Il blog di Joe7

  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: INFERNO, CANTO 31

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    Divina Commedia
    Giganti
    By joe 7 il 21 May 2022
     
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    INFERNO, CANTO 31 - NONO E ULTIMO CERCHIO: I TRADITORI

    IL POZZO DEI GIGANTI (via intermedia tra l'8° e 9° cerchio)

    (primo post: qui; precedente post: qui)

    076-077


    L'aspro rimprovero di Virgilio alla fine del canto precedente, quando il poeta aveva seguito con eccessivo interesse il litigio tra i due dannati (e che ricorda le persone che seguono i litigi dei talk show) ha fatto vergognare Dante. Ma lo stesso Virgilio lo rincuora. Per fare il tipico paragone, Dante richiama la lancia di Peleo, che era il padre di Achille: al primo colpo provocava una ferita, al secondo colpo la guariva. Allo stesso modo Virgilio, che prima aveva rimproverato Dante, dopo lo rincuora. I due poeti lasciano le Malebolge/Ottavo Cerchio e si dirigono verso il Nono Cerchio, quello conclusivo, riservato ai Traditori. Attraversano in silenzio l'argine roccioso che separa l'Ottavo dal Nono Cerchio, chiamato il Pozzo dei Giganti: è il passaggio intermedio tra l'Ottavo e il Nono cerchio. C'è una luce crepuscolare che non permette di vedere bene: a Dante comunque sembra di scorgere delle torri. Ad un tratto sente un suono di corno talmente potente che neanche il rumore del tuono lo eguaglia, e nemmeno Orlando suonò il corno in modo così terribile a Roncisvalle1. Dante chiede spiegazioni a Virgilio: lui lo prende dolcemente per mano e gli spiega che ciò che ha visto non erano delle torri, bensì dei giganti, confitti nella roccia dai fianchi in su. A Dante sembrano "le torri che circondano Monteriggioni".

    LE TORRI DI MONTERIGGIONI

    A Monteriggioni, in provincia di Siena, c'è il possente castello di Monteriggioni, costruito dai senesi ai primi del Duecento per contrastare l’espansione di Firenze. Il castello, circondato da alte mura che si estendono per seicento metri, erette in forma irregolare assecondando l’andamento naturale del colle della città, è punteggiato da quattordici imponenti torri quadrangolari, che effettivamente ricordano dei giganti piazzati in punti strategici.

    monteriggioni-cinta



    I GIGANTI

    Nella mitologia greca, i giganti erano esseri mostruosi figli della Terra, fecondata dal sangue di Urano, evirato dal figlio Crono (padre di Zeus). Dotati grande statura e forza poderosa, pur essendo mortali, i giganti furono avversari implacabili degli dei. Da qui il tema mitico della Gigantomachia, lo scontro tra giganti e dei, che fu argomento frequente di poesia. In principio, la lotta volge male per le divinità, contro i quali i giganti scagliano armi e blocchi immensi di roccia. Zeus alla fine ha il sopravvento, con l’aiuto degli altri dei e di Ercole. Alcuni giganti sono uccisi, altri sono sepolti sotto monti (per es. l’Etna), che si trasformano in vulcani. Per raggiungere l'Olimpo, i giganti avevano sovrapposto tre montagne, cosa che richiama la Torre di Babele, che sarà citata tra poco.

    NEMBROD E BABELE

    Il poeta vede il volto di uno dei giganti: lo chiama Nembrod, ed è anche lui legato al terreno, dal quale spunta dalla cintola in su. Nella Bibbia è chiamato Nimrod: era un personaggio dell'Antico Testamento. Visse poco dopo il diluvio: infatti era uno dei nipoti di Noè. La Bibbia parla di lui come "grande cacciatore": fu il primo fra gli uomini a costituire un potente regno, che chiamò Babele. Fondò anche Ninive. Il termine "cacciatore" con cui era chiamato non va inteso solo come cacciatore di animali, ma come uomo di guerra, di battaglia, violenza, conquista e ribellione: il suo nome infatti viene dal verbo ebraico "maràdh", "ribellarsi". Infatti fu chiamato Nimrod, secondo la tradizione ebraica, perché istigò il mondo intero a ribellarsi ("himrid") alla sovranità di Dio. Anche se la Bibbia non lo dice esplicitamente, il fatto che il suo regno fosse a Babele conferma la tradizione ebraica che gli attribuisce l'idea di costruire la Torre di Babele, per sfidare Dio e creare un mondo che "non abbia bisogno di Lui". Lo scrittore ebraico Giuseppe Flavio scrisse: "Nimrod trasformò gradatamente il suo governo in una tirannide, non vedendo altro modo per sviare gli uomini dal timor di Dio, se non quello di tenerli costantemente in suo potere. Disse inoltre che intendeva vendicarsi con Dio, se mai avesse avuto in mente di sommergere di nuovo il mondo; perciò avrebbe costruito una torre così alta che le acque non l'avrebbero potuta raggiungere, e avrebbe vendicato la distruzione dei loro antenati, avvenuta col Diluvio Universale. La folla fu assai pronta a seguire la sua decisione, considerando un atto di codardia il sottomettersi a Dio, e si accinsero a costruire la torre, ed essa sorse con gran velocità. Per la loro arroganza e crudeltà, vennero puniti da Dio con la confusione delle lingue."

    Babele


    Per contrappasso, Nembrod/Nimrod è punito nella Divina Commedia con l'impossibilità di comunicare, parlando un linguaggio comprensibile solo a lui, e non potendo comprenderne altri. Infatti Nembrod, davanti a Dante, inizia a pronunciare parole incomprensibili con voce accesa. Virgilio si rivolge a lui dandogli dello sciocco e invitandolo a sfogare la propria ira suonando col corno che tiene a tracolla; se cerca bene, troverà la correggia di cuoio che lo tiene legato e che gli attraversa il petto. Dopodiché, Virgilio spiega a Dante che il gigante accusa se stesso, poiché è colui che tentò follemente di arrivare in cielo con la Torre di Babele e per cui oggi si usano linguaggi diversi. Invita poi Dante a lasciarlo stare e a non parlare inutilmente con lui, dal momento che il gigante non capisce alcun linguaggio e il suo è sconosciuto a tutti gli altri. La faccia di Nembrod, dice Dante, sembra lunga e grossa come la pigna di bronzo di S. Pietro a Roma2, e il resto del corpo è in proporzione; ciò che emerge dalla cintola alla testa è tanto alto che tre abitanti della Frisia (noti per la loro altezza: oggi si chiamerebbero Olandesi), uno sull'altro, sarebbero arrivati a stento alle sue chiome (Dante stima che il gigante sia alto "trenta palmi", cioè sette metri e mezzo abbondanti, dalla spalla alla vita). Dante, inoltre, commenta che la natura (eufemismo per indicare Dio) fece bene a non creare più simili mostri giganteschi, creando al suo posto elefanti e altri pachidermi simili. Infatti, i giganti, oltre alla potenza e grandezza, avevano anche l'intelligenza e la malvagità, ed erano quindi molto pericolosi, assai più degli animali come l'elefante.

    FIALTE E BRIAREO

    I due poeti proseguono il cammino, trovando, poco dopo, un altro gigante, ancora più feroce e più grande del precedente. E' strettamente legato con una catena, che gli lega un braccio davanti e l'altro dietro la schiena, e si avvolge dal collo in giù, formando cinque giri almeno, fin dove il corpo è visibile. Virgilio spiega che questo gigante volle sperimentare la sua forza contro Giove e il suo nome è Fialte3, che si unì agli altri giganti, quando questi si ribellarono agli dei, e per questo ora non può più muovere le braccia. Fialte è talmente forte che il suo stesso movimento, pur legato con catene strettissime, provoca un gran terremoto che spaventa Dante, tanto che credeva di essere sul punto di morire. A tanta potenza fisica corrisponde, per la legge del contrappasso, un'impotenza totale: è questo che Dante ha voluto sottolineare in questa figura così grossolanamente bruta. Dante chiede al maestro se sia possibile vedere lo smisurato Briareo4, ma Virgilio risponde che dovrà accontentarsi di vedere solo Anteo tra poco, che è vicino a loro ed è sciolto, così che potrà aiutarli a scendere nel lago di Cocito. Briareo è infatti più lontano, è legato e del tutto simile a Fialte, tranne il fatto che ha il volto più feroce.

    ANTEO

    jpg
    Il gigante Anteo, raffigurato da Nagai.


    I due procedono ancora e raggiungono Anteo, che fuoriesce dalla roccia per sette metri circa, dal terreno alle spalle. A differenza degli altri giganti, non aveva preso parte alla Gigantomachia, perchè era vissuto dopo: quindi non è incatenato come gli altri. Nella mitologia, però, era alto ben 110 metri (vi faccio notare che Mazinga Z è alto solo 18 metri e Goldrake 30...) ed abitava in una spelonca nella valle del fiume Bagrada, presso Zama, dove fu sconfitto Annibale nella Seconda Guerra Punica. Si nutriva di carne di leone ed era praticamente invincibile, finché rimaneva a contatto con sua madre, la Terra (lui era figlio di Poseidone, dio del mare, e Gea, dea della Terra), che gli restituiva le forze ogni volta che toccava il suolo. Fu sconfitto da Ercole, che lo soffocò sollevandolo da terra. Virgilio si rivolge ad Anteo e gli ricorda che a Zama uccise più di cento leoni e, se si fosse unito ai suoi fratelli nella lotta contro gli dei, forse avrebbero vinto i giganti. Virgilio lo prega di deporli giù al fondo del Pozzo dei Giganti, nel lago ghiacciato (Cocito) che si trova nel Nono Cerchio: così Dante potrà dargli fama coi suoi versi. Anteo prende Virgilio e Dante: come la torre della Garisenda a Bologna, che, se si guarda dalla parte dove pende e passa dietro una nuvola, sembra prossima a cadere, così Anteo pare a Dante quando il gigante si china verso di lui, al punto che il poeta vorrebbe scappare. Il gigante depone dolcemente i due poeti al fondo dell'enorme lago di ghiaccio del Cocito, dove sono imprigionati Lucifero e Giuda. Poi Anteo si solleva, come l'albero di una nave, e si allontana.

    garisenda-pende
    La gigantesca torre storta Garisenda di Bologna, alta quasi 50 metri, anche se, ai tempi di Dante (1200) doveva essere ancora più alta, circa 60 metri, ed era ugualmente storta, rivaleggiando con la Torre di Pisa. Fu "accorciata" successivamente per sicurezza.


    COMMENTO

    Questo canto descrive il passaggio di Dante e Virgilio tra l'Ottavo e il Nono Cerchio dell'Inferno, presentando i giganti, che sono i protagonisti e anticipano Lucifero, che è anche lui confitto al centro del lago ghiacciato del Cocito e che verrà mostrato nell'ultimo Canto dell'Inferno, il 34°. I giganti del mito classico infatti si erano ribellati alla divinità con un folle e presuntuoso tentativo di dare la scalata al cielo, in maniera analoga a quanto aveva fatto il più bello degli angeli, appunto Lucifero, che per superbia si era ribellato a Dio, pretendendo di essere uguale a Lui o addirittura superiore, mentre invece era solo una creatura come altre, la cui forza, in confronto a quella divina, è nulla. Una secolare tradizione aveva, del resto, creato un parallelo tra il personaggio di Nimrod/Nembrod e i giganti della tradizione classica. I giganti ricordano Lucifero anche per la loro bestialità, in quanto nessuno di loro sembra dotato di intelletto e sono descritti da Dante alla stregua di enormi animali privi di razionalità. Proprio come il principe dei diavoli, Lucifero, che verrà raffigurato come un immenso mostro peloso, con attributi ferini e intento a divorare in eterno le anime di Giuda, Bruto e Cassio, i sommi traditori.

    LA VERSIONE DI NAGAI

    Nella versione del manga di Nagai, l'autore parla solo della Gigantomachia, senza fare riferimento alla Torre di Babele: quindi non parla di Nimbrod. Non parla nemmeno di Fialte. Un altro suo intervento personale è nelle battute tra Virgilio e Dante:
    Virgilio: "Se non vuoi finire congelato, devi accogliere Dio nel tuo cuore e avere fiducia in Lui!"
    Dante: "Sì, Maestro! Ora che so qual'è il volere di Dio e quello di Beatrice, non temo più nulla!"
    Ancora qui si parla del "volere di Dio e di Beatrice", cioè che Dante parli dell'Inferno agli uomini, così che evitino di andarci. Avevo già parlato di questa erronea interpretazione: il desiderio di Beatrice, e di Dio, invece, è che Dante si salvi. Il poema viene dopo. Nagai evita anche di fare riferimento a Santa Lucia e soprattutto alla Madonna, che era intervenuta con Santa Lucia e Beatrice a salvare Dante dalla famosa Selva Oscura del primo canto. Nel racconto della Gigantomachia, Nagai dice che il punto debole dei giganti era il loro attaccamento alla Terra, che dava loro la forza. Questo sarebbe stato rivelato da Gea agli dei per sconfiggere i giganti. Per questo i giganti sono immobilizzati dalla cinta in giù, con le loro gambe per sempre immerse nella terra. A dire il vero, nella Gigantomachia non si parla di questo dettaglio: tra i giganti c'era solo Anteo, il gigante che porta nel Cocito Dante e Virgilio, che aveva questo potere di assorbire la sua forza dal contatto con la Terra. Diciamo che qui Nagai parte un pò per la tangente.

    I GIGANTI SONO VERAMENTE ESISTITI?

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    Il rinvenimento di un femore enorme.


    In tutte le leggende del mondo si parla di giganti: in quella Norvegese, Indiana, Maya, Azteca, Inca, Greca e così via. Dante segue la tradizione dei Padri della Chiesa, che interpretavano i giganti come creature mostruose realmente esistite, non però demoniache, e paragonabili a individui di eccezionali dimensioni. Si pensava che fossero estinti, come Dante afferma chiaramente e come si argomentava dal ritrovamento nell'antichità di ossa smisurate. Oggi si crede che, visto che non si sapeva allora dell'esistenza dei dinosauri, gli uomini medievali avessero rinvenuto delle ossa di dinosauro, scambiandole per ossa umane. A parte il fatto che è difficile scambiare, per esempio, il cranio di un Tirannosauro con quello di un uomo gigante, o scambiare delle grosse ossa di animali con grosse ossa umane, visto che i medievali sapevano bene come era fatto uno scheletro umano...a parte il fatto, insomma, che i medievali non erano degli imbecilli, non è così: sembra, infatti, che delle ossa gigantesche umane furono effettivamente trovate ai tempi di Dante, e prima ancora. Tant'è vero che si continua a scoprirle ancor oggi.

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    La scoperta di un enorme teschio umano.


    Negli ultimi 100 anni, infatti, migliaia di scheletri giganti sono stati trovati in tutto il mondo. Padre Carlos Vaca, un sacerdote, che lavorava negli ospedali, fu chiamato per esaminare alcune strane ossa trovate in una zona montuosa. Vaca concluse che le ossa erano di origine umana, nonostante fossero incredibilmente grandi. Le ossa furono portate a Klaus Dona, un ricercatore austriaco di reperti, che permise a diversi esperti di ispezionare le ossa. Essi conclusero che appartenevano a un essere umano che probabilmente sarebbe stato alto più di 7,62 metri.

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    Un altro rinvenimento. Anche se si preferisce non parlarne perchè contraddicono la teoria evoluzionista, queste scoperte sono frequenti.


    Inizialmente, si pensava che gli scheletri fossero di origine extraterrestre; ma la scienza ha confermato che si tratta sicuramente di resti umani. Gli archeologi, ancora oggi, trovano resti di giganti. Nel 1912, in Sud Africa fu dissotterrato lo stampo di un’orma lunga 1,21 metri: qualunque sia l’umanoide che ha impresso l’orma doveva essere più alto di 8,22 metri. Certo, spesso si parla di fakes e notizie inventate: ma il fatto che queste "notizie inventate" continuino a comparire dovunque e in tutti i secoli fa nascere molti dubbi sulla loro "falsità".

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    Si possono trovare resti di giganti alti svariati metri.


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    1 Nel poema epico "Chanson de Roland", Orlando, il paladino di Carlo Magno, prima di morire nella battaglia di Roncisvalle contro i Mori, suonò il corno con tutte le forze, per richiamare i rinforzi.

    2 La Pigna di San Pietro, equivalente in dimensioni alla faccia di Nembrod, è una pigna in bronzo alta quattro metri abbondanti, che si trova all'interno dei Musei Vaticani.

    Pigna
    Si veda il confronto con le persone.



    3 Fialte: comunemente è chiamato Efialte. Era un gigante della mitologia greca che ha combattuto contro gli dei. E' più grande di Nembrod e più feroce.

    4 Briareo: era un Titano, cioè figlio di Urano e Gea (la dea Terra). I Giganti invece erano figli del sangue di Urano evirato, Briareo era uno degli "Ecatonchiri", cioè mostri con cinquanta teste e cento braccia. Nella Divina Commedia, però, anche se non compare, è descritto da Virgilio come uno dall'aspetto umano, pur dalle grandezze smisurate (mentre invece nell'Eneide Virgilio lo descrive come un "Centimane"). Nella Titanomachia, Briareo compariva come un nemico degli dei.

    BIBLIOGRAFIA

    https://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-xxxi.html

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE

    Edited by joe 7 - 28/5/2022, 17:12
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    Al giorno d'oggi, l'uomo sta ritentando la folla impresa di creare un mondo senza Dio e una cosa del genere non può che finire male.
    Non sapevo dei ritrovamenti delle ossa giganti.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 21/5/2022, 18:26) 
    Al giorno d'oggi, l'uomo sta ritentando la folla impresa di creare un mondo senza Dio e una cosa del genere non può che finire male.
    Non sapevo dei ritrovamenti delle ossa giganti.

    Tutto questo mondo che vogliono creare senza Dio e mettendo al suo posto frasi-totem come "ecologia", "rispetto del diverso e delle diversità", "basta volersi bene", "guardiamo a ciò che ci unisce e non a ciò che ci divide" e altre simili banalità, è destinato a crollare sotto la sua stessa stupidità. Anzi, sta già crollando. Quello che alla fine resterà in piedi sarà solo la verità. Che ci renderà liberi.

    Sulle ossa giganti si parla poco, visto che la loro presenza contraddice la teoria evoluzionistica. Che è solo una teoria, quindi un'idea teorica: ma la presentano sempre come un "dato di fatto incontestabile", invece che un'ipotesi, come in effetti è. Un'ipotesi senza vere prove, tra l'altro. Ma questi rinvenimenti di ossa giganti ci sono sempre stati.

    Edited by joe 7 - 21/5/2022, 20:45
     
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    Sempre in tema di ritrovamenti...molti mostrano i referti preistorici come qualcosa che contraddice la genesi.
    Ma io penso che gli uomini primitivi siano di discendenti di Adamo ed Eva, cacciati dall'Eden.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 27/11/2022, 10:03) 
    Sempre in tema di ritrovamenti...molti mostrano i referti preistorici come qualcosa che contraddice la genesi.
    Ma io penso che gli uomini primitivi siano di discendenti di Adamo ed Eva, cacciati dall'Eden.

    E perchè i referti preistorici dovrebbero contraddire la Genesi? Se parliamo dei giganti, la Genesi dice che ci furono.

    Inoltre, per un cristiano Adamo ed Eva sono persone veramente esistite e non dei simboli: tant'è vero che si festeggiano anche i santi Adamo ed Eva il 24 Dicembre. Quindi tutto il genere umano è nato da loro.

    Gli evoluzionisti dicono il contrario, cioè che l'uomo si è evoluto dalla scimmia, senza mai dare però delle prove concrete: l'evoluzionismo infatti non è una scienza, ma un'ipotesi. Senza prove reali, come per esempio il famoso "anello mancante", cioè il "missing link" tra l'uomo e la scimmia. Tant'è vero che ne crearono di falsi, come l'Uomo di Piltdown, pur di dimostrare che le loro ipotesi erano reali.

    E i reperti trovati sembrano essere quelli di scimmie e non di uomini. Oppure di uomini che vivevano in uno stato selvaggio, di cui non sappiamo niente perchè non ci sono veri e propri documenti scritti. Per questo si dicono "preistorici": la storia ufficiale infatti inizia quando compare una scrittura. Prima non c'era niente, nessuna scrittura, se non qualche disegno nelle caverne: ma questo è troppo poco per sapere qualcosa di preciso di quelle civiltà antichissime. Per questo sono dette "preistoriche", cioè "prima della storia". E non si trattava dei personaggi scimmieschi delle barzellette che prendono a randellate le donne e le trascinano per i capelli nelle caverne: eppure sono sempre visti così, anche in modo serio. Per dire della visione ridicola che hanno di quel periodo.

    L'idea di "referti preistorici che contraddicono la genesi" è un concetto ideologico impostato da chi vuole aggredire per principio la religione cristiana senza avere delle prove concrete. Ma qui si tratta di ideologia, non di scienza. In parole povere, si tratta di quella vecchia cosa che si chiama menzogna o bugia.
     
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