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  1. NAIDA E RUBINA APPROFONDIMENTO: NAIDA NELL'HANGAR

     
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    NAIDA E RUBINA: QUELLO CHE C’E’ DIETRO LA MASCHERA - ANALISI DI GERDHA - (approfondimento - 1)
    (note e immagini di Joe7; L'intera analisi di Naida e Rubina si può seguire sul blog a partire da qui)

    Copyright © 2014 Gerdha & Joe7, All Rights Reserved

    Articolo di Gerdha, che si basa sui suoi post nel forum francese originariamente gestito da DJinspace (ora scomparso), nonché sulle sue analisi. Note, immagini e aggiunte di Joe7. Mi assumo ogni responsabilità davanti agli altri autori e sono disposto a modificare l’articolo a loro richiesta.

    NAIDA NELL'HANGAR: IL SISTEMA DI PROTEZIONE DI GOLDRAKE E LA BOMBA

    Qui approfondisco un aspetto dell’analisi di Naida e Rubina, già postata in precedenza.

    Nell’ep25, Naida entra nell’hangar di Goldrake con una bomba in mano, per eliminare il robot. Secondo le parole di Actarus, Naida avrebbe dovuto sapere che, avvicinandosi a Goldrake, avrebbe potuto rimanere fulminata. Eppure, lei era andata avanti lo stesso. Quindi, delle due una:
    - Naida non lo sapeva (e allora perché Actarus dice che lei doveva saperlo?)
    - Naida lo sapeva (e allora perché era andata avanti lo stesso? Voleva suicidarsi? E a che scopo?). Ecco l’ipotesi di Gerdha che può spiegare l’apparente impasse.

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    E’ assai probabile che Duke Fleed dica la verità: Naida avrebbe dovuto saperlo, ma se ne era dimenticata, oppure pensava che il dispositivo fosse stato disattivato da Duke Fleed per qualche motivo. Non ci trovo di per sé niente di strano, considerando il suo stato mentale (anche Naida infatti non è lucida: non per il condizionamento, ma per i suoi sentimenti contrastanti di odio/amore per Duke. Si veda l’analisi relativa per approfondire)

    Inoltre, è interessante che non ne sembri al corrente Procton, che non cerca di fermare Alcor quando lui corre nell’hangar ipotizzando di poter pilotare Goldrake.

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    Ma Venusia lo sapeva sicuramente, visto che lei commenta proprio su questo, quando raggiunge Alcor nell’hangar. E’ impossibile credere che Procton non fosse al corrente del dispositivo di protezione di Goldrake: quindi vuol dire che pensava che fosse in quel momento disattivo, oppure, non potendo correre dietro ad Alcor, aveva incaricato Venusia di raggiungerlo nell’hangar (difatti, che cosa ci faceva lei lì in quel momento?). Questo mostra anche fino a che punto di confidenza erano arrivati Venusia ed Actarus: infatti, solo lui avrebbe potuto dire a Venusia dell’antifurto di Goldrake (mentre, tra l’altro, evidentemente non l’aveva detto ad Alcor: un altro messaggio nascosto che mostra la profonda fiducia che aveva Actarus nei confronti di Venusia, mentre con Alcor Actarus si era aperto di meno). Certo, Procton avrebbe potuto avvisare Venusia spiegandole il pericolo in cui stava incorrendo Alcor: ma non poteva avere il tempo di dirle tutto nei pochi secondi in cui Alcor stava correndo da Goldrake.

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    Analizziamo ora un dettaglio interessante della scena dell’hangar: quando la bomba protonica, che Naida ha collocato, esplode nell’hangar, questa provoca solo la distruzione di una parte della rampa.

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    Eppure, avrebbe dovuto essere tanto potente da spazzare via Goldrake, secondo le parole di Naida.

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    Invece, si rivela una bomba di poco conto, poco più di un petardo. Una vera bomba capace di distruggere Goldrake avrebbe distrutto sicuramente non solo la rampa e l’hangar, ma anche tutto il Centro di Ricerche. In ogni caso, Naida e Actarus sarebbero rimasti uccisi senza dubbio (erano a solo pochi metri dalla bomba!).

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    Allora, quali erano le vere intenzioni di Naida? Lo sapeva o no che la bomba non era abbastanza potente?
    Riflettendo bene sulla storia, credo che Naida non avesse alcuna idea sulla bassa potenza di quella bomba. Prima di tutto, bisognerebbe domandarsi da dove l’avesse presa. Alla fine dell’episodio 25, vediamo che l’apparecchio che lei pilotava quando era arrivata sulla Terra era ancora vicino al bosco dove lei l’aveva lasciato, e conteneva ancora le altre bombe protoniche: quelle che alla fine esploderanno con lei.

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    Si può pensare che, in qualche momento prima della scena dell’hangar, Naida sia tornata all’astronave per prendere la bomba e portarla all’Istituto Ricerche Spaziali, quindi quella che esplode nell’hangar doveva essere dello stesso tipo delle altre.

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    Quelle bombe sembrano in sé abbastanza innocue: contengono quindi solo esplosivo “standard” e non di tipo protonico (nota: il fatto che Actarus la indichi come una “bomba protonica” è un altro segno del suo stato alterato, come è descritto nell’analisi).

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    L’esplosione finale del mostro Dari-Dari e della flotta di minidischi è più dovuta ad un effetto-catena che alla potenza dell’esplosione autodistruttiva del veicolo di Naida in sè.

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    Difatti, Naida accende una bomba sull’astronave, ma in realtà l’esplosione distruttiva avviene solo quando, per un effetto-catena, esplodono anche le altre e, di conseguenza, i detriti prima colpiscono i minidischi, poi il mostro danneggiato vira ed esplode successivamente.
    Nella VO 1 il disco su cui viaggia Naida non ha un nome, quindi non doveva essere ancora stato completato, oppure non aveva tutte le armi di cui normalmente erano dotati gli Enbanju 2. Difficilmente, quindi, avrebbe potuto contenere armi protoniche, prerogativa degli Enbanju (nemmeno i minidischi sono provvisti di raggi protonici). Nulla di strano quindi che la bomba portata all’hangar non fosse in realtà in grado di fare molti danni. E’ però significativo che Naida non ne fosse al corrente.

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    Se distruggere Goldrake fosse stato parte del piano di Gandal e Re Vega, e quindi conseguenza del condizionamento telepatico, si può immaginare che avrebbero dotato il disco di Naida con bombe in grado di fare esplodere effettivamente il robot. Ma, siccome non è così, possiamo supporre che in realtà il piano di cercare di distruggere Goldrake sia stato il frutto di un’idea autonoma di Naida, rinforzando quindi l'ipotesi che il condizionamento veghiano c’entri ben poco con le sue azioni e discorsi nell’hangar.

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    1 VO: Versione Originale giapponese.
    2 Enbanju: mostri di Vega.

    APPROFONDIMENTI: I FIORI NANOHANA SUL PRATO DI DUKE E RUBINA

    QUI TUTTI I POST SULL'ANALISI NAIDA - RUBINA

    QUI TUTTI I LINK SU GOLDRAKE

    Edited by joe 7 - 1/2/2022, 22:54
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    CITAZIONE (LUCE5 @ 29/10/2014, 17:30) 
    Questa approfondita ricerca mi ha fatto molto pensare, specie le ultime frasi: se distruggere Goldrake è stata un'idea autonoma di Naida, significa che a lei non importa niente della difesa del pianeta, nè dei suoi abitanti. Questo può essere frutto del suo stato alterato?

    Credo sia così, ma non solo: anche per un suo egoismo innato. Come Actarus è altruista e si proietta verso gli altri, Naida invece è il contrario: infatti, è incentrata solo su di sè, con un'attrazione-replusione maniacale verso Duke Fleed, non è interessata a nessuno. Infatti, nell'episodio, Naida non parla con nessuno, se non con Actarus. Certo, alla fine parla anche con Venusia, ma è Venusia ad iniziare a parlare con lei, non il contrario (infatti, Naida all'inizio non sa nemmeno chi sia quella donna). E Naida alla fine si mette in competizione con Venusia: "Io amo lui più di te", le dice in sostanza, senza nemmeno considerare il fatto che in quel momento l'Actarus che lei "ama" è ridotto ad un demente impazzito. Naida vive in un mondo tutto suo: si suicida per sua decisione, senza nemmeno ascoltare Actarus nè rivolgergli la parola. Si tratta di un egocentrismo spinto fino all'estremo.
    CITAZIONE (LUCE5 @ 29/10/2014, 17:30) 
    Mi sembra che dall'analisi anche lei risultasse depressa, anche se in modo diverso da Actarus, lei è molto più cosciente e lo studia e lo fa soffrire in crescendo durante l'episodio.

    E' una caratteristica vendicativa che ha Naida: siccome non perdona ad Actarus la sua relazione con Rubina, nè il fatto di essere partito da Fleed credendola morta, studia con accuratezza le parole e gli argomenti che possono fargli più male. Actarus in quel momento è fuori dalla realtà in senso patologico, lei invece è fuori dalla realtà in senso egoistico (un egoismo che si avvicina alla patologia: in ogni caso, è consapevole dello stato alterato di Actarus e ne approfitta). Questo è quello che ho capito dall'analisi di Gerdha, e mi sembra assai azzeccato: solo in questo modo la storia diventa comprensibile.
    CITAZIONE (LUCE5 @ 29/10/2014, 17:30) 
    Da altre descrizioni sulla sua personalità, è stato detto che era già una sua caratteristica su Fleed, io aggiungo che riusciva a nasconderlo abbastanza, perchè quando non ci sono guerre e le cose vanno bene, in genere si dà il meglio di sè stessi.

    E' vero: nei momenti di prova si vede quanto vale una persona. I suoi pregi e i suoi difetti diventano palesi, e, dopo questo, rimangono solo due possibilità: migliorare i propri pregi e combattere i propri difetti, o il contrario. Duke ha seguito la prima possibilità, combattendo la sua superficialità e noncuranza, e sviluppando il suo coraggio e altruismo, qualità che già aveva ma non aveva sviluppato fino in fondo. Naida, invece, ha percorso il cammino inverso: il suo amore possessivo per Duke non si è purificato, ma è diventato patologico fino a trasformarsi in odio, e Re Vega l'aveva capito bene. Non era necessario condizionarla, ma bastava semplicemente stimolare verso il peggio i suoi sentimenti negativi.
    CITAZIONE (LUCE5 @ 29/10/2014, 17:30) 
    Inoltre tra lei e Actarus c'era una forte passione e le eventuali stranezze potevano passare in secondo piano.
    Di sicuro gli anni di prigionia hanno esasperato queste sue caratteristiche e il suo odio è arrivato ad alti livelli; per me odiava molto anche sè stessa, non si voleva bene.



    Questa tua ultima osservazione mi sembra molto azzeccata: il comportamento di Naida è quello di chi non vuol bene a nessuno, nemmeno a se stessa. L'avevo notato nel modo con cui era stata disegnata: il suo sguardo triste, rassegnato, con un senso di abulia e di insoddisfazione, è stato reso da Shingo Araki in modo straordinario. Sì, Naida non si voleva bene, non si stimava. Tanto da - forse - suicidarsi addirittura, per riacquistare un pò di autostima: una sorta di purificazione. Naida è un personaggio negativo, però reso ottimamente, dal punto di vista psicologico.
     
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    CITAZIONE (LUCE5 @ 3/11/2014, 18:01) 
    Per quanto riguarda il fatto che Naida si mette in competizione con Venusia e le dice: "Io amo lui più di te", avevo sempre creduto fosse per un fatto che lei è molto più matura ed è stata a contatto con lui più tempo.
    Come ti avevo già detto, l'episodio l'ho visto nel 1978, poi nello stesso anno risentito le parole registrate varie volte, avvertivo da parte di Naida una forte maturità e vedevo lei e Actarus come la coppia ideale e credevo che per lui Naida fosse insostituibile.

    La psicologia è davvero complicata, la storia è proprio da adulti e motivo di studio.

    Infatti, Goldrake è un'opera complessa, e volutamente "ingannevole". Anch'io ci ero cascato: solo anni dopo , parlandone e leggendo le varie analisi, avevo capito che era molto più complicato di quanto sembrava a prima vista. Infatti, sin da quand'ero piccolo, intuivo che Goldrake fosse diverso dagli altri (Mazinga, Jeeg, Daitarn e compagnia bella), ma non sapevo spiegarmi il perchè. Mi ero sempre risposto che era così perchè erastato per me il primo cartone giapponese, ma questa era una risposta che non mi aveva mai convinto del tutto.

    Goldrake è davvero un capolavoro di psicologia umana e anche di alta poesia: ben poche serie gli si possono affiancare a questo livello. Personalmente, metterei Anna dai capelli rossi, Heidi e Peline story come opere di uguale complessità: solo che queste sono opere sì complesse, ma "dirette". Intendo dire che quello che gli autori di Anna dai capelli rossi e gli altri lavori vogliono far capire allo spettatore, lo vogliono far capire chiaramente. Goldrake, al contrario, vuole raccontare un tipo di storia raccontandone in realtà tutta un'altra: e questo richiede molto impegno da parte dello spettatore per essere ben capito.
     
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    CITAZIONE (LUCE5 @ 3/11/2014, 19:14) 
    Anche perchè Heidi e C. sono romanzi europei, quindi per noi più familiari.
    Peline l'ho visto poco perchè avevo già letto il romanzo della sua storia che si chiama "In famiglia"; "Anna dai capelli rossi" mi è piaciuto molto, "Heidi" il mio preferito.
    Per quanto riguarda "Candy", sinceramente non la sopportavo; cioè la storia era bella, ma andava dimezzata, tolto qualche etto di buonismo retorico e meno forzature.
    Mi dava fastidio che le mie coetanee andassero in escandenscenza per la sua storia con Terence; già allora detestavo i romanzi rosa, le sdolcinature romantiche mi davano proprio fastidio.
    Rubina aveva la voce di Candy, ma è adatta e per una puntata andava bene, ma per 152 proprio no!
    D'accordissimo con te per tutti i tuoi commenti su Goldrake; li pensavo io ed altri, ma farsi capire era difficile.
    Ciao.



    Candy non brilla molto per profondità psicologica: inoltre, mi sembra una serie dalla mentalità giapponese in certi punti, sotto parvenze occidentali. La storia del triangolo Susanna-Terence-Candy, per esempio, ha uno svolgimento tipico dalla mentalità giapponese, non nostra: un giorno magari ne parlerò in un post.

    Senza contare che effettivamente Candy è una telenovela. In ogni caso, anche Candy ha qualche richiamo a una storia occidentale, "Papà Gambalunga" di Jean Webster (hai presente lo Zio William?). Chiaramente non è la stessa storia, ma si ispira un pò ad essa.

    In effetti, la doppiatrice di Rubina era la stessa di Candy, Laura Boccanera! Questo mi era sfuggito, grazie.
     
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