ZAGOR 65-66: MAGIC-BAT (analisi di Ivan - con appendice: "Nolitta e la staffetta mancata")Testi: Cesare Melloncelli
Disegni: Franco Donatelli
Zagor edizione originale Zenith: n. 116-117 (usciti nel 1970). I numeri reali di queste storie di Zagor sono 65-66. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 65-66.
TRAMA"Zagor contro Mandrake e Lothar": potrebbe essere questo il sottotitolo della storia di Magic-Bat, vista la somiglianza dei due avversari coi due ben più famosi personaggi. La storia comincia con Cico che, insieme a Zagor, va dal suo amico
Donald Destry, col quale aveva messo su, anni fa, un allevamento di castori, per vedere i risultati e avere la sua fetta di guadagno: ovviamente il risultato sarà un disastro. Però, in quell'occasione, Destry informa Zagor della presenza di un prestigiatore chiamato
Magic-Bat che circuisce gli indiani Caddo con le sue magie e li manda ad attaccare i cercatori d'oro e a rubare loro i guadagni per darli all'illusionista. Zagor affronta Magic Bat e il suo servo, il gigantesco
Molok, che alla fine vengono sconfitti.
COMMENTOStoriellina simpaticotta firmata dal
vice-Nolitta dell'epoca,
Cesare Melloncelli. Va detto che sarà anche la sua ultima storia, e, dal mio punto di vista, è un peccato: il Melloncelli non avrà avuto l'inventiva e l'estro narrativo del Sergione, ma in quanto a leggerezza e fluidità di lettura potrebbe dare lezioni a molti dei narratori moderni.
Il racconto risente delle ingenuità dell'epoca: va necessariamente letto tenendo conto della mentalità dei lettori di quel tempo. Malgrado l'esilità della trama di base, la narrazione procede con un buon ritmo e la successione degli avvenimenti segue una logica coerente. L'antagonista,
Magic-Bat, è tanto pittoresco quanto improbabile. Un prestigiatore che, millantando poteri magici, istiga i pel
lerossa a compiere rapine per suo conto.
Nonostante come avversario sia una mezza tacca, riesce a mettere Zagor in pericolo di vita
per ben 3 volte . L'ultima in modo un po' grottesco: Zagor viene ipnotizzato in maniera piuttosto ridicola (
"A me gli occhi"...va be', roba da Topolino
) e poi viene salvato da un intervento di terzi, proprio quando Magic-Bat si apprestava a spaccargli la zucca con la sua stessa scure.
Qui viene confermato che il
Cico del Melloncelli è uno dei migliori tra quelli non-nolittiani. Il suo Cico è quasi indistinguibile da quello di Nolitta, al punto da farmi sospettare che il Sergione ci mettesse un po' del suo in fase di costruzione degli sketch.
Comunque sia, è particolarmente ben riuscita la gag "retroattiva" che innesca la vicenda, con Cico che, assieme all'amico Donald, fonda un allevamento di castori che avrà poi esiti nefasti. Divertente anche la scena in cui il messicano viene scelto da Magic-Bat come cavia per il suo spettacolo di illusionismo. Manco a dirlo, l'esibizione finisce in un disastro.
Una caratteristica del Melloncelli è sempre stata quella di proporre personaggi e scenari coloriti, a costo di sacrificare un po' l'attendibilità narrativa (scelta sulla quale mi trovo concorde, se non si esagera con le licenze). Tra gli elementi di contorno spicca il gigante forzuto
Molok, che fa la sua bella figura nello scontro corpo a corpo con Zagor.
Fascinoso anche il "covo" di Magic Bat: un battello a vapore (anche se contrasta con l'esigenza di un criminale di doversi muovere agilmente su qualsiasi terreno...ma quando c'è pathos, a questi dettagli ci si passa volentieri sopra).
Storia:
6,5Disegni:
7Autore:
7---------------------------------------------------------------
APPENDICE - NOLITTA SENZA EREDI: LA STAFFETTA MANCATAApprofitto di questo episodio per dire due parole su un tema generico:
lo Zagor non-nolittiano. Un appunto che farei a Sergio Bonelli è quello di non aver "istruito" un suo degno successore alla guida della collana. Ok, lo so: non era un compito suo e si presume che un autore subentrante debba essere abbastanza bravo da non far rimpiangere troppo il predecessore...ma all'atto pratico, questa teoria non è stata sempre rispettata, e un "figlioccio" preparato da Nolitta avrebbe davvero fatto comodo. Dati alla mano: a parte i primi numeri targati Ferri/Gianluigi Bonelli, le uniche comparsate di altri autori, fino a
"Tigre", sono stati
Alfredo Castelli (con
"Molok") e, appunto,
Cesare Melloncelli con 4 storie brevi.
Dopo l'abbandono di Nolitta, su Zagor abbiamo assistito al cosiddetto
"Interregno", una fase convulsa, durante la quale Sergio Bonelli ha ricoperto, ufficialmente, la carica di "supervisore". Ma quale fosse invece il suo operato
effettivo non mi è affatto chiaro. La mia impressione è che fosse completamente assorbito dal suo lavoro per Mister No e ciò gli induceva una sorta di
indifferenza per il destino della collana di Zagor, in totale fiducia degli attuali scrittori (Canzio, Castelli, Pezzin, Sclavi, Toninelli), le cui opere, però, non sempre riscuotevano l'apprezzamento dei lettori.
Morale: dopo aver corso alla stragrande i propri 100 metri, lo staffettista Nolitta si è "dimenticato" di effettuare il passaggio del testimone a corridori di eguale talento – nel senso che li ha lasciati liberi di "correre" a modo loro, interpretando in maniera
un po' troppo personale lo stile dello Zagor storico.
E qui mi riallaccio al presente episodio, "Magic-Bat". Secondo me, se adeguatamente seguito e aiutato nel suo sviluppo come autore, il Melloncelli avrebbe potuto essere un degno continuatore delle orme di Nolitta, perchè, tra le righe dei suoi (pochi) lavori pubblicati, si intravede lo spirito giusto. Molto probabilmente non sarebbe riuscito a reggere il confronto con Nolitta (soprattutto sulla lunga distanza), però non dimentichiamo che lo stesso Nolitta, ai suoi esordi, non aveva scritto storie molto migliori di quelle di Melloncelli. Nolitta non è nato
autore eccezionale: lo è diventato, facendosi le ossa su Zagor per
ANNI.
Ovviamente, manca la
probatio diabolica * che, col tempo, anche Melloncelli avrebbe avuto una evoluzione sorprendente come narratore: però il concetto di fondo permane. In prospettiva del suo abbandono, Nolitta non si è preoccupato di preparare
per tempo degli adeguati successori alla conduzione autoriale di Zagor. E a me rimane la convinzione che Melloncelli avesse dei buoni requisiti in tal senso, un grande potenziale a livello "embrionale" che però non ha trovato le condizioni giuste per potersi sviluppare (e questo al di là del fatto che scrivesse solo per
hobby e non avesse intenzione di diventare un autore a tempo pieno).
Ma tant'è. Speculazioni a parte, la cosa certa è che personalmente rileggo con maggior soddisfazione le ingenue "Magic-Bat" o
"La città nascosta", piuttosto che le elaboratissime (?) storiellone dello Zagor moderno. Un motivo ci sarà.
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Probatio diabolica: alla lettera, "prova del diavolo". E' un'espressione latina usata per indicare una prova impossibile.
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