INTERVISTA A NOLITTA - 5
(Qui il precedente post)

Può sembrarvi strano, ma nel 2020 io e Ivan abbiamo commentato TUTTE le storie di Zagor di Nolitta e del periodo nolittiano. Visto che non sono molto interessato al periodo del dopo-Nolitta, ho voluto quindi approfondire l'argomento usando come spunto le risposte che Nolitta dava ai lettori di Tutto Zagor. Da qui sono venuti fuori diversi argomenti interessanti di approfondimento, che presenterò in diversi post. Qui ne potete trovare alcuni. Buona lettura!

IL RITMO DI LETTURA DI ZAGOR

LETTORE: "Nelle avventure attuali (parliamo degli anni '80) il ritmo è cambiato rispetto al passato (le storie a striscia in generale): è più disteso, meno convulso, e la trama ha poca importanza"

NOLITTA: Su quest'ultima affermazione non sono d'accordo, ma sul resto sì, e mi sembra un bene. I tempi sono mutati, il pubblico è stato abituato, dal cinema e soprattutto dalla televisione, a un andamento forse più lento, ma anche più "completo", e a una maggiore importanza dell'immagine. Sarebbe impensabile, oggi, scrivere una storia di Zagor sullo stile delle prime, dove magari un intero episodio del racconto era sistemato con una didascalia. In più, c'è la tendenza ad approfondire maggiormente, sia pure nei limiti del fumetto, la psicologia dei personaggi, e questo richiede ovviamente più pagine. Ma non è vero che la trama passa in second'ordine: è semplicemente più spiegata, meno ardua, più "analizzata" nelle sue varie sfaccettature. O almeno, questo è il nostro intento: non "diluire" le storie, ma anzi riempirle di idee e di avvenimenti, anche secondari, che permettano poi di comporre un "tutto" veramente completo. Se ci riusciamo o meno, sta a voi dirlo, ma almeno ci proviamo.

HELLINGEN

LETTORE: "Come è nata l'idea di Hellingen?"

NOLITTA: E' una delle domande più difficili che si possano immaginare, e anche una delle più frequenti: come ti è nata l'idea di questo personaggio? Beh, è sempre imbarazzante dire "come è nata l'idea": il più delle volte un'idea nasce così, un pò per caso, in seguito a letture o a visioni di film. Nel caso di Hellingen, poi, l'idea non è nata, c'era già. Voglio dire che quella dello "scienziato pazzo" è sempre stata una figura popolarissima di tanta letteratura, di tanto cinema, di tanti fumetti. Assolutamente impossibile, probabilmente, dire chi l'ha inventata. Ogni autore ne ha dato la sua versione, di volta in volta accentuandone o mitigandone le caratteristiche fondamentali, che sono sostanzialmente queste: lo "scienziato pazzo" è ovviamente uno scienziato (anzi, più scienziato degli altri scienziati, visto che di solito scopre o inventa cose a cui gli altri non sono ancora arrivati) e altrettanto ovviamente è pazzo (il più delle volte vuole conquistare il mondo, e questo già basta a dimostrare che gli manca qualche rotella). A suo tempo, anch'io mi sono divertito a vedere prendere forma, grazie anche alla straordinaria matita di Ferri, il mio personale "mad doctor" (così viene chiamato in inglese), costruito evidentemente sulla base di tanti ricordi: ricordi cinematografici (attori come Bela Lugosi, Boris Karloff, Vincent Price hanno spesso incarnato, con grinta e ironia, dei godibilissimi "scienziati pazzi") e ricordi fumettistici. Uno, in particolare: "Virus, il mago della foresta morta".

Apparve nel 1939: una storia lunga neanche quaranta pagine, che io mi tengo sul comodino e non mi stanco mai di rileggere, benchè ormai la conosca a memoria. Sceneggiatore era Federico Pedrocchi, grande talento del fumetto, purtroppo prematuramente scomparso durante la guerra. Disegnatore, dal segno inconfondibile, era Walter Molino, oggi affermato pittore. "Virus" è una pietra miliare del fumetto e anche della mia particolare "galleria di scienziati pazzi": senza di lui, forse Hellingen non sarebbe mai nato.

LETTORE: "Come è venuta l'idea di Titan, il robot gigante di Hellingen?"

NOLITTA: L'idea di Titan è nata da una bellissima storia di un fumetto a me molto caro, Brick Bradford (conosciuto in Italia anche come Bat Star, Marco Spada, Lino Ventura). La storia, uscita nel 1939, si chiamava "Il mostro d'acciaio" e il titolo dice praticamente tutto.

(nota di Joe7: qui sotto c'è il Mostro d'Acciaio originale della storia di Brick Bradford. Come si può vedere, si assomigliano, con però una differenza non da poco: Titan sarà alto sì e no dieci metri, mentre il Mostro d'Acciaio sarà alto qualcosa come 100 METRI, visto come svetta sui palazzi stile Godzilla o Goldrake... )

ZAGOR E LE DONNE

LETTORE: "Zagor non potrebbe, in certe occasioni, essere un pò più "uomo"? E' da anni che non bacia una ragazza..."

NOLITTA: E' una domanda condivisa da molti lettori. Ma io, francamente, non sono d'accordo: Zagor non potrebbe essere più "uomo" di così, per quanto riguarda il coraggio e la prestanza fisica. E per il resto, abbiamo il dovere di rispettare la sua vita privata, no? A parte gli scherzi, sono vere due cose: la prima è che Zagor ha avuto, sia pure in maniera molto discreta, una sua vita affettiva (il famoso bacio di Frida). La seconda è che la grande maggioranza degli "zagoriani" (tra cui mi metto anch'io) preferisce racconti avventurosi non diluiti da intermezzi sentimentali. E poi, ce lo vedete Zagor nel ruolo di marito pantofolaio e di babysitter? E in più: ce li vedete la moglie e i poveri figli a vivere nella malsana e pericolosa palude di Darkwood?

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Edited by joe 7 - 5/5/2022, 23:22