Il blog di Joe7

  1. LUPIN III CONTRO DAITAN 3 - nona parte

     
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    LUPIN III CONTRO DAITAN 3 - NONA PARTE
    (Prima puntata: qui. Puntata precedente: qui.)
    NOTA: Il termine più comunemente usato è "Daitarn 3" con la "r", ma, visto che è sempre chiamato Daitan, senza la "r", ho preferito escluderla anch'io.

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    RIASSUNTO

    Radik, il comandante dei Bluebeller che era comparso in una puntata di Daitan 3 (ep16, "Il triste canto dei Bluebeller") ha una sorellina che sta morendo, Kelly, a causa delle radiazioni dei Meganoidi. Ne parla col suo collega che aveva incontrato in passato, Jigen Daisuke. Lupin è interessato non solo a trovare una cura per Kelly, ma anche all'oro che Haran Banjo, il pilota del Daitan 3, nasconde nella sua villa. Lupin irrompe di nascosto nella villa durante una festa: ma non sa che Banjo e gli altri sono dei meganoidi agli ordini di Nach, un criminale, e Koros, che è sopravvissuta allo scontro finale col Daitan 3. L'Omegatron, uno strumento costruito da loro per trasformare tutti i terrestri in meganoidi, si attiva. Nei sotterranei della villa, il vero Banjo si riprende, insieme ai suoi amici. La banda Lupin è accerchiata dai meganoidi, ma Radik, che era entrato anche lui di nascosto nella villa, attacca il Banjo meganoide, che viene sconfitto, e così pure la Reika meganoide, mentre Fujiko scappa via verso la cassaforte di Banjo...

    DAAAAITAAAAN...AZIONE!

    Kelly si svegliò di soprassalto dal suo letto dell'ospedale. Il suo malessere era scomparso all'improvviso. Si guardò intorno, incerta. Aveva una mascherina di plastica trasparente sulla bocca e una flebo fissata sul braccio. Mosse meccanicamente il braccio libero e si tolse la mascherina, alzandosi dal letto.
    "Cos'è successo?" pensò.
    Erano settimane che non si sentiva così, da quel giorno che era caduta all'improvviso mentre stava giocando a palla con le amiche. Si ricorda ancora di come la guardavano tutti preoccupati: Sallie, Jimmy...anche suo fratello Radik. Aveva cercato di parlargli, ma non era riuscita a dare voce alla gola.
    "Sì, Radik" disse con voce impastata. Ora si ricordava di suo fratello. Si guardò intorno, smarrita. "Dov'è Radik? Dove sono?"
    Kelly si tolse la flebo: la ferita era così piccola che non uscì nemmeno il sangue. Scese dal letto. Si mise a chiamare:
    "Ehi! C'è qualcuno?"
    Uscì dalla camera: aveva capito che era in un ospedale. Ma è strano che non si veda nessuno passare.
    "Che sia Domenica?" si chiese.
    Poi si rese conto della stupidità dell'osservazione: gli ospedali sono sempre attivi, anche nelle feste. Vide all'improvviso un'infermiera e le si avvicinò.
    "Scusi..." ma le parole le morirono in bocca. L'infermiera era completamente immobile, anzi sembrava un robot: le giunture erano rigide, gli occhi brillavano, c'erano delle linee che separavano le braccia dagli avambracci, la testa dal collo, proprio come in un pupazzo snodabile.
    "Ma cosa..."
    Kelly corse via, percorrendo i corridoi: tutti quelli che vedeva erano immobili come l'infermiera e sembravano dei robot anche loro. I pazienti, i medici, i visitatori, i poliziotti, i facchini...tutti.
    "Che sta succedendo?" si chiese lei allarmata. Si fermò, guardandosi le mani. Erano normali. Vide uno specchio in un bagno e salì su una sedia per vedersi: era normale, magari un pò pallida e coi capelli spettinati: ma era comunque umana.
    "Ma non è possibile che siano tutti così!"

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    Senza badare al fatto che indossava solo un camice ospedaliero da paziente, con le tipiche ciabatte di gomma degli ospedali, corse via, cercando di uscire da quel posto da incubo. Raggiunse l'uscita e si guardò intorno. Il cielo era sereno, doveva essere l'alba: ma Kelly vide con terrore che tutte le persone fuori erano immobili allo stesso modo. Persone che si erano fermate a metà mentre salivano o scendevano dalla macchina, o che erano ferme a mezza strada mentre camminavano. Inoltre vide in fondo una costruzione gigantesca, luminosa, che somigliava a un castello futuristico e sembrava ingrandirsi a vista d'occhio. Kelly temeva di impazzire: forse stava facendo un brutto sogno. All'improvviso, vide una persona col tipico berretto blu dei Bluebeller di Radik: corse subito lì. Però non era lui, era uno dei suoi amici, forse Peter o Ken. Ma anche lui era ridotto come gli altri: c'erano almeno una decina di Bluebeller lì intorno, ma Kelly tra di loro non vedeva Radik. Afferrò la manica di uno di loro:
    "Peter! Peter! Mi senti? Sono Kelly! Dov'è Radik?"
    Ma l'essere che si chiamava Peter non rispose.
    "Peter! Peter! Rispondi!"
    Presa dal panico, Kelly afferrò la mano di Peter, che era gelida: ma più la stringeva più la sentiva calda. Presa da una istintiva speranza, continuò a chiamarlo e a tenere la mano stretta sulla sua: le guance di Peter ripresero il colore e la luce meccanica negli occhi si spense. Gli occhi di Peter erano ritornati normali e iniziò a muoversi. Confuso, si guardò in giro un pò smarrito poi si accorse della bambina.
    "KELLY?? Cosa fai qui???"

    Banjo si era ripreso per bene: cominciò a ricordare tutto. Poco dopo la vittoria sui Meganoidi e la sconfitta di Koros e Don Zauker, era stato attirato in una trappola: Wanze, ecco come si chiamava quell'uomo. Li aveva colti di sorpresa stordendoli con delle armi strane. Erano finiti in contenitori criogenici, che Banjo conosceva bene: servivano per duplicare gli uomini, creando dei meganoidi simili a loro. E nelle altre camere criogeniche c'erano Beauty, Reika, Garrison e Toppi. E' chiaro che li avevano duplicati tutti. Ma a quale scopo? Chi poteva essere stato?
    "Forse non tutti i meganoidi sono stati sconfitti, Banjo" osservò Reika, mentre stava cercando un vestito da mettersi. C'erano solo delle tute meganoidi, quindi dovette abbozzare.
    "Che schifo questi vestiti! Non ci sono neanche reggiseni nè mutandine, roba da poveracci!" protestò Beauty, costretta a mettersi una tuta da meganoide senza niente sotto.
    "Cerchi di pazientare, signorina Reika. Vedrà che troveremo qualcosa di meglio appena usciremo di qui." la consolò il maggiordomo Garrison.
    "E io?" esclamò Toppi. "Ho soltanto uno sporco lenzuolo e basta! Dove cavolo hanno messo i miei vestiti? Se mi hanno fatto perdere le mie figurine che avevo in tasca li ammazzo tutti!"
    Banjo cercò di aprire la porta: era sigillata, quindi dovette lavorare di fino sula serratura con un filo di ferro strappato.
    "Come hai fatto ad uscire di qui, Banjo? Sei stato il primo a svegliarti" chiese Beauty.
    "Credo per via della mia struttura fisica. Non posso essere messo in criostasi per sempre"
    "Non ho capito bene quella parola..."
    "Lascia stare, ho aperto."
    La porta si aprì con un click. Davanti a loro c'era un corridoio con diverse porte ai lati.
    "E' strano che non ci sia nessuna guardia" notò Reika.
    "E' da un pò che noto un certo trambusto nei piani superiori. Credo che stia accadendo qualcosa che li tiene occupati" spiegò Banjo. "Ah, ecco quello che cercavo!"
    Banjo forzò la scatola di vetro che era stata fissata sulla parete: dentro c'era il suo medaglione. Appena lo afferrò, entrò subito in funzione.
    "Non so bene cosa sta succedendo adesso, nè da quanto tempo siamo qui. Ma mi sa che la situazione si sarà complicata parecchio, quindi sarà il caso di giocare pesante sin dall'inizio!"
    Sollevò il medaglione e gridò:
    "DAAAAAITAAAANNN...AZIONE!"

    (Continua qui)

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    Edited by joe 7 - 4/11/2022, 16:42
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