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  1. BATMAN: DARK KNIGHT RETURNS - 7

     
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    BATMAN DARK KNIGHT RETURNS / IL RITORNO DEL CAVALIERE OSCURO - SETTIMA PARTE
    (articolo precedente: qui. L'inizio si trova qui)
    Sceneggiatore: Frank Miller; Disegnatore: Frank Miller; Inchiostratore: Klaus Janson; Colorista: Lynn Varley; Data di uscita: 1986

    LA DIFFERENZA TRA DARK KNIGHT E WATCHMEN (attenzione spoiler!)

    DK2
    Due storie antitetiche: sono l'una il contrario dell'altra.


    Il 1986 è l'anno di uscita di "Dark Knight Returns" e, nello stesso tempo, è anche l'anno di uscita Watchmen di Alan Moore. Autore britannico autoproclamatosi occultista e mago, il giorno che compì 40 anni creò appunto Watchmen, la celeberrima miniserie, assieme al disegnatore Dave Gibbons. Fu una "sessantotto del fumetto" in cui, per la prima volta, i "buoni" presero a non distinguersi più dai "cattivi" e il bene e il male si avvinghiarono in un nastro di Moebius senza capo nè coda.

    Watchmen è considerato da tutti un capolavoro di decostruzione del supereroe: una parola complicata che significa "analisi nelle sue parti": il supereroe viene quindi sezionato e analizzato. Ma, per la verità, questa storia distrugge il supereroe: non cerca nè di analizzarlo nè di capirlo.

    Con Watchmen, infatti, per la prima volta si introducono le filosofie nichiliste e relativiste nel mondo dei supereroi. Ma questo mondo, per sua natura - visto che l'eroe combatte contro il male - è proprio l'opposto del nichilismo e del relativismo. Infatti, i supereroi hanno sempre la funzione di base di difendere il bene e distruggere il male. Ma "bene" e "male" sono concetti alieni al nichilismo e al relativismo, perchè questi due modi di pensare si rifiutano di chiamare "bene" o "male" alcunché, col solo risultato di ottenere un caos senza più ordine nè senso. Che è un altro modo di dire "male", tra l'altro: tra male e caos non c'è molta differenza.

    Un supereroe (o meglio, un normale "eroe") è un modello di base da seguire, perchè mostra l'esistenza del male e la necessità di sconfiggerlo perchè ci sia la vera pace e la vera felicità nel mondo e tra gli uomini. Ma un "supereroe nichilista" è una contraddizione in termini, perchè, in ultima analisi, rinnega se stesso e la sua funzione, non avendo più un bene da difendere nè un male da attaccare. E questa è appunto la conclusione di Watchmen, che termina in un fallimento totale dei personaggi nel loro ruolo.

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    Gli stessi colori, grigi e smorti, mostrano già la loro disfatta. Per non parlare dei termini detti qui: "immondezzaio", "fango" "gufo notturno", che non sono certo termini allegri. Tristezza, rassegnazione, sporcizia, disprezzo e odio per l'uomo sono le costanti di questo fumetto.


    Dark Knight è una storia che mostra il peso di dubbi, ansie e insicurezze del supereroe (simile alla lettura di Stan Lee dei "supereroi con superproblemi"). Ma soprattutto - a differenza di Watchmen - dice che l'eroismo sta proprio nel guardare in faccia le proprie debolezze umane facendone occasione e strumento, mai usandole come scusa per giustificare il proprio fallimento.

    Nonostante i due autori, Moore e Miller, siano spesso affiancati, l'uno è l'antitesi dell'altro. Se Moore disfa, Miller restaura; quando il relativismo di Moore impera, è ora che il "Cavaliere Oscuro" di Miller - cioè l'eroe vero, non quello falso - ritorni.

    Invece di essere schiavo delle proprie miserie, come lo sono tutti i personaggi di Watchmen, Batman è sì consapevole delle sue miserie, ma le usa per il suo scopo di base, cioè affrontare e sconfiggere il male. E soprattutto chiamando il "male" così com'è, senza tanti giri di parole moebiusane come fa Alan Moore in "Watchmen". Batman sa di non essere perfetto, ma sa anche che questa non deve essere una scusa per non agire.

    Invece, i personaggi di Watchmen, in particolare l'onnipotente e abulico Dr Manhattan, in sostanza non agiscono: restano inerti e rassegnati, come se fossero dei morti che camminano. L'unica eccezione è Rorschach, che è anche - guarda caso - l'unica persona che viene ammazzata dagli stessi eroi per aver voluto combattere il male che loro stessi hanno commesso e accettato. I personaggi di Watchmen non hanno nulla da combattere, perchè si sentono già dei vinti sin dalla prima vignetta. Tutto il contrario del Batman di Miller.

    W
    Rorschach: "Aiuto, Batman, questi qua mi vogliono ammazzare!"


    Riassumendo: la differenza di base tra Dark Knight e Watchmen è che il primo dice che esiste il bene e il male, e quindi esiste la verità: essa non dipende dall'uomo nè dalle sue voglie, ma è fuori dall'uomo, è sopra l'uomo, guida l'uomo, fa star bene l'uomo, che è fatto appunto per la verità. "Verità" è un altro modo di dire "Dio".

    Watchmen, invece, dice che non esiste la verità, e la verità è solo quella che ci creiamo noi. Essendo questa una menzogna, questa definizione è un altro modo per dire "satana" o "diavolo".

    Quindi sono esattamente agli antipodi. E la visione giusta, corretta, è quella eroica di Dark Knight, mentre quella sbagliata, errata è quella nichilista di Watchmen.

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SU DARK KNIGHT RETURNS

    Edited by joe 7 - 25/3/2021, 16:22
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  1. francesco-due
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    Ho letto solo Watchman (non ho trovato Dark Night Return).
    L'ho trovato un bel fumetto: la storia parte con Rorschach, che vuole capire cosa sta succedendo, e mostra tutti gli altri eroi che ormai sono persi nei loro problemi.
    Per un po' è sempre R. che "risveglia" gli altri, ma poi... il peso è troppo grande per lui solo.
    C'è anche da dire che R. non si considera un eroe, ma solo una specie di punitore: cerca gli altri solo per raggiungere un risultato, non per "rivitalizzare" lo spirito dei compagni.
    Di brutto c'è che alla fine ho ammirato lui per la sua integrità, ma secondo la storia ero quasi d'accordo con gli altri: il fine giustifica i mezzi, un crimine mostruoso per ottenere la pace.
    E l'epilogo, con il diario che rischia di far scoprire tutto rendendo vano il piano dell'antagonista, ti lascia col fiato sospeso: sarà il caso a insabbiare tutto o a far scoprire l'inganno? Non sai più per cosa pregare. Poi guardi la copertina e pensi che l'unico che porta davvero una maschera è l'unico che cerca la verità.
     
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    CITAZIONE (francesco-due @ 24/3/2021, 21:56) 
    Ho letto solo Watchman (non ho trovato Dark Night Return).
    L'ho trovato un bel fumetto: la storia parte con Rorschach, che vuole capire cosa sta succedendo, e mostra tutti gli altri eroi che ormai sono persi nei loro problemi.
    Per un po' è sempre R. che "risveglia" gli altri, ma poi... il peso è troppo grande per lui solo.
    C'è anche da dire che R. non si considera un eroe, ma solo una specie di punitore: cerca gli altri solo per raggiungere un risultato, non per "rivitalizzare" lo spirito dei compagni.
    Di brutto c'è che al
    la fine ho ammirato lui per la sua integrità, ma secondo la storia ero quasi d'accordo con gli altri: il fine giustifica i mezzi, un crimine mostruoso per ottenere la pace.
    E l'epilogo, con il diario che rischia di far scoprire tutto rendendo vano il piano dell'antagonista, ti lascia col fiato sospeso: sarà il caso a insabbiare tutto o a far scoprire l'inganno? Non sai più per cosa pregare. Poi guardi la copertina e pensi che l'unico che porta davvero una maschera è l'unico che cerca la verità.

    Watchmen è di certo un fumetto fatto bene e con una cura dei dettagli impressionante, tanto da sfiorare il delirio: hanno fatto diversi libri di analisi su questo.

    Rorschach è cinico, non ha nessuna fiducia nell'uomo e questo lo porta a perdersi in una vita senza senso di eterno punitore, in cui ogni innocente è un possibile futuro colpevole.

    Inoltre mi hai fatto notare un dettaglio al quale non avevo notato: la storia inizia con Rorschach e finisce con lui. E' una specie di asse portante della storia, pur senza mai influenzarla (non ci sono protagonisti principali in Watchmen).

    Rorschach è una specie di pazzo fanatico, spietato e intransigente, ma, nonostante questi suoi lati oscuri, sa distinguere il bene dal male. Infatti ha capito la malvagità e l'assurdità del piano di Ozymandias.

    Non si può mai fare il male a fin di bene, perchè il male è di per sè una cosa intrinsecamente negativa, e compierlo fa degradare la persona che lo fa. Senza che se ne renda conto, chi fa il male diventa sempre più malvagio, cioè più chiuso al bene e più aperto, più permissivo verso mali ancora peggiori. E' una via che va sempre più giù. E Ozymandias è sceso sempre più giù: da inganni, omicidi, complotti, tradimenti arriva infine al macello finale. E sarebbe stato capace di fare ancora di peggio, continuando, non importa quanto nobili siano le sue intenzioni.

    Non si può mai guadagnare la pace nel mondo attraverso lo sterminio di migliaia o milioni di innocenti. Sulla menzogna e sull'omicidio non si costruisce nulla, si peggiora solo la situazione. Infatti così si considera lecito ciò che è sbagliato. L'omicidio, lo sterminio, la menzogna vengono visti come atti buoni, mentre invece sono e restano intrinsecamente malvagi, indipendentemente dal fine con cui li si vuole compiere.

    Sono atti da non compiere mai, per nessun motivo. Si può uccidere per difendere la propria vita o quella di altri, e solo se non c'è altra via, perchè hai il dovere di difendere la tua vita o di coloro che ami. Ma non si può mai commettere uno sterminio per raggiungere la pace.

    Che pace sarebbe poi quella tra persone che sarebbero pronti ad ammazzarti a scopo dimostrativo pur di mantenerla? Tu saresti tranquillo a vivere in un mondo simile? Sarebbe una pace basata sulla menzogna, non sulla verità. Quella che vuole Ozymandias è una pace falsa, fittizia.

    La pace vera si raggiunge solo quando ci si basa sulla verità. E una delle verità da seguire è quella di rispettare la regola sacra di non ammazzare mai e di rispettare il prossimo.

    In sostanza, si tratta di seguire i Dieci Comandamenti: senza quelli, non c'è nè vera pace nè vera libertà.
     
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