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  1. BATMAN: DARK KNIGHT RETURNS - 2

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    Batman
    Dark Knight Returns
    By joe 7 il 3 Mar. 2021
     
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    BATMAN DARK KNIGHT RETURNS / IL RITORNO DEL CAVALIERE OSCURO - SECONDA PARTE
    (la prima parte si trova qui)
    Sceneggiatore: Frank Miller;Disegnatore: Frank Miller; Inchiostratore: Klaus Janson; Colorista: Lynn Varley; Data di uscita: 1986

    LE NOVITA' DI DARK KNIGHT

    Frank-Miller
    Frank Miller, Lynn Varley e Klaus Janson: i tre cavalieri oscuri che hanno realizzato quello definitivo. ^_^


    Frank Miller, in un'intervista, aveva detto che oggi siamo in una società che si sta ormai sgretolando per mancanza di valori (e per mancanza di fede cristiana, da cui vengono i valori, ndr). Per lui Batman rappresenta una ritrovata volontà di reagire di fronte al caos e alle avversità: appunto, un "Cavaliere Oscuro".

    Miller aveva sempre desiderato realizzare un'opera su Batman: il suo precedente lavoro su Devil ne era praticamente la preparazione. Dopo essere passato alla DC, realizzò la particolare graphic novel Ronin (1983-84), completamente slegata dalla DC. Non ebbe un gran successo, ma, successivamente, la DC realizzò la Crisi sulle terre infinite, in cui si ridisegnava tutto il mondo DC, Batman compreso. Era una buona occasione per riscrivere le origini di Batman per Miller: però lui, invece di fare delle storie "rinnovate" del Batman normale, preferì fare una storia che parlava della sua fine: appunto Dark Knight.

    Miller sostiene più volte di essersi ispirato all'ispettore Callaghan per il personaggio di Batman: tant'è vero che Batman userà per la prima volta un fucile (Batman non usa armi da fuoco) per ammazzare un criminale (e anche qui c'è una rottura degli schemi del personaggio: Batman non uccide). Inoltre, l'ispettore Callaghan nei film successivi avrà a che fare coi suoi emuli che imitano i suoi metodi spicci e dovrà dire loro di non esagerare: certe cose le può fare solo lui. E anche Batman avrà i suoi emuli ne "I figli di Batman", che dovrà raddrizzare, visto che sono assai più violenti di lui. Lo stesso capo dei Mutanti, una specie di "Scorpio" (l'avversario di Callaghan) completamente malvagio, finirà maciullato da Batman, che gli spezzerà diverse ossa ("Questa è una sala operatoria, e io sono il chirurgo", dice Batman, sinteticamente), e Callaghan non avrà pietà con Scorpio.

    W
    "Batman? Un ottimo allievo, peccato che di solito non usa le pistole."


    Con Dark Knight Batman torna al suo ambiente: cioè al fatto di essere un eroe urbano di città, mentre fino ad allora diverse storie lo coinvolgevano in crimini di natura soprannaturale o fantascientifica, tipici dei fumetti degli anni '50-'60.

    Un'altra innovazione di Dark Knight sono i pensieri dei personaggi: non più in nuvolette, ma in didascalie. Una tecnica che ha fatto scuola: ora non trovi più un solo personaggio dei fumetti americani che pensi con la nuvoletta. Tutti adesso usano le didascalie. Non so se questo sia un miglioramento o meno: a me, personalmente, pare piuttosto una moda, un vezzo. Comunque, con Dark Knight bisogna considerare, tra le tante innovazioni, anche questa.

    Inoltre, dal punto di vista grafico, Batman cambia costume: al posto della classica combinazione grigia e blu, Miller preferì quella col nero e grigio, colori assai più cupi (appunto, "oscuri"): questa diventerà poi una caratteristica del Batman attuale.

    Non solo: anche l'inchiostratore e la colorista sono stati fondamentali per il successo di Dark Knight, perchè hanno completato egregiamente il lavoro di Miller. Le chine di Klaus Janson, cariche di chiaroscuri, con tratti che si alternano dallo spesso al sottile, danno un tono nervoso ed efficace alle scene, creando un'atmosfera cupa e sotto pressione, dove però i personaggi non sono mai totalmente sopraffatti dall'oscurità. I colori di Lynn Varley, pieni di mille sfumature, con toni cupi alternati a toni chiari e luminosi, creano vere e proprie esplosioni dello spettro visivo che forniscono a Dark Knight un aspetto anche psicologico che viene trasmesso scena per scena. Questi colori hanno rivoluzionato l'approccio alla colorazione del fumetto, dando un aspetto sgargiante ed efficace che non lascia indifferenti.

    L'innovazione di queste tavole è stata tale che le versioni originali di Dark Knight sono tra le più ricercate dai collezionisti, e a volte raggiungono cifre stellari. Anzi, la tavola interna del terzo numero, in cui Batman vola su Gotham insieme a Robin, è la pagina originale più costosa della storia del fumetto americano, essendo stata venduta ad un'asta nel maggio 2011 per 448.125 dollari. Quasi mezzo milione di dollari, cioè più di 370.000 €, cioè 720 milioni di lire, cioè quasi un miliardo di lire. Rendiamoci conto. L'avranno messo in una cassaforte di massima sicurezza di una banca.

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    Se hai mezzo milione di dollari, questa tavola sarà tua! ^_^


    Dark Knight returns fu un'esplosione per i lettori, quando uscì: per la prima volta si vedeva nel mondo dei supereroi un modo di disegnare diverso, dettagliato, particolare, simile a quello dei manga, mostrando contrapposizione tra primi piani e dettagli, che è appunto una caratteristica tipica del fumetto giapponese. Inoltre, ha un taglio narrativo realistico e tormentato, con un personaggio invecchiato e sul punto di mollare. Questa cosa in particolare colpì i lettori, infatti: la presenza della vecchiaia nel mondo ideale dei supereroi, e in quello dei fumetti in generale, dove l'età dei personaggi è sempre quella.

    DK
    Un vecchio e stanco Bruce Wayne che ha cessato di essere Batman.


    Ma la novità di Dark Knight non stava solo nella particolare impostazione di Batman: è anche il modo con cui Miller la racconta che è stato sconvolgente. Le sue tavole, come ho detto, hanno un dinamismo e una scansione della narrazione e delle azioni simile a quelle che ci sono nei manga, anticipando persino il linguaggio cinematografico attuale, ricco di dettagli e particolari. Infatti Miller imposta spesso le pagine di Dark Knight con vignette piccole, a volte simili, a rapido scorrimento, ma che di fatto rallentano il tempo d'azione, grazie a lunghe didascalie o lunghi discorsi che ne dilatano la narrazione, senza mai però appesantirla.

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    Bruce minacciato dai teppisti: si passa dal primo piano al piano intero, lentamente, seguendo i testi. Non c'era mai stata prima una narrazione simile nel fumetto occidentale.


    Le vignette sono numerose, disposte in gabbie fittissime (ce ne possono essere anche 16/18 per pagina), con continui inserti di vignette a forma di televisore che sottolineano l'invadenza dei mass-media e il senso di confusione che generano, spezzando il ritmo della narrazione (approfondirò il discorso più avanti). E, ogni tanto, il ritmo delle vignette si interrompe con l'esplosione di una splash-page intera, o di scene che occupano lo spazio di più vignette. Miller utilizza questa struttura per dare un taglio cinematografico alle sequenze, trasformando il suo fumetto in un film: ogni vignetta è come il fotogramma di una pellicola. Inoltre, ci sono anche i significati simbolici che si intrecciano. Per esempio, la scena qui sotto, in cui Batman torna in azione riempiendo una pagina intera, è una scena di pioggia. E questo avviene dopo un periodo di forte afa, alla quale poi segue una pioggia rinfrescante, appunto il periodo in cui Batman torna ad agire. Oltre al significato simbolico (l'acqua dopo il periodo di arsura e di sete, che purifica, lava e rinfresca), c'è anche il significato religioso: l'acqua che Batman riceve dal cielo è come quella di un "battesimo" (parole sue) in cui lui rinasce ancora. Il battesimo infatti è una rinascita.

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    Sequenze cinematografiche e scene improvvise ad effetto.


    A volte le vignette riprendono alternativamente due soggetti diversi: per esempio, quando Bruce ricorda l'omicidio dei suoi genitori mentre guarda la TV, le vignette rappresentano alternativamente i suoi ricordi (la pistola del rapinatore, la collana della madre) e poi Bruce nel presente, sottolineando le sue reazioni emotive.

    Il successo di Dark Knight presso i lettori e la critica specializzata spinge la DC ad affidare a Miller anche la realizzazione di Batman: Year one ("Batman: anno uno"), una storia sulle sue origini, pubblicata nella serie regolare di Batman (404-407, febbraio-maggio 1987). Il successo di quest'altra opera fu tale che divenne in pratica l'origine ufficiale di Batman per tutti. Miller sottolineò gli aspetti più cupi e introspettivi del personaggio, ma senza trascurare gli elementi classici di Batman: un'impostazione che divenne di modello per gli altri. Ma questa è un'altra storia.

    BAT



    L'INFLUENZA DI DARK KNIGHT: LA "DARK AGE"

    Nelle storie successive di supereroi, spesso si cercò di imitare lo stile di Dark Knight, senza però riuscirci pienamente. Infatti, in quelle storie i supereroi spesso si lasciano abbattere dalle proprie inadeguatezze, in confronto al mondo in cui vivono: per esempio, l'Uomo Ragno di L'Ultima caccia di Kraven (praticamente parla solo di morte, putrefazione e sconfitta, senza che l'Uomo Ragno faccia niente); lo stesso Batman di Killing Joke di Alan Moore, in cui nulla ha senso e il protagonista si trova d'accordo con questo (la solita, banale e ripetitiva visione pessimistica mooriana); Civil War, in cui si venera la politica e il sociale come se fossero delle divinità e, adorandole, gli eroi, in particolare Iron Man, fanno ogni nefandezza immaginabile; Vendicatori Divisi, in cui gli eroi sono schiavi della pazzia e non risolvono nulla; la famigerata "Saga del clone", che mostra un Uomo Ragno completamente distrutto e annientato nella sua persona, sostituito da un altro; gli Illuminati e Watchmen in cui non c'è nessuna differenza tra eroe e delinquente (lo so che Watchmen è contemporaneo a Dark Knight, e sembra simile, ma è in realtà il suo opposto. Ne parlerò meglio un'altra volta).

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    Ma queste opere non seguono veramente la filosofia di fondo di Dark Knight: infatti, al contrario di questi eroi falliti, o che falliscono, il personaggio di Bruce Wayne/Batman non viene mai sopraffatto definitivamente dai suoi problemi, interni o sociali che siano. Infatti, Dark Knight è una storia epica, non è una storia di disfatta. In mezzo alle assurdità del mondo in cui vive, pieno di violenze senza senso (la scena della donna fatta esplodere nella metropolitana come una bomba umana resta un pugno nello stomaco), Bruce Wayne/Batman non perde tempo ad analizzare le situazioni, a intristirsi, a commiserarsi a fare l'Illuminato o il Watchmen: semplicemente, interviene senza farsi tante domande.

    Il suo pensiero è semplice: ci sono dei criminali da fermare, ora li fermerò, ai miei problemi e alle chiacchiere dei mass media ci penserò dopo. Perchè l'importante è fare quello che si è capaci di fare, il resto viene dopo. Batman cerca solo di mettere ordine come può: non importa poi se i risultati siano buoni o meno. L'importante è fare, il resto si vedrà. Dark Knight in sostanza è un messaggio di speranza, non di disperazione come lo sono state tutte le storie pubblicate dopo e che ho appena elencato. Si conclude infatti con Bruce Wayne che continua, anche se in modo diverso, la sua battaglia.

    Il messaggio di speranza di Dark Knight è stato frainteso: si è pensato che, per rendere le storie "adulte, interessanti e di successo", le si deve rendere sempre cupe e pessimiste, dove l'eroe è praticamente un perdente o comunque inadatto ad affrontare le sfide che trova. Questo infatti accade in "Watchmen" e in altre opere tipicamente "dark", tanto che, a partire dalla pubblicazione di Dark Knight, inizia quella che è detta la "Dark Age" dei supereroi, che alla fine cadrà nel ridicolo involontario dei tamarrissimi anni '90.

    DK1
    Santo. Cielo.


    Questa "Dark Age" - che continua tuttora - è piena di toni cupi, violenti e iperrealistici. Si tratta in sostanza di fumetti disperati, con personaggi sconfitti in partenza: tutta un'altra cosa rispetto a "Dark Knight". Lo stesso Miller fu assai critico verso questa tendenza, dichiarando:

    "Spesso si tratta solo di operazioni di marketing, che vogliono catturare i lettori con personaggi estremi, anti-eroi, e scene d'azione e violenza fini a se stesse. I riferimenti stilistici/tematici rimangono superficiali, privi di originalità. Il termine "Dark" viene usato solo per descrivere ciò che non è assolutamente roseo o solare. Non c'è una gran profondità in queste opere"

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SU DARK KNIGHT RETURNS

    Edited by joe 7 - 2/12/2021, 16:59
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