Il blog di Joe7

  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: PURGATORIO, CANTO 9

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 22 Oct. 2022
     
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    PURGATORIO CANTO 9 - ANTIPURGATORIO - SOGNO DELL'AQUILA; L'ANGELO CHE INCIDE SETTE "P"; INGRESSO IN PURGATORIO
    (primo post: qui; precedente post: qui)

    L'AQUILA D'ORO

    206-207
    L'aquila dorata che trasporta Dante nel sogno: il poeta poi scoprirà che a portarlo alle porte del Purgatorio era stata Santa Lucia.


    Siamo sempre nell'Antipurgatorio: l'aurora (il momento subito prima dell'alba, cioè prima dello spuntar del sole) sta spuntando, con la costellazione dello Scorpione di fronte ad essa. Sono trascorse tre ore dall'inizio della notte, quindi dal precedente Canto. Dante, affaticato per il viaggio e per il fatto di avere un corpo in carne e ossa, si era sdraiato sull'erba della valle e si era addormentato. Verso l'alba, quando la rondine emette i suoi stridi "forse a memoria dè suoi primi guai"1 e la mente umana fa dei sogni rivelatori2, il poeta sogna di vedere sopra di sé un'aquila dalle penne d'oro, che volteggia e sembra sul punto di scendere a terra. Dante, sempre nel sogno, pensa di essere sul monte Ida, il monte sacro a Giove, là dove Ganimede3 fu rapito da Giove, tramutatosi in aquila, e pensa fra sé che forse il rapace è solito colpire in quel luogo le sue prede. Poi l'aquila piomba su di lui e lo ghermisce, portandolo in alto, sino alla sfera del fuoco (probabilmente il Sole), dove gli sembra di bruciare: nel sogno prova dolore, e questo lo induce a svegliarsi improvvisamente. Nel farlo, Dante si scuote, come fece Achille, quando si risvegliò a Sciro, non sapendo dove si trovasse, poiché la madre, Teti, lo aveva rapito a Chirone, il suo maestro centauro, mentre dormiva. Accanto a Dante c'è solo Virgilio: il sole è già alto in cielo e lo sguardo del poeta è rivolto al mare. Virgilio gli dice che non ha nulla da temere e deve anzi confortarsi, poiché il viaggio procede bene ed egli è giunto proprio alla porta del Purgatorio, scavata nella parete rocciosa del monte. Dante si chiede come ha fatto ad arrivare fin lì e Virgilio gli spiega che, sul far dell'alba, mentre Dante dormiva, Santa Lucia aveva preso il poeta addormentato e lo aveva condotto fin lì: poi se n'era andata, proprio nel momento del risveglio di Dante. Il poeta comprende che l'aquila del sogno era quindi santa Lucia, la stessa che aveva interceduto per lui all'inizio della Commedia: è riconfortato dalle parole di Virgilio ed entrambi procedono verso la porta.

    I TRE GRADINI

    Dante avverte il lettore che da adesso in avanti la materia del suo poema si innalza, perciò il suo stile diventerà d'ora in avanti più elevato. Davanti alla porta ci sono tre gradini di colore diverso e sulla soglia c'è un angelo, con una spada in mano, vestito con un abito grigio, il colore della penitenza. Il suo volto è così luminoso che Dante non riesce a vederlo in faccia; anche la spada brilla così tanto che acceca. L'angelo chiede ai poeti che cosa vogliono e chi li ha portati lì. Inoltre li avverte: l'accesso alla porta può essere pericoloso. Virgilio risponde che era stata Santa Lucia a portarli lì: l'angelo quindi dà ai due il permesso di salire i gradini e di entrare. Dante inizia salire: il primo gradino è di marmo, talmente bianco e candido da vederci su come in uno specchio. I tre gradini, infatti, simbolizzano la confessione, condizione necessaria per essere assolti. Il primo gradino appena descritto simbolizza la contrizione del cuore, in latino "contritio cordis": corrisponde alla consapevolezza e al dispiacere per i propri peccati. In sostanza, è un "vederci chiaro" dentro di sè: per questo, Dante vede sopra il gradino bianco e lucido il suo riflesso. Il secondo gradino invece è molto scuro, composto da una pietra ruvida, rozza, con una spaccatura sia in lungo che in largo. Rappresenta la parte più dura della confessione: cioè la dichiarazione vera e propria dei propri peccati. In latino è detta "confessio oris", cioè : "la confessione detta con la propria bocca". Qui si rompe la durezza del proprio animo, indurito dal peccato. Per questo, il secondo gradino è una pietra rotta. Il terzo e ultimo gradino è fatto di porfido, dal colore rosso intenso, simile al sangue. Indica la riparazione dei propri peccati: perchè, oltre alla confessione, è necessario fare la penitenza. In latino è detta "satisfactio operis", cioè la soddisfazione fatta per mezzo delle opere. Normalmente corrisponde a delle preghiere, ma in altri casi richiede una riparazione: per esempio, buttare via la lettura che ti ha scandalizzato, chiedere perdono se si ha offeso qualcuno, restituire la roba che si è rubata, eccetera. Inoltre, indica anche l'intenzione di non commettere più i peccati confessati. Il rosso indica la carità, il sacrificio, il bisogno di riparazione, per rimediare ai peccati commessi. La soglia della porta, cioè la lastra proprio davanti alla porta (corrispondente a dove mettiamo oggi lo zerbino, per capirci) è simile al diamante, considerato il gioiello perfetto: significa che, attraverso la confessione, si ritorna alla perfezione originaria. L'angelo è proprio sopra la soglia. Seguendo le indicazioni di Virgilio, Dante, dopo aver salito i gradini, si inginocchia ai piedi dell'angelo, chiedendo misericordia dopo essersi battuto per tre volte il petto (l'atto di contrizione simile a quello che si fa in chiesa).

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    I tre gradini. Nagai però li rappresenta dello stesso colore.



    LE SETTE "P"

    L'angelo, con la sua spada, incide sette P sulla fronte di Dante: queste lettere indicano i Sette Peccati Capitali (superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria, secondo l'ordine delle cornici del Purgatorio, dalla più bassa alla più alta). Più esattamente, sarebbero "vizi" capitali, più che peccati: il peccato è l'atto malvagio, mentre il vizio è il peccato che diventa abitudine, facendo perdere anche la consapevolezza della colpa. Le sette P indicano anche le Sette Cornici del Purgatorio, una per ogni peccato/vizio capitale: quando Dante uscirà da ogni cornice, gli sarà tolta una "P" dalla fronte. L'angelo, successivamente, estrae dalla sua tunica grigia due chiavi: una d'oro e una d'argento. Con quella d'argento apre la porta. Inoltre, l'angelo spiega a Dante che la chiave d'oro (che simboleggia l'autorità divina) è più preziosa di quella d'argento (che simboleggia l'esercizio dell'autorità divina, realizzato dalla Chiesa), ma devono essere usate entrambe: se una delle chiavi non funziona, la porta non può aprirsi. Cioè, se la confessione è fatta da chi non ha l'autorità per farlo, o è sacrilega, cioè fatta senza l'intenzione di riparazione, o se ci sono altre situazioni simili, non si ottiene l'apertura della porta. Queste chiavi sono state date all'angelo da San Pietro in persona, che nei ritratti è sempre rappresentato con la chiave d'oro (autorità divina) e quella d'argento (autorità umana). Poi l'angelo spinge bene la porta per aprirla, dicendo a Dante e Virgilio di entrare. Avverte i due poeti che chi guarda indietro torna fuori dal Purgatorio: questo significa che la confessione deve cancellare ogni intenzione di ripetere il peccato, cioè di guardare indietro. Gli spigoli della porta, fatti di metallo massiccio, ruotano intorno ai cardini ed emettono un forte stridore, mostrando che la porta è restia ad aprirsi più di quanto lo fu la rupe Tarpea dopo la rimozione di Metello4: significa che la porta del Purgatorio è aperta solo a chi si è sinceramente pentito delle proprie colpe. Quando Dante entra nel Purgatorio e la porta gli si chiude dietro, lui e Virgilio ascoltano una voce che canta l'inno Te Deum laudamus5, in modo simile ai canti alternati al suono dell'organo, per cui le parole ora si sentono e ora no.

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    Le sette P che l'angelo incide sulla fronte di Dante: sono i sette Peccati Capitali.



    IL DANTE DI NAGAI

    Quando Dante inizia a dormire, Nagai gli fa dire: "Quella stella in alto mi fa venire in mente che fu una stella a guidarmi fuori dalla selva oscura da cui mi ero smarrito". Qui Nagai si ricollega alla sua versione del Canto 1, in cui Dante vede una stella che lo guida: una cosa che non c'è nella Divina Commedia originale e che proviene dalla visione panteistica di Nagai, dove ogni cosa è divina, non una creazione di Dio, come lo è nel cristianesimo. Inoltre c'è il momento inquietante dove Virgilio, totalmente in ombra, osserva Dante con solo gli occhi che si vedono, diventando minaccioso. Quindi Nagai non fa presentare Virgilio come Maestro di cui fidarsi, ma come qualcuno di cui non ci si può fidare al cento per cento. Anche questa è una visione di Nagai, che, secondo la religione orientale, non vede l'uomo come "purificato" nemmeno dopo che ha superato il giudizio di Dio, come Virgilio. E' la sfiducia orientale nell'uomo, visto come sostanzialmente corrotto, non come persona ferita dal peccato e che desidera ritornare pulito.

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    L'inquietante Virgilio di Nagai.


    La scena dell'aquila compare: solo più avanti Nagai farà dire a Virgilio che quell'aquila era Santa Lucia. Dante fa riferimento a Santa Lucia nel Canto 2, ma quel riferimento è stato cancellato da Nagai, che parla solo di Beatrice, escludendo anche l'intercessione della Madonna. Stavolta però, in riferimento a questo canto, Nagai fa cenno a Santa Lucia. Inoltre, Dante nel manga non si pente davanti all'angelo, cioè non fa atto di pentimento battendosi il petto e inginocchiandosi. Invece, nella Divina Commedia Dante chiede perdono per i suoi peccati:

    Divoto mi gittai a’ santi piedi; (Io mi gettai con devozione davanti ai santi piedi dell'angelo;)
    misericordia chiesi e ch’el m’aprisse, (chiesi misericordia e che mi aprisse,)
    ma tre volte nel petto pria mi diedi. (ma prima mi colpii tre volte il petto.)

    Il Dante di Nagai invece dice così all'angelo:

    "Io sono qui per riferire al mondo dei vivi ciò che vedrò, perciò ti prego, aprici quella porta!"

    Quindi, nel manga, Dante non si riconosce come peccatore, ma come "un inviato speciale in missione per conto di Dio" come i Blues Brothers, mandato da Lui per farGli pubblicità con la sua poesia. Qui si raggiunge il ridicolo. Lo scopo del Dante reale era quello di spiegare ai suoi fratelli la via della felicità e della liberazione dal male: un male di cui lui stesso è vittima, cioè il peccato (si veda qui). Nel manga, invece, Dante non è un penitente, ma un giornalista, estraneo alla faccenda del peccato: quindi un Essere Superiore, non un nostro fratello nella caduta. Curiosamente, Nagai spiega il significato dei tre gradini, anche se li colora in modo uguale, cadendo così in contraddizione. Non compare la spiegazione dell'angelo sul significato delle due chiavi: il concetto di "autorità della Chiesa" è assente nel manga.

    BIBLIOGRAFIA

    https://divinacommedia.weebly.com/purgatorio-canto-ix.html

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    1 Qui Dante fa riferimento al mito di Progne, o Procne, la donna tramutata in rondine. Si tratta di una storia molto cupa: Tereo, marito di Progne e re della Tracia, violentò Filomela, la sorella di Progne, a sua insaputa: per vendicarsi, le due sorelle diedero in pasto Iti, il figlio di Tereo e Progne, al re Tereo. Quando il re lo venne a sapere, cercò di uccidere le due sorelle: allora gli dei le trasformarono in uccelli. Progne divenne una rondine, che canta "le sue tristezze" al mattino, e Filomela divenne un usignolo. Re Tereo però fu tramutato in upupa, l'uccello dal suono cupo.

    2 questo fa riferimento alla credenza, assai diffusa nel Medioevo, che i sogni fatti all'alba fossero veritieri.

    3 Ganimede: principe troiano di grande bellezza, rapito da Giove in forma di aquila e portato in Olimpo.

    4 Dante qui si riferisce all'opera del poeta latino Lucano, la Farsaglia (o Pharsalia), secondo il quale Cesare - rappresentato qui come un bruto - giunse a Roma, deciso a impadronirsi del tesoro pubblico, custodito nella rupe Tarpea (roccia da cui venivano gettati i condannati a morte) e affidato al tribuno Metello. Questi tentò di opporsi, ma Cesare lo rimosse con la forza e aprì la porta che conduceva al tesoro.

    5 Il Te Deum (anche "Te Deum laudamus", che in latino significa "Noi ti lodiamo, Dio") è un inno cristiano molto antico. E' legato alle celebrazioni di ringraziamento: di solito, viene cantato in chiesa il 31 Dicembre, per ringraziare Dio dell'anno appena trascorso.

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE

    Edited by joe 7 - 29/10/2022, 18:13
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    Wow! Oggi hai superato te stesso Joe7.
    Quando hai descritto l'incontro di Dante con l'angelo guardiano, mi sono immedesimato completamente e ho sentito un vero e proprio timore verso l'essere celestiale.
    Quando noto le differenze dell'adattamento di Nagai rispetto all'opera originale mi chiedo se abbia fatto bene a realizzarlo.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 22/10/2022, 20:01) 
    Wow! Oggi hai superato te stesso Joe7.
    Quando hai descritto l'incontro di Dante con l'angelo guardiano, mi sono immedesimato completamente e ho sentito un vero e proprio timore verso l'essere celestiale.
    Quando noto le differenze dell'adattamento di Nagai rispetto all'opera originale mi chiedo se abbia fatto bene a realizzarlo.

    Non so perchè Dante abbia voluto fare il manga della Divina Commedia: però mi ricordo che, nelle interviste, lui aveva raccontato che da piccolo aveva letto la Divina Commedia ed era rimasto impressionato dalle illustrazioni di Dorè. E' da lì che è nato anche il suo manga di Devilman. Ma sia Devilman che la sua Divina Commedia parlano del cristianesimo in modo assai superficiale, prediligendo l'aspetto spettacolare (demoni, angeli, ecc.), senza conoscerlo bene e senza capirlo: quindi vengono fuori degli errori come quello descritto qui. Errori inevitabili, anche, visto che si vuole vedere la Divina Commedia non da un punto di vista cristiano e cattolico - necessario per la sua comprensione - ma da un punto di vista orientale, e anche mondano (diverse osservazioni di Nagai sono simili a molte osservazioni di non credenti occidentali). Se non leggi la Divina Commedia da cristiano cattolico, non la capirai mai. Ovviamente lo stesso vale per la Bibbia e il Vangelo.
     
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