Il blog di Joe7

  1. ASTERIX E I BELGI

     
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    1979: ASTERIX E I BELGI

    1979-Asterix-e-i-Belgi-ok
    L'ultima storia di Goscinny non poteva non avere come copertina un BANCHETTO! ^_^


    TRAMA

    A Laudanum, uno dei quattro accampamenti romani trincerati attorno al villaggio gallico, avviene un cambio di guarnigione: i nuovi soldati romani sono venuti qui per riposare, dopo essere stati dai terribili Belgi, che Cesare considera i più valorosi nel suo libro De Bello Gallico. E questo al capo del villaggio, Abraracourcix, non va giù: quindi decide di andare in Belgio a fare una gara coi Belgi per vedere chi è il più valoroso, abbattendo più accampamenti romani possibile. Asterix e Obelix lo accompagnano, un pò perplessi per questa iniziativa del capo. Incontrano un gruppo di belgi comandati da Vanderscappapipix e Birranostranix, che accettano la sfida di Abraracourcix. Cesare interviene col suo esercito per rimediare ai numerosi accampamenti romani distrutti in Belgio: ma subisce una disfatta, e, prima di ritirarsi, viene consultato da Abraracourcix e dai due capi belgi perchè decida chi sia il più valoroso. Cesare li manda al diavolo tutti e due e torna a Roma. Visto il sostanziale pareggio, i Belgi e i Galli fanno la pace e Abraracourcix e compagni tornano al loro villaggio.

    COMMENTO

    Abraracourcix è il protagonista, o meglio il motore, che fa sviluppare la storia: non solo Asterix, ma tutto il villaggio non è interessato alla priorità dei Belgi come popolo più valoroso. Anzi, Asterix e Obelix lo accompagnano controvoglia nella sua avventura. Più che vanità di potere, quello di Abraracourcix sembra essere orgoglio ferito. In questa storia si avverte una certa malinconia, caratteristica della cultura belga, con cieli plumbei e orizzonti sterminati. E si intona perfettamente, purtroppo, con la morte improvvisa di Goscinny durante la gestione della storia, a causa di un test medico finito male. Sembra però che, prima di morire, avesse consegnato la sceneggiatura completa. Uderzo, al momento della morte di Goscinny, doveva ancora completare le ultime tavole e fu costretto a completare in tempo il suo lavoro, nonostante la morte di Goscinny, per non pagare le pesanti penali del contratto. Il suo stato d’animo traspare però durante il combattimento finale, sovrastato da un cielo nuvoloso, e anche dalla presenza di un coniglietto sconsolato, nell’ultima vignetta del banchetto finale, che si allontana osservando il nome di Goscinny in basso. Perchè proprio un coniglio? Non si sa. A quel tempo, Uderzo non sapeva ancora se continuare o no la serie di Asterix.

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    Asterix fa riferimento al quadro del "Banchetto Nuziale" di Bruegel, a cui si era ispirato Goscinny per la tavolata finale coi Belgi.


    VALLONI E FIAMMINGHI

    Prima di addentrarsi nell'analisi, è meglio parlare un attimo del Belgio, se no non si capisce quasi nulla delle battute della storia. Il popolo belga è diviso sostanzialmente in Valloni e Fiamminghi: i Valloni parlano in vallone, che è una lingua simile al francese, e vivono soprattutto nel Belgio meridionale (oltre al vallone, ci sono anche i dialetti valloni: per esempio, il piccardo e il lorenese). I Fiamminghi, invece, parlano in fiammingo, che è una lingua di ceppo tedesco, simile all'olandese, e vivono soprattutto nel Belgio settentrionale, detto anche Fiandre. Oltre a loro due, c'è un terzo ceppo linguistico nel Belgio, che è quello tedesco propriamente detto, anche se è in minoranza ed è presente solo nelle regioni del Belgio più a est (per questo non sono stati considerati nel fumetto). Il Belgio, quindi, è diviso in tre territori, quasi indipendenti, ciascuno con la sua lingua e col francese come lingua unitaria. Il Belgio come nazione indipendente nacque solo dopo la rivoluzione belga, nel 1830, che lo rese indipendente dall'Olanda, anche per motivi religiosi: il Belgio infatti era cattolico e l'Olanda era protestante. Però il Belgio è una nazione fortemente divisa in queste tre comunità con tre lingue diverse: tanto che il Belgio quasi esiste solo come istituzione. I Valloni nel fumetto di Asterix sono detti Menapi, il loro ceppo originario, e sono rappresentati dal capo belga Vanderscappapipix1 (sul serio, è il suo nome, almeno in Italia), quello alto. I Fiamminghi invece sono detti Nervi nel fumetto: anche questi erano la popolazione originaria. Sono rappresentati dal capo Birranostranix2, quello basso. E' simbolico il momento in cui i due litigano per la lingua di bue, che è un piatto da mangiare e simboleggia le loro differenze linguistiche. Nel fumetto, tuttavia, tutti parlano la stessa lingua celtica (una cosa abbastanza inverosimile, ma necessaria in un fumetto).

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    Riassumendo: a sud i Valloni, a nord i Fiamminghi e nell'estremo est i Tedeschi. La zona sud è in azzurro ed è indicata con "french" per indicare il Vallone, simile al Francese. La zona nord è in rosa ed è indicata con "Dutch", cioè olandese, per indicare la lingua Fiamminga, affine all'Olandese. Il Vallone antico, detto Menape, è rappresentato dal capo Vanderscappapipix (quello alto) e il Fiammingo antico, detto Nervio, è rappresentato dal capo Birranostranix (quello basso).



    BATTUTE E RIFERIMENTI DIFFICILI DA CAPIRE

    Questa storia di Asterix è piena di riferimenti ai Belgi che non possono essere capiti bene all'estero: solo in Francia (e in Belgio, ovviamente) queste battute possono essere capite. Per esempio, i Belgi sono noti per la loro cucina abbondante: e Asterix rimane sorpreso nel vedere una "frugale cenetta" diventare un abbondantissimo banchetto. Un francese e un belga possono sorridere di questa battuta: ma al di fuori di loro, è difficile che la battuta sia subito compresa dagli altri come lo erano, per esempio, quelle sull'imperturbabilità inglese o sulle corride spagnole. Sono caratteristiche, quelle dei Belgi, che sono poco note al di là della zona francofona: quindi le battute in questa storia sono meno efficaci delle solite. I belgi sono noti anche - almeno in Francia - per la loro malafede: non cattiva, ma bonacciona, da scettico blu. Lo si vede nella discussione tra Abraracourcix e i due capi belgi, che cercano di diminuire il valore delle imprese dei Galli. Oppure: l'indipendenza del Belgio è citata nell'espressione "settimane di schiavitù" citata dai protagonisti, che fa riferimento ai "secoli di schiavitù" dell'inno nazionale Belga, ricordando le battaglie contro gli olandesi e i vicini francesi e tedeschi. Nella storia, appaiono inoltre due guerrieri belgi ispirati a Dupont e Dupond, personaggi del Tintin di Hergé, e un veloce corriere che ricorda il ciclista belga Eddy Merckx. L’albo contiene anche diverse citazioni artistiche, come il quadro "La campagna di Francia" di Meissonier, che rappresenta Napoleone, qui sostituito da Giulio Cesare; o il "Banchetto Nuziale" di Bruegel, un autore olandese, che però si trasferì in Belgio e realizzò proprio lì questa opera.

    NICOTINA E LE PATATINE FRITTE

    Nicotina, la moglie del capo Birranostranix, è chiamata così in riferimento al tabacco belga ed è stata raffigurata con le sembianze della cantante e attrice belga Anne Cordy. Quando il marito le chiede di friggere le patate ovviamente è un anacronismo, perchè le patate arriveranno in Europa solo dopo la scoperta dell'America. Però i Belgi conobbero le patate prima dei francesi, perchè a quei tempi il Belgio era sotto la dominazione spagnola, e fu la Spagna la prima a importare le patate dall'America centrale. E questo i francesi possono accettarlo: tuttavia, sia i Belgi che i Francesi rivendicano entrambi la paternità delle patatine fritte, una questione aperta ancor oggi.

    A1
    Nicotina, alias la cantante belga Annie Cordy.



    MANNEKEN PIS

    Nel loro viaggio, i Galli arrivano in una fattoria, dove incontrano un bimbetto biondo che lascia trasparire l’urgenza di fare pipì: si tratta del riferimento alla statua del Manneken Pis, uno dei simboli di Bruxelles.Il "Manneken Pis" significa "il ragazzino che fa la pipì", ed è il simbolo del Belgio. Si tratta della statua di un bambino che fa appunto la pipì: la tradizione dice che un bambino l'avesse fatto per spegnere una bomba; oppure che l'ha fatto sotto un albero, mentre poco lontano stavano facendo la guerra, mostrando di non essere influenzato da ciò che succedeva. In entrambi i casi, la statua è vista dai Belgi come simbolo di coraggio. C'è stata un'altra citazione simile nelle Dodici fatiche di Asterix, quando Obelix mangia le pietanze del "Cuoco dei Giganti", il belga Mannekenpix.

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    IL PAESE PIATTO

    La monotonia dei paesaggi pianeggianti (il Belgio praticamente è tutta pianura) è descritta dal cantante belga Jacques Brel nella canzone "Le Plat Pays", "Il paese piatto", con le parole: "Con le cattedrali come montagne ... il paese piatto che è il mio". E Goscinny e Uderzo non potevano certo lasciarsi sfuggire questa citazione.

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    VICTOR HUGO E NAPOLEONE

    Nello scontro finale tra i Romani e i Belgi, le didascalie che presentano un'accurata descrizione dei reparti dell’esercito romano fanno la parodia dello stile prolisso di Victor Hugo (famoso per i romanzi "I Miserabili" e "Notre Dame de Paris"), in riferimento alla sua opera "Castighi". Si trattava di una raccolta di poesie satiriche contro Napoleone III. Inoltre, il Belgio è stato anche il posto della sconfitta finale di Napoleone, a Waterloo. E Hugo descrive nei "Castighi" questo fatto con le parole: "Waterloo, Waterloo, triste pianura". E, quando Nicotina dà al marito Birranostranix un piatto di Waterzooie (stufato a base di pesce, un piatto tipico delle Fiandre), lui non ne è contento e fa la parodia alla frase di Hugo: "Waterzooie, Waterzooie, che piatto insulso!".

    NEUTRALITA' VIOLATA

    Quando i pirati vengono abbattuti durante gli scontri tra Galli, Belgi e Romani, chiedono un indennizzo perchè loro erano neutrali. Questo richiama la storia del Belgio, due volte invaso durante le due guerre mondiali, nonostante la sua dichiarazione di neutralità.

    CONCLUSIONE

    Per quanto ben realizzata, e nonostante i numerosi - e notevoli - riferimenti culturali, la storia non appare memorabile e sembra che si trascini stancamente. Asterix e Obelix sono praticamente dei comprimari: se non ci fossero stati, la storia non sarebbe cambiata di molto. L'ambiente belga è di difficile comprensione, e tutti i Belgi sembrano delle brutte copie dei personaggi di Asterix, risultando poco carismatici. Inoltre, compare per la prima volta un accenno volgare, che finora era stato assente in Asterix: quando un senatore chiede a Cesare: "E la brassica?" (riferendosi al discorso sulla coltivazione della brassica che stava facendo), Cesare lo rimbecca in modo poco imperiale, urlando: "SAI CHE TE NE PUOI FARE DELLA TUA BRASSICA?" Questi riferimenti volgari saranno più frequenti nel periodo dell'Asterix realizzato solo da Uderzo. In sostanza, Goscinny se ne va con quest'ultima storia, ma non col botto: le storie memorabili che ha fatto erano altre.

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    POSTILLA: IL BELGIO, TERRA DEL FUMETTO

    Il Belgio è stato la culla del fumetto europeo: senza il Belgio, Asterix non sarebbe mai nato, perchè fu tramite un editore belga che Goscinny e Uderzo si conobbero. La cosiddetta "Scuola Belga" nacque a Bruxelles negli anni '20-30, quando la produzione di fumetti a quei tempi era destinata solo ai bambini. Fu nell'ambiente cattolico che si sviluppò la grande tradizione dei primi fumetti belgi, che furono considerati come cultura vera e propria: daranno origine al filone franco-belga, o Scuola Belga (Asterix, Blueberry, Valerian, Thorgal, Yoko Tsuno, i Puffi, eccetera) che influenzerà la maggior parte degli artisti di fumetti di tutta Europa. L'inizio, come ho detto, avvenne nella Vallonia cattolica, in cui i giornali cristiani decisero di entrare nel settore del fumetto, sfruttando la loro organizzazione di distribuzione delle riviste. Eravamo nel 1919, alla fine della Prima Guerra Mondiale, e la gente sentiva il bisogno di un pò di letture leggere. Una delle riviste cattoliche, "Il Ventesimo Secolo", guidato da Padre Wallez, aveva un supplemento settimanale, "Il Piccolo Ventesimo", su cui comparve per la prima volta Tintin di Hergè (soprannome di Georges Prosper Remì).

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    Siccome "Il Ventesimo Secolo" aveva molti reporter che viaggiavano, anche Tintin era un reporter (in una storia andò anche in Congo, che a quei tempi era una colonia belga). In particolare, Tintin, nel 10 gennaio 1929, fece una missione di reporter in Unione Sovietica, dove criticò il comunismo ("Le avventure di Tintin nel paese dei Soviet"). In particolare, in questa storia, Hergè, influenzato dai fumetti americani, usò delle nuvolette di dialoghi, invece delle didascalie (fu il primo fumetto belga a farlo). Inoltre, nella storia "Il Loto Blu" (1936), Hergè rimase fedelissimo alla Cina di allora: per esempio, tutti i caratteri cinesi furono riprodotti in modo esatto, grazie a don Wallez, che fece contattare Hergè con lo scultore cattolico cinese Chang Chong-Jen, che diventò un personaggio della storia. La Scuola Belga si divide in due tronconi:
    - la Scuola di Bruxelles, che presentava un disegno molto chiaro e con le linee semplificate: il disegno è stilizzato attraverso l’utilizzo di colori netti e con le linee di contorno dei personaggi ben definite. Si trattava, in sostanza, della "lignè claire", "linea chiara", rappresentata da Tintin. E' la corrente più "raffinata", quasi snob, della scuola Belga. In questo filone possiamo trovare, oltre a Hergè, anche Edgar Pierre Jacobs, che creò Blake e Mortimer, e molti altri.
    - la Scuola di Marcinelle, che presentava un disegno con le linee spezzettate, rappresentata da Blueberry, Comanche, ecc.
    Successivamente, queste scuole si fusero tra di loro.

    LA SCUOLA DI MARCINELLE E LA SUA BANDIERA, "SPIROU"

    Marcinelle, purtroppo, ha un passato tetro. Città della regione vallone, è nota per il terribile "disastro di Marcinelle", in cui, nel 1956 centinaia di minatori, tra cui immigrati italiani, persero la vita in una miniera di carbone. Inoltre, negli anni '90 si scoperse una rete di pedofilia che fece scandalo. Eppure fu proprio qui che nacque la Scuola di Marcinelle, alternativa alla lignè claire di Hergè: Jijè (Joseph Gillain), un grande autore di fumetti, ne fu il fondatore. Caratteristica della Scuola di Marcinelle, come detto prima, è una linea chiara che non è netta: il tratto è frastagliato e i movimenti dei personaggi spesso sono più esagerati. Nella realizzazione di questo nuovo tratto, Jijè dovette molto all’abbazia benedettina di Maredsous e al suo abate, il beato irlandese Columba Marmion, famoso scrittore: laggiù Jijè imparò la tecnica delle arti visive. Inoltre, si interessò anche alle popolazioni straniere, grazie allo scoutismo cattolico, e alla riscoperta del Medioevo cristiano e delle vite dei santi. Anzi, il Don Bosco , di Jijé (1943) tradotto in numerose lingue, è probabilmente il fumetto religioso più venduto al mondo ancor oggi.

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    Don Bosco di Jijè.


    Gli autori della Scuola di Marcinelle furono pubblicati dal settimanale "Le Journal de Spirou" delle edizioni Dupuis, dell'editore omonimo. Il nome "Spirou" derivò dal vignettista Robert Velter (noto come Rob-Vel), che creò il personaggio simbolo di Spirou, utilizzando un personaggio che aveva usato nei manifesti pubblicitari: un giovane fattorino dal cappellino rosso che lavora al Moustic Hotel. Il nome "Spirou", in dialetto vallone, significa sia “scoiattolo” (l’animale che Spirou si porta appresso) sia “comportarsi in modo vivace e malizioso”: infatti, all’inizio, le storie raccontano le burle di Spirou ai danni del personale dell’hotel.

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    Spirou


    La scuola di Marcinelle ebbe degli autori formati nell’associazionismo cattolico e nelle scuole cattoliche: Peyo (Pierre Culliford), il creatore dei Puffi, era uno di loro. Un altro autore importante fu André Franquin (1924-1997), autore di Spirou e Fantasio, serie in cui apparve nel 1952 il Marsupilamix, animale immaginario alto circa un metro, giallo con macchie nere, dotato di forza erculea e coda pensile esagerata. Franquin è anche il creatore del personaggio di Gaston Lagaffe. Il settimanale belga a fumetti Spirou, negli anni del dopoguerra, acquisì grande fama grazie a un impressionante numero di autori esperti: oltre a Jijé, ricordiamo Morris (Lucky Luke) e François Walthéry (creatore della hostess Natacha). Successivamente, il cattolicesimo nel fumetto fu via via messo da parte: soprattutto il trasferimento dei talenti del fumetto belga in Francia, con la fondazione del giornale Pilote nel 1959, insieme alla generale scristianizzazione, che raggiunse il culmine nel '68, segnò la fine della presenza cattolica nel fumetto, che continuerà in Italia su altre riviste come "Il Giornalino": ma sarà sempre un cattolicesimo "sociale" e di sinistra. I talenti presenti nel "Giornalino" (Gianni De Luca, Massimo Mattioli, Alfredo Brasioli, ecc.), mano a mano si allontaneranno dalla rivista fino alla condizione attuale (2022) con un "Giornalino" praticamente morto, sia dal punto di vista dei fumetti presentati che da quello dell'impostazione, e che va avanti solo grazie al sostegno parrocchiale, che però non copre il crollo delle vendite.

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    1 Vanderscappapipix, il nome italiano del capo belga dei Menapi (quello alto), fa riferimento alla statua del Manneken Pis, la statua del ragazzino che fa la pipì. Il nome originale è Vanendfaillevesix, che, nel forte accento franco-belga significa "uno e cinque sei", e ha diversi significati:
    - fa riferimento alla città di Vannes, nella Bretagna francese (nordovest della Francia), più precisamente nel dipartimento (che è più o meno come le nostre regioni) di Morbihan. E' l'unico dipartimento che non ha un nome francese: infatti, "Morbihan" è bretone e significa "piccolo mare", perchè il dipartimento è affacciato sul mare. Ora, Morbihan è il dipartimento numero 56, che in francese si dice "Vannes en fiv-six", abbastanza simile a "Vanendfaillevesix".
    - oppure il nome fa riferimento a un furgone ("van"), che è un veicolo comune in Belgio, targato 56, quindi: “Van en five-six”, anche questo simile a "Vanendfaillevesix".

    2 Birranostranix, il nome italiano del capo belga dei Nervi (quello basso) ovviamente significa birra nostrana. Anche il suo nome originale fa riferimento alla birra: infatti è Gueuselambix, che richiama appunto una birra Belga, la Gueuze Lambic.

    QUI TUTTI I LINK SU ASTERIX

    Edited by joe 7 - 25/11/2022, 16:48
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    Avevo notato anch'io l'omonimia fra il cuoco del film (le cui fattezze somigliano a Birranostranix) e il bambino di questa storia.
    Uderzo rispettava molto sia il suo collega scomparso che i lettori, visto che avrebbe anche potuto chiudere la serie.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 3/11/2022, 20:20) 
    Avevo notato anch'io l'omonimia fra il cuoco del film (le cui fattezze somigliano a Birranostranix) e il bambino di questa storia.
    Uderzo rispettava molto sia il suo collega scomparso che i lettori, visto che avrebbe anche potuto chiudere la serie.

    Era davvero sul punto di chiudere la serie: poi preferì continuare, anche perchè Asterix era comunque una fonte di possibile guadagno, e non c'è nulla di male nel cercare un mezzo per campare. Purtroppo era soprattutto un disegnatore e non aveva la stoffa dello sceneggiatore: delle storie di Uderzo - almeno per me - non ce n'è una che sia memorabile. In ogni caso, le analizzerò tutte.

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    Uderzo saluta Goscinny: a prescindere da tutto, erano molto amici loro due.

     
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    Alcune delle storie realizzate da Uderzo in solitaria mi sono piaciute quanto quelle scritte in coppia con Goscinny.
    Comunque, occupandosi dei testi, Uderzo ha affrontato la stessa situazione di Jack Kirby dopo il suo ritorno alla Marvel: secondo te chi dei 2 se l'é cavata meglio?
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 3/11/2022, 23:43) 
    Alcune delle storie realizzate da Uderzo in solitaria mi sono piaciute quanto quelle scritte in coppia con Goscinny.

    E' giusto che sia così, i gusti non si discutono mai.

    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 3/11/2022, 23:43) 
    Comunque, occupandosi dei testi, Uderzo ha affrontato la stessa situazione di Jack Kirby dopo il suo ritorno alla Marvel: secondo te chi dei 2 se l'é cavata meglio?

    Entrambi non se la sono cavata per niente bene, secondo me. Uderzo ha fatto delle storie piuttosto sconclusionate, coi personaggi alterati e quasi irriconoscibili; Kirby ha fatto storie stravaganti e piene di immagini galattiche, ma con poca sostanza: personaggi bidimensionali, prosa enfatica, storie prolisse e poco coinvolgenti.
     
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