Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "LE JENE DEL MARE" (Joe7)

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    Zagor
    By joe 7 il 4 Sep. 2020
     
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    24-25: LE JENE DEL MARE (analisi di Joe7)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 75-76 (usciti nel 1967). I numeri reali sono 24-25. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè coi numeri 24-25. La storia è stata pubblicata in precedenza sullo Zagor formato libretto "Terza Serie-Collana Lampo" (50 lire) n. 44-50 (Gennaio-Aprile 1966):
    44: Caccia tragica
    45: Il grande fiume
    46: Il forte abbandonato
    47: Le jene del mare
    48: Atroce condanna!
    49: La fuga
    50: Corte marziale

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    50-2


    TRAMA

    Jeff Nichols, un capitano dell'esercito amico di Zagor, gli chiede aiuto, ma Zagor gli dice che non può assentarsi da Darkwood per via dei problemi con gli indiani (i mingo dell'episodio precedente). Nichols, allora, per convincerlo, organizza un finto rapimento di Cico: Zagor si mette sulle tracce dei finti rapitori fino a trovarli a Blackpine. Laggiù Nichols si rivela a Zagor e gli spiega il problema: suo fratello Teddy è accusato di omicidio e una sola persona può aiutarlo con la sua testimonianza: "Digging" Bill, un cercatore di tesori mezzo matto che è fuggito dal forte ed ora è da qualche parte in America. Sembra che sia a Long Island a cercare il tesoro di Capitan Kidd. La ricerca è lunga e faticosa, ma alla fine Zagor e Cico trovano "Digging" Bill, per vedersi però coinvolti nei traffici di contrabbandieri che fanno arenare le navi per depredarle del bottino: le "jene del mare". Zagor riesce a liberarsi e a salvare la nave che stava per arenarsi, sconfiggendo le "jene", compreso il capo, in uno scontro al faro. Ma "Digging" Bill nel frattempo di è dileguato e Zagor e Cico devono riprendere le sue tracce. Tutti e tre si trovano alla fine prigionieri di indiani cannibali, i Nanticokes. Riescono a fuggire solo perchè i Nanticokes si trovano all'improvviso in guerra con un'altra tribù di Nanticokes: ma "Digging" Bill si dilegua di nuovo. Alla fine, lo trovano ancora, seppellito nella sabbia, con la testa fuori, per opera di un pirata impazzito che vuole per sé il tesoro di Capitan Kidd. Dopo che Zagor l'ha steso, libera "Digging" Bill e dà un'occhiata al tesoro, che contiene però solo delle frattaglie: vestiti e altra roba inutile. Per riconoscenza verso Zagor, "Digging" Bill partecipa al processo testimoniando contro il vero assassino, il capitano Ascott. Questi cerca disperatamente di salvarsi usando il giudice come ostaggio, ma Zagor lo cattura. "Digging" Bill nel frattempo si è dileguato ancora.

    COMMENTO

    Questa, pur essendo una storia minore, nello stesso tempo è importante, perchè compare per la prima volta uno dei personaggi più caratteristici della serie: "Digging" Bill, il cercatore di tesori. Un personaggio che sarà ripreso più volte da Nolitta e successivamente da altri autori, che però gli faranno perdere tutte le sue caratteristiche cartoonesche per trasformarlo un un personaggio più o meno normale. Infatti, uno dei punti di forza di Zagor era sempre stato il saper presentare personaggi che sembrano usciti da un cartone animato: Cico, Digging Bill, il professor Verybad, Trampy, Bat Batterton...Zagor è sempre stato un fumetto sia avventuroso che umoristico. Ma questa eredità oggi è andata persa per sempre. In ogni caso, Digging Bill, sin dalla sua prima apparizione, è già ben delineato con tutte le sue caratteristiche di cercatore di tesori, sfuggente e sempre determinato nella sua ricerca del tesoro nascosto al di là dell'arcobaleno. Davvero un personaggio romantico "alla Nolitta". La sua stessa realizzazione fisica è geniale: con quei baffetti e il pizzetto, col tricorno e la divisa scura stile '700, mostra bene di essere un uomo fuori dal tempo, anche nel mondo di Zagor, dove nessuno si veste così. E' un pò la divisa del matto, o dello scemo del villaggio: non si sarebbe potuta trovare una rappresentazione migliore per un cercatore di tesori che è quasi fuori dalla realtà e dal mondo in cui vive.

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    Il programma di vita di un cercatore di tesori.


    Ma il Digging è tutt'altro che tonto: anzi, è un furbastro, che sa fregare Cico più di una volta in questa storia. La furbizia e l'imbroglio sono innati in questo personaggio, disposto anche a mezzi poco leciti (nel limite del tollerabile) per ottenere il tesoro, come farà successivamente col sequestro dei vecchietti nella saga della Blue Star e nel dare soldi falsi a Fishleg nella saga di Oceano. Ma, modo suo, è onesto: non vuole mai che si oltrepassi un certo limite nella caccia al tesoro, tipo commettere cose come l'omicidio o la tortura. Come dice il Digging: "Io sono dalla parte del tesoro, ma preso nel modo giusto". Al massimo, al prezzo di una padellata in testa a Cico. Anche se il messicano magari non sarà d'accordo...

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    Digging Bill e Cico in una manifestazione d'affetto


    Questa è anche la più lunga storia di Zagor fatta finora (ben 7 libretti, 8 se consideriamo l'inizio con la storia a sé stante "Allarme a Darkwood" già descritta qui). Essendo una storia in più minipuntate, più che una storia lineare, risulta per forza frammentata in tante ministorie quasi autoconclusive. E' anche il primo vero e proprio viaggio di trasferta di Zagor, una mini Odissea Americana, se ne escludiamo alcune precedenti che erano state brevissime. La storia appare come un insieme di idee diverse messe una accanto all'altra con una linea narrativa assai semplice (trovare Digging Bill) e un turbinoso susseguirsi di colpi di scena, che però rendono la storia avvincente e mai noiosa.

    Nel commentare la storia, Ivan ha detto che questa "frammentazione" è appunto la cosa che salta subito all'occhio, osservando l'episodio nella sua globalità. Sembra quasi che Nolitta lo abbia scritto "a braccio", aggiungendo una scena dopo l'altra al tema conduttore (la ricerca di Digging Bill). In teoria, la storia sarebbe potuta proseguire all'infinito, aggiungendoci di volta in volta sequenze studiate in origine per funzionare a se stanti (ad esempio, la parte delle "Jene del mare" è chiaramente un mini-episodio autonomo che è stato appiccicato a questa trama con un piccolo adeguamento della struttura.

    A proposito delle Jene del mare, col loro capo senza nome, qui rappresentato: si tratta di una banda di delinquenti che fanno arenare le navi, proprio come facevano i pirati di una volta quando non usavano un loro galeone. Un leit-motiv della storia è infatti il tema piratesco: la caccia al tesoro, le Jene che assaltano le navi, il pirata pazzo del finale che imprigiona Digging Bill.

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    Il capo delle Jene del mare non ha un nome: eppure è così ben caratterizzato che non se n'è accorto NESSUNO. Potenza della buona narrazione...


    E, a proposito del pirata pazzo, il suo scontro con lo spirito con la scure fa venire in mente il duello di Zagor contro Capitan Serpente, di cui questa è solo una bozza. Già in questa storia si notano tutti i semi che Nolitta svilupperà nelle grandi saghe zagoriane. ^_^

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    Capitan Serpente prima maniera.


    Curiosamente, la storia inizia con un Cico affamato che cerca del cibo e si conclude con Cico e Trampy che cercano di trovare un espediente per poter mangiare a scrocco: il fatto che inizi con Cico e finisca con Cico, oltre a dare un senso di compiutezza, fa capire quanto sia importante il messicano e la sua tenuta umoristica - sua e di un mare di altri personaggi - che reggono la trama e la rendono appassionante. Tutta questa storia di Zagor ha delle parentesi umoristiche: il povero Zagor che è sul battello insieme alle racchione che lo ammirano, il tizio che pesca e crede che Zagor sia venuto a nuoto dall'Europa e che prova ad andarci anche lui, e così via: sono questi dettagli che rendono la storia gustosa, che altrimenti sarebbe solo bella e basta. E il finale con Trampy è proprio il fuoco d'artificio conclusivo. ^_^

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    Cico e Trampy: la grande coppia



    QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:14
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    Avevo notato la grandezza di questa storia al primo colpo e non vedevo l'ora che tu la recensissi per commentarla.
    La frammentazione dei vari segmenti e il loro continuo susseguirsi é una cosa che mi é piaciuta molto, perché si tratta di fantasia a ruota libera, che oramai é andata persa nelle storie attuali.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 4/9/2020, 17:55) 
    Avevo notato la grandezza di questa storia al primo colpo e non vedevo l'ora che tu la recensissi per commentarla.
    La frammentazione dei vari segmenti e il loro continuo susseguirsi é una cosa che mi é piaciuta molto, perché si tratta di fantasia a ruota libera, che oramai é andata persa nelle storie attuali.

    E' vero. Le Jene del mare è una delle prime storie di Zagor che avevo letto, e anch'io ero rimasto colpito dalla frammentarietà della storia, che per me era affascinante, perchè tu andavi avanti senza nemmeno sapere a cosa saresti andato incontro. L'imprevedibilità, se fatta bene, è uno dei segreti che rendono una storia coinvolgente. ^_^
     
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    Ho associato questa storia a "Il Re del Sertao" di Mister No, in quanto entrambe sono storie in cui Nolitta manda avanti la trama per accumulazione.
    Ma se in questa Nolitta trova sempre nuovi espedienti narrativi per attirare l'attenzione del lettore, in quella di Mister No sembra temporeggiare, in attesa di trovare il modo giusto di chiudere la storia.
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 11/4/2023, 18:36) 
    Ho associato questa storia a "Il Re del Sertao" di Mister No, in quanto entrambe sono storie in cui Nolitta manda avanti la trama per accumulazione.
    Ma se in questa Nolitta trova sempre nuovi espedienti narrativi per attirare l'attenzione del lettore, in quella di Mister No sembra temporeggiare, in attesa di trovare il modo giusto di chiudere la storia.

    Non ci avevo fatto caso, ma è come dici tu. Su Zagor, Nolitta, con le digressioni, approfondiva, interessava; su Mister No invece, con le digressioni temporeggiava e andava per le lunghe. Anzi, mi ricordo che su Tex la sua saga degli uomini giaguaro era di una lentezza insopportabile...
     
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