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  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 12

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 30 Oct. 2021
     
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    INFERNO, CANTO 12: SETTIMO CERCHIO, PRIMO GIRONE - I VIOLENTI CONTRO IL PROSSIMO; I TIRANNI
    (primo post: qui; precedente post: qui)

    IL MINOTAURO

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    Dante e Virgilio scendono dal Sesto al Settimo Cerchio: il percorso è impervio, perchè la discesa è in pratica una frana. Davanti a loro compare il Minotauro, che appena li vede si morde dalla rabbia: essendo il demone custode dei violenti, la sua furia è tale che morde se stesso. Virgilio grida al Minotauro che nessuno di loro due è Teseo (l'eroe che uccise il Minotauro con l'aiuto di Arianna): Dante non è qui per indicazione di Arianna, ma per vedere le pene dei dannati. Il Minotauro si allontana saltellando, come un toro che nell'arena ha ricevuto un colpo mortale, e i due poeti continuano la loro discesa.

    LA DISCESA CROLLATA

    Dante paragona la frana, che i poeti stanno cercando di attraversare a fatica, a quella che ha percosso il letto dell'Adige, in seguito a un violento terremoto accaduto nel 1117 a Calliano (TN).

    Frana-di-Calliano
    Frana ai piedi del Monte Barco, nel Trentino Alto Adige, comune di Calliano, nella provincia di Trento, dopo il terremoto del 1117. La grandezza delle case a destra dà un'idea dell'ampiezza della frana.


    Questi sono i versi relativi:

    Qual è quella ruina che nel fianco (Come quella frana che colpì il letto)
    di qua da Trento l’Adice percosse (dell'Adige a sud di Trento)
    o per tremoto o per sostegno manco, (per un terremoto o per mancanza di sostegno)

    che da cima del monte, onde si mosse, (tale che dalla cima del monte da cui si mosse)
    al piano è sì la roccia discoscesa (fino alla pianura la roccia è sì dirupata)
    ch’alcuna via darebbe a chi sù fosse: (ma darebbe accesso a qualcuno che scendesse dall'alto:)

    cotal di quel burrato era la scesa (così era la discesa di quel burrone infernale)

    Dante vorrebbe sapere come mai è successo un crollo simile in questa zona, tanto da dover discendere praticamente come dal ciglio scosceso di una montagna, ma non ha il coraggio di chiederlo a Virgilio. Ma l'altro lo previene e gli risponde: la prima volta in cui era passato di lì (ne abbiamo parlato prima) tutto era ancora intatto, perchè Cristo non era ancora risorto. Quando avvenne la Sua risurrezione, Gesù scese nel Limbo liberando le anime dei patriarchi biblici (dal Credo che dice "discese negli Inferi"). In quel momento, tutta la valle infernale tremò, scossa da un terremoto fortissimo, e fu questo a causare il crollo. Sul fatto di Gesù che porta in Paradiso solo le anime dei Patriarchi biblici (Adamo, Eva, Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè ecc.) e non le altre, lasciandole nel Limbo, si è già parlato prima. Il Limbo non è una verità di fede, è solo un'ipotesi. Dante ha fatto questa distinzione tra i salvati e i rimasti nel Limbo, per far capire quanto sia importante la salvezza cristiana, alla quale non si può accedere con le sole forze umane, ma anche, e soprattutto, grazie all'azione di Cristo. E' impossibile andare in Paradiso basandosi sulle sole proprie forze: ci vuole l'aiuto di Dio, nella persona di Gesù Cristo.

    IL FLEGETONTE, IL FIUME DI SANGUE BOLLENTE

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    Poco dopo, arrivano al Flegetonte, il fiume di sangue bollente in cui sono immersi i violenti contro il prossimo, cioè assassini e tiranni, il massimo livello di assassinio possibile. Bruciano nel sangue che loro stessi hanno versato. I tiranni sono quelli immersi più a fondo nel Flegetonte, soffrendo ancora di più degli altri. Alla faccia della citazione "Una morte è una tragedia, un milione di morti è statistica" (Stalin). Nel Flegetonte il tiranno paga per ogni SINGOLA morte, non importa se sia un milione o mille miliardi di omicidi: paga per tutti quanti, a uno a uno, soffrendo eternamente e orribilmente, per l'eternità. Per avere un'idea della sofferenza, provate a mettere un dito nell'acqua bollente: non ve lo dimenticherete più. E si tratta solo di un dito, e solo per un attimo. Figurarsi tutto il corpo e per l'eternità.

    I CENTAURI

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    Il Flegetonte è un'ampia fossa a forma di semicerchio, in cui scorre il sangue bollente del fiume. Tra la parete del Cerchio e il fiume corrono dei centauri armati di arco e frecce, che trafiggono chi prova a uscire dal Flegetonte, anche se di poco. I centauri vedono Dante e Virgilio: uno di loro, Nesso (il centauro che provocò indirettamente la morte di Ercole), chiede quale sia il loro peccato, minacciandoli con l'arco. Virgilio risponde che spiegherà tutto al loro capo, Chirone (il centauro che insegnò ad Achille). Virgilio spiega a Chirone che il suo compito è mostrare al discepolo l'Inferno, poiché questo è il volere divino. Chiede quindi a Chirone di incaricare uno dei centauri di portare in groppa Dante e fargli attraversare il Flegetonte, dal momento che Dante ha un corpo fisico. Chirone incarica Nesso di guidare i due poeti fino al guado.

    I TIRANNI E GLI ASSASSINI

    Nesso scorta Dante e Virgilio attraversando il Flegetonte dove è più basso, mentre i dannati immersi nel sangue levano alte grida. Il centauro indica a Dante spiriti immersi sino alle ciglia e spiega che sono tiranni, e ne cita alcuni:
    - Alessandro di Fere, che fu tiranno della Tessaglia (Grecia), nella città di Fere;
    - Dionisio (o Dionigi) di Siracusa, tiranno famoso per la sua crudeltà, oppresse la Sicilia; è chiamato "feroce" da Virgilio;
    - Ezzelino da Romano, talmente spietato e temuto da essere soprannominato "il feroce" e "il terribile": fu anche scomunicato. Fu tiranno della zona di Treviso, nel 1200. Famoso fu il suo (inutile) incontro con Sant'Antonio da Padova.
    - Obizzo d'Este, tiranno di Ferrara nel 1200.

    Più avanti Dante, vede dei dannati immersi sino alla gola: sono gli assassini. Tra di loro, Nesso indica Guido di Montfort che uccise a Viterbo, per vendetta, Enrico, il cugino del re d'Inghilterra, ammazzandolo mente era a Messa, profanando così la Chiesa e subendo la scomunica. Altri dannati emergono fino al petto e tra questi Dante riconosce più di uno; altri ancora sono immersi solo sino ai piedi (quindi commisero omicidi meno atroci: ma sempre di omicidi si trattava).

    Nel punto di maggior profondità, dove ci sono i peggiori tiranni e assassini, totalmente immersi, si trovano:
    - Attila (capo degli Unni, tutti sanno chi era. Devastò la Francia e l'Italia)
    - Pirro (re dell'Epiro, che si trovava tra Grecia e Albania. La sua tirannide era così spietata che i Tarantini, sottomessi a Pirro, chiesero l'aiuto di Roma).
    - Sesto Pompeo (figlio del più famoso Pompeo rivale di Cesare, fu tiranno delle isole Corsica, Sardegna e Sicilia e fece anche continui atti di pirateria contro Roma).
    - Rinieri da Corneto (spietato predone della Maremma, famoso per la sua efferatezza)
    - Rinieri dei Pazzi (ladro e assassino brutale, fu anche scomunicato per le sue efferatezze contro un vescovo e dei sacerdoti, uccisi in modo barbaro in un loro viaggio)

    Dopo essere giunto sull'altra sponda, il centauro fa scendere Dante, ceh riprende il cammino con Virgilio.

    COMMENTO

    La violenza è il tema dominante del Canto e lo si vede fin dall'inizio, con la comparsa del Minotauro: un mostro per metà uomo e per metà toro, che è simbolo della violenza omicida (il Minotauro sbranava le sue vittime) che è il peccato di chi, pur dotato di ragione umana, si è abbandonato a istinti bestiali e ha arrecato danno al prossimo, nella persona fisica (omicidio) o nei beni (furto). Il Minotauro, che probabilmente è custode di tutto il 7° Cerchio e non solo del primo girone, dove sono puniti assassini e tiranni, tenta di ostacolare il passaggio dei due poeti, come le altre figure demoniache già viste in precedenza (Pluto, Caronte, ecc.), ma è ammonito da Virgilio, che gli ricorda la morte inflittagli da Teseo. I veri custodi del primo girone sono i Centauri, che, al pari del Minotauro, condividono sia la natura umana che quella bestiale. Nell'antichità i Centauri erano considerati esseri saggi e sapienti, nel Medioevo erano invece demonizzati per la loro natura semibestiale. La loro funzione è quella di impedire ai dannati, immersi nel fiume di sangue, di emergere dal Flegetonte più di quanto abbia stabilito la giustizia divina, usando le loro frecce.

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    I Centauri sono costretti ad essere collaborativi con Dante, facendo loro guadare il fiume di sangue. Il Canto presenta una nutrita serie di esempi di violenti contro il prossimo, tra cui spiccano soprattutto i tiranni, particolarmente famosi per la loro efferatezza omicida, che spesso raggiunse livelli spaventosi. Il Flegetonte non è esplicitamente nominato in questo Canto, ma sarà illustrato a Dante da Virgilio nel Canto 15.

    CONFRONTO CON LA VERSIONE DI NAGAI

    Nagai non fa alcun cenno a Gesù Cristo che è sceso negli inferi provocando il terremoto: anzi, trascura il cenno al crollo dell'area. Inoltre, il Virgilio di Nagai fa arrabbiare il Minotauro dicendogli che era stata sua sorella Arianna ad aiutare Teseo ad ucciderlo. Ma nella Divina Commedia Virgilio fa solo un cenno ad Arianna e insulta il Minotauro, che si allontana furioso zoppicando come un toro ferito in una corrida; nel manga di Nagai il Minotauro continua a mordersi al mano sbattendo la testa contro la parete.
    Quando nel manga Virgilio fa vedere a Dante i dannati nel Flegetonte, dice che, oltre agli omicidi e ai tiranni, ci sono anche coloro "che commisero peccato contro Dio", cosa non vera, visto che i bestemmiatori sono in un altro girone. Nagai fa un lungo elogio del capo dei centauri, Chirone, nominandolo "esperto nella astronomia, medicina, musica, arte della guerra e della caccia": cose comunque vere, secondo le leggende greche. Ma così lo presenta come se fosse un grande letterato e uomo di cultura, e non un demonio mezzo uomo e mezzo cavallo che tormenta i dannati. Nella Commedia originale non ci sono questi elogi su Chirone. Nel manga compaiono i tiranni Alessandro e Ezzelino da Romano.

    BIBLIOGRAFIA:

    https://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-xii.html
    Bussola Quotidiana, Giovanni Fighera

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI

    Edited by joe 7 - 27/11/2021, 18:24
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    Anche se si tratta di un canto "minore" rispetto ad altri, hai saputo incantarmi con il tuo commento.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 30/10/2021, 13:11) 
    Anche se si tratta di un canto "minore" rispetto ad altri, hai saputo incantarmi con il tuo commento.

    Non è proprio un canto "minore" quello, visto che parla del Flegetonte, il fiume bollente di sangue, e dei tiranni immersi. Ogni canto di Dante, inoltre, ha molto da dire: non ci sono canti "minori", semmai canti meno famosi.

    In effetti, l'Inferno è la parte più conosciuta in assoluto della Divina Commedia: del Purgatorio e del Paradiso se ne parla pochissimo. Nagai stesso li sbriga tutti e due in appena un libretto, sui tre del suo manga sulla Commedia. Eppure entrambi, Purgatorio e Paradiso, hanno lo stesso numero di canti di quelli dell'Inferno.
     
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