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  1. PELINE STORY - EPISODIO 23: "VIAGGIO DA SOLA"

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    Peline Story
    By joe 7 il 24 April 2023
     
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    23 - VIAGGIO DA SOLA
    (primo articolo: qui; precedente episodio: qui)

    c5


    RIASSUNTO

    Siamo verso la fine dell'800: dopo la morte del padre in Bosnia, Peline Pandavoine e sua madre decidono di raggiungere il nonno di Peline a Maraucourt, in Francia. Viaggiano in un carro coperto, trainato dall'asino Palikare e con loro c'è il cane Barone. Dopo diverse avventure, in cui incontrano Marcel, un ragazzo che lavora in un circo, raggiungono Parigi: ma la madre di Peline, già provata da tempo, si ammala. Trovano alloggio in un campo gestito dal vecchio Simon, un uomo avido: in poco tempo, anche a causa degli acquisti per le medicine, si trovano costrette a vendere il carro e l'asino Palikare. La madre di Peline, nonostante sia ancora malata, decide di andare comunque con la figlia a Maraucourt in treno: ma lo sforzo è troppo per lei e, prima di morire, dà a Peline il documento che attesta che lei è la nipote di Vulfran Pandavoine, il nonno di Peline. Con la morte della madre, Peline dovrà andare a Maraucourt da sola col cane Barone. Ora sono sul treno in viaggio per La Chapelle, la prima tappa.
    (NOTA: i dialoghi sono riassuntivi, non completi)


    Il treno si allontana e attraversa le pianure francesi. Peline guarda fuori dalla finestra con Barone. Quando arriva il controllore, la ragazza nasconde il cane sotto il sedile, perchè non sono ammessi i cani in treno. Dopo un'ora, arrivano a La Chapelle e Peline scende. Non ha abbastanza soldi per permettersi il viaggio fino a Maraucourt, quindi farà il resto della strada a piedi: sono ben 150 chilometri. "Con una media di 30 chilometri al giorno, dovrei farcela in cinque giorni" pensa Peline l'ottimista.

    P1


    Iniziano la marcia attraversando il paese di La Chapelle. Barone vede la carne in vendita dal macellaio: è da un pezzo che non mangia. Ma Peline lo richiama. Alla fine, prende due salsicce: 2 centesimi di franco. Ne dà una a Barone e il negoziante, vedendo che il cane cammina a due zampe, per gioco gli getta un'altra salsiccia e Barone la afferra. Poi fa degli altri giochi: il macellaio si diverte e getta un'altra salsiccia a Barone, mentre la gente inizia a riunirsi incuriosita, ridacchiando. Peline richiama Barone:
    "Non puoi fare il pagliaccio in mezzo alla strada!"
    Arriva la sera e Peline ha mangiato solo una fetta di pane. Va in un panificio dove c'è una negoziante grassa e arcigna che la guarda male.
    "Buonasera, vorrei una pagnotta."
    "Hai i soldi?"
    "Ho 5 franchi, me li cambia?"
    La donna osserva la moneta che Peline le ha dato.
    "Che sarebbero? Cinque franchi? Volevi imbrogliarmi, ladra? Sono soldi falsi, questi!"
    "Non è possibile!"
    "Ah, fai l'innocentina? Vattene via!"
    "Almeno ridatemi la moneta."
    "Così puoi imbrogliare un altro, eh? No, questa moneta me la tengo io!"
    La gente, attratta dalle grida, osserva incuriosita, mentre la negoziante continua ad accusare Peline: alla fine, la ragazza, spaventata, scappa via senza la moneta.

    P2


    Capisce che è stata ingannata ed è sconcertata di quanto possa essere malvagia la gente. Piange e, camminando, si trova in un campo di cocomeri. Trova un piccolo rifugio dove si riparano i contadini e dorme lì con Barone. In piena notte, arrivano due persone: sono dei contadini che fanno la guardia ai cocomeri. Infatti, nelle sere precedenti, alcuni ladri li avevano derubati. Vedono Barone e Peline che dorme.
    "Che fai lì? Chi sei?" chiedono.
    "Volevo solo dormire, scusatemi."
    "Hai visto qualcuno in giro?"
    "No, perchè?"
    "Stiamo facendo la guardia ai cocomeri. Da dove vieni?"
    "Dall'India" e racconta la sua storia: alla fine, conclude dicendo che va a Maraucourt.
    "Ah sì, lì c'è lo stabilimento tessile di Vulfran Pandavoine."
    Senza saperlo hanno citato proprio il nonno di Peline, la persona che lei vuole incontrare. Barone ha fame e i due gli danno da mangiare, poi danno del cibo a Peline. La ragazza racconta loro della negoziante che l'aveva imbrogliata tenendosi la moneta.
    "Ah, la conosciamo, è una brutta persona quella."
    Intanto arrivano i ladri e Barone gli abbaia contro: vengono scoperti e i due contadini riescono a catturarli.

    P3


    La mattina dopo, i due contadini vanno dalla negoziante con Peline.
    "Aspettaci qui fuori."
    Entrano e dicono alla negoziante: "Ehi, abbiamo saputo che ieri hanno cercato di rifilarvi una moneta falsa, eh?"
    "Ah, sì, è vero."
    "E quella moneta, che fine ha fatto?"
    "L'ho tenuta, perchè?"
    "E non l'avete data ai gendarmi? Guardate che questo è un reato!"
    "Eh? Bè, gliela darò dopo, ora ho da fare."
    "Datemela adesso allora, così la porterò io dai gendarmi."
    "Va bene" poi mostra loro la moneta e all'improvviso ridacchia "Su, era solo uno scherzo, quella moneta non era falsa. Vedete? E' d'argento. Volevo solo dare una lezione a quella piccola vagabonda."
    "Ah sì? Puoi entrare, Peline."
    La ragazza entra e la donnaccia sbianca in volto.
    "Bene, allora restituitegliela."
    "Tenetela e andatevene fuori dal negozio! Non vi prenderò più i vostri cocomeri!"
    "E noi non ci prenderemo più il vostro pane rancido, quindi siamo pari."
    La donna butta un pane contro di loro per la rabbia, ma così facendo spacca un vetro della porta d'ingresso.
    "Visto? Pane duro come cemento" dicono, allontanandosi ridendo. Peline alla fine saluta i due.
    "Stai attenta a non fidarti troppo delle persone."
    "Fai buon viaggio."
    "La fortuna aiuta chi ha coraggio, Peline!"
    "Vi ringrazio" e si allontana salutandoli.

    P4



    COMMENTO

    Nella storia originale di Hector Malot, "In famiglia", Peline viene imbrogliata dalla fornaia, esattamente come descritto nell'episodio. Però non incontra i due contadini che le fanno giustizia: i cinque franchi li perde davvero.

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK A PELINE STORY

    Edited by joe 7 - 25/4/2023, 14:39
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    Eh chi non ricorda "Marcodirondirodirondero..."? :rolleyes:
    Di Malot mia madre ci lesse da bambini "Senza famiglia", quando ancora non era un racconto reso così famoso in Italia dal cartone animato.
    Erano storie piene di avvenimenti tristi e sfortunati, eppure i protagonisti, che erano spesso solo bambini (Heidi, Candy, Peline, Remì, Conan),non si perdevano d'animo oppure trovavano aiuto nel momento del bisogno. .
    Oggi mi sembra che si dia più attenzione al pensiero dei personaggi negativi, Joker è diventato conosciuto quanto e forse più di Batman...
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 25/4/2023, 14:05) 
    Eh chi non ricorda "Marcodirondirodirondero..."? :rolleyes:

    "...cigola la ruota sul sentiero". Chi l'ha sentita non se la dimentica più. ^_^

    CITAZIONE (Kirihito @ 25/4/2023, 14:05) 
    Di Malot mia madre ci lesse da bambini "Senza famiglia", quando ancora non era un racconto reso così famoso in Italia dal cartone animato.

    Io invece l'ho letto dopo il cartone: era interessante leggere le differenze tra il libro e il cartone. Stesso discorso per "In famiglia", il libro di Peline.

    CITAZIONE (Kirihito @ 25/4/2023, 14:05) 
    Erano storie piene di avvenimenti tristi e sfortunati, eppure i protagonisti, che erano spesso solo bambini (Heidi, Candy, Peline, Remì, Conan),non si perdevano d'animo oppure trovavano aiuto nel momento del bisogno.

    Ma alla fine ce la facevano. Erano delle storie che portavano all'ottimismo, nonostante tutto.

    CITAZIONE (Kirihito @ 25/4/2023, 14:05) 
    Oggi mi sembra che si dia più attenzione al pensiero dei personaggi negativi, Joker è diventato conosciuto quanto e forse più di Batman...

    Certo, ma, essendo personaggi negativi non hanno nulla da insegnare. Quindi alla fine saranno dimenticati e saranno ricordate solo quelle cose che meritano di essere ricordate, come gli insegnamenti di Peline, Remì, e tanti altri. Un pazzo assassino pluriomicida cos'ha da insegnarci? Nulla, e finirà quindi nel nulla. Basta aspettare e scomparirà anche lui.

    News19378

     
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    Beh, col discorso che hai appena fatto ci si riallaccia al discorso del "malvagio simpatico", ossia all'errato discorso che il cattivo é solo una vittima, non é colpa sua se si comporta così, ecc....
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 25/4/2023, 18:48) 
    Beh, col discorso che hai appena fatto ci si riallaccia al discorso del "malvagio simpatico", ossia all'errato discorso che il cattivo é solo una vittima, non é colpa sua se si comporta così, ecc....

    Non vedo dove ho fatto capire questo.

    Dove ho scritto che il Joker e i suoi compagni di merende sono "malvagi simpatici"? Ho scritto che un pazzo assassino pluriomicida non ha nulla da dirci. Dov'è il "malvagio simpatico" qui? Il Joker è un criminale, come lo è chi fa il male. Si vede che non riesco a farmi capire.
     
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    Alludevo al discorso che oggi si da più spazio ai personaggi negativi che a quelli positivi.
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 25/4/2023, 19:09) 
    Alludevo al discorso che oggi si da più spazio ai personaggi negativi che a quelli positivi.

    Ho capito, allora non ti riferivi alla mia risposta, scusa.

    I personaggi negativi sono trattati spesso come delle vittime, senza mai rendersi conto che, così facendo, si toglie la loro dignità.

    Infatti, se una persona si comporta male per sua scelta e per sua responsabilità, allora può cambiare anche condotta per sua scelta e per sua responsabilità.

    Ma se una persona diventa malvagia esclusivamente per via della società e degli altri, allora lui non ha nè la forza nè la capacità di cambiare attraverso l'espiazione, il rimorso, il desiderio di riparare. E' un essere anonimo, un'ameba, che, se lo metti in un ambiente cattivo, diventa cattivo e, se lo metti in un ambiente buono, diventa buono. Ma non per sua colpa nè per suo merito: ha la stessa responsabilità di una zolletta di zucchero, che si può sciogliere o meno a seconda dell'ambiente in cui si trova. Diventa una cosa, non una persona.

    E in questo modo gli si toglie la dignità di essere libero di scegliere personalmente il bene e il male. Gli si toglie la sua libertà di scelta, trasformandolo in una vittima la cui colpa è solo degli altri. E' lo stesso pensiero del diavolo, che si considera sempre una vittima.

    Inoltre, si trasforma il malvagio in una vittima non per compassione verso di lui, ma per giustificare le proprie malvagità. E una forma di auto-assoluzione.
     
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