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  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 11

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 2 Oct. 2021
     
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    INFERNO, CANTO 11 - TRA IL SESTO E SETTIMO CERCHIO: STRUTTURA DELL'INFERNO
    (primo post: qui; precedente post: qui)

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    Lasciata alle spalle la città di Dite e il Sesto Cerchio degli Eresiarchi, i due poeti giungono all'orlo che conduce al Settimo Cerchio, dove c'è un ammasso di rocce causato da un crollo. Qui si leva un gran puzzo dal Cerchio sottostante, che costringe Dante e Virgilio a ritirarsi in un punto dove abituarsi al forte odore, per poi riprendere il cammino.

    UN PAPA ALL'INFERNO

    In quel posto c'è la tomba del papa eretico Anastasio II, il cui nome è scritto sul coperchio. Fu pontefice dal 496 al 498; fu eretico perchè accolse l'eresia monofisita, che dice che Gesù non era vero Dio e vero uomo, ma solo vero Dio con l'aspetto umano. Di conseguenza viene negata l'incarnazione, cioè Dio fatto uomo, e di conseguenza anche la salvezza e la risurrezione della carne. Da questa eresia viene il disprezzo del corpo e la mancanza di rispetto per l'uomo, non più considerato sacro perchè non davvero fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Quindi per il monofisita l'uomo, di conseguenza, è privo di veri diritti, che gli possono essere benissimo tolti dai potenti senza problemi perchè i potenti, nel fare questo, non sono considerati colpevoli.
    Oltre al fatto di offendere Dio perchè non mostra fiducia nelle Sue vie, proponendone invece delle proprie, un'eresia ha sempre delle conseguenze pratiche terribili per l'uomo e la sua vita terrena: ma a questo non si pensa mai. Infatti, nell'esempio citato, l'eresia monofisita di conseguenza appoggia la dittatura dell'uomo sull'uomo.

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    Papa Anastasio II



    QUELLO CHE LI ASPETTA NEL PROSSIMO CAMMINO

    Dante chiede a Virgilio di spiegargli cosa li aspetta da ora in poi all'Inferno. Virgilio risponde che, dopo la città di Dite e il Cerchio degli Eresiarchi, da qui in poi vengono condannati quelli che hanno commesso peccati di malizia: cioè peccati fatti razionalmente e con perfetta consapevolezza. Sono peccati fatti usando male la ragione, facendo il male sapendo benissimo di farlo. Quindi sono ancora più gravi dei precedenti, che fino ad ora (eccetto gli Eresiarchi) erano peccati di eccesso, cioè dovuti all'incapacità di dominarsi: i peccati di lussuria, gola, avarizia, prodigalità, ira. Di conseguenza, i peccati di malizia, essendo più gravi, perchè fatti intenzionalmente, col pensiero e l'intelletto, sono puniti ancora più severamente degli altri. I peccati di malizia sono o corporali (omicidio, eccetera) o spirituali (inganno e tradimento, per esempio. In questo caso sono chiamati anche peccati di frode). I peccati di malizia spirituale sono i più sgraditi a Dio perchè Lo offendono direttamente: quindi sono nei Cerchi più bassi.

    Il Settimo Cerchio ospita i violenti (peccati di malizia corporali). E' diviso in tre gironi, a seconda di quale sia stato il bersaglio della violenza:

    PRIMO GIRONE: VIOLENTI CONTRO IL PROSSIMO
    - omicidi
    - ladri

    SECONDO GIRONE: VIOLENTI CONTRO SE STESSI
    - fisicamente (suicidi)
    - contro i propri beni (scialacquatori)

    TERZO GIRONE: VIOLENTI CONTRO DIO
    - contro la Persona Divina (bestemmiatori)
    - contro la natura (sodomiti)
    - contro la bontà divina (usurai)

    Dante commenta che non capisce perché l'usura offende la bontà divina. Virgilio risponde che l'operosità umana cerca di imitare quella di Dio, che crea in continuazione, momento per momento. Secondo la Genesi (il primo libro della Bibbia), inoltre, l'operosità e il lavoro devono fornire i mezzi di sostentamento all'uomo. L'usuraio, invece, ottiene questi mezzi di sostentamento per un'altra via, disprezzando l'operosità, sia quella umana che quella divina. Per non parlare poi delle sofferenze che l'usuraio infligge ai debitori.

    L'Ottavo Cerchio ospita gli ingannatori, che ingannano chi non si fida. Gli ingannatori violano il vincolo naturale che lega gli uomini tra loro. Sono:
    - ipocriti
    - adulatori
    - indovini
    - falsari
    - ladri
    - simoniaci
    - ruffiani
    - barattieri (corrisponde alla concussione: cioè l'atto di un pubblico ufficiale che, abusando del suo potere, costringe qualcuno a dargli del denaro o altro attraverso ricatti o altra forma di imposizione. Tipo il vaccino e il Green Pass.)
    - e altri peccatori consimili.

    Il Nono Cerchio ospita i traditori, che ingannano chi si fida. Il tradimento, oltre a violare il vincolo naturale tra gli uomini (come fanno gli ingannatori), viola anche i vincoli speciali tra gli uomini: violano infatti la parentela, l'amicizia, la patria, fino al vincolo con Dio. Quindi è il peccato più grave di tutti.

    Inoltre, Virgilio, oltre a citare i peccati di incontinenza e malizia di cui abbiamo detto prima, cita anche un terzo caso ancora più grave, di cui Dante però non fa cenno nei gironi infernali che presenta nella Divina Commedia: si tratta della matta bestialità, essere cioè completamente schiavi del male. Probabilmente Dante fa riferimento a persone come serial killer e altri mostri simili.

    Terminata la sua spiegazione, Virgilio invita Dante a riprendere il cammino. Questo Canto è una pausa del viaggio, che prepara la discesa nei prossimi Cerchi e dà l'occasione per spiegare la topografia morale dell'Inferno.

    VERSIONE DI NAGAI

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    Questo non è certo un canto con argomenti facili da trattare, in un manga giapponese. Quindi Nagai ha modificato tutto il dialogo tra Dante e Virgilio, impostandolo nel modello orientale tipo "Caro Dante, coi tuoi sforzi sei arrivato fin qui, ora devi continuare facendo sforzi ancora più duri". In sostanza, Dio qui non c'entra: conta solo la propria volontà umana e i propri sforzi umani. Qui siamo completamente sul piano orizzontale. Sembra di leggere "Dante e le sue avventure da esploratore dell'aldilà", invece di una Divina Commedia rivolta ad ogni uomo.

    Anche con l'aiuto di Virgilio e di Beatrice (aiuti solo umani, notate: gli aiuti di Dio, della Madonna, di Santa Lucia non sono mai nominati da Nagai), il Dante nagaiano è comunque "colui che ha fatto un'impresa eccezionale", come se fosse andato all'Inferno per allenarsi a diventare più forte, manco fosse Dragonball, invece di farlo per salvarsi l'anima. Il Dante reale, quello della Divina Commedia, non fa niente: si lascia guidare da Dio attraverso le persone che Lui gli fa incontrare. Il Dante di Nagai, invece, è un Dante "self-made-men", che si fa aiutare solo da altri uomini, che desidera vedere coi suoi occhi il fondo dell'inferno e riuscire nell'impresa per poi raccontarla. Quindi il Dante di Nagai, in sostanza, è lì per fare allenamento diventando più forte e per fare un documentario.

    BIBLIOGRAFIA:
    https://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-xi.html
    Bussola Quotidiana, Giovanni Fighera

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI

    Edited by joe 7 - 27/11/2021, 18:23
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    Le differenze fra adattamento e opera originale sono ABISSALI qui...
    Praticamente, Dante é ridotto alla stregua di un generico protagonista di manga, che matura grazie alle sue esperienze.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 2/10/2021, 16:33) 
    Le differenze fra adattamento e opera originale sono ABISSALI qui...
    Praticamente, Dante é ridotto alla stregua di un generico protagonista di manga, che matura grazie alle sue esperienze.

    Non poteva essere altrimenti, visto che Nagai ha voluto seguire in modo preciso tutti i Canti dell'Inferno (col Purgatorio e il Paradiso lascerà perdere molti pezzi, invece). Con situazioni tipo quelle di Paolo e Francesca o la città di Dite poteva destreggiarsi, ma non poteva certo seguire del tutto un canto come questo, in cui si spiegavano in modo più preciso i peccati e venivano condannati, per esempio, i suicidi (suicidarsi in Giappone non è una colpa).

    Di conseguenza, Nagai ha seguito il modello tipico del personaggio giapponese dei manga che si allena da solo, con le sue sole forze, magari con un maestro, per diventare ancora più forte. E' anche il leit-motiv delle religioni orientali, che si basano essenzialmente sugli sforzi solo umani. Lì Dio - o ciò che considerano Dio - è talmente sullo sfondo da essere praticamente evanescente. Tutta un'altra cosa dal Dio-Persona cristiano, con cui hai sempre un dialogo. Le religioni orientali, invece, sono praticamente dei monologhi.
     
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