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  1. HEIDI DOSSIER - MAKING OF

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    Heidi making of
    By joe 7 il 27 June 2020
     
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    HEIDI: IL MAKING OF
    (primo post dell'analisi di Heidi: qui. Precedente post: qui)

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    Foto di gruppo. La Heidi in mezzo è troppo piccola, però: di norma è poco più bassa di Peter.


    IL TITOLO: QUALCHE INCONGRUENZA?

    Il titolo originale dell'anime è Alps no shojo Heidi, che significa letteralmente: "Heidi, la bambina (shojo) delle (no) Alpi". Ma, per essere precisi, "shojo" significa ragazza dai dieci ai diciotto-vent'anni. Questa però non è l'età di Heidi. All'inizio della serie, la bambina ha sei anni e alla fine ne ha dieci (Peter e Clara ne hanno 12 all'inizio, per questo sono più grandi di Heidi: se ci fate caso, Clara, quando è in piedi, è più alta di Heidi). Quindi, al posto di "shojo" si sarebbe dovuto dire "onna no ko", "bambina" in giapponese: ma "shojo" è più diretto e semplifica il contesto. Inoltre, nel titolo sono citate le Alpi, un ambiente estero e quindi insolito per i giapponesi. Prima di Heidi, non c'era mai stato molto interesse per l'estero, se non in modo spettacolare e superficiale. Ne parliamo meglio qui sotto.

    VORREI DANZAR CON TE

    Heidi-mejor-anime
    Gif presa qui.


    Il momento della sigla in cui Heidi e il suo amico Peter ballano e fanno il girotondo con il famoso jodel (il canto tipico di montagna), in sottofondo, è un classico, e dobbiamo questo all'opera di Yasuji Mori (o Toshio Mori), l'animatore, che ha studiato con attenzione il realismo di Heidi, tanto da ripetere nel modo migliore una scena per lui trovata insoddisfacente al tempo in cui la fece. Si tratta infatti della scena del film Il gatto con gli stivali (1969) di Kimio Yabuki, in cui il protagonista, Pierre, danzava col gatto Pero. Dopo aver chiesto e ottenuto la possibilità di inserire una scena simile nella sigla di testa di Heidi con il famoso ballo tra lei e Peter, Toshio Mori filma con una cinepresa 8mm la danza di due persone vere (si tratta di Hayao Miyazaki e Yoichi Kotabe, che avevano danzato il girotondo nello studio di animazione davanti a Mori!) in modo da usarla come modello di riferimento e di studio per l'animazione delle gambe durante la danza tra i due personaggi.

    IL VIAGGIO ALL'ESTERO

    L'idea di una trasposizione animata seriale di Heidi risale al 1967 per opera del produttore Shigehito Takahashi, il direttore (presumo) della Zuiyo Enterprises. Bisognerà però attendere il 1971 per l'inizio dei preparativi della produzione di Heidi, per la quale, nel 1973, vengono assunti Isao Takahata, Yoichi Kotabe e Hayao Miyazaki. I tre avevano già lavorato insieme al film La grande avventura del piccolo principe Valiant (prima o poi ne parleremo).

    Valiant-Hilda-2


    Per donare alla serie il maggior realismo possibile, Takahata, Kotabe e Miyazaki compirono dei sopralluoghi in Svizzera e a Francoforte in Germania, tra il 16 e il 25 luglio 1973, per documentarsi direttamente sugli ambienti, sulla natura e sullo stile di vita delle persone che vivono in quelle zone. La visione della casa del nonno di Heidi e dei monti, realizzate da Miyazaki, è uno dei tanti risultati ottenuti in queste documentazioni. Oggi i viaggi documentativi sono una cosa comune, ma allora era stato un caso unico. Sicuramente fu la prima volta che si dovette andare al'estero per fare un cartone animato! La ricerca del realismo di Takahata era molto marcata. Nel documentario "Heidi Island" (2001) della regista Laurence Stajic, ha così ricordato quel viaggio: "Quando ho visitato la Svizzera, mi sono ricordato di Peter Bruegel il Vecchio, il pittore belga del ‘500. Lui era originario di Anversa. Non l'ho mai visitata di persona, ma credo che sia una città senza montagne. Bruegel ha viaggiato attraverso le Alpi in direzione dell'Italia, dipingendo molti panorami dei paesaggi alpini, che poi sono divenuti molto famosi. Credo che quel panorama così vasto l'abbia profondamente ispirato. E ritengo che vederlo deve essere stato uno shock per qualcuno nativo di Anversa, che è una zona pianeggiante! Poter vedere le montagne, i fiumi e i prati, tutti nello stesso posto! Ciò è davvero un sogno universale, non solo giapponese. Che stupefacente attrazione!" Nelle scene di Francoforte è memorabile anche il momento in cui Heidi incontra, infastidita dal suo rumore, un motore a vapore che sembrava uscito da un (futuro) episodio di Conan o di Sherlock Holmes (ep22). La cura dei dettagli in Heidi è incredibile se si notano questi particolari, che richiedevano molto impegno e documentazione. Non è certo esagerato chiamare questo anime un capolavoro.

    e7


    Questo spostamento nei paesi europei non era stato un capriccio di diva, ma mostrava la preoccupazione di Takahata per la credibilità e il realismo. Heidi è stato il primo adattamento in forma di anime di un romanzo con radici in Europa. Takahata ne fu ben consapevole, e sapeva che, a causa del suo status di giapponese, il suo sguardo sull'Europa avrebbe potuto trasformarsi in immagini da cartolina. Nel realizzare Heidi, la preoccupazione principale del regista era stata quella di mostrare una vera rappresentazione della vita reale nelle Alpi: una vita non certo facile, in cui gli abitanti hanno una storia piena di costumi e tradizioni difficili da comprendere per i giapponesi e che Takahata si era sforzato di rispettare. Ad esempio, Takahata raccontò di aver visto troppe scene di film stranieri ambientati in Giappone in cui i giapponesi camminano all'interno di una casa su un tatami (pavimento) con le scarpe, cosa impensabile in Giappone, dove si entra in una casa solo dopo essersi tolte le scarpe e infilati delle ciabatte o delle scarpe da casa. Takahata non volle simili superficialità per la serie di Heidi. Il suo lavoro fu ottimo: l'unico suo difetto è - secondo me - la tendenza tutta giapponese di mettere sempre un letto attaccato alla parete per il suo lato lungo, una cosa che in Occidente è fatta di rado, al massimo in alcune camere degli alberghi: non certo in una casa ricca come quella dei Sesemann a Francoforte.

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    In ogni caso, a causa di questo desiderio di rispettare uno stile di vita estraneo al loro, Takahata e il suo gruppo incontrarono molte difficoltà. L'ostacolo principale fu la descrizione della vita del vecchio dell'Alpe. Nel romanzo e nell'anime, il nonno di Heidi è al di fuori dei costumi e della religione degli abitanti delle Alpi, perché conduce una vita isolata. Si potrebbe pensare che la produzione potrebbe prendersi più libertà con questo personaggio: ma la squadra di Takahata, preoccupata del realismo, si era chiesta come fosse stato possibile per lui vivere da solo, nelle Alpi, nel bel mezzo delle capre di una natura difficile. In modo che il suo stile di vita fosse realistico, gli autori si inventarono la vita quotidiana del vecchio dell'Alpe, mostrando che si guadagnava da vivere vendendo i suoi lavori col legno o i suoi formaggi. Ma non bastavano di certo per sopravvivere. Per porre fine a tutti gli altri problemi di sussistenza, gli autori giunsero alla conclusione che il vecchio dell'Alpe, oltre a barattare con gli abitanti, doveva aver investito del denaro a parte quando era all'estero...

    LA QUOTIDIANITA' DI HEIDI: UN LAVORO IMPRESSIONANTE DI RIFINITURA

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    La rappresentazione realistica della vita quotidiana sulle montagne svizzere e a Francoforte fu, per l'epoca, qualcosa di assolutamente inedito all'interno della produzione animata giapponese, tanto da rappresentare una delle caratteristiche più innovative di Heidi. Questo contribuì fortemente al suo successo in Giappone, dove sconfisse la concorrenza della prima serie tv de "La Corazzata Spaziale Yamato/Star Blazers". “Prima di Heidi, non c'era stato nessun cartone animato che fosse riuscito a dare un'idea così particolareggiata della vita quotidiana. Forse Heidi non si può definire un anime normale. Nessun cartone prima di allora aveva mai fatto attenzione a come si mangia, a come si tiene una penna, a come si mungono le capre, a cosa c'è sopra un tavolo, eccetera. Anche per questo, Heidi ha avuto successo. Quei personaggi si muovono in una realtà quotidiana, comune, tanto che ci si dimentica di essere davanti a un cartone animato. (Junzo Nakajima, produttore di Conan - Il ragazzo del futuro). Per esempio, prima di Heidi era molto raro rappresentare in un anime una casa nella sua quasi totalità in modo che fosse credibile per lo spettatore. Lo chalet del nonno fu costruito meticolosamente, come pure gli altri ambienti: non c'era mai stata prima una simile precisione ai dettagli, che sfiorava il maniacale. Ma il risultato fu impressionante ed influenzò tutte le produzioni future degli anime. Non solo: la produzione di Heidi esigeva il triplo dei rodovetri normalmente necessari per una produzione animata, perchè si potesse dare il giusto movimento richiesto per i personaggi e l'ambiente. Senza contare che il riutilizzo di altre immagini, cosa comune negli anime, fu ridotto al minimo in Heidi. Fu necessario anche economizzare sulle animazioni: non era possibile ottenere un'animazione fluida alla Disney (che forse sarebbe risultata stucchevole). Inoltre, pochi colori sono attribuiti ai personaggi: le ombre sono molto rare, probabilmente per facilitare il lavoro. Anche i costumi dei personaggi non sono mai rinnovati: Heidi avrà solo quattro vestiti per tutta la serie; Clara, anche in montagna, non lascerà mai il suo vestito blu, una cosa che non solo la sua condizione sociale, ma anche e soprattutto l'aspetto pratico della cosa (dalla città alla montagna!), dovrebbe autorizzarla... Ma queste economie non sono mai state notate dallo spettatore: la qualità e la moltiplicazione delle pose, associate alle relazioni e alla narrazione della storia, vengono alla ribalta e catturano il nostro interesse come spettatore, che alla fine non si cura per nulla del numero dei vestiti. Sembra addirittura che, durante la pre-produzione della serie, le difficoltà di rendere plausibile l'universo di Heidi fossero tali che Takahata, ad un certo punto, avesse accarezzato l'idea di creare una versione giapponesizzata di Heidi, cioè trasferire la storia di Heidi in Giappone con una Heidi giapponese che vive in campagna. Per fortuna, Takahata abbandonò l'idea.

    LA TRASMISSIONE IN GIAPPONE

    La serie di Heidi è composta da 52 episodi, equivalenti al numero di settimane di un anno. Infatti, Heidi è stato trasmesso a cadenza settimanale in Giappone per tutto il 1974, dal 6 Gennaio al 29 Dicembre, ogni domenica, dalle 19:30 alle 20:00, sulla Fuji TV (emittente privata famosa per aver trasmesso molte serie classiche, tra cui il nostro Goldrake: evidentemente, era destino che Heidi e Goldrake fossero trasmessi dallo stesso canale in Giappone e in Italia). E' da notare, però, che, vista la qualità dell'anime, era impossibile realizzare episodi del genere ogni 7 giorni. Infatti, la vera lavorazione di Heidi iniziò ben tre anni prima, nel 1971.

    NESSUNO CI CREDEVA

    La trasmissione di Heidi sulla TV giapponese iniziò il 6 gennaio 1974. A quel tempo, la FujiTV non credeva nel successo della serie. Infatti, si pensava che fosse difficile ottenere un successo di pubblico con una serie realistica e drammatica come Heidi. Nessuno poteva pensare che la storia di una bambina sulle Alpi avrebbe avuto così tanto successo. Eppure, quello di Heidi fu immediato e impressionante, e non solo in Giappone, come si sa. A quei tempi, in Giappone, le serie di animazioni erano di fantascienza come Kyashan o Getter Robot, o delle serie per i più giovani come L'Ape Magà. Tuttavia, con grande sorpresa della Fuji TV, lo share di Heidi aumentò in modo costante dal primo all'ultimo episodio della serie, che era vista sia dai bambini che dagli adulti. La trasmissione della famosa serie Star Blazers (Yamato) in Giappone, che era iniziata nella stessa fascia oraria, dovette aspettare la conclusione di Heidi per avere davvero successo! Per avere solo un'idea del successo di Heidi, basti dire che gli indici di ascolto arrivarono al 26,9% per cento, equivalente a più di un quarto di audience, una cosa inaudita! il formaggio svizzero emmenthal in Giappone fu subito chiamato "Heidi cheese"; le agenzie matrimoniali organizzano ancora oggi delle cerimonie in trasferta in Svizzera, i cosiddetti "Heidi kekkonshiki" i matrimoni in stile Heidi*. Quel trionfo consentì la creazione della Nippon Animation e di quelli che saranno presto definiti i cicli annuali del World Masterpiece Theatre, i Meisaku tipo Anna dai capelli Rossi e Remì.

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    * Francesco Prandoni, Anime al cinema, Yamato Video, 1999, p. 67

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SU HEIDI

    Edited by joe 7 - 2/12/2021, 16:44
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  1. .Lorella.
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    Che articolo!!
    Mi ricordo che a inizio serie Heidi ha 5 anni e ne ha 8 quando va a Francoforte e Clara ne ha 12.
    La baita di Heidi esiste realmente come nel cartone animato:

    download

    Sul fatto dell'economia abito di Heidi/Clara me ne ero accorta.
    Non solo sulle Alpi Clara ha lo stesso vestito, ma anche in città, eppure il suo armadio può vantare un guardaroba ricchissimo.

    Durante l'inverno erano bloccati dalle neve, presumo che sapessero come conservare il pane nero per l'inverno e da qui ho dato la mia spiegazione sul fatto che Heidi accumulasse i panini bianchi dentro il suo armadio a Francoforte per portarli alla nonna di Peter.

    La serie è molto carente sui nomi di battesimo: non sappiamo il nome del nonno di Heidi, della nonna di Peter e di Clara, del sig. Sesemann...........
     
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    CITAZIONE (.Lorella. @ 27/6/2020, 18:58) 
    Che articolo!!
    Mi ricordo che a inizio serie Heidi ha 5 anni e ne ha 8 quando va a Francoforte e Clara ne ha 12.
    La baita di Heidi esiste realmente come nel cartone animato:

    download

    Sul fatto dell'economia abito di Heidi/Clara me ne ero accorta.
    Non solo sulle Alpi Clara ha lo stesso vestito, ma anche in città, eppure il suo armadio può vantare un guardaroba ricchissimo.

    Durante l'inverno erano bloccati dalle neve, presumo che sapessero come conservare il pane nero per l'inverno e da qui ho dato la mia spiegazione sul fatto che Heidi accumulasse i panini bianchi dentro il suo armadio a Francoforte per portarli alla nonna di Peter.

    La serie è molto carente sui nomi di battesimo: non sappiamo il nome del nonno di Heidi, della nonna di Peter e di Clara, del sig. Sesemann...........

    Sì: c'è un intero villaggio alpino che è dedicato ad Heidi, Maienfield, dove andava in vacanza proprio l'autrice di Heidi, Johanna Spyri. Ne parlerò più avanti. ^_^

    I nomi di battesimo dei protagonisti non sono stati considerati necessari per l'anime: così il nonno è chiamato sempre il Vecchio dell'Alpe. Nel libro originale è chiamato "Alm-Ohi" ed è lo "Zio dell'Alpe", non il vecchio. Sempre nel romanzo originale la nonna di Peter e di Clara, come pure il signor Sesemann, non hanno un nome di battesimo: sono sempre chiamati così.

    Sono contento che ti sia piaciuto l'articolo! ^_^
     
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