BROOK SI METTE TRA ROBIN E FRANKY; WANO, IL PAESE DELLE MASCHERE
(primo post sull'arco narrativo di Wano: qui; precedente post: qui)

A proposito di Brook, mi fa sempre pensare il fatto che sia stato proprio lui a intromettersi tra Franky e Robin nella famosa scena del passaggio sulla moto. E avviene nel capitolo 979, una cifra che fa pensare. Il 7 è il numero di Robin. il 9 è il numero di Brook. E c'è il 9 sia davanti che dietro il 7, come per proteggerlo. E si tratta di tre cifre, il numero delle spade di Zoro. E il 9 è ripetuto due volte, il numero di Zoro.

E non ho finito: proprio sopra Brook, c'è il fumetto di Sanji, che dice a Usop di andare fuori dai piedi perchè non ha il permesso di stare in Paradiso (insieme cioè alle belle ragazze nel tank come Carrot e Sanji). E' quasi come dire che Brook abbia detto a Franky di stare fuori dai piedi per quanto riguarda Robin. Delle due una: o io sto costruendo castelli in aria o Oda è un mostro nel fare riferimenti nascosti.

WANO, IL PAESE DELLE MASCHERE

Komurasaki è il simbolo dell'ambiguità di Wano, il paese delle maschere. Infatti, oltre ad essere uno dei personaggi, è anche la presentatrice dei vari atti di Wano, suonando uno shamisen che annuncia l'apertura - o la chiusura - delle tende all'inizio - o alla fine - di un atto. Non solo: lo stesso personaggio di Komurasaki è una maschera, perchè nella sua identità si cela (evidenziare l'area successiva per chi vuole vedere lo spoiler) Hiyori Oden, la figlia di Oden. Maschere su maschere, insomma...

L'arco narrativo di Wano ha destato molte perplessità ai lettori e agli appassionati di One Piece: infatti, nonostante l'apparenza di essere una storia tipica di One Piece (e lo è) nello stesso tempo, però, non lo è. E' una storia anomala, particolare: non solo per il fatto che sia stato dato un grande spazio ai Foderi Rossi, al flashback di Oden (il più lungo che ci sia mai stato), a Orochi e all'ambientazione di Wano, tipicamente giapponese (infatti gli Oniwabanshu, lo scontro di Zoro su un ponte, la volpe che si trasforma, la cortigiana Komurasaki, la ricerca dei ribelli, le terme, i posti dove si mangia la soba, eccetera sono tutte scene classiche dei racconti giapponesi). In passato, nell'anime di One Piece, ci sono state delle puntate extra non pubblicate sul manga in cui le avventure dei personaggi di One Piece erano ambientate in un Giappone medievale, dove ciascuno recitava un ruolo diverso: Rufy era l'uomo di legge, Nami la proprietaria di un ristorante, e così via. In sostanza, tutti recitavano una parte. E questa è la caratteristica principale di Wano, che ha provocato straniamento ai lettori (tranne a quelli giapponesi, immagino): ciascuno qui recita una parte.

I filler giapponesi di One Piece: una Wano anticipata.

La saga di Wano è strutturata come se fosse uno spettacolo del teatro Kabuki, diviso in genere in cinque atti. E gli attori Kabuki spesso indossano delle maschere: la stessa faccia grottesca del ninja Raizo è una maschera Kabuki.

Una maschera nasconde qualcosa, e nello stesso tempo esprime qualcosa: ma dà solo una parte dell'informazione. Lo stesso Oden indossa la maschera del folle, per stare al gioco di Orochi.

Una maschera è semplice, non ha profondità nè complessità. Non voglio dire che i personaggi di Wano siano superficiali, anzi: ma esprimono una mascherata, un ruolo. E' come se tutta la storia di Wano fosse lo spettacolo che si vede in un teatro. C'è il ruolo del cattivo (Orochi), di chi complotta (i Foderi), di chi aiuta una fazione o un'altra. Ma spesso tutto viene trasmesso attraverso una maschera. Le stesse persone di Ebisu sono costrette a nascondere i loro sentimenti dietro un'orrenda maschera che li costringe a ridere sempre. La "maschera" è il leit-motiv della storia.

Le persone di Ebisu, e, in particolare, la bambina Toko che piange per la morte del padre ed è costretta, come gli altri, a ridere per via della maschera che le hanno imposto col frutto "Smile", sono una delle scene più agghiaccianti di Wano.

Una maschera è una bugia accettata (in cui si gioca un ruolo, come quello di Komurasaki) o una bugia subita (come nel caso di Ebisu o di Oden). In ogni caso, è una menzogna, che porta inevitabilmente a creare dei rapporti falsi. Un esempio emblematico è il personaggio di (spoiler da evidenziare) Kanjuro, che addirittura non ha consistenza, è una maschera vivente, un essere senza volto. E, essendo un caso limite, è anche il traditore per eccellenza: tradisce (spoiler da evidenziare) i Foderi Rossi pur essendo un Fodero Rosso convinto di esserlo fino in fondo, come deve essere appunto una maschera, un non-essere, una persona che non esiste. E anche lui è vestito come un personaggio del teatro Kabuki.

Gli esempi da fare su questo tema sono innumerevoli: Kyoshiro, che è al servizio di Orochi, per la verità è (spoiler da evidenziare) Denjiro, uno dei Foderi rossi; ogni membro della ciurma di Rufy porta una maschera e un falso nome; Kiku è un uomo che si traveste da donna (tipico delle scene teatrali) e per di più porta una maschera quando...rivela la sua identità.

C'è anche il caso limite di Yamato, la figlia di Kaido, che si fa passare per uomo e si fa anche chiamare Oden, assumendo quindi l'identità di un altro in modo palese e aperto. Sono tutte maschere su maschere, finzioni su finzioni.

La saga di Wano è tutta costruita su una complessa trama di inganni e travestimenti, fino a rendere palese l'inganno della narrazione stessa, che è presentata come uno spettacolo teatrale, quindi non vero, dall'inizio alla fine. Quindi è anche una saga un pò straniante.

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Edited by joe 7 - 3/12/2022, 11:43