Il blog di Joe7

  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 9

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 18 Sep. 2021
     
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    INFERNO, CANTO 9 - SESTO CERCHIO: GLI ERESIARCHI (prima parte)
    (primo post: qui; precedente post: qui)

    L'INCERTEZZA DI VIRGILIO

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    Siamo sempre alle porte della città di Dite, che è l'ingresso al Sesto Cerchio e al seguito dell'Inferno, che è stato bloccato dai demoni, lasciando Dante e Virgilio fuori, soli e scossi, aspettando un aiuto dal Cielo che li possa salvare e progredire il loro cammino. Dante esprime le sue paure a Virgilio, che cerca di tranquillizzarlo: tuttavia, anche lui è perplesso. Però cerca di non farlo notare al suo discepolo. Dante si accorge tuttavia della titubanza di Virgilio e gli chiede se mai un'anima del Limbo, come lo è lui, sia mai discesa fino in fondo all'Inferno, mettendo implicitamente in dubbio la sua autorità, finora indiscussa. Virgilio lo tranquillizza, dicendogli che questo percorso fino in fondo all'Inferno lui lo aveva già fatto prima: infatti era accaduto che, poco dopo la sua morte, la maga Eritone (famosa necromante greca) lo aveva evocato per far ritornare temporaneamente sulla Terra l'anima di un morto che era nell'ultimo cerchio dell'Inferno: quindi egli conosce perfettamente la strada che conduce al fondo dell'Inferno. Qui Dante fa riferimento a un episodio del Bellum civile di Lucano, in cui si dice che Eritone aveva resuscitato un soldato per far rivelare a Pompeo l'esito della battaglia di Farsàlo; non sembra essere però il caso descritto da Virgilio. Va comunque detto che la conoscenza dei luoghi infernali da parte di Virgilio è limitata dal fatto che la sua prima discesa fino al fondo avvenne prima della discesa di Cristo negli Inferi per liberare le anime del Limbo, per cui egli ignora ad esempio che alcuni ponti rocciosi delle Malebolge sono crollati per il terremoto seguito alla morte e alla risurrezione di Gesù e ciò causerà l'inganno che sarà perpetrato ai suoi danni dai Malebranche. Del tutto inesperto sarà invece del Purgatorio, dove sarà addirittura costretto a chiedere più volte ai penitenti quale sia la via più rapida per l'ascesa. Non conoscendo ovviamente il Paradiso, Virgilio, alla fine del Purgatorio, si tirerà indietro.

    LE FURIE, MEDUSA

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    Medusa


    Virgilio aggiunge altre parole che però Dante non ascolta, poiché il suo sguardo è attirato sulla cima delle mura dall'apparizione delle Furie, o Erinni, sporche di sangue e coi capelli serpentini: Megera, Aletto e Tisifone. Si squarciano il petto con le unghie e si percuotono a palme aperte, gridando così forte da indurre Dante a stringersi a Virgilio. Le Furie invocano l'arrivo di Medusa per pietrificare Dante. Virgilio, quindi, lo esorta a voltarsi e a chiudere gli occhi, coprendoli anche con le mani, per non vedere Medusa, che lo trasformerebbe in pietra per sempre, rendendo vano il suo viaggio. Dante obbedisce: anzi Virgilio, non soddisfatto, mette anche le sue mani sopra quelle di Dante per sicurezza. Le Furie e Medusa sono la consueta demonizzazione di divinità classiche del mondo infero, che anche in questo caso si oppongono vanamente al prosieguo del cammino di Dante: Medusa però non viene mostrata direttamente (non potendola vedere, Dante non ha potuto descriverla), è solo evocata dalle minacciose parole delle tre Furie. Queste citano la discesa all'Averno di Teseo (l'eroe greco che uccise il Minotauro) e si rammaricano di non averne respinto l'assalto.

    IL MESSO CELESTE

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    I demoni della città di Dite disegnati da Nagai hanno tutto l'aspetto umano: Nagai ha voluto seguire la famosa rappresentazione di Dorè, che però era errata.


    Dante indica nel poema la necessità di comprendere l'intervento dell'Angelo: cioè la necessità dell'aiuto e del soccorso della Grazia divina per superare gli ostacoli del peccato, senza la quale la sola ragione è di per sé insufficiente. L'aiuto di Dio è necessario perché Dante vinca i suoi dubbi e la sua viltà, come già era accaduto nella selva per mezzo di Virgilio, e superi l'opposizione dei demoni, che è del resto vana, in quanto il suo viaggio è voluto dal Cielo, come il messo non manca di ricordare ai diavoli nei suoi rimproveri. All'inizio si sente un gran rumore proveniente dalla palude Stigia dove sono immersi gli iracondi (di cui abbiamo già parlato), simile a quello di un vento talmente impetuoso da abbattere le foreste. Virgilio permette a Dante di aprire gli occhi, così il poeta vede il messo celeste avanzare sull'acqua senza toccarla, scacciando dal viso, con la mano, il vapore delle paludi stigie, mentre al suo cospetto le anime degli iracondi si dileguano rapidamente "come rane davanti a una biscia". Virgilio fa cenno a Dante di inchinarsi di fronte all'angelo, che è pieno di disdegno verso quel luogo. Il messo celeste giunge alla porta di Dite e la apre, semplicemente indicandola con un bastoncino in mano. Poi rimprovera aspramente i diavoli, biasimando la loro tracotanza e il fatto che si oppongano vanamente al passaggio dei due poeti voluto da Dio. Ricorda loro che Cerbero si era rifiutato di far entrare all'Inferno Ercole, un fatto per cui la bestia ha avuto per punizione il mento e il gozzo spellati. A questo punto, il messo celeste torna da dove è venuto, senza rivolgere parola ai due poeti, i quali si avvicinano senza ostacoli alle mura di Dite.

    GLI ERESIARCHI

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    Dante e Virgilio entrano nella città di Dite senza incontrare più alcuna opposizione. Questa città rappresenta il confine tra l'Alto e il Basso Inferno, dove sono puniti i peccati più gravi, cioè quelli di violenza e frode: quindi, questo passaggio di Dante rendeva necessario un intervento superiore a quello di Virgilio. A questo punto, Dante, desideroso di vedere la condizione dei dannati, volge intorno lo sguardo, scorgendo ovunque delle tombe infuocate coi coperchi sollevati. Dante paragona queste tombe a quelle dell'antica necropoli di Des Alyscamps ad Arles, e a quelle della necropoli di Pola, oggi scomparsa.

    Arles-Les-Alyscamps
    La necropoli di Des Alyscamps


    Dai sepolcri escono dei lamenti miserevoli e Dante chiede spiegazioni a Virgilio. Il maestro spiega che dentro ci sono le anime degli eresiarchi e dei loro seguaci, condannati a bruciare in misura maggiore o minore a seconda della gravità dell'eresia che hanno seguito in vita. Gli eretici sono costretti a giacere in tombe infuocate coi coperchi sollevati. Nel Canto seguente saranno presentati gli eretici epicurei (credono la mortalità dell'anima, quindi per loro l'anima muore col corpo e non c'è aldilà). Virgilio spiega a Dante che in ogni tomba sono costretti i seguaci di una stessa setta eretica, tormentati in misura maggiore o minore dal fuoco a seconda della gravità del peccato commesso: anche questo Canto si chiude prima che l'episodio abbia termine e rimanda l'attenzione a quello successivo, in cui avverrà l'incontro con Farinata degli Uberti. Prima di andare avanti, bisogna ora chiarire il concetto di "eresia", che attualmente è stato molto travisato.

    ERESIA

    Un eresiarca è una persona che fonda una setta eretica composta dai suoi seguaci. L'eresia è il rifiuto di una, o più, verità rivelate del cristianesimo: infatti, "eresia" significa "scegliere", quindi l'eretico sceglie certe verità cristiane e ne rifiuta altre, provocando così un cristianesimo falso, alterato, come per esempio lo è quello protestante, che rifiuta certe verità cristiane e ne accetta altre. Nella Divina Commedia, ovviamente, i protestanti non ci sono, perchè l'eresiarca Martin Lutero nacque circa due secoli dopo Dante.

    L'argomento dell'eresia è oggi poco popolare, visto che, grazie alla stampa di almeno cinquecento anni, soprattutto quella illuminista, l'eretico è sempre visto oggi come l'eroe che pensa da solo e combatte contro la Chiesa Cattolica oppressiva e cattiva. Ma, così facendo, non si capisce la gravità dell'eresia, che porta ad una via diversa da quella della salvezza, quindi facendo rischiare la dannazione. Con questo non significa che un eretico si danni: però, se si salva, si salva nonostante l'eresia che professa, non grazie all'eresia che professa. La via della salvezza è solo quella cristiana cattolica: poi c'è chi ha seguito Cristo senza conoscerlo e può salvarsi. Ma questo non toglie il fatto che la via per salvarsi è una sola, quella cattolica.

    Per capirci, è come la differenza tra un cartello che indica Bologna mostrando la strada giusta per arrivarci (e quel cartello è la Chiesa Cattolica), mentre un altro cartello indica Bologna, ma porta ad un burrone (e quel cartello è l'eresia). L'eresia rovina la vita, facendo vivere in modo sbagliato e facendo credere che quello stile di vita sia buono. Come le monete false, per esempio: perchè lo Stato perseguita chi produce banconote false? Ma perchè queste rovinano lo stato di salute delle monete vere, che a lungo andare diventano carta straccia, cioè inaffidabili, rovinando così l'intera Nazione. Lo stesso per l'eresia e la vera religione cristiana: se si trascura di correggere l'eresia, la stessa fede cristiana perde di significato, non la si distingue più dall'eresia e agli uomini non viene più data una vera via per salvarsi, proprio per colpa degli eretici.

    L'eretico sceglie (appunto) certe cose e ne esclude altre, non secondo Dio ma secondo il suo ragionamento, basato sull'orgoglio e secondo la sfiducia che lui porta alla Chiesa Cattolica, non riconoscendola come portatrice della Verità data da Dio. Pensa anzi che la Chiesa abbia manipolato la verità cristiana per i suoi scopi di potere. In questo modo, però, l'eretico insulta Dio, credendoLo incapace di rivelare la Sua verità agli uomini, e modifica la via di salvezza che Dio in persona ha dato a tutti gli uomini attraverso Gesù e la Chiesa Cattolica. Per capirci, è come se l'eretico volesse guidare una macchina per conto suo, senza sentire le istruzioni di chi la sa guidare: alla fine, l'eretico la guida male, la rovina e rischia di finire male. Di conseguenza, l'eretico compie e fa compiere agli uomini delle azioni malvagie, credendole buone. Per esempio, un eretico può credere in un certo Dio e non nell'aldilà, nè nell'esistenza dell'anima: di conseguenza non sente il bisogno di comportarsi bene, visto che, secondo lui, non c'è nessuna punizione. Oppure crede che conti solo la fede e non le opere, quindi non si sente stimolato a fare delle buone opere, anzi evita di farle, al limite. E gli esempi potrebbero continuare.

    Inoltre, molto spesso gli eretici sono violenti e ricevono appoggi da persone e principi potenti, perchè quello che gli eretici sostengono fa comodo anche a loro: i potenti possono infatti, grazie agli eretici, avere un potere maggiore di quello che già hanno, senza avere alcun limite morale. Possono così agire facendo il male, o requisendo i beni di chiunque, o tiranneggiando chiunque, senza per questo temere alcuna punizione divina, secondo il pensiero eretico. E' in sostanza il modello dell'uomo politico d'oggi, che non teme Dio nè il Suo giudizio. Il punto è che, anche se non lo si teme, nè ci si crede, dopo la morte il Giudizio di Dio ci sarà lo stesso, anche per i potenti. E, come dice San Paolo, "è spaventoso cadere nelle mani del Dio Vivente!".

    Al contrario, i "cattivi inquisitori", invece di essere dei malvagi tipo quelli del "Nome della Rosa" o "Il Codice Da Vinci", erano persone che cercarono di insegnare la via giusta rischiando personalmente a vita, come San Pietro da Verona, che fu ucciso dagli eretici Catari in un agguato, piantandogli un coltello in testa (e infatti è sempre raffigurato così).

    santa-cefalea-3
    San Pietro Da Verona


    Tutto l'insegnamento cristiano è stato dato per comportarsi nel modo giusto: modificare, seppur di poco, questo insegnamento, porta a comportarsi male, anche se, a prima vista, questo non sembrerebbe evidente. Inoltre, l'eretico è diverso dal credente in un'altra religione: l'eretico conosce il cristianesimo, ma lo rinnega e lo modifica come vuole lui. Il credente di un'altra religione, invece, non conosce il cristianesimo e non è mai stato cristiano: quindi non è certo eretico. Però crede in una religione sbagliata, perchè non fondata su Gesù Cristo e sulla Chiesa. Il giudizio su di lui, comunque, è di Dio, non nostro: Lui lo sa se si è comportato bene o no, pur restando in un'altra religione. Perchè, come ho detto, può salvarsi chi ha seguito Cristo senza conoscerlo, pur essendo vissuto in un'altra religione. Che però rimane quella sbagliata: per questo è giusto rispettare che segue un'altra religione, ma è sbagliato pensare che tutte le religioni siano uguali. Dio è cattolico.

    LA VERSIONE DI NAGAI

    Le perplessità di Virgilio e di Dante sono state saltate da Nagai, come pure il racconto di Virgilio che prese un'anima infernale dall'evocazione di Eritone. Qui Nagai non cita le Furie e mette al loro posto le tre Gorgoni, che erano figlie delle divinità marine Forco e Ceto e si chiamavano Medusa, Steno ed Euriale. Le Gorgoni rappresentavano la perversione nelle sue tre forme: Euriale rappresentava la perversione sessuale, Steno la perversione morale e Medusa la perversione intellettuale. In particolare, Nagai chiama Medusa "dea dell'eresia", una definizione che non è di Dante. In ogni caso, non è una definizione sbagliata: infatti, essendo Medusa il simbolo della perversione intellettuale, mostra la deviazione intellettuale tipica dell'eresia, che è un modo di pensare "pietrificato e pietrificante", che quindi blocca tutto. E' tipico anche di chi ragiona senza vedere la realtà: se i malati di Covid sono solo 20, per esempio, si impongono subito il lockdown e le mascherine a decine milioni di persone, terrorizzandole e impedendo ogni attività dell'intera nazione. E' un'azione da "intelletto deviato", che non guarda in faccia la realtà e agisce in modo sproporzionato e sbagliato, provocando solo danni. Se poi sono persino voluti, è peggio ancora.

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    La furia celeste dell'Angelo


    L'angelo di Nagai dice: "Di quanti altri castighi avete bisogno per riuscire a capire, eh?" mentre l'angelo originale di Dante non parla di "capire" (sa che i demoni hanno già capito assai bene il male che fanno, e lo fanno consapevolmente, anche se sanno che finiranno male per questo: odiano e basta, senza motivo nè ragione, solo per odio). L'angelo dice piuttosto che ad opporsi al volere di Dio si sta ancora peggio, e questo vale sia per gli uomini che per i diavoli:

    Perché recalcitrate a quella voglia (perchè vi opponete a quel volere, cioè quello di Dio)
    a cui non puote il fin mai esser mozzo, (che non può mai non andare a buon fine: cioè il volere di Dio è sempre buono e viene sempre realizzato)
    e che più volte v’ha cresciuta doglia? (e che più volte ha accresciuto le vostre pene? cioè: opponendovi a Dio fate solo del male e voi stessi ancora di più, benchè siate già all'Inferno)


    Il cenno alla punizione fatta a Cerbero è stato saltato da Nagai.

    GLI ERRORI DI NAGAI SULL'ERESIA

    Nagai fa confusione tra l'eretico, che è un ex-cristiano, e il pagano, che è una persona che crede in altri dei, non un ex-cristiano. Quindi nel Cerchio degli Eresiarchi (ed eretici) ci sono ESCLUSIVAMENTE degli ex-cristiani, non dei non credenti. Riguardo a questi ultimi, se hanno amato Dio senza conoscerlo, quindi comportandosi bene, la via della salvezza è aperta per loro.

    Quindi il Virgilio di Nagai sbaglia dicendo: "Essi non ubbidirono ai giusti precetti di Dio, ma stoltamente adorarono delle false divinità: ora devono subire il castigo dell'Inferno. Grave è la colpa dei miscredenti!". Così pure il Dante di Nagai, che dice: "Mi chiedo se gli eretici siano veramente dei peccatori: anche coloro che sono nati in paesi dove non hanno mai avuto l'occasione di ricevere i giusti precetti e si sono limitati a seguire docilmente gli insegnamenti predicati nelle loro terre, devono quindi essere considerati dei peccatori? Devono patire a tal punto?".

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    O Dante nagaiano, un non credente NON E' un eretico!


    Insomma, come vedete, tutti e due confondono l'eretico col non credente. Non è una colpa non obbedire a ciò che non si sa. In ogni caso, in ogni persona, credente o meno, c'è una Legge Naturale, innata, scritta da Dio nel cuore di tutti, riassunta nei Dieci Comandamenti, alla quale si sentono tutti in dovere di rispettare, chi più chi meno: per esempio, la legge di non uccidere, di non commettere adulterio, eccetera. Chi non rispetta questo, allora, credente o meno, va punito. Anzi, il credente viene punito di più, visto che, conoscendo i Comandamenti, conosce meglio del pagano la Legge Naturale.


    BIBLIOGRAFIA:
    https://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-ix.html
    Bussola Quotidiana, Giovanni Fighera

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI

    Edited by joe 7 - 27/11/2021, 18:21
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    Il discorso del potente che segue l'eresia perché gli fa comodo mi ricorda un episodio relativo al protestantesimo: in cerca di protezione dalla Chiesa cattolica, Martin Lutero si rivolse ai principi tedeschi, appoggiando il massacro da parte loro di alcuni contadini rivoltosi, accusandoli di "aver violato l'ordine sociale"; peccato che i suddetti contadini si fossero rivoltati proprio seguendo le tesi luterane.
    Da quel che ho capito dal tuo blog, il protestantesimo é più elitario e violento del cattolicesimo; giusto?
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 28/5/2022, 11:36) 
    Il discorso del potente che segue l'eresia perché gli fa comodo mi ricorda un episodio relativo al protestantesimo: in cerca di protezione dalla Chiesa cattolica, Martin Lutero si rivolse ai principi tedeschi, appoggiando il massacro da parte loro di alcuni contadini rivoltosi, accusandoli di "aver violato l'ordine sociale"; peccato che i suddetti contadini si fossero rivoltati proprio seguendo le tesi luterane.

    Più che per cercare protezione dalla Chiesa cattolica, Lutero aveva all'inizio solo esposto le sue tesi e basta: poi furono gli stessi principi e re ad aiutare Lutero, perchè, grazie alla sua nuova fede che proponeva, potevano prendere i possedimenti della Chiesa (e quindi i conventi, le terre arate per chi aveva bisogno, gli istituti di carità, le scuole eccetera, che finirono tutti in mano alla crudeltà e avidità dei principi e dei re). Non solo: grazie alle tesi luterane, la volontà del principe e del re si identificava con la volontà di Dio, quindi si assumevano così un potere assoluto, diventando quasi delle divinità. Mentre invece la Chiesa Cattolica ricordava ai principi e ai re che delle loro azioni devono rispondere a Dio.

    Ogni infamia e crudeltà dei principi e dei re, secondo la religione luterana e protestante (tipo il massacro dei contadini che tu hai citato) veniva visto come volontà di Dio e quindi non passabile a critiche. In campo cattolico, invece, il contesto è del tutto diverso: il principe e il re deve rispondere a Dio se commette delle infamie. E' famoso l'esempio di Sant'Ambrogio che vietò all'Imperatore Teodosio di entrare in Chiesa fino a che non avrebbe fatto pubblica penitenza per un massacro che lui aveva fatto. Una cosa simile sarebbe impensabile in un ambiente protestante, dove Dio e Cesare si identificano. E' famoso anche l'appoggio incondizionato dei protestanti tedeschi ad Adolf Hitler, che rappresentava appunto l'autorità civile e anche quella divina. E lo stesso si può dire degli ortodossi, che considerarono Stalin "inviato da Dio" nonostante i suoi massacri. Protestanti o ortodossi che siano, sono comunque entrambi separati dal Papa, e chi si separa dal Papa si appoggia per forza a Cesare, chiunque sia.

    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 28/5/2022, 11:36) 
    Da quel che ho capito dal tuo blog, il protestantesimo é più elitario e violento del cattolicesimo; giusto?

    Sì, è violento, ma è soprattutto falso, perchè insegna una religione falsa, che non ha nulla che fare con quella cristiana cattolica. Per esempio, professa la predestinazione, cioè il fatto che, qualunque cosa tu faccia finirai all'Inferno o in Paradiso indipendentemente dalle tue azioni perchè Dio avrebbe creato alcuni per il Paradiso e altri per l'Inferno, secondo il pensiero protestante. Oppure il fatto che non sono le tue buone azioni a salvarti, ma solo tua fede: quindi puoi rubare, stuprare, uccidere, ma se hai la fede ti salverai. Questo modo di pensare porta per forza a comportamenti aberranti. Ho indicato solo dei punti chiave del protestantesimo: ma le religioni protestanti sono centinaia, per non dire forse migliaia, e le variazioni sono molte. Ma quelli che ho citato sono alcuni principi base del pensiero protestante.
     
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