Il blog di Joe7

  1. ANNIVERSARI DEL 2023 (terza parte)

    ANNIVERSARI DEL 2023 (terza parte)
    (qui la prima parte; qui l'ultima parte)

    60 ANNI FA: NASCONO I VENDICATORI (1963)

    0-AVENGERS-VENDICATORI


    Oggi li chiamano col nome straniero Avengers, pronuncia uveniùz, che non significa niente alle orecchie di un italiano, mentre "Vendicatori" suona molto più drammatico. Ormai la lingua inglese sta monopolizzando tutto, anche le altre lingue, e l'italiano "Vendicatori" viene considerato roba di una lingua poveraccia, mentre l'incomprensibile inglese "Uveniuz" è il futuro. Permettetemi almeno di chiamarli "Vendicatori", così capisco almeno il senso di quella parola. Siamo italiani, siamo in Italia, quindi parliamo italiano.

    Siamo nel Settembre 1963 e i supereroi Marvel esistono ormai da due anni, con la creazione del Fantastici Quattro (un altro gruppo, tra l'altro) nel 1961. Dopo di loro furono creati, in ordine, l'Uomo Ragno, Hulk, Thor e Ant-Man (tutti realizzati nel 1962); poi Iron Man, gli X-Men e il Dottor Strange (tutti creati nel 1963, poco prima dei Vendicatori; l'unica eccezione sono gli X-Men, pubblicati contemporaneamente). Stan Lee e Jack Kirby pensarono di realizzare un nuovo gruppo composto coi personaggi finora realizzati, a imitazione della Justice League della DC, il gruppo che comprendeva Superman, Batman, Wonder Woman e altri.

    Chi mettere nel gruppo? Per prima cosa, esclusero l'Uomo Ragno, che era già abbastanza popolare per conto suo, non aveva bisogno di comparire su altre testate per avere maggior successo, e non era adatto ad integrarsi in un gruppo: era troppo indipendente. Il Dottor Strange non era popolare come l'Uomo Ragno, ma nemmeno lui era adatto a stare un gruppo: è difficile gestire un mago che in pratica può fare tutto. Rimasero Hulk, Thor, Iron Man e Ant-Man, insieme alla sua compagna Wasp. Ed ecco i Vendicatori. Ma come gruppo era troppo eterogeneo: Hulk, con la sua violenza e la sua furia incontrollabile, non era assolutamente adatto a stare in un gruppo. Quindi se ne andò via subito, già col secondo numero: l'arrivo di Capitan America al posto di Hulk nel 1964 stabilizzò il gruppo, che così ebbe tutti i suoi membri fondatori, col Capitano che divenne l'anima del gruppo.

    Capitano
    La prima apparizione di Capitan America dopo la Seconda Guerra Mondiale, sul numero 4 dei Vendicatori /Avengers.


    Il nome dei Vendicatori fu scelto dalla Wasp, ma ovviamente i responsabili sono Lee e Kirby. Perchè un nome così drammatico? Perchè - secondo me - i due autori erano ebrei. E quindi conoscevano bene il termine ebraico go'el: indicava il parente prossimo a cui incombe il dovere di difendere i suoi. Il termine non ha in italiano una traduzione univoca, e, a seconda del contesto, può essere tradotto con: "redentore", "vendicatore del sangue", "colui che ha il diritto di riscatto". E' anche un termine attribuito a Dio, che vendica, salva, riscatta gli uomini. Quindi il termine "Vendicatori" significa: "coloro che riscattano, salvano, vendicano i torti subiti". Quindi i Vendicatori sono i "fratelli maggiori" che devono difendere "i parenti più prossimi", cioè coloro che non hanno poteri come i loro.

    Il gruppo ha avuto molti cambiamenti e molti membri: ma i Vendicatori originali, soprattutto Thor, Iron Man e Capitan America, sono sempre rimasti l'anima e la base dell'organizzazione. Da ricordare in particolare la Visione, Pantera Nera, Occhio di Falco, Scarlet e la Bestia come i Vendicatori più rappresentativi. Per concludere, il loro grido di battaglia "Avengers Assemble!" è stato tradotto efficacemente in Italiano come "Vendicatori uniti!"

    50 ANNI FA: NASCONO GLI ARISTOCRATICI (1973)

    gli_aristocratici


    Gli Aristocratici sono una banda di ladri gentiluomini inglesi realizzati da Alfredo Castelli (lo stesso di Martin Mystere) e Ferdinando Tacconi nel 1973 sulla rivista Il Corriere dei ragazzi: questa rivista fu un tentativo di rendere "Il Corriere dei Piccoli" più "adolescente", più "adulto": ma non ebbe molto successo. Nonostante ciò, realizzò molte storie di qualità, tra cui, appunto, gli Aristocratici. Da notare che anche Tiziano Sclavi a volte collaborò con Castelli nella stesura delle storie. L'ispirazione per la creazione dei personaggi sembra dovuta ai film "Sette uomini d'oro" (1965) e "Il grande colpo dei sette uomini d'oro" (1966): due film italiani del regista Marco Vicario (attualmente, purtroppo, introvabili in DVD), che ispirarono anche Lupin III.

    Sette-Uomini-d-oro
    Sette uomini d'oro (1965): la base per gli Aristocratici e per Lupin III


    Gli Aristocratici, impeccabili ed eleganti, rubano più per il fascino dell'impresa che per il bottino, che in gran parte devolvono in beneficenza, trattenendo il 10% per rimborso spese. Di solito gli Aristocratici rubano soldi guadagnati disonestamente da strozzini o delinquenti, facendo in un certo senso giustizia. Il punto è che questi Aristocratici inglesi non sono tutti inglesi.

    Il capo è il Conte (non si sa il suo vero nome), il più anziano: è un vero e proprio gentiluomo inglese di vecchio stampo, con una flemma alla Conte Oliver di Alan Ford. Poi abbiamo Jean, la nipote del Conte, abile nel sedurre gli uomini (senza mai andare oltre, però: appunto da aristocratica); Alvaro, un italiano, seduttore ed espertissimo nello scasso; Moose, un burbero irlandese, dotato della forza bruta a volte necessaria per situazioni incresciose; Fritz, un tedesco, l'inventore del gruppo, esperto di elettronica, sempre pronto a sfornare marchingegni degni di James Bond. A dare loro la caccia è l'ispettore Michael Allen di Scotland Yard, innamorato però di Jean e da lei ricambiato: una cosa alla "Occhi di Gatto" che complica la faccenda.

    Inoltre, a volte gli Aristocratici collaborano di nascosto con le autorità per contrastare certi criminali intollerabili e davvero "disdicevoli", come direbbe il Conte: tipo gli spacciatori di droga o i commercianti d'armi. Il loro avversario ricorrente è Derek Collins, che fu il primo Aristocratico dopo il Conte: ma poi, come si suol dire, prese una brutta strada. A volte gli Aristocratici incontrano famosi personaggi di fantasia, come Sherlock Holmes, Tarzan o Arsenio Lupin.

    All'inizio, gli Aristocratici furono pubblicati sul Corriere dei ragazzi a partire dal n. 7/8 del 1973, per poi passare su Corrier Boy (il nuovo nome del Corriere dei Ragazzi). Dopo la chiusura della testata, le nuove storie furono pubblicate sulla rivista a fumetti tedesca Zack!. Dopo varie ristampe in Italia, gli Aristocratici furono pubblicati sul Giornalino: essendo però un settimanale cattolico, ci fu una modifica dell'impostazione della storia: da ladri gentiluomini, gli Aristocratici divennero dei finti ladri gentiluomini, che agivano così su ordine della Regina Elisabetta, per poter agire ogni qualvolta la polizia avesse le mani legate.

    aristocratici_conte


    "Gli Aristocratici" è un fumetto con un un tono ammiccante ed ironico: in quegli anni'70 di contestazione giovanile, l'idea di una banda di ladri che collabora a modo proprio con la giustizia, rimanendo però autonoma, corrispondeva all'idea "anticonformista" di allora.

    50 ANNI FA: NASCE ROBIN HOOD DELLA DISNEY (1973)


    Nel 1973 nacque un altro ladro gentiluomo, oltre agli Aristocratici: il Robin Hood della Disney uscì infatti nell'autunno di quell'anno. Fu il primo film realizzato dopo la morte del fondatore Walt Disney, che era avvenuta nel 1966. Prima di morire, Disney aveva supervisionato Il libro della Giungla (1967) e aveva permesso la produzione degli Aristogatti (1970). Quindi quei film avevano ancora la presenza dello zio Walt. Robin Hood, invece, fu il primo film interamente realizzato senza l'intervento del fondatore.

    A dire il vero, già dagli anni '30 Disney pensava di fare un film sulla volpe Renart ("volpe" in francese si dice appunto "renard"). Si trattava di un personaggio del "Romanzo di Renart", una raccolta francese di racconti del 1100/1200, in cui i personaggi sono degli animali antropomorfi. Si trattava di favole satiriche, in cui, accanto al protagonista, appunto la volpe Renart, c'era anche il lupo Ysengrin, suo nemico (un prototipo dello Sceriffo di Nottingham, che era un lupo) e il Re leone (ovviamente il prototipo del Principe Giovanni). Renart, comunque, era un furbo mascalzone: non era certo adatto per un film disneyano, quindi l'idea di usarlo fu accantonata.

    Ma uno dei collaboratori di Disney, Ken Anderson, alla fine degli anni 50 pensò di usare uno dei personaggi di Renart, il gallo Chanteclair (da noi Cantagallo), come protagonista e con Renart come avversario. Disney, alla fine, preferì realizzare La spada nella roccia, perchè un gallo come protagonista non era molto accattivante. Nel 1968 Anderson ripescò la volpe Renart, ibridandola stavolta con la famosa leggenda di Robin Hood: la scelta fu azzeccatissima, perchè la furbizia di Renart/Robin era giustificata dalla sua intenzione di rubare ai ricchi per dare ai poveri. Wolfgang Reitherman diresse il film, come aveva già fatto con la Spada nella roccia, Il libro della Giungla e gli Aristogatti. Tutti film che, come Robin Hood, sono caratterizzati da un umorismo semplice, fisico, farsesco.

    Robin-Hood
    Una volpe con un misto di Lupin e Terence Hill.


    Robin Hood fu un grande successo: ben 10 milioni di dollari, la cifra più alta mai raggiunta fino ad allora da un film Disney. Il pubblico si innamorò della storia, con tutte le gag (il football di Lady Cocca, l'inganno di Robin travestendosi prima da indovina e poi da arciere), e i motivetti Urca Urca Tirulero e Giovanni re fasullo d'Inghilterra. Ma, insieme a questo, c'era anche il dramma della povera gente in prigione per non aver pagato le tasse; oppure la minacciata impiccagione di Frà Tuck; per non parlare dell'attacco al castello, con le fiamme finali e persino la presunta morte di Robin (che in una versione alternativa, poi scartata, quasi avveniva davvero). Oltre al dramma, c'era anche la storia d'amore sospirata tra Robin e Marian, che alla fine convolano a nozze: caso raro di un amore che passa dalla separazione al fidanzamento e al matrimonio.

    Robin-e-Marian
    Anche se non è molto pubblicizzato e c'è poco merchandising al riguardo, Robin Hood resta uno dei film Disney più amati dal pubblico.


    Ma anche gli altri personaggi sono azzeccatissimi: Lady Cocca, la buffissima dama di compagnia di Marian; il perfido sceriffo di Nottingham; il giovane Saetta, novello Robin Hood; gli avvoltoi Crucco e Tonto; il viscido servo Ser Biss e il perfido e complessato Principe Giovanni, e gli altri. Nella realizzazione dei personaggi, la Disney spinse all'estremo il suo antropomorfismo, lasciando interpretare i personaggi della storia non solo ad animali parlanti, ma anche a vere e proprie persone con le sembianze di animali, che si muovono in ambienti umani.

    Non è che Robin Hood "manchi di storia" come spesso accusano nei commenti: è una serie di scontri tra lui e il principe Giovanni, che ha un crescendo sempre più drammatico, fino alla battaglia finale al castello. L'arrivo di re Riccardo pone fine alla storia, perchè era effettivamente arrivata alla conclusione Non si poteva più fare altro: si doveva appunto concludere la storia con l'arrivo del deus ex machina, appunto Re Riccardo, citato tra l'altro per tutto il film. Dopo la battaglia nel castello, infatti, il Principe Giovanni ne esce rovinato, senza soldi e senza castello, mentre Robin e gli altri fuggono liberi nel bosco. E in inglese "bosco" significa, appunto, "hood"; e "Robin" significa "pettirosso", quindi un uccello: da qui il termine "uccel di bosco", cioè criminale fuggito. Quindi Robin è, per definizione, imprendibile.

    Un'altra critica fatta spesso a Robin Hood è quella di aver riciclato delle scene di Biancaneve, del Libro della Giungla e degli Aristogatti. Ma l'animatore Floyd Norman della Disney dice chiaramente che quella di riciclare le animazioni era una pratica tutt'altro che economica e non faceva affatto risparmiare tempo: infatti - ed è strano che nessuno lo abbia notato - i personaggi andavano comunque ridisegnati. Non si trattava delle repliche delle stesse scene di Duke Fleed che sale su Goldrake e cose simili: si trattava invece di ridisegnare intere sequenze. E perchè farlo, allora? "Perchè", spiega Norman, "quello era un vezzo tipico di Wolfgang Reitherman: preferiva utilizzare dei momenti già consolidati, che sapeva che avrebbero funzionato. Voleva andare sul sicuro."

    Per sapere altro su Robin Hood, vi rimando [IMG]?t=5819043[/IMG]qui.

    Robin-Hood-2



    (Continua qui)

    QUI I LINK SUL 2023 E SUGLI ALTRI ANNI

    Edited by joe 7 - 7/12/2023, 19:45
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    Di Robin Hood i miei genitori mi regalarono la VHS per il mio decimo compleanno e rimane il mio classico Disney preferito.
    Mi piace soprattutto Fra' Tuck come personaggio.

    I Vendicatori l'ho letto sui Mavel Masterworks e le storie mi sono piaciute molto.
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 6/12/2023, 18:03) 
    Di Robin Hood i miei genitori mi regalarono la VHS per il mio decimo compleanno e rimane il mio classico Disney preferito.
    Mi piace soprattutto Fra' Tuck come personaggio.

    I Vendicatori l'ho letto sui Mavel Masterworks e le storie mi sono piaciute molto.

    Anche per me Robin Hood è il mio preferito film Disney, insieme a Bianca e Bernie. I Masterworks hanno aiutato a conoscere molte storie Marvel semiscomparse, spero che quella che hai preso sui Vendicatori sia stata una buona edizione.
     
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    CITAZIONE (berlicche677 @ 7/12/2023, 15:19) 
    Se poi vuoi andare a farti una lobotomia: www.youtube.com/watch?v=H9K8-3PHZOU

    Ho capito, è una musica che si basa sull'introduzione musicale di Robin Hood, quella all'inizio del film...non lo sapevo, grazie del link! ^_^
     
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