L'ULTIMO SALUTO AD AKIRA TORIYAMA, IL CREATORE DI DRAGONBALLCome ormai tutti sanno, il 1° Marzo 2024 ci ha lasciati il maestro
Akira Toriyama, creatore di
Dr. Slump e Arale e soprattutto di
Dragonball. Nel parlare di lui, si deve per forza parlare di questa opera ciclopica, che è stata appunto il frutto del genio di Toriyama: analizzando Dragonball, si comprenderà meglio l'autore.
Intanto, perchè Dragonball ha avuto così tanto successo, al punto da essere stato un'icona in tutto il mondo, tanto da fare da apripista ai manga giapponesi? In Italia, per esempio, il primo manga che fu pubblicato in edizione non ribaltata, quindi con la lettura alla giapponese da destra a sinistra, fu proprio Dragonball, ed ebbe un successo enorme, tanto che da allora tutti i manga pubblicati in Italia furono non ribaltati.
Qual era il segreto di Toriyama e del suo successo con Dragonball?
Il segreto è la spontaneità e la "purezza" del personaggio di Goku, secondo me. Le storie di Dragonball sono violente e leggere, drammatiche e semplici nello stesso tempo. C'è un equilibrio incredibile tra serietà e gioco: come un bambino piccolo, Goku è incredibilmente serio e nello stesso tempo incredibilmente giocoso. Osservate un bambino appena nato: vi osserverà seriamente, con attenzione: il suo sguardo è focalizzato su di voi. Vi analizza, cerca di capire chi sei. E' serio. Ma nello stesso tempo gioca facilmente, sorride, si diverte con poco. La stessa cosa fa Goku: è un bambino, sia nel corpo che nell'animo. I suoi capelli, con un ciuffo davanti e uno dietro, richiamano le orecchie di
Topolino, che ha le proporzioni da bambino, come Goku.
Tutto nel mondo di Dragonball è a misura di bambino: le macchine arrotondate, le capsule che si trasformano in quello che vuoi, i personaggi che hanno nomi buffi. Per esempio, tanti hanno dei nomi di vegetali: Vegeta (ovvio), Kakarot (carota), Crilin (castagna), Taobaibai (pesca bianca bianca); oppure di alimenti: Tenshinhan (piatto cinese). Il nemico spesso è Freezer, proprio il luogo dove si mettono gli alimenti. Oppure, nomi di colori: il Red Ribbon (nastro rosso), il Comandante Red, eccetera. E un bambino è attratto dai colori.
In particolare, il nome di Bulma sta per Bloomer, "mutandine", una costante della ragazza. Ma i bloomer sono anche dei pantaloncini femminili da palestra (cosa che ricorda l'allenamento, una costante in Dragonball). Tutta l’opera è costellata da battute e scene a sfondo erotico, soprattutto tra Bulma e il Maestro Muten, e addirittura il primo arco narrativo si conclude con...delle mutandine r
ichieste al Drago che viene evocato. Ma Son Goku è completamente estraneo a questo contesto, che rimane comunque a livello infantile: come un bambino, Goku non ha interesse verso l'altro sesso.
Son Goku è un personaggio semplice, puro, pulito addirittura: è senza peccato, tanto che può viaggiare su una nuvola. Se
il martello di Thor può essere sollevato solo da chi ne è degno, quindi da chi ha il cuore puro, Son Goku lo solleverebbe senza problemi e lo darebbe a Thor dicendo: "Scusa, hai dimenticato questo". Oppure, può estrarre la spada Excalibur dalla roccia e darla ad Artù. In un certo senso, possono essere visti come dei prototipi di Goku il
Conan di Miyazaki o il
Piccolo principe Valiant (o Hols): entrambi puri, semplici e coraggiosi, entrambi col nonno che è morto ma che loro rimpiangono e rispettano, perchè ha dato loro un'impostazione di vita (Goku è stato allevato da suo nonno, che è morto prima dell'inizio del manga). Conan è molto forte, come Goku in proporzione, e Valiant è il più coraggioso tra gli uomini del villaggio. Ma, anche se sono delle persone semplici e oneste, non hanno l'infantilismo di Goku.
Valiant/Hols: un prototipo di Goku
La caratteristica di Goku è l'entusiasmo, l'amicizia con gli altri, lo stupirsi di ogni cosa. E ama crescere, svilupparsi, vivere: per questo gli piace diventare sempre più forte, caratteristica equivalente alla vita, per lui. Sin dall'inizio Goku è dotato di una grandissima forza: ma non se ne vanta mai. Per lui essere forte è una cosa naturale, come respirare, scrivere o camminare. Se incontra qualcuno più forte di lui, ne è felice perchè questo per lui è uno stimolo per diventare ancora più forte. Come i bambini piccoli, non ha malinconia, nè rimpianti, nè invidia.
Ha un senso della giustizia fortissimo, sempre come i bambini: tutti i bambini vogliono che il lupo cattivo le prenda. Si infuriano davanti alle ingiustizie. Quando Goku incontra un malvagio, si infuria per la sua malvagità e lo affronta senza problemi, non importa quanto sia forte. E' più forte di lui? Con dell'allenamento alla fine lo batterà. E' meno forte di lui? Il cattivo le prende e dovrà perdere.
Il malvagio non riuscirà mai a portare Goku dalla sua parte: è troppo puro per cascarci. In una scena del suo lungo scontro col Red Ribbon, l'esercito più potente del mondo, siamo arrivati quasi alla fine. Goku raggiunge il Comandante Black, il capo del Red Ribbon, e gli chiede:
"Sei tu il capo?"
"Sì. Ascolta: ho una proposta da farti."
"Una proposta?"
"Sì. Che ne dici di lavorare per noi? Possiamo conquistare il mondo, insieme!"
"Non mi interessa. Io sono qui per far risorgere il padre di Upa, che è morto per colpa vostra!"
Black è contrariato, però continua a insistere:
"Allora facciamo così. Ti puoi prendere le sfere del drago che abbiamo, fai risorgere il padre di Upa e poi vieni a lavorare per noi. Che ne dici?"
"Ti ho detto che non mi interessa! Non ci tengo a lavorare per una banda criminale!"
"Ho capito. Allora non mi lasci scelta."
Lo scontro si riprende, e, come potete immaginare, alla fine Goku batte Black e si riprende le sfere.
Il segreto di Goku è la sua semplicità: anche quando diventerà più grande, si sposerà con Chichi e avrà il figlio Gohan, il suo animo resterà semplice come quello che aveva da bambino. Come i bambini, non ha nemmeno il concetto della morte: infatti, nel dialogo di prima, parla con tranquillità di far risorgere una persona con le sfere del drago.
Grande o piccolo, Goku resta sempre Goku.
La bontà d'animo di Goku rassicura: lui guarda il mondo con ingenuità, con candore, rimanendo sempre se stesso. Non cambia, non tradisce: rappresenta la tradizione, in un mondo che diventa sempre più alieno e meccanizzato (capsule Hoipoi, apparecchi volanti, marchingegni futuristici, seppur ritratti con un design per bambini).
La trama di Dragonball è elementare, schematica, sfacciatamente ripetitiva, persino: Goku incontra uno più forte di lui che lo batte, poi lui si allena e lo batte. Poi incontra uno ancora più forte, eccetera. Eppure coinvolgono, appassionano lo stesso: non ci sono mai stati prima degli scontri così megagalattici, così totali, e questo coinvolge moltissimo. E gli scontri avvengono anche tra i comprimari. Ma il cuore di Dragonball resta sempre il personaggio di Goku.
Il talento di Toriyama nella costruzione della tavola e nella narrazione, oltre alla sua capacità di creare un mondo e un mare di personaggi secondari indimenticabili, ha contribuito al successo, senza dubbio. Ma è Goku il vero motore di tutta la storia.
Anche
Rufy di One Piece, che è stato realizzato da un ammiratore di Toriyama,
Eichiro Oda, è stato realizzato sulla falsariga di Goku: apparentemente debole perchè fatto di gomma (Goku sembra debole perchè è un bambino), è invece fortissimo. E' semplice come Goku, si stupisce facilmente anche lui, ama l'avventura e ha l'obiettivo di trovare lo One Piece, che è quasi l'equivalente delle Sfere del Drago, attorno alle quali spesso gira tutta la storia di Goku.
Credo che sia stato questo il segreto del successo di Dragonball e del talento del maestro Toriyama.
Riposa in pace, maestro.
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