in quel modo fu uno choc per i lettori di allora. In questo modo, la storia diventava più drammatica: già qui si ha un'anticipazione di Supermike.

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    Il primo episodio si intitola "Lo squadrone fantasma" perchè, durante un assedio di indiani ad un carro di coloni, che Zagor cerca di aiutare ma si trova in difficoltà, interviene Cico, che aveva comperato una tromba e la usa per suonare la carica. In questo modo riesce a spaventare gli indiani e a farli scappare. L'utilizzo del messicano come "inaspettato risolutore delle situazioni" era il marchio di fabbrica di Nolitta, che sapeva trattare Cico ben oltre lo stereotipo del "panzone che ha sempre fame" che gli appiccicano sempre tutti gli sceneggiatori attuali, con poche eccezioni.

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    Questa storia è particolarmente importante anche per il fatto di presentare per la prima volta il personaggio di Tonka, capo dei Mohawk e amico fraterno di Zagor. Qui viene mostrata la sua grande amicizia con Zagor, che rimane tale anche dopo la sua sconfitta contro Iron-Man. Ed è curioso che un amico così fedele venga aggredito qui due volte dai protagonisti: prima da Zagor, che lo scambia per un nemico, e poi da Cico, che lo scambia per un tacchino e gli spara addosso (mancandolo, per fortuna). =_=

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    Il travestimento di Zagor nell'Apache Manolito, detto "Il toro del Rio Grande", per partecipare al torneo, può essere fisicamente convìncente (a parte il nome, che è quello dell'amico di Mafalda... :lol: ). Ma quello di Cico nel capo indiano Fascia Rossa è assurdo. OK, può essere un omaggio a Freccia Rossa, il capo dei Navajos di Tex...ma un Apache panciuto coi baffetti? :huh: Ancora adesso mi chiedo come ha fatto Iron-Man a non riconoscerlo, visto che lo aveva visto da vicino con e senza travestimento! Va bene che Cico è stato l'indiano Porcello Baffuto nello Speciale "Un pellerossa chiamato Cico", ma qui si tira troppo la corda! :huh:

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    Senza contare che Iron-Man ha anche delle manie di grandezza, dopo che ha avuto la sua vittoria contro Zagor. Non solo si vuole sedere su un trono, ma lo vuole uguale a quello dell'Uomo Mascherato: guardate i teschi! :lol:

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    La disfatta di Iron Man e quello che c'è sotto la maschera: il personaggio ricorda fisicamente Ben Stevens del Re delle Aquile. Una curiosità: Galesburg, il paese da cui proviene Iron-Man, esiste davvero. E' il capoluogo della Contea di Knox, nell'Illinois. Inoltre, l'Illinois è uno Stato americano vicino alla zona dei Grandi Laghi (quelli al confine col Canada, che saranno l'ambientazione di Affondate il Destroyer!), a nordest degli Stati Uniti, più o meno dove si troverebbe Darkwood. E' uno dei rari riferimenti geografici che fanno riferimento al luogo dove vive Zagor.

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    Poteva mancare Cico che si approfitta dell'armatura di Iron-Man per le sue razzie di polli arrosto e salumi prelibati? No di certo! Cavolo, Cico a quei tempi era un grande! :lol:

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    Iron-Man 2: la vendetta



    QUI TUTTI I LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 17:38
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    Nolitta ci sapeva fare perché aveva il coraggio di OSARE; oggi nessuno lo eguaglia perché gli autori sono tutti dei pecoroni in branco.
    La gag finale di Cico corazzato é da antologia.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 15/5/2020, 17:39) 
    Nolitta ci sapeva fare perché aveva il coraggio di OSARE; oggi nessuno lo eguaglia perché gli autori sono tutti dei pecoroni in branco.
    La gag finale di Cico corazzato é da antologia.

    Io credo che tutti sappiano osare...
    Sclavi ha fatto uno Zagor allucinante, Toninelli ha fatto uno Zagor che pesta soltanto trafficanti di fucili e whisky, Boselli ha fatto storie di Zagor con un milione di personaggi che muoiono tutti in serie nelle ultime tre pagine, Burattini fa le storie che iniziano a metà o che sono piene di nozioni storiche e spiegazioni su ogni microscopico dettaglio della storia. C'è chi ha fatto lo Zagor Rambo, lo Zagor Mazinga Z, lo Zagor Sherlock Holmes.

    Nei fumetti e in altre forme d'arte si "osa" con scene di nudo e di violenza a gogò. Si "osa" con lo stravolgimento del personaggio fino a trasformarlo in un'altra persona. Insomma, tutti sanno "osare", anche i fanfictionari, usando trovate come quelle che ho detto e che, per nobilitarle, le chiamano "storie adulte", mentre invece sono solo storie penose o patetiche.

    Pochi invece - e questo è il caso di Nolitta - sanno raccontare, coinvolgere, stupire, meravigliare: in sostanza, essere dei narratori che appassionano. A "osare" sono capaci tutti, a raccontare davvero sono in pochi.
     
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    Ispirato dalla tua recensione, mi sono riletto la storia e l'ho trovata bellissima, con un villain affascinante.
    Veramente toccante la scena in cui Cico si carica sulle spalle l'esanime Zagor...viene mostrato il profondo affetto fra i due.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 18/5/2020, 17:55) 
    Ispirato dalla tua recensione, mi sono riletto la storia e l'ho trovata bellissima, con un villain affascinante.
    Veramente toccante la scena in cui Cico si carica sulle spalle l'esanime Zagor...viene mostrato il profondo affetto fra i due.

    E' vero, e un simile rapporto di amicizia è uno dei migliori che ci sia mai stato tra dei personaggi della Bonelli. Tex Willer e Kit Carson sono due "pards", amici alla pari (stesse abilità, stesse capacità); ma Cico e Zagor sono due amici, diversi come capacità ma legati da una profonda amicizia e rispetto. E' un rapporto difficile da capire pienamente. Credo che non l'abbia capito bene nessuno degli scrittori di Zagor oltre a Nolitta.
     
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    Ho finalmente potuto leggere LO SQUADRONE FANTASMA, prologo della vicenda vera e propria, ma anche una storia autonoma perfettamente funzionante.
    Il momento più bello é la didascalia sulla fuga degli animali, che sembrerebbe essere causata da un grande pericolo, che poi si rivela essere la tromba di Cico.
    A suo modo, epica la sequenza di 3 vignette che illustra la comparsa del messicano dopo aver messo in fuga gli indiani.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 17/1/2021, 15:54) 
    Ho finalmente potuto leggere LO SQUADRONE FANTASMA, prologo della vicenda vera e propria, ma anche una storia autonoma perfettamente funzionante.
    Il momento più bello é la didascalia sulla fuga degli animali, che sembrerebbe essere causata da un grande pericolo, che poi si rivela essere la tromba di Cico.
    A suo modo, epica la sequenza di 3 vignette che illustra la comparsa del messicano dopo aver messo in fuga gli indiani.

    Cico, una volta, oltre ad essere la spalla comica, era anche la persona che salvava la situazione inaspettatamente: o con una furbata, o con una trovata improvvisa, o per puro caso. Nella prima storia di Zagor, Cico gli salva la vita almeno tre volte, per dire!

    La storia dello "Squadrone Fantasma" (che in sostanza era Cico) poteva benissimo essere letta a sè stante, infatti, invece di essere l'inizio della storia di Iron-Man. A quei tempi, si pubblicava Zagor sotto forma di libretti a strisce e spesso si pensava a questi come storie autoconclusive, o che comunque facevano quasi storia a sè. In questo modo, la storia complessiva risultava più ricca e avvincente, visto che era un realtà un insieme di storie!
     
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    Qui Ferri dimostra di essere migliorato tanto!
    Il primo piano dello Zagor apache che hai pubblicato è stupefacente e non ha nulla da invidiare al miglior Ferri. Gli occhi sono disegnati molto grandi, quasi esagerati, ma comunicano un'espressività molto profonda.
    Confesso che ritengo il Ferri migliore, compreso tra "Il re delle aquile" e la fine della Golden Age.
    I disegni e anche le copertine successivi saranno più ricchi di dettagli, ma per me sono meno potenti.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 27/1/2023, 20:23) 
    Qui Ferri dimostra di essere migliorato tanto!
    Il primo piano dello Zagor apache che hai pubblicato è stupefacente e non ha nulla da invidiare al miglior Ferri. Gli occhi sono disegnati molto grandi, quasi esagerati, ma comunicano un'espressività molto profonda.
    Confesso che ritengo il Ferri migliore, compreso tra "Il re delle aquile" e la fine della Golden Age.
    I disegni e anche le copertine successivi saranno più ricchi di dettagli, ma per me sono meno potenti.

    Ferri riusciva a dare una grande espressività ai suoi personaggi e all'atmosfera dei luoghi in cui si svolgeva la vicenda. Una cosa che ha contribuito molto al successo di Zagor. Quando leggevo lo Zagor di Nolitta e vedevo che era disegnato da Ferri, ero felicissimo perchè per me era il massimo. Ero contento anche se lo Zagor di Nolitta lo disegnava Donatelli, ma non era la stessa cosa. Ferri aveva qualcosa di magico nella sua narrazione. Abbandonare il suo stile come fanno oggi non ha aiutato il personaggio.
     
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