Il blog di Joe7

  1. DOSSIER GRANDE AVVENTURA DI VALIANT - 3

    By joe 7 il 3 Feb. 2021
     
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    LA GRANDE AVVENTURA DEL PICCOLO PRINCIPE VALIANT/LA SPADA DEL SOLE - DOSSIER (TERZA PARTE)
    (la prima parte si trova qui)

    HILDA: UN MISTO DI BENE E DI MALE, COME NOI

    Il personaggio di Hilda, realizzato, come abbiamo detto, dal regista Isao Takahata e dal character designer Yasuji Mori (col prezioso aiuto della animatrice Reiko Okuyama, che diede a Hilda i necessari movimenti prettamente femminili), fu la grande novità del film. Non fu capito allora, nè dagli animatori, nè dal pubblico. Ma Hilda è il vero personaggio nascosto del film, e Valiant le fa da apripista. Essendo un personaggio complesso, infatti, non era adatta a diventare il personaggio principale. Infatti è una ragazza chiusa, tormentata dalla sua stessa solitudine e dall'incapacità di decidere definitivamente da che parte stare. Ha una visione pessimistica della vita, lasciandosi schiacciare dalla prospettiva della morte (e quindi dalla potenza di Grunwald, che simboleggia appunto la morte). Le sue canzoni malinconiche, dolci e tristi, attirano gli abitanti del villaggio, che smettono di lavorare, subendo una specie di abulia (questo richiama molto la televisione e internet, strumenti che, se male usati, portano alla passività). Il rapporto tra Hilda e Grunwald non è mai chiarito: sembra che lei sia la sorella di Grunwald, ma non credo che sia veramente così: infatti, è lo stesso Grunwald che chiede a Valiant di essere il suo "fratellino", cioè schiavo, legato con un falso rapporto di "parentela" a Grunwald, come con Hilda. Somiglia molto ad un rapporto di "fratellanza mafiosa" tipo quella degli yakuza, il cui capo è chiamato "oyabun", cioè "padre adottivo".

    Se Valiant rifiuta l'offerta, Hilda evidentemente l'ha accettata. Ma questo l'ha portata a conseguenze laceranti nel suo animo: pensa di essere maledetta e portatrice di disgrazie, rifiutando ogni parola di speranza. I suoi animaletti Chiro e Toto esprimono la sua personalità in conflitto. Con una notevole maestria registica che gioca sulle immagini, Chiro e Toto entrano in scena in base al sentimento - positivo o negativo - che avverte Hilda in quel momento. Il gufo Toto la attira a Grunwald; lo scoiattolo Chiro la attira tra gli uomini. E Hilda è un intreccio complesso tra i due animali-personificazioni del suo essere. Questi animali sono anche un'espressione della cultura Ainu (una popolazione autoctona del Giappone che oggi tende a scomparire: Takahata richiamerà lo stesso concetto coi tanuki di "Pompoko"). Lo stesso abbigliamento di Hilda, che ricorda quello tipico di un'indiana dei film western, fa parte del vestiario Ainu, e, curiosamente, Hilda, tra tutti i personaggi, è l'unica che si veste in stile Ainu. Ma di questo ne parleremo più avanti.

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    Il lato oscuro della Forza


    L’incontro di Valiant con Hilda è il punto di svolta della storia, che prende il volano per entrare nella sua seconda fase, quella centrale, che è la più drammatica, la più interiore, con approfondimenti psicologici inusuali in un cartone animato di quei tempi. Anzi, sotto certi aspetti mi ricorda la psicologia di Naida in Goldrake. Valiant prova una certa attrazione e similitudine per Hilda, questa misteriosa ragazza trovata in un villaggio rovinato e abbandonato (come faceva a vivere da sola in mezzo al niente?). Sia Valiant che Hilda infatti sono soli, allontanati dal posto in cui vivevano, anche se in modo diverso: Valiant vede in lei la stessa solitudine che prova lui. E' curiosa la frase di Valiant a Hilda: “Allora noi siamo fratelli gemelli, dev’essere di sicuro così”. E' una "fratellanza" completamente opposta a quella proposta da Grunwald. Valiant sente il bisogno di aiutarla, di portarla al villaggio e di renderla felice. Ma, anche se sono simili nella loro storia, caratterialmente sono l'opposto: Valiant è una persona semplice, Hilda è un personaggio complesso e contorto. Valiant è una persona solare, Hilda è una persona cupa e inquieta.

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    L'eterno mistero che c'è tra l'uomo e la donna: entrambi simili, entrambi diversi.


    Hilda manifesta il suo lato più oscuro durante la scena del matrimonio tra due abitanti del villaggio. Alcuni bambini portano Hilda a casa della futura sposa, e lei, dopo essere stata scherzosamente stuzzicata dalle donne del villaggio sulla sua carenza di abilità domestiche, successivamente, di nascosto, rovina la gioiosa festa dedicata agli sposi con un’invasione di topi. Un impeto di rabbia apparentemente inspiegabile, sotto certi aspetti infantile, ma che ben esprime la desolazione del suo cuore. Completamente asservita a Grunwald e al suo pensiero nichilista, Hilda non può accettare dei canti che esaltano il matrimonio, la vita e la felicità. La sua visione personale del mondo è mortifera, disperata: vede solo un mondo in cui tutto è destinato a diventare cenere. “Ma cosa ne sarà di un abito simile? (dice, riferendosi all'abito della sposa) Per quanto lo si adorni, se gli si dà fuoco finisce per bruciare, è semplice cenere” dice Hilda. Anche se il gioiello la rende immortale, Hilda pensa lo stesso alla morte come ultima vincitrice, senza credere in una risurrezione. Credo sia questo il cuore della sua disperazione. Notate i colori: Hilda ha un abito coi colori freddi, che richiamano il gelo, la morte (e gran parte della storia è ambientata in mezzo alle nevi); l'abito della promessa sposa invece ha dei colori caldi, che richiamano la vita, il sole e la stessa Spada del Sole di Valiant. In sostanza, la speranza, la luce. Hilda, che ha accettato la disperazione dentro di sè - pur con tutte le incertezze che ha nel cuore - non ne può sopportare la vista e scappa (come farà Grunwald davanti alla Spada del Sole, che simboleggia la vita).

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    Due donne a confronto e due modi di pensare totalmente opposti.


    Anche Miyazaki, che ha lavorato nel film, dice che Hilda era il cuore del film, ma lui riusciva a capirne l'importanza, come gli altri. “Potevo vedere la frustrazione di Otsuka, il character designer, nel cercare di realizzare Hilda. Noi eravamo concentrati a fare il meglio, ma Hilda era il fulcro del film, e noi non capivamo cosa stesse cercando di fare Takahata. Solo Yasuji Mori lo sapeva. In quel momento, Takahata stava solcando nuovi orizzonti, ma noi non lo vedevamo. Non capivamo perché Hilda fosse così cupa”. Il legame di Hilda col bambino Flip e la piccola Mauni, e i suoi sentimenti contrastanti nei confronti di Valiant, sono dei brevi lampi di umanità in un’anima perduta, intenta a sradicare qualunque legame affettivo. L'ambiente nevoso è un perfetto contraltare ai sentimenti di Hilda. E' significativo in tal senso il suo duello con Valiant, in cui si avverte un concentrato di emozioni: rabbia, tristezza, impotenza. Una scena che ancor oggi trasmette una drammaticità incredibile. “Takahata stava davvero spingendo i limiti dell’animazione” continua Miyazaki “È stato influenzato da Jacques Prevert (la cui poetica si basa sull'amore e sulla libertà contro un male apparentemente totalizzante) e dal cinema francese. La scena di Yasuji Mori che mi ha sempre fatto venire la pelle d’oca, quella in cui Hilda dona il medaglione a Flip e l’orso e li vede volare via...non avevo mai visto nulla del genere nell’animazione. Ero sconvolto”.

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    Il momento della decisione


    Anche se Hilda ha ottenuto l'immortalità grazie al gioiello che le ha dato Grunwald, questo non le dà sollievo, perchè capisce che è una immortalità senza senso e senza scopo, che la separa per forza dagli altri, che dovranno per forza morire. Il gioiello quindi la condanna, più che a una vita eterna, a una morte eterna. L'immortalità è per l'aldilà: non è adatta per questo mondo, segnato dalla morte in ogni cosa. Ma Hilda non ha il coraggio di rinunciare al gioiello: anche se detesta una simile parodia di immortalità, non ha la forza di rinunciarvi. E' una situazione che ricorda molto l'Anello di Tolkien. Questo è il suo tormento, che troverà la soluzione solo quando Hilda se ne libererà, sacrificandosi per il bambino Flip e dandogli il gioiello perchè si salvi, accettando di essere colpita dai lupi di ghiaccio e rischiando la morte. In quel momento, anche se appare sconfitta, ha già vinto la sua battaglia.

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    Fare la scelta giusta



    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SU VALIANT (TOEI)

    Edited by joe 7 - 4/2/2021, 15:41
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    Si era già sulla via giusta per i capolavori Ghibli, così magnificamente ambigui insomma
     
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    CITAZIONE (Berlicche @ 3/2/2021, 19:30) 
    Si era già sulla via giusta per i capolavori Ghibli, così magnificamente ambigui insomma

    Non so se "ambigui" sia la parola corretta per i film Ghibli. Le caratteristiche dei capolavori di Miyazaki sono tante, secondo me: l'avventura, la meraviglia, lo stupore, il mistero, il sogno, la purezza infantile...ma non l'ambiguità. Quella parola la metterei nei lavori di Satoshi Kon, per esempio.
     
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    "ambiguità" nel senso che non ci sono manicheismi..e aggiungerei nemmeno ambientalismi, femminismi, tutte le porcherie ideologiche che hanno rovinato l'animazione occidentale, Disney post Frozen in primis
     
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    CITAZIONE (Berlicche @ 3/2/2021, 19:38) 
    "ambiguità" nel senso che non ci sono manicheismi..e aggiungerei nemmeno ambientalismi, femminismi, tutte le porcherie ideologiche che hanno rovinato l'animazione occidentale, Disney post Frozen in primis

    "Frozen" non è piaciuto neanche a me (nè il primo nè il secondo). Per il resto, concordo.
     
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