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  1. PAPA' GAMBALUNGA EPISODIO 9: "LO STRANO ZIO DI JULIA"

     
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    9 – LO STRANO ZIO DI JULIA
    Lo zio di Julia è una persona eccentrica? (titolo originale giapponese)
    (L'inizio si trova qui; l'episodio precedente si trova qui)

    RIASSUNTO: Siamo in America, nei primi anni del '900. Judy Abbott, un'orfana dell'orfanotrofio John Grier, viene adottata da una persona misteriosa chiamata da lei Papà Gambalunga. Arrivata a New York al prestigioso Istituto Femminile Abramo Lincoln, Judy fa la conoscenza con le sue nuove compagne di stanza: l'altezzosa Julia Pendleton e la modesta Sallie McBride, con la quale fa amicizia. Seguendo le lezioni, Judy comincia ad interessarsi soprattutto di letteratura, scoprendo di essere piuttosto brava scrivere. A Natale, per nascondere i sospetti di Julia su di lei (nessuno sa che Judy è un'orfana), usa i soldi che le ha mandato Papà Gambalunga per comprarsi dei regali, facendo finta che glieli abbiano mandati i suoi parenti. Pensando che Papà Gambalunga non le scrive più, Judy si preoccupa tanto da ammalarsi; ma poi riceve un regalo da lui e si riprende.

    STORIA

    Un giorno, Julia Pendleton, la vanitosa compagna di camera di Judy, le chiede di occuparsi di una persona che oggi viene a visitarla.
    "Io? E perchè?" chiede Judy, sorpresa.
    "Oggi devo andare a lezione tutto il giorno e non posso riceverlo. Tu non hai lezioni, quindi..."
    "Ma c'è anche Sallie!"
    "Purtroppo anch'io sono impegnata come Julia" replica Sallie Mc Bride, l'altra compagna di camera.
    Mentre Julia e Sallie si allontanano, Judy chiede:
    "E chi sarebbe questa persona che viene a salutarti, Julia?"
    "E' mio zio, Jervis Pendleton"
    "Tuo zio?!"
    "Sì. E' un tipo...diciamo...eccentrico, un pò una disgrazia per la nostra famiglia. Puoi fargli vedere il campus, dovrebbe arrivare all'una"
    "Ma..."
    "Ti ringrazio per la tua disponibilità" e si allontana.

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    Judy va all'appuntamento seccata: i ricchi viziati tipo Julia non le vanno a genio per principio. Aspetta, sotto la torre dell'orologio, che arrivi la macchina di questo zio, mentre si allena a dire le cose giuste, tipo:
    "Buongiorno, sono Judy Abbott, sono la compagna di camera di Julia, lei è...no, aspetta, forse bisogna prima inchinarsi e sollevare la gonna, ma forse no, oppure..."
    Arriva una macchina e Judy si prepara: ma scende giù solo una ricca signora anziana che chiede a Judy dov'è la segreteria. Poi, dopo aver avuto l'informazione, la ringrazia e se ne va. Passa mezz'ora. Un'ora. Un'ora e mezza. Judy, annoiata, si addormenta sul prato. Ad un certo punto, sente qualcuno che lo chiama: è un uomo giovane che le chiede se ha mangiato.
    "Eh? No, sto aspettando qualcuno" risponde Judy mezza assonnata.
    "Anch'io, ma è da un bel pò che non si fa vedere. Chi stai aspettando?"
    "Un ricco snob che non sa cos'è un orologio nè la puntualità. Capriccioso, egoista e viziato"
    "Perbacco, non dev'essere un tipo facile da trattare"
    "Ma scusi, lei chi è?"
    "Il ricco snob capriccioso, egoista e viziato. Lieto di conoscerti."

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    "Lo zio di Julia?" balbetta Judy.
    "Esatto"
    "Mi hai fatto parlare apposta di lui...di te, insomma!"
    "Davvero, no, è stato un caso. Io sono Jervis Pendleton. Tu sei...?"
    "Judy. Judy Abbott"
    "Sei tu Judy?" replica lui, guardandola con attenzione "Ho sentito parlare di te da Julia. Lei dov'è?"
    "A lezione, sarà in classe tutto il giorno. Mi ha chiesto lei di mostrarle il collegio"
    Ad un certo punto, arriva l'autista di Jervis, che gli dice che ha messo a posto la macchina: Jervis gli dà una banconota, l'altro fa per rifiutarla, ma lui insiste:
    "Hai bisogno di un paio di scarpe nuove"
    E Judy si ricorda di quando aveva incontrato per le strade di New York Julia, la nipote di Jervis, che le aveva offerto dei soldi proprio per le sue scarpe. Seccata, Judy si allontana dicendo:
    "Se vuole vedere il collegio, mi segua"
    "Eh? Certo."
    Judy gli indica gli edifici mano a mano che ci passano davanti:
    "Quella è la palestra, quella è la biblioteca, quello è l'ospedale, quella è..."
    "No, aspetta, fermati..."
    "Che c'è?"
    "Perchè non mi fai vedere il tuo posto preferito? Quello che ti piace di più, insomma."
    "Il mio..? Bè, non mi è possibile farglielo vedere. Però posso farle vedere il mio secondo posto preferito."
    "Vediamo."
    Raggiungono il parco, coi suoi alberi, i prati lavorati e il laghetto.
    "Davvero bello. Come mai non è possibile vedere il tuo primo posto preferito? C'è una ragione? Forse perchè i ricchi non ci possono andare?"
    "Io personalmente detesto i ricchi."
    "Chissà che problema coi banchieri, allora. Guarda che io sono nato in una famiglia ricca, quindi non è certo colpa mia se sono così."
    Judy lo guarda pensierosa.
    "Bè, se ci tieni, te lo faccio vedere. Ma non sarà facile."
    Infatti si tratta del tetto del dormitorio, dal quale Judy può vedere tutto il collegio. Jervis esita un pò, poi si toglie le scarpe e sale sul tetto a piedi nudi: osservano dall'alto lo spettacolo del collegio. Jervis scivola e Judy lo ferma afferrandolo con la mano: dal basso, Miss Throne, la direttrice del dormitorio, vede tutto e si mette a strillare. E non solo perchè ci sono due persone sul tetto, ma anche perchè uno di loro è un uomo (siamo sul tetto di un dormitorio femminile, dopotutto). Judy corre dentro, portando con sè anche Jervis: lo porta nella sua camera per farlo scappare via dalla finestra, grazie al ramo dell'albero, che è vicino. Ma è troppo tardi: Miss Throne è già arrivata (e ha chiamato i poliziotti, anche se non li ha fatti entrare). Jervis si spiega: lui è lo zio di Julia Pendleton. Chiarito il fatto, Jervis osserva incuriosito il disegno di papà Gambalunga sulla parete della camera di Judy.
    "E lui chi è?"
    "Il mio tutore, io lo chiamo Papà Gambalunga. Ma non l'ho mai visto" spiega Judy.

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    Una volta scesi, vanno al bar: Judy ordina del tè e dei pasticcini, e Jervis chiede lo stesso.
    "Che tipo è questo tutore, Judy? E' bravo?" chiede lui.
    "Bè, è il mio guardiano...è una persona gentile, mi piace molto. Ma non viene mai a trovarmi, sarà sempre occupato. Quando ero malata mi aveva mandato dei fiori e dei vestiti."
    "Ma allora è ricco. Non detestavi i ricchi?"
    "Bè, sì, ma lui è diverso."
    "Ho capito. Ehm...aspetta...ho dimenticato a casa il portafoglio!"
    "Eh?"
    Alla fine è Judy a pagare al bar. Alla sera, scrive a Papà Gambalunga, raccontandogli cosa è successo oggi. "Lui è un Pendleton, ma, nonostante questo, è diverso. Ci sono dei ricchi così. E' come se lo conoscessi da sempre. Forse dovevi essere così anche tu da giovane. Ha delle belle fossette!"
    Judy non sa ancora che è proprio Jervis il suo papà Gambalunga.

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    CONFRONTO COL ROMANZO

    Anche nel romanzo originale della Webster Judy incontra Jervis, ma non c'è nessuna escursione sul tetto e Jervis non vede il disegno di Judy di Papà Gambalunga. Ha un cappello, un bastone e dei guanti, è un tipo alto e magro e sa mettere a suo agio le persone. La colazione al bar la fanno anche nel romanzo.

    La Judy dell'anime mostra di avere un certo "razzismo economico", tipico della sinistra: detesta cioè i ricchi solo per il fatto che sono ricchi e magari anche snob e viziati, mostrando di essere piuttosto superficiale e piena di pregiudizi. Gli snob e i viziati esistono anche tra i poveri. Non è la quantità o la mancanza di soldi che rende buona o cattiva una persona: è il suo cuore, la sua anima, le sue azioni personali. E' da lì che un uomo mostra la sua bontà o malvagità, non dal suo conto in banca.

    PAPA' GAMBALUNGA TRA I SUPEREROI

    Nel ciclo dei Vendicatori /Avengers di Kurt Busiek (uno dei migliori della serie), c'è un omaggio a Papà Gambalunga. Jarvis, il maggiordomo dei Vendicatori, che ha un nome simile al personaggio di Jervis del romanzo, ha adottato per corrispondenza una bambina sudamericana per molti anni: Maria Guadalupe Santiago, proprio come ha fatto il personaggio quasi omonimo del romanzo. Ma, nel mondo dei supereroi, com'è prevedibile, alla fine la bambina, diventata adulta, diventa la mutaforma Artiglio d'Argento (Silverclaw) e si unisce anche lei al gruppo dei Vendicatori (Avengers, volume 3, n. 8, anno 1998). ^_^

    Avengers-v3-008-03b



    (Continua qui)

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    Edited by joe 7 - 17/2/2022, 17:30
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    Beh, le inclinazioni "razziste" di Judy verso i ricchi sono un bello schiaffo al Politically Correct.
    Bella la citazione che hai trovato nel fumetto dei Vendicatori.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 9/3/2021, 22:13) 
    Beh, le inclinazioni "razziste" di Judy verso i ricchi sono un bello schiaffo al Politically Correct.
    Bella la citazione che hai trovato nel fumetto dei Vendicatori.

    A me pare che Judy piuttosto lo segua, il politically correct (cioè il seguire la mentalità corrente del ricco = cattivo), invece di dargli uno schiaffo.


    La citazione dei Vendicatori l'avevo notata quando la lessi anni fa. Comunque Artiglio D'Argento/Silverclaw adesso è un personaggio praticamente scomparso. Infatti. era una creazione di Busiek e, dopo che se n'è andato, gli scrittori successivi non ne erano più interessati. E' quello che è successo con altri personaggi: per esempio, la Mantis di Englehart o la Capitan Marvel femmina di Roger Stern.
     
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