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  1. DOSSIER GRANDE AVVENTURA DI VALIANT - 6 (fine)

    By joe 7 il 6 Feb. 2021
     
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    LA GRANDE AVVENTURA DEL PICCOLO PRINCIPE VALIANT/LA SPADA DEL SOLE - DOSSIER (QUINTA PARTE)
    (la prima parte si trova qui)

    LA REALIZZAZIONE DEL FILM FU UN MACELLO

    V5


    Nel 1958 era uscito il primo lungometraggio animato della TOEI (che allora si chiamava Toei Doga): "La leggenda del serpente bianco" ("Hakujaden"), seguito nel 1963 da "Il piccolo principe e il drago a otto teste" ("Wanpaku Ōji no Orochi Taiji"): furono dei successi commerciali. In particolare, nella storia del "drago a otto teste" parteciparono i futuri character designer di Valiant, Yasuo Otsuka e Yasuji Mori. Il successo del "drago a otto teste" convinse i dirigenti della TOEI a dare carta bianca a Yasuo Otsuka per il prossimo film di animazione, che sarebbe stato, appunto, Valiant. Da qui iniziarono i dolori. Ma cominciamo dall'inizio: che storia è, Valiant? Da dove viene? La grande avventura del piccolo principe Valiant (nell'originale, "Taiyō no ōji - Horusu no daibouken", cioè: "La grande avventura di Hols, principe del sole") è una storia tratta da "Il sole di Chikisani" (Chikisani no Taiyou), del giapponese Kazuo Fukazawa. "Chikisani" è una dea: il termine sta per "olmo" o "dea della foresta". E' anche un termine legato al fuoco: infatti significa anche "costruttore di fuoco". Somiglia al concetto di fabbro, forgiatore, e richiama la forgiatura della spada di Valiant. "Il sole di Chikisani" era un’opera del bunraku, il teatro delle marionette. Quest'opera, a sua volta, si basa su un’antica leggenda, o poema epico (detto "yukar"), degli Ainu, un'antica popolazione giapponese, ma non di etnia orientale: per questo subirono molte persecuzioni dai giapponesi nei secoli passati.

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    GLI AINU

    La scelta della popolazione Ainu come soggetto base aveva anche una motivazione di protesta da parte di Takahata e degli autori, che volevano anche il rispetto per le minoranze e per le tradizioni, giapponesi o meno. Ma gli Ainu chi sono? Intanto, non sono giapponesi, anche se vivono nel nord del Giappone, nell'isola di Hokkaido. C'è un cenno sugli Ainu anche nel manga "L'Immortale" di Hiroaki Samura, col personaggio di Doa Yoshino. Doa, infatti, insieme al suo compagno, Isaku, vengono dal mondo Ainu, anche se Doa è di etnia giapponese (il tatuaggio sul suo volto è di natura Ainu). Anche nel film di Miyazaki, La principessa Mononoke, compaiono gli Emishi, che erano gli antenati degli Ainu. Ma chi sono esattamente gli Ainu?

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    Doa Yoshino


    In sostanza, sono una minoranza etnica di ceppo caucasico, cioè dalle caratteristiche occidentali (occhio orizzontale chiaro, capelli ondulati e chiari, naso lungo e sottile, accentuata tendenza a canizie, ecc.) che li differenziano dai giapponesi. Probabilmente furono i primi abitanti dell'arcipelago (gli altri abitanti, cioè i giapponesi propriamente detti, sembra che siano venuti dalla Corea, anche se sono restii ad ammetterlo). Vivevano (e vivono ancora) di coltivazione, caccia e pesca. L'avanzare dei giapponesi respinse gli Ainu sempre più a nord, subendo molte persecuzioni e repressioni che arrivarono fino allo sterminio e alle leggi razziali. Come per dire che il razzismo e la persecuzione razzista non sono un'esclusiva dei bianchi, come si ripete stupidamente nei fumetti e nei film: provate a chiederlo anche agli Hutu e ai Tutsu del Burundi. Tornando agli Ainu, ci sono poche notizie storiche su di loro, perchè la loro cultura è soprattutto orale (la stessa leggenda su cui si basa Valiant è orale). Solo di recente, con le rivendicazioni sociali, verso la fine degli anni '60 (proprio nel periodo di Valiant), agli Ainu sono stati riconosciuti dei diritti.

    AINU
    La popolazione Ainu


    In ogni caso, collegare Valiant agli Ainu sarebbe stato problematico: non solo perchè avrebbe sollevato delle faccende imbarazzanti del passato giapponese, ma anche perchè la TOEI voleva diffondere Valiant anche all'estero, e da quelle parti nessuno conosceva gli Ainu. Per questo i produttori scelsero, contro il volere di Otsuka e Takahata, un’ambientazione nordica/vichinga, ben più popolare in Occidente. Anche i nomi scelti furono quelli vichinghi: se in patria il protagonista era chiamato "Hols", all'estero fu chiamato "Valiant". Gli altri protagonisti tuttavia conservarono i loro nomi nordici anche in Giappone: Hilda, Gundar, eccetera.

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    I PROBLEMI DEL FILM

    Quando ho detto che la preparazione del film fu un disastro, non scherzavo: anche se i risultati furono notevoli, il lavoro e i conflitti dietro le quinte furono sproporzionati. Infatti, il preventivo era di 70 milioni di yen, per un lavoro di realizzazione che avrebbe dovuto durare otto mesi. Alla fine, erano passati ben tre anni, con un budget quasi raddoppiato che raggiunse i 130 milioni di yen: una cifra astronomica per un anime. Cosa diamine era successo? I problemi furono principalmente due:
    - l'eccessivo perfezionismo di Isao Takahata, al quale Otsuka aveva affidato addirittura la regia;
    - le lotte sindacali (migliori condizioni di lavoro, meno limitazioni creative, ecc.), con tanto di scioperi e manifestazioni, che crearono un clima molto teso che non favorì la collaborazione.
    Come se non bastasse, la TOEI, poco convinta del film, fece una distribuzione e promozione sommaria. Il film fu proiettato il 21 Luglio 1968, ma non ebbe il successo sperato e dopo solo due settimane sparì prematuramente dalle sale, rivelandosi un flop. I pochi che lo videro (perlopiù studenti), rimasero stupefatti del film. Anche per rimediare al flop, Valiant fu mandato all'estero, dove ebbe un lusinghiero successo, soprattutto in Italia.

    Manifesto
    Il manifesto italiano di Valiant al cinema.


    Ma questo non bastò all'azienda; infatti, alla fine, Valiant si rivelò essere il più grande fallimento della TOEI. E per questo caddero delle teste: Isao Takahata fu declassato alla direzione di anime di minore importanza e Yasuo Otsuka fu mandato a fare l'assistente nella serie "Sally e lo specchio magico". Successivamente, la TOEI realizzò "Il gatto con gli stivali", che fu un successo, tanto che il gatto Pero divenne il simbolo della TOEI. Nel 1971 Isao Takahata lasciò la TOEI per andare alla A Production insieme a Miyazaki, Yōichi Kotabe e Yasuo Otsuka, e realizzarono la prima serie di Lupin III, dopo l’abbandono del regista Masaaki Ōsumi. In particolare, Isao Takahata iniziò l'avvio della produzione dei meisaku (anime tratti da opere occidentali) con Heidi (1974). Da qui si gettarono anche le basi per lo Studio Ghibli di Miyazaki.

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    GLI AUTORI

    Nel concepire e realizzare Valiant ci fu uno staff di tutto rispetto.

    ISAO TAKAHATA, IL REGISTA

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    Takahata e il suo personaggio più emblematico, Heidi


    Aveva già lavorato con Otsuka in "Ken, il ragazzo lupo" ("Okami shonen Ken"): Valiant fu il suo primo lavoro di regista. A quei tempi, Isao Takahata era l'intercalatore di punta della TOEI.

    OokamiShounenKen-cover
    Ken, il ragazzo lupo. Un precursore di Valiant?


    Takahata si era laureato in letteratura francese e questo fu importante per la sua esperienza lavorativa, come pure lo fu la visione del cartone animato francese Il re e l'uccello di Paul Grimault e quello russo La Regina delle Nevi di Atmanov (ne abbiamo già fatto cenno in Heidi).

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    Il personaggio di Hilda lo assorbì completamente, spesso sconcertando lo staff.

    HILDA-OCCHI


    Col fallimento di Valiant, Takahata fu declassato alla direzione di anime di minore importanza. Nel 1971 lasciò la TOEI e iniziò l'avvio dei meisaku con Heidi (1974) e Anna dai capelli rossi. Nel 1968, quando il film fu ritirato, Takahata pubblicò "Il simbolismo di Hols" "Hols no Eizo Hyogen", in cui lui approfondisce e analizza il suo sfortunato film: ma Valiant fu riscoperto in Giappone solo nel 1983, quando il libro di Takahata fu ristampato dalle edizioni Tokuma Shoten. Takahata ha sempre considerato Valiant come il suo grande errore come regista, nonostante la sua importanza come opera innovativa.

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    YASUO OTSUKA, IL SAKKAN (DIRETTORE DI ANIMAZIONE)

    Per essere precisi, Otsuka fu il character designer di alcuni personaggi (allora non esisteva un character designer per tutti i personaggi): Valiant/Hols, Koro, Flip e altri personaggi secondari. Realizzò scene spettacolari, come la lotta di Valiant contro il luccio.


    All'inizio, lui avrebbe dovuto essere il regista, ma preferì affidare il lavoro a Isao Takahata. Otsuka volle uno staff di animatori di primordine, coi quali condivideva il desiderio di sperimentare, di progredire, di aprire la strada a un tipo di animazione diversa, più movimentato e coinvolgente, rispetto ai lavori TOEI di prima, in grado d’intrattenere non solo i bambini, ma anche un pubblico di tutte le età (curiosamente, nella versione italiana, Yasuo Otsuka fu indicato come "regista" al posto di Isao Takahata). Successivamente, Otsuka fu insoddisfatto della piega presa dal film: avrebbe voluto avere maggior voce in capitolo nella stesura della sceneggiatura. Ma col proseguire della lavorazione, capì di non riuscire a restare al passo con Takahata, soprattutto riguardo al personaggio di Hilda e la sua psicologia. Vedere Takahata all'opera e capire cosa volesse dire essere un vero regista d'animazione fece capire ad Otsuka che la regia non faceva per lui. Col successivo Il gatto con gli stivali, Otsuka non volle saperne assolutamente nulla di regia: si sarebbe occupato solo delle animazioni, divertendosi nel dare vita ai personaggi e nel far muovere le cose. Voleva rimanere un semplice artigiano dell'animazione.

    Il-gatto-con-gli-stivali-1969


    Inoltre, c'è anche un altro fattore importante da tenere presente nella lavorazione di Valiant, e cioè quello sindacale. Infatti, Yasuo Otsuka, insieme a Isao Takahata e Miyazaki, era a capo del sindacato dei lavoratori e partecipava quindi alle proteste per il lavoro troppo stressante e le paghe troppo basse. I tre anni impiegati per realizzare Valiant (dal 1965 al 1968) coincisero con un infuocato periodo di dispute interne alla TOEI, forse ancor oggi il più burrascoso nei suoi 50 anni di vita. Erano i tempi delle rivendicazioni sindacali, dei dipendenti oberati da carichi di lavoro insostenibili, i tempi degli scioperi e dell’occupazione degli stabilimenti. In quel clima di forte agitazione, la lavorazione di Valiant per i dirigenti della TOEI fu un’ottima maniera per tenere impegnati (distogliendoli, almeno in parte, dalla lotta sindacale) alcuni tra gli esponenti più attivi del movimento di protesta. In questo modo, Otsuka, sfruttando la propria influenza (e forse la volontà dei dirigenti di assecondare qualche libertà, se ciò fosse servito a sottrarre linfa e truppe agli scioperanti) riuscì a farsi approvare la proposta di un’opera più “adulta” rispetto al target usuale, e a garantirsi un’autonomia creativa e concettuale a dir poco anomala per l’epoca. Gli autori poterono così gestirsi liberamente, valorizzando i talenti individuali di ciascuno e attingendo estro e idee da ogni singolo membro dello staff. Ne nacque così un’opera “sperimentale”, per certi versi innovativa, come fu Valiant.

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    KAZUO FUKAZAWA, SOGGETTISTA E SCENEGGIATORE

    Realizzò l'opera "Il sole di Chikisani" tratto dalla leggenda Ainu, che è la base del film. Tra gli Ainu esistono tre canzoni che sono i pilastri del loro folklore tradizionale: sono dei racconti che narrano le imprese di Chikisani, Okikiurmi e Aynuallur. Sono tre dei con fattezze umane, molto compassionevoli. Fukazawa racconta:
    "E' a queste fonti che la mia ispirazione ha attinto per scrivere la sceneggiatura di "Valiant". Amo molto le canzoni Ainu. Quando ero giovane, il Giappone era sotto l'occupazione americana. Ebbene, questa situazione somigliava a quella degli Ainu cacciati dalle loro terre dalle popolazioni giapponesi. E' la ragione per la quale mi sono interessato a questo folklore, capace di rievocare numerose e straordinarie epopee di uomini e donne. Alcune loro storie sono grandiose. Avevo sempre avuto la tentazione di unirle in qualche modo. Ho scritto "Chikisani no Taiyou" all'età di 23 anni, e, prima di questo, avevo scritto una storia basata sui miti Ainu. Si trattava di una commedia musicale intitolata "Il canto d'amore Ainu". La inviai a un concorso organizzato dal settimanale Asahi e fui selezionato. La pièce doveva essere rappresentata al teatro della Toho. Sfortunatamente, qualche giorno prima del debutto, una tragedia si è abbattuta sul destino dell'opera: in una scena il villaggio prende fuoco in seguito a un bombardamento. Ma fu il teatro intero a prendere fuoco sul serio e quel giorno morirono tre attori. Soltanto un anno dopo, riacquistai coraggio e ripresi a scrivere, puntando tutto su una nuova carriera come sceneggiatore televisivo. E' in quel periodo che scrissi "Chikisani no Taiyou". Takahata e alcuni altri animatori della TOEI ne videro un adattamento alla Hitotsubashi (una celebre università di Tokyo). Fu il nostro primo incontro. Nel novembre del 1965, mi fu chiesto di scrivere la sceneggiatura per "Valiant". Ma il concept originale della TOEI non piaceva a Takahata. La situazione si surriscaldò in fretta: il film era fortemente voluto dal sindacato degli animatori dello studio, e quest'ultimo si era opposto in ogni maniera, al punto che qualcuno dei piani alti mi suggerì di non badare a quei giovani scalmanati né di ascoltare le loro opinioni. Avrei dovuto scriverlo il più divertente possibile perché, mi dissero, per i capi della TOEI il film doveva rivolgersi esclusivamente ai bambini. Mi forzarono a scrivere in un ufficio privato dell'azienda, in modo da non avere contatti con lo staff dei disegnatori. La prima versione di quel lavoro era ovviamente diversa da come poi divenne e Takahata non era ancora soddisfatto. I suoi colleghi osarono anche di più, dicendo che leggere la mia sceneggiatura era oltremodo noioso! Quindi mi chiesero cortesemente di riscrivere tutto e di restare fedele all'opera originale. Takahata stesso mi mostrò un suo trattamento dello script che era molto vicino a "Chikisani no Taoyou". Mi rimisi allora al lavoro spendendo parecchio tempo a rimodellare il personaggio di Hilda, facendo di questa ragazzina l'incarnazione autentica della protagonista di "Canto d'amore Ainu". Mi ero persuaso che Hilda dovesse essere la chiave della storia e se il suo personaggio diventava interessante anche il film "Valiant" lo sarebbe stato allo stesso modo. Mi sono scervellato parecchio affinché il pubblico più giovane riuscisse a comprendere la complessa psicologia dei personaggi. E' a questo punto che decisi di affiancare ad Hilda degli animaletti, un escamotage per accontentare in via trasversale i dirigenti Toei. Ma la loro presenza sullo schermo non è funzionale soltanto a quell'esigenza di mutuo soccorso: quelle bestiole (lo scoiattolo e il gufo) fanno davvero parte dell'immaginario folkloristico Ainu e arricchiscono la storia che ho raccontato. Sono la rappresentazione simbolica della coscienza e dei diversi stati d'animo della protagonista.


    Comprendere gli altri è sempre stato uno dei temi ricorrenti nei miei lavori. Infine la "spada", altra grande protagonista del film, era già presente nella pièce originale e il demone Grunwald ne aveva il terrore solo a guardarla. La spada è a tutti gli effetti il simbolo della storia e della saggezza umana che sostiene i popoli. Avevo riflettuto parecchio per trovare un modo che esprimesse questo concetto ed ecco quest'arma che sprigiona luce e diventa letteralmente un vessillo di cuori umani che palpitano. Ho tenuto conto anche di questo quando scrissi le parole della canzone del film, ma anche dell'interpretazione del carattere religioso del film e di quella crudeltà che molti racconti popolari portano con sé. Volevo soprattutto tentare di trattare il tema della religione corrotta dal Potere."

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    YASUJI MORI, CHARACTER DESIGNER

    Fu uno dei fondatori della “Doga”, la divisione dell'animazione della TOEI. Ideò il character design di Hilda: infatti, Mori era stato l'unico a capire quello che voleva Takahata.

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    YOICHI KOTABE, CHARACTER DESIGNER

    Allievo di Mori. Diventerà il futuro character designer di Heidi. E' stato l'autore delle scene più complicate: quelle ambientate in acqua o la scena con l'assalto dei lupi al villaggio.

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    REIKO OKUYAMA, CHARACTER DESIGNER

    Moglie di Yoichi Kotabe. Fu una delle prime animatrici giapponesi. Fu la creatrice di Mauni, il prototipo di Heidi, e degli altri personaggi femminili, come la giovane sposa, esclusa Hilda. Ha anche curato la parte del matrimonio: i costumi e le animazioni più "femminili" di Hilda. Il modo in cui Hilda parla, si muove, fa una corsetta, ridacchia, si fissa, si aggiusta una ciocca di capelli dietro all'orecchio... è una realtà femminea, che non era mai stata fatta in modo così evidente.

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    Heidi e il suo prototipo Mauni



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    HAYAO MIYAZAKI, AUTORE DI BUJUTSU (SFONDI) E CHARACTER DESIGNER

    Aveva già lavorato con Otsuka in "Ken, il ragazzo lupo". Realizzò gli sfondi di Valiant: fu uno dei suoi primi lavori. si occupò della mappatura completa delle location e del villaggio, compresa l'oggettistica "di scena". Fu anche il character designer di alcuni personaggi: Grunwald, il gigante di pietra Moog (o Mogu), il vecchio fabbro Ganko, il mammut di ghiaccio. E' stato anche key animator nella scena iniziale dell'assalto dei lupi a Valiant. Col fallimento di Valiant, Miyazaki lasciò la TOEI. Nei suoi futuri lavori, Miyazaki eviterà sempre di fare una donna bipolare e complessa come Hilda, preferendo fare dei distinti dualismi, come Lana e Monsley (Conan), o Nausicaä e Kushana, o San e Lady Eboshi (Principessa Mononoke). Ma già con il suo primo lungometraggio Lupin III: Il Castello di Cagliostro (1979), quasi come a voler esorcizzare Hilda, Miyazaki creò Clarissa l’archetipo della ragazza dalla purezza assoluta. Inoltre, l'incipit di Conan è un omaggio all'inizio della storia di Valiant; la stessa lancia che usa Conan è un richiama alla lancia con cui Valiant uccide il luccio-mostro.

    Miyazaki-Otsuka
    Hayao Miyazaki e il character designer Yasuo Otsuka.



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    YOSHIO MAMIYA, COMPOSITORE

    Compose le musiche di Valiant. In un'intervista, disse: "Abbiamo discusso molto con Takahata sul colore musicale del film. Ci trovammo immediatamente d'accordo che occorreva illustrare, e insisto su questa nozione, l'idea comune a molti racconti popolari, e cioè la lotta tra l'uomo e la natura. Prestai parecchia attenzione a comporre musiche ricche d'immagini. Un altro esempio: il canto che si leva durante la raccolta dei pesci possiede un ritmo molto simile alle musiche tradizionali cecoslovacche e ungheresi. Invece, il canto di Hilda ha qualcosa del Rinascimento. Questa eterogeneità potrebbe scioccare. Tuttavia, essa è stata accuratamente pensata perché Takahata voleva esprimere come culture diverse potessero entrare in contatto attraverso il film. Quanto al Rinascimento come fonte d'ispirazione, ci fu dettato dal fatto che proprio in quell'epoca - presso gli Europei - stavano nascendo correnti di pensiero in cui la paura della natura, il meraviglioso e la sete di conquista emergevano nella pittura, nella scultura e nell'architettura. Questi sentimenti sono cresciuti nell'uomo per guadagnarsi la sua indipendenza dalla natura. In quella canzone vi ho visto una forza che riusciva a inghiottire l'uomo. Il liuto di Hilda, del resto, è stato uno strumento molto popolare nell'Europa dei secoli XIV e XV: lo abbiamo scelto per la somiglianza con il nostro biwa. Da tanto tempo in Giappone le comitive di attori ambulanti si giovano di un suonatore di biwa. La "personalità" di questo strumento entrava in perfetta sintonia con il carattere del personaggio e del film."

    Hilda
    Hilda col liuto e lo strumento musicale biwa: un liuto piriforme giapponese a manico corto.



    (Fine)

    QUI TUTTI I LINK SU VALIANT (TOEI)

    Edited by joe 7 - 6/2/2021, 16:07
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