Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "IL MIO AMICO GUITAR JIM" (Ivan)

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    Zagor
    By joe 7 il 20 April 2023
     
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    100 - IL MIO AMICO GUITAR JIM - Analisi di Ivan
    (Qui l'analisi di Joe7)
    Testi: Guido Nolitta
    Disegni: Gallieno Ferri
    Pagine: 126
    Anno: 1973

    zgr100a


    Zagor edizione originale Zenith: n. 151 (uscito nel 1973). Il numero reale è 100. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè col numero 100.

    TRAMA

    Zagor e Cico sono a Galveston, in Texas, ad aspettare una nave che li porti a Darkwood. Nell'attesa, incontrano una loro vecchia conoscenza, Guitar Jim, il bandito canterino, attualmente redento (forse). Lui ha accettato l'offerta di Julio Ordonez, una persona misteriosa che vuole assumere degli uomini che lo proteggano dagli apaches, durante il suo viaggio ai monti Guadalupe, dove vuole trovare una persona. L'offerta viene fatta anche a Zagor, che però rifiuta e alcuni uomini di Ordonez vogliono rispondere alle sue provocazioni. Guitar Jim colpisce alle spalle Zagor, lasciandolo svenuto, poi si allontana con gli uomini di Ordonez. Quando si riprende, Zagor vuole dare il benservito a Guitar Jim per il suo tradimento e si mette sulle tracce di Ordonez e dei suoi. Quando scopre che sono circondati dagli apaches, per salvarli cattura il loro capo, Chorrito, per tenerlo come ostaggio. Gli apaches si ritirano e Zagor, appena raggiunge gli uomini di Ordonez, riempie di botte Guitar Jim. Dopodichè, Zagor e Cico seguono il gruppo di Ordonez, che però si lasciano scappare Chorrito e lo uccidono durante la sua fuga. Raggiungono in fretta la loro meta: un ranch gestito da Marco Medina, un uomo pacifico e amico degli apaches. Ordonez si rivela essere un killer mandato dall'ex-socio di Medina per ucciderlo. Infatti Medina e il suo compagno Ignacio Vargas erano stati dei criminali; ma, mentre Medina si era redento e si era ritirato, Vargas era diventato governatore dell'Oklahoma. Per questo aveva mandato il killer Ordonez ad ammazzare il suo ex-socio, che sapeva del suo passato di fuorilegge e gli avrebbe compromesso il successo. Zagor ostacola Ordonez e alla fine lui e i suoi compagni si rifugiano nel ranch, mentre Ordonez e gli altri li assediano e danno fuoco alla fattoria. Ma, quando Zagor e gli altri escono dall'edificio in fiamme per affrontare Ordonez e i suoi, scoprono che erano già stati uccisi tutti dagli apache, che lasciano vivi Zagor e gli altri per rispetto verso Medina. Alla fine, Guitar Jim giustifica il suo gesto dicendo che aveva colpito Zagor alle spalle perchè lui non sarebbe sopravvissuto contro gli uomini di Ordonez. Successivamente, li saluta e si allontana per andare a fare fortuna in California. Medina, invece, andrà in Oklahoma per accusare l'ex-socio Vargas. Zagor e Cico tornano a Galveston per aspettare una nave, come all'inizio della storia.

    COMMENTO

    Primo centenario e secondo albo a colori. La storia non è un capolavoro; la trama contiene alcuni passaggi poco convincenti, però sono compensati dalla consueta fluidità dello stile narrativo di Nolitta.
    Si tratta in definitiva di una storia western classica, semplice, scorrevole e coinvolgente, in cui i pregi superano di gran lunga i difetti di impianto.

    PREGI

    Oltre al colore, Nolitta omaggia il centenario con una trentina di pagine in più rispetto al classico bonellide di 100 pagine. Ciò gli permette di sviluppare il soggetto col suo tipico stile arioso, senza doverlo comprimere per rispettare il formato-standard. Purtroppo, quello del limite di pagine prefissato è un difetto comune a quasi tutta la recente produzione zagoriana (o bonelliana in generale), in cui gli interventi per dilatare o comprimere la storia rispetto alla sua durata ideale risaltano in maniera evidente. :( Suggestiva la carrellata iniziale di didascalie che introducono l'ambientazione della storia a Galveston.

    zgr100b


    Idem per le digressioni (apparentemente superflue) durante l'inseguimento di Zagor a Guitar Jim.

    zgr100c


    Può sembrare un dettaglio da poco, eppure queste pennellate quasi "poetiche" contribuiscono a calamitare il lettore all'interno della storia. Uno stile ormai considerato (a torto) obsoleto, in favore della narrazione moderna che si concentra solo sulla mera FORMA (trama & azione), sacrificando la costruzione delle atmosfere e della suggestione emozionale. :( Di grande effetto il "tradimento" di Guitar Jim durante la rissa nel saloon, che provoca l'indignazione di Zagor.

    zgr100d


    Significativa la risposta di Zagor a Cico durante l'attacco degli apaches al gruppo di Ordonez. Qui Nolitta sintetizza molto bene l'intima filosofia del suo personaggio, a volte tacciato di essere "pro-pellerossa" a priori.

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    Intensa la scena in cui Zagor "punisce" Guitar Jim per averlo colpito alle spalle nel saloon. Qui la reazione di Zagor è forse esagerata (non si scomoda neanche a chiedergli una spiegazione, come se i fatti fossero inequivocabili), ma il pathos della sequenza è di grande effetto.

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    Le scene di azione (lo scontro con gli apaches di Chorrito e l'assedio nella fattoria di Medina) sono abbastanza "di routine", tuttavia lo stile narrativo di Nolitta le rende comunque appassionanti. Risalta in particolare la sequenza dell'assedio finale, con Zagor e Jim costretti a tentare una sortita-suicida. Il senso di disperazione degli assediati è reso davvero molto bene. :lol:

    zgr100g



    DIFETTI

    Un po' troppo cordiale l'incontro iniziale con Guitar Jim. Bisogna considerare che nel finale di Lo sceicco nero, lui e Zagor avevano esternato solo un reciproco rispetto, non certo un'amicizia così profonda da far supporre baci & abbracci al loro prossimo incontro (infatti, Zagor consegna Guitar Jim alla giustizia, invece di lasciarlo libero, come avrebbe supposto una "amicizia" degna di questa nomina). Sarebbe stato più verosimile che Zagor si fosse dimostrato più sospettoso nel ritrovarsi di fronte ad un fuorilegge che aveva mandato in prigione (e che per quanto ne sa, potrebbe essere animato da propositi di vendetta verso il suo catturatore). Ciò avrebbe anche reso più credibile il "tradimento" di Guitar Jim durante la rissa nel saloon (tradimento che invece, dopo quella sequenza da vecchi amiconi, appare un po' troppo forzato). Va tenuto presente che, nonostante la sua allegria e il suo charme, Guitar Jim rimane pur sempre un rapinatore e un assassino; Zagor dovrebbe essere molto più diffidente prima di concedergli fiducia come se fosse un compagnone di antica data. -_- Riprendendo il punto sopra, va rilevato che qui la personalità di Guitar Jim si discosta parecchio da quella dei 3 episodi precedenti. Non ci si aspetta che un incallito rapinatore abbia una svolta così "buonista" dopo aver passato un po' tempo in carcere. Per intenderci, questo Guitar Jim ha ben poco in comune con il Guitar Jim di IL FUGGITIVO (breve storia comparsa su Zagor 30) o Gli sciacalli della foresta; il Guitar Jim di La mano di Allah è una via di mezzo che approfondisce il personaggio, connotandolo di coscienza e senso della giustizia, senza contraddire le sue precedenti versioni...ma qui, secondo me, la sua versione "buona a tutto tondo" risulta un po' troppo distante dal personaggio iniziale. Manca di quella carognaggine che lo rendeva così ambiguamente affascinante. :=/:
    A tal proposito: in occasione del pestaggio di Zagor a Guitar Jim, Nolitta avrebbe potuto far mantenere il dubbio sulla conversione buonista del bandito canterino, facendogli pronunciare una frase di apparente minaccia, tipo "Hai fatto un errore a colpirmi, Zagor...Ti assicuro che la cosa non finisce qui!" Insomma, una frase che non va a contraddire i futuri sviluppi della trama, ma che in quel momento dà ai lettori l'impressione che Guitar Jim sia ancora la vecchia canaglia che conoscevano. Comunque sia, questa è l'ultima volta che Nolitta ha utilizzato Guitar Jim, un personaggio difficile da gestire proprio per l'incoerenza comportamentale con cui, di volta in volta, è stato presentato (sia da Nolitta che dai successivi autori).

    Inoltre, il comportamento di Medina nel finale è poco convincente. In primis, se ha deciso di troncare col suo passato da fuorilegge per dedicarsi ad una vita tranquilla, è poco credibile che rinunci alla propria libertà solo per chiudere i conti con un suo vecchio complice. Inoltre, se ha degli scrupoli di coscienza nel sapere che il suo ex-socio è diventato un rispettato governatore, non si capisce perché abbia aspettato così tanto per decidere di smascherarlo pubblicamente. (Come dire: se Vargas non avesse cercato di accopparlo, Medina se ne sarebbe infischiato del fatto che ora è diventato un importante politico?) :?

    Nel finale, in poche vignette si passa da una situazione disperata alla scoperta che il problema era già stato risolto da terzi. Un passaggio brusco che appare più una chiusura sbrigativa, piuttosto che il naturale sviluppo degli elementi narrativi presentati. Infatti gli apaches compaiono dal nulla giusto per togliere dai guai gli assediati; la spiegazione di Medina che li descrive come "suoi amici" risulta una trovata facilona che non cancella la sensazione di "deus ex machina" del loro inaspettato intervento. =_=

    DISEGNI

    Un Ferri un po' affrettato nel ripasso a china, come se sapesse che la presenza del colore avrebbe già provveduto ad ottenere i contrasti nei disegni. Sempre efficace, comunque. La colorazione riprende lo stile già usato in Indian Circus, con gradevoli toni acquarellati. Nell'occasione, lo stile di colorazione non è costante (a volte gli elementi cambiano colore da una vignetta all'altra) ma globalmente è un buon risultato.

    Storia: 7,5
    Disegni: 9
    Colori: 8

    QUI TUTTI I LINK AGLI EPISODI DI ZAGOR

    Edited by joe 7 - 20/4/2023, 17:31
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    Dovrei rileggermelo, perchè non lo ricordo.
    Difficile trovare un episodio memorabile che si conclude in un singolo albo, comunque qui c'erano 130 pagine e ci sono state ottime storie con poche pagine in più, come "La casa del terrore" o "Molok" oppure "I sei della Blue Star".
    Ma sono eccezioni. Se guardate la classifica che allego per curiosità, le storie più lunghe sono anche quelle più famose e amate. Storia lunga non fa necessariamente rima con storia bella, io poi adoro gli episodi della collana come "Il re delle aquile", " Gli evasi", "La stella di latta", che sono appena sulle 160-170 pagine.
    È una classifica parziale, che conteggia solo gli albi che vanno dal 1969 al 1984.


    CLASSIFICA_Zagor_per_durata_1_0
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    CITAZIONE (Kirihito @ 21/4/2023, 21:02) 
    Dovrei rileggermelo, perchè non lo ricordo.

    Il fatto che non te la ricordi la dice lunga sulla qualità della storia, che non era eccelsa...le storie belle tutti se le ricordano! ^_^

    CITAZIONE (Kirihito @ 21/4/2023, 21:02) 
    Difficile trovare un episodio memorabile che si conclude in un singolo albo,

    Mah, sono rarissimi in effetti. Gli unici che mi vengono in mente sono VENDETTA INDIANA (che però è di Tex) o MEMORIE DELL'INVISIBILE (che però è di Dylan Dog) oppure qualche episodio della Storia del West (quello sulla morte del Generale Custer, per esempio). Ma di Zagor non mi viene in mente niente, mi spiace.

    CITAZIONE (Kirihito @ 21/4/2023, 21:02) 
    comunque qui c'erano 130 pagine e ci sono state ottime storie con poche pagine in più, come "La casa del terrore" o "Molok" oppure "I sei della Blue Star".

    Storie brevi ma ottime.

    CITAZIONE (Kirihito @ 21/4/2023, 21:02) 
    Ma sono eccezioni. Se guardate la classifica che allego per curiosità, le storie più lunghe sono anche quelle più famose e amate. Storia lunga non fa necessariamente rima con storia bella, io poi adoro gli episodi della collana come "Il re delle aquile", " Gli evasi", "La stella di latta", che sono appena sulle 160-170 pagine.

    Il numero delle pagine non significa automaticamente storia brutta o bella, dipende. La Nidasio faceva un capolavoro con due pagine della Stefi, i venti e passa volumi di Touch li leggi tutti quasi senza accorgertene (a me è capitato).

    CITAZIONE (Kirihito @ 21/4/2023, 21:02) 
    È una classifica parziale, che conteggia solo gli albi che vanno dal 1969 al 1984.
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    Già qui si vede che molte belle storie avevano parecchie pagine: se uno scrittore è di talento, infatti, più pagine gli dai e più roba ottima ci mette. Basta guardare i 1000 e passa capitoli di One Piece (opinione mia personale, eh, l'ho messo solo come esempio. ^_^ ) Si nota poi che Nolitta ha voluto concludere Zagor con la sua storia più lunga, non me n'ero neanche accorto. Si vede che voleva fare così con le storie conclusive: con Mister No ha fatto qualcosa come più di 11 albi di storia! Inoltre certe storie che mi ricordo avevano meno pagine di quanto pensassi...eppure mi erano sembrate lunghe e coinvolgenti! Per esempio Ora Zero, Il ritorno del vampiro, Zagor contro Supermike.

    Bellissima classifica comunque, grazie per averla postata! :lol:
     
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    L'ho letta l'ultima storia di Mister No, anche se più che una storia unica è in realtà un insieme di episodi.
    Episodi che hanno come filo conduttore quello di essere tutte vicende molto amare, con un Mister No impotente.
    Il capitolo finale è davvero noioso. Nolitta probabilmente voleva renderlo poetico, ma l'azione è assente e con tutti quei dialoghi la lettura diventa pesante.
    Ho letto di recente un altra storia di Bonelli figlio sul pilota amazzonico, "Caccia all'uomo" ( 110-113), dove compare il buffo Riley che guida una locomotiva nella giungla. Mister No è picchiato a sangue, catturato, ferito nello scontro finale in cui muore Riley da lui stesso coinvolto e viene salvato per miracolo dagli indios Caripuna.
    Non riesce a proteggere gli amici e non risolve la situazione: qui è proprio un personaggio inutile.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 22/4/2023, 09:05) 
    L'ho letta l'ultima storia di Mister No, anche se più che una storia unica è in realtà un insieme di episodi. Episodi che hanno come filo conduttore quello di essere tutte vicende molto amare, con un Mister No impotente. Il capitolo finale è davvero noioso. Nolitta probabilmente voleva renderlo poetico, ma l'azione è assente e con tutti quei dialoghi la lettura diventa pesante.

    Quella non era una storia, ma un articolo ideologico del Nolitta-pensiero tutto concentrato in 16 numeri: i cattivi bianchi che disboscano l'Amazzonia, i cattivi bianchi che maltrattano gli Indios, i cattivi bianchi che vendono magliette e spille (venditori senz'anima attaccati al vil denaro!), i cattivi bianchi inquinatori, la cattiva bianca civiltà, il cattivo bianco mondo, la cattiva bianca Terra, i buonissimi non bianchi indios, neri, rossi eccetera tutti giù per terra. Razzismo puro contro lo sporco uomo bianco, la vera causa di tutti i mali del mondo, e una noia incredibile con un florilegio di banalità ripetute ininterrottamente dai mass media da almeno mezzo secolo. Tanto che l'uomo bianco di oggi si vergogna della sua stessa esistenza, anche se per conto suo non ha mai fatto male a nessuno. Ma, secondo il razzismo di oggi, lui è sempre colpevole a prescindere. E la storia finale di Mister No è un'esplosione di questo pensiero.

    I personaggi sono assenti o ridicoli (Esse Esse che fa l'innamorato e difende gli alberi facendosi prendere a pugni non si può vedere), Mister No fa solo dei comizi (l'ultimo è micidiale, si addormenta persino uno degli sconosciuti spettatori), la storia non la si può raccontare perchè in pratica non succede niente di memorabile, solo una serie di storielle attaccate una all'altra.

    Mi dispiace dirlo, ma credo che quello sia stato il punto più basso della narrativa di Nolitta, anche se era stata la sua ultima storia. Diciamo che preferisco dimenticarla. =_=

    CITAZIONE (Kirihito @ 22/4/2023, 09:05) 
    Ho letto di recente un altra storia di Bonelli figlio sul pilota amazzonico, "Caccia all'uomo" (110-113), dove compare il buffo Riley che guida una locomotiva nella giungla. Mister No è picchiato a sangue, catturato, ferito nello scontro finale in cui muore Riley da lui stesso coinvolto e viene salvato per miracolo dagli indios Caripuna. Non riesce a proteggere gli amici e non risolve la situazione: qui è proprio un personaggio inutile.

    Moltissime storie di Mister No sono raccontate in questo modo, dove il protagonista non è un uomo, ma un punching-ball. La storia di Mister No che Nolitta amava di più era uno special, "Il re del Sertao", in cui Mister No viene preso a pugni quasi in ogni pagina. Leggere per credere. Si vede che a Nolitta piaceva quel genere di storie...Ora, io vorrei sapere se c'è qualcuno a cui piacciono le storie di un personaggio che non fa nient'altro che essere pestato dalla prima all'ultima vignetta.

    E poi si meravigliano se Mister No ha chiuso. =_=
     
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    Quella storia era la preferita di Nolitta? O.O
    Io l'ho sempre trovata la peggiore del personaggio, soprattutto perché lì Nolitta sembra non avere la più pallida idea di come risolvere la situazione e tutte i guai affrontati da Mister No sanno di temporeggiamento lontano un miglio.
    Una brutta copia della storia d'esordio di Diggin Bill, insomma.

    Stanno ristampando gli Special di Mister no ed oggi ho letto il secondo intitolato "Uomini nella giungla".
    Beh, la storia mi é piaciuta soprattutto perché é una delle poche volte in cui Mister No fa la differenza.

    https://shop.sergiobonelli.it/scheda/8168/...la-giungla.html
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 22/4/2023, 14:31) 
    Quella storia era la preferita di Nolitta? O.O
    Io l'ho sempre trovata la peggiore del personaggio, soprattutto perché lì Nolitta sembra non avere la più pallida idea di come risolvere la situazione e tutte i guai affrontati da Mister No sanno di temporeggiamento lontano un miglio.
    Una brutta copia della storia d'esordio di Diggin Bill, insomma.

    A Nolitta piaceva questa storia perchè parlava della sua filosofia: infatti mostrava la "follia degli uomini", o almeno così lui la vedeva. Infatti, questo tizio, la cui testa Mister No porta a spasso per tutta la storia (cosa che le dà un tono macabro), era un criminale, o forse un eroe, o forse un santo, o forse un tizio qualunque eccetera. Vallo a sapere chi era. Insomma, Nolitta prende in giro le credenze degli uomini, dicendo che non esiste una verità chiara e precisa. Tant'è vero che l'unica persona che Mister No prende a pugni in tutta questa storia è un prete, che rappresenta appunto Colui che è la verità (non importa poi se era un prete talmente scombinato che voleva usare la testa decapitata del tizio per aiutare la fede dei parrocchiani. Queste idee strampalate le poteva tirare fuori solo Nolitta).

    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 22/4/2023, 14:31) 
    Stanno ristampando gli Special di Mister no ed oggi ho letto il secondo intitolato "Uomini nella giungla".
    Beh, la storia mi é piaciuta soprattutto perché é una delle poche volte in cui Mister No fa la differenza.

    https://shop.sergiobonelli.it/scheda/8168/...la-giungla.html

    A volte Mister No "risolve" le cose, e in genere quelle erano le storie migliori del personaggio.
     
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    Il fatto che proprio un prete sia l'unico in quella storia ed essere picchiato da Mister No mi fa capire come Nolitta non credesse molto nella religione.
    Personalmente, ritengo che questa fosse una delle cause del suo pessimismo.
    Comunque, Mister No é stato probabilmente il primo fumetto italiano a rappresentare i religiosi in modo poco lusinghiero.
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 22/4/2023, 17:12) 
    Il fatto che proprio un prete sia l'unico in quella storia ed essere picchiato da Mister No mi fa capire come Nolitta non credesse molto nella religione. Personalmente, ritengo che questa fosse una delle cause del suo pessimismo. Comunque, Mister No é stato probabilmente il primo fumetto italiano a rappresentare i religiosi in modo poco lusinghiero.

    E' probabile che sia stato il primo a farlo, almeno alla Bonelli: i religiosi in Mister No ci fanno sempre una magra o pessima figura.

    O meglio, i religiosi cattolici.

    Mister No, infatti, dice chiaramente che è protestante e non contraddice la vecchietta che, nell'ospitarlo, gli dice che i cattolici fanno schifo (nella saga di Ratso e Jackie ambientata a New York). Per quanto riguarda le altre religioni, tipo quelle animiste, quelle degli Indios, quelle su Ananga, le religioni diaboliche tipo Vudù e Macumba, e tutte le altre, massimo rispetto. Il cattolicesimo? Fa schifo e sono tutti degli ipocriti. Contento lui...
     
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