INFERNO, CANTO 8 - QUINTO CERCHIO: IRACONDI(primo post: qui; precedente post: qui)LA PALUDE DELLO STIGE; FLEGIASSiamo ancora nel Quinto Cerchio, quello degli Iracondi e Accidiosi, descritto
prima. La palude dello
Stige si allarga e Dante e Virgilio arrivano ai piedi dell'alta torre sulla sponda della palude. Dante aveva notato che da essa era partito un segnale luminoso, cui aveva risposto un segnale identico proveniente da un'altra torre, che sorge più lontano. Dante chiede a Virgilio il significato delle luci e chi ne sia l'autore: il maestro spiega che, attraverso il vapore della palude, Dante potrà scorgere colui che stanno aspettando. Dante vede avvicinarsi una piccola imbarcazione che si muove più veloce di una freccia. La barca è governata da un solo traghettatore,
Flegiàs, che apostrofa Dante scambiandolo per un dannato: ma Virgilio lo zittisce, dicendogli che lui dovrà solo trasportarli attraverso la palude. Il demone reagisce con stizza, poi i due poeti salgono sulla barca (che affonda lievemente solo quando vi sale Dante, dotato di un corpo) e Flegiàs parte.
Flegiàs, demonizzato da Dante, nel mito classico, era il re dei Lapiti e aveva incendiato il tempio di Apollo a Delfi, uno dei templi più importanti della Grecia antica: infatti si era adirato perché il dio aveva sedotto sua figlia. Per questo affronto, però, Apollo, lo crivellò di frecce e lo scaraventò nel Tartaro, condannandolo a stare per l'eternità con un enorme masso sempre sul punto di cadergli addosso. La sua storia è narrata nell'Eneide. Il nome "Flegiàs" indica un avvoltoio dal piumaggio rosso; richiama anche il termine greco "phlego" e il termine latino "flagro", tradotti entrambi come "incendio". Tutto questo rende Flegiàs un demone rappresentativo degli iracondi, essendo appunto l'emblema di un'ira fulminea e deflagrante. Non è chiaro se la funzione di Flegiàs sia quella di traghettare solo le anime degli iracondi o anche quelle di tutti i dannati destinati al Ba
sso Inferno.
Il Flegiàs di Nagai parla di più dell'originale, ridendo e mandando minacce a ripetizione. Nel poema, Flegiàs dice solo:
"Or sè giunta, anima fella!" (cioè anima dannata), confondendo Dante con uno dei dannati. Oltre a questo, dopo che è stato ammonito da Virgilio, non dice più nulla. Inoltre, sempre nel manga, Flegiàs nel suo tragitto con la barca fende i dannati iracondi smembrandoli, cosa che nel poema non accade.
FILIPPO ARGENTIMentre la barca attraversa la palude, si avvicina l'anima di un dannato che chiede a Dante la sua identità, visto che è ancora vivo, quindi è troppo presto per lui giungere all'Inferno (e in questo modo vuole spaventare il poeta facendogli credere che dopo morto andrà all'Inferno). Dante risponde che lui presto ripartirà e chiede a sua volta chi sia il dannato che gli parla. Questi non risponde, ma Dante lo riconosce come
Filippo Argenti, al quale rivolge parole di condanna. Il dannato si protende verso la barca, cercando di afferrare Dante, ma Virgilio lo spinge via con violenza:
"Via costà con li altri cani!" (Và via di qui, torna con gli altri cani!")Chi è nell'inferno non è un innocente tormentato, ma è un malvagio che ha perso la sua dignità di uomo e che si merita in pieno la sua eterna punizione: per questo, Virgilio lo tratta duramente. Virgilio poi pronuncia parole di elogio a Dante; poi rivolge un'ammonizione a tutti gli uomini alteri e orgogliosi, come lo fu l'Argenti, che in vita si credevano grandi, potenti e intoccabili, e all'Inferno finiranno per sempre come porci nel fango.
"Quanti si tegnon or là sù gran regi (Quanti uomini si credono in vita dei grandi re)
che qui staranno come porci in brago, (mentre qui all'Inferno saranno come porci nel fango)
di sé lasciando orribili dispregi!". (lasciando di sé un orribile ricordo!)Dante manifesta il desiderio di vedere il dannato azzuffarsi coi compagni di pena, prima di lasciare lo Stige, e Virgilio afferma che ne avrà presto l'occasione. Poco dopo, infatti, Dante vede gli altri dannati avventarsi su Filippo Argenti facendone strazio, spettacolo che Dante gode pienamente. Lo scontro è così violento che lo stesso Filippo Argenti morde rabbiosamente se stesso.
Filippo Argenti cerca di salire sulla barca e Virgilio lo respinge: Nagai ha preso la scena dalle litografie di Gustave Dorè.
Filippo Argenti era un fiorentino Guelfo Nero (Dante era un Guelfo Bianco, quindi rivale. Si veda
qui). Oltre ad essere avverso a Dante, l'Argenti e la sua famiglia si erano sempre opposti al rientro di Dante a Firenze dopo l'esilio; inoltre, ne usurparono anche i beni. L'Argenti reagisce con stizza alla presenza di Dante e rifiuta di rivelare il proprio nome per orgoglio, salvo poi avventarsi furioso contro il poeta nel momento in cui lui lo riconosce e lo fa oggetto di parole ingiuriose di condanna.
Nel manga, Dante non chiede a Filippo chi sia, mentre nel poema lo fa e l'Argenti dà una risposta evasiva. Nel poema, Dante non dice neanche il nome del dannato, cosa che invece faranno gli altri dannati, sbranandolo. Sempre nel manga, l'Argenti, protestando e dicendo di non essere malvagio, prova a salire sulla barca e viene ricacciato; ma nel poema non lo fa, viene solo scacciato da Virgilio.
LA CITTA' DI DITEMentre la barca di Flegiàs si allontana dagli iracondi, Dante sente un coro di voci dolorose che lo riempiono di angoscia: Virgilio lo informa che ormai sono vicini alla città infernale di
Dite, popolata da un grande stuolo di demoni. Dante drizza lo sguardo e vede le torri della città che sono simili a quelle delle moschee, rosse come se fossero roventi. Virgilio spiega che il fuoco eterno che vi è dentro la città ne arroventa le mura, rendendole di colore rossastro. La barca si avvicina ai profondi fossati che cingono Dite: la barca fa un ampio giro prima di approdare all'argine, dove Flegiàs invita con fare imperioso i due poeti a scendere, perché lì c'è l'accesso alla città. Dante alza gli occhi e vede migliaia di diavoli sugli spalti della città, che lo guardano minacciosi e gli chiedono chi sia lui per entrare, da vivo, nell'Inferno.
La città infernale di Dite. Nagai la rappresenta come un castello medievale, mentre Dante invece l'ha descritta come un minareto.
Virgilio fa cenno di voler parlare con loro in disparte e i diavoli acconsentono, urlando a Dante di tornare indietro da solo, mentre Virgilio dovrà rimanere nella città di Dite. Dante è colto da grande paura e invita Virgilio a riportarlo indietro, visto che il passaggio sembra loro negato. Ma lui lo rassicura, ricordando che il viaggio è voluto da Dio: quindi lo invita ad attenderlo lì e si avvicina alle mura della città per parlamentare coi diavoli. Dante attende con impazienza, roso dai dubbi, mentre Virgilio scambia coi diavoli parole che lui non può udire.
Virgilio parla coi diavoli di Dite. Nagai però li rappresenta come uomini, senza corna nè ali.
Dopo poco tempo, però, i diavoli corrono dentro la città chiudendo le porte in faccia a Virgilio, al quale non resta che tornare sconsolato da Dante, con gli occhi bassi e la vergogna dipinta sul volto. Virgilio rassicura nuovamente Dante sul fatto che egli vincerà la prova, rammentando che l'alterigia dei diavoli non è nuova e fu già una volta vinta da Cristo trionfante, quando, il giorno della Sua resurrezione, entrò all'Inferno sfondandone la porta. Il maestro dichiara infine che un messo celeste, un angelo, sta già percorrendo la discesa infernale, dalla porta fino al punto dove adesso si trovano, e, grazie al suo intervento, il viaggio potrà proseguire.
Dite, in latino Dis o Ditis o Dispater, era il nome di un'antica divinità latina degli inferi, indicata come "Dispater", versione rovesciata di "Iuppiter", che sta per "Padre Giove". Per estensione, il suo nome assume anche il significato di luogo, cioè il mondo dei morti, equivalente all'Ade. La città infernale, chiusa per Dante e Virgilio, si staglia con le sue mura e le torri rosse per il fuoco che divampa all'interno: la struttura di Dite è simile a quella di una moschea, perchè in quella città sono puniti gli eresiarchi (ne parleremo più avanti). Per la prima volta, il viaggio di Dante e Virgilio subisce qui un arresto: i diavoli reagiscono ai visitatori con stizza e ira, come gli iracondi dello Stige. Dante è addirittura terrorizzato al pensiero di essere abbandonato all'Inferno.
L'intervento di Virgilio, che simboleggia la ragione umana, è fallimentare: con questo Dante vuol dire che, in certe circostanze, la ragione umana non basta più ed è necessario l'intervento divino per andare avanti.
Il fallimento di Virgilio.
La ragione umana infatti, di per sè, non è onnipotente, nè onnisciente: è impossibile ritenere solo questa come unica capacità della comprensione di tutte le cose visibili e invisibili, come insiste invece il razionalismo. La ragione correttamente intesa, invece, riconosce che esistono cose che superano la stessa ragione, pur senza mai contraddirla. Dio stesso è Logos, Ragione, ma nello stesso tempo è oltre le nostre capacità di comprensione. Di Lui possiamo capire quello che ci dice la ragione umana insieme alla Rivelazione divina, cioè la venuta di Gesù Cristo.
Tornando alla città di Dite, sarà necessario l'arrivo di un messo celeste, un Angelo, che avrà la funzione di eliminare l'ostacolo e rimproverare aspramente i diavoli della loro sterile opposizione, cosa che verrà narrata nel Canto successivo.
CONFRONTO TRA MANGA E POEMANel manga, Virgilio, invece di consolare Dante, gli dice, nello stile giapponese, che, se vuole tornare indietro, faccia pure, che lui non vuole avere nulla da spartire con chi non è capace di portare a termine la sua missione. Sembra di sentire uno di quegli allenatori dei manga sportivi. Inoltre, Virgilio, sempre nel manga, dice a Dante che è suo destino compiere questo viaggio. Invece, nel poema, Virgilio dice chiaramente che è volontà di Dio che Dante faccia questo viaggio di salvezza. Un anonimo "destino", infatti, non esiste nel cristianesimo: esiste solo Dio e la Sua volontà, che è la volontà di un Padre buono e non di un Destino anonimo e impersonale.
BIBLIOGRAFIA:https://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-viii.htmlBussola Quotidiana, Giovanni Fighera(Continua qui)QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISIEdited by joe 7 - 27/11/2021, 18:21
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