MEGLIO E PEGGIO: LE ALTRE TESTATE BONELLI(primo articolo analisi: qui; precedente articolo: qui.)AVVENTURA MAGAZINE 2023: I TRE BILL - VOTO: STATE SCHERZANDO?Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli
Disegni: Giovanni Benvenuti, Roy D'Amy
Si tratta della ristampa delle storie dei
Tre Bill. Sono i tre fratelli Bill: Sam (l'omone buono alla John Wayne), Black (il tipo oscuro che comanda)e Kid Bill (il ragazzo rubacuori), che avevano fatto la promessa a loro padre, sul letto di morte, che non avrebbero ucciso nessuno. Se non in casi eccezionali. Che accadono praticamente
in ogni storia...
Questo Almanacco, ovviamente, ha anche degli approfondimenti sui personaggi e sugli autori.
LA REALIZZAZIONE DEI TRE BILLMa perchè Gianluigi Bonelli ha fatto dei personaggi così strampalati? Bisogna sapere che, nei primi anni '50, Tex, per quanto fosse il personaggio di punta della casa editrice e l'unico che proseguiva senza problemi, era considerato troppo "adulto" dal pubblico, e quindi non vendeva tantissimo. Non si era ancora arrivati alle grandi tirature di copie vendute, che arriveranno alla fine degli anni '50 e negli anni '60-'70. All'inizio degli anni '50 Tex era considerato un fumettaccio violento, pieno di allusioni sessuali ed efferatezze.
E' assai difficile capire questo oggi, ed è facile riderci sopra, dicendo che allora erano dei gran bacchettoni. Il fatto è che, in settant'anni, prima con la televisione (a quei tempi pochissimi l'avevano in casa), poi col computer, con int
ernet e soprattutto coi
i telefonini, si sono trasmessi, anno dopo anno,
miliardi di messaggi sessuali ed efferatezze varie ad ogni clic di telefonino. E'
impossibile pensare quale fosse allora il modo pulito di vivere e di pensare che avevano i nostri nonni o bisnonni. Adesso noi nipoti
siamo letteralmente bombardati da messaggi che sono delle vere e proprie latrine, con la ferocia di una gatling messicana che spara a tutto volume tutto il giorno.
I primi anni '50, invece, senza questo luridume di comunicazioni, erano un mondo ancora pulito, in cui non si vedeva di buon occhio ciò che faceva vedere esplicitamente il male. Siamo ancora lontani anni luce dagli orrori di Dario Argento o dai film pornografici che esploderanno tra dieci anni circa, trasformando le nuove generazioni in persone ciniche, disilluse e abituate alle oscenità a tutto spiano. Ma già si capiva che si stava andando in quella direzione, e che era purtroppo inarrestabile. Per questo tentarono di arginarla con le prime censure: nelle ristampe di Tex, e pure nelle storie nuove, la presenza di donnine discinte era calata sempre di più (per poi riprendere in futuro, ovviamente). Tuttavia, queste censure ebbero vita breve: era come fermare una tsunami.
Altri personaggi, più "morigerati", a quei tempi vendevano di più:
Capitan Miki e il
Grande Blek, che divennero in breve tempo campioni di incassi del fumetto, surclassando Tex di diverse lunghezze. Il boom di Tex, infatti, era avvenuto per accumulazione successiva di nuovi lettori negli anni. A differenza degli altri fumetti, i suoi lettori hanno continuato a comprarlo anche da adulti.
Comunque, il successo di Miki e di Blek indussero la Bonelli a tentare di inserirsi nel filone del western più "per bambini" e umoristico, con personaggi come
Il Piccolo Ranger e persino
Zagor. E credo che, nelle intenzioni iniziali,
I Tre Bill fossero un tentativo di andare in quella direzione: tre personaggi caratterizzati in maniera esagerata, con la faccia di attori del cinema, e che
"non uccidevano".
TORNIAMO AI TRE BILLIl grosso problema di Tex era proprio il fatto che, all'epoca, prima delle censure,
uccideva senza farsi tanti problemi. I Tre Bill, per la promessa fatta al padre in punto di morte, invece, non uccidevano: però, se andate a leggere le storie che scrisse Gianluigi Bonelli sui tre Bill, in pochissime pagine quel giuramento viene completamente dimenticato e le storie si fanno più truci e violente, presentando anche una versione molto romanzata del massacro di Little Big Horn. Segno che Bonelli non ce la faceva a scrivere storie alla Capitan Miki.
Tra i tanti personaggi scritti da Gianluigi Bonelli, i tre Bill non sono certo i migliori: la caratterizzazione esageratamente monodimensionale (il belloccio, il forzuto, il cupo...), il giuramento (per quanto poi ignorato), i disegni poco convincenti di Benvenuti e Roy d'Amy non potevano sollevare una storia poco convinta.
Anche i testi, per me, non sono al livello di quello che faceva Bonelli per Tex. Mi spiace, ma il mio giudizio è negativo: i Tre Bill non hanno superato il tempo. Disegni pessimi, personaggi macchietta, storie che non decollano. Passiamo al prossimo (ho preso ampi stralci di questa analisi da
un'osservazione molto interessante di Diablero su Tex Forum)
ZAGOR 700: "LA FORESTA DEI DESTINI INCROCIATI" - VOTO? MA PER FAVORE! Soggetto e sceneggiatura: Giorgio Giusfredi
Disegni: Alessandro Piccinelli
TRAMALa storia inizia con un flashback della
prima storia di Zagor (la solita strizzatina negli occhi), in cui lo spirito con la scure incontra il cattivo Regan. Poi compare uno Zagor invecchiato che ha perso la memoria e che viene assistito da Cico. A frammenti, cerca di ricostruire quello che gli è successo. Dunque, dopo aver fatto pensa che ti pensa, ponza che ti riponza, gli sembra di ricordare che un tal
Taika, che era un vecchio stregone di una tribù composta da indiani espulsi dai loro villaggi, avesse invitato Zagor nel loro accampamento.
Ora, tra questi indiani mandati via a calci nel sedere dai loro rispettivi accampamenti (senza che se ne spieghi il perchè), un guerriero Huron, tal
Bullsnake (ma che razza di nome sarebbe per un indiano? Toroserpente?) aveva sfidato Zagor per prendere il suo posto di spirito di Darkwood. Zagor vince, ma una sua ferita lo stordisce: infatti è stato avvelenato a tradimento. Viene portato dentro il rifugio di Taika, per curarlo. Ma Zagor ne esce invecchiato e rimbambito, mentre il vecchio stregone Taika ne esce ringiovanito, per magia. Quindi Taika diventa il nuovo sakem, o capo, della tribù.
Ma era tutto un inganno: il Taika giovane era in realtà il figlio di Taika, che lui aveva nascosto. E lo Zagor invecchiato è in realtà
Ben Greene, un trapper un pò suonato che si vestiva sempre da Zagor. Il vero Zagor, creduto morto per il veleno, era stato
sepolto da Taika padre e figlio (
sepolto? ), ma viene salvato da un tal
Tolland, un gobbo un pò suonato che fa parte della comunità dei malati di mente di tal
padre Bauer, tra i quali c'era anche Ben Greene. Il tal decerebrato Tolland, non so come, viene a sapere che Zagor è sepolto lì, tira fuori una pala e scava (e perchè?), poi lo estrae, gli dà un paio di colpetti, capisce che è vivo, lo prende per un braccio e lo trascina fino alla comunità di padre Bauer. Roba da fumetto comico di Serafino.
Zagor comunque si riprende e le cose si rimettono a posto: i Taika padre e figlio vengono sconfitti; Bullsnake. che non sapeva niente del piano
cretino di Taika, diventa il nuovo capo del villaggio. Ben Greene muore per difendere Zagor da un ultimo attacco velenoso da parte del Taika padre.
COMMENTOGiorgio Giusfredi su Zagor ha realizzato solo il poco convincente
Il signore dell’isola. Non capisco quindi perchè affidare a uno sceneggiatore esordiente una storia come quella per i 700 numeri di Zagor.
Come si vede dal titolo, la storia si richiama a un romanzo di Italo Calvino:
"Il castello dei destini incrociati". Quel libro era un'opera sperimentale, tipica dei lavori di Calvino, dove delle persone che raggiungono un castello sono state misteriosamente private dell'uso della parola e raccontano i loro eventi attraverso le carte dei tarocchi, aprendo così la strada a ogni possibile interpretazione, che varia anche a seconda dall'ordine in cui si guardano le carte. Una storia così può andare bene per Calvino, ma è
pessima per un fumetto come quello di Zagor, che privilegia la narrazione normale.
Infatti è una storia che va avanti e indietro, pesantissima, con ripetuti flashback e scene oniriche che iniziano e finiscono senza far capire subito se sono oniriche o no. Questo richiedere uno sforzo al povero lettore che non capisce, e continua a non capire, quello che sta accadendo. Una storia da allucinazioni psichedeliche, insomma, proprio adatta per Zagor.
Un cosplayer di Zagor! Non ne vedo manco uno a Lucca! Posso farti una foto???
Inoltre, il soggetto non sta in piedi: il piano di Taika è fin troppo arzigogolato, ed è assurdo che Cico,
che conosce Zagor da una vita, non solo non si rende conto che il tal Ben Greene non è Zagor. Ma scusate, il colore degli occhi? La struttura fisica? Il tipo di naso? E mille altri dettagli? Possibile che il tal Ben Greene sia TUTTO uguale a Zagor da vecchio? Una cosa inverosimile. Inoltre, com'è possibile che Cico non l'abbia mai visto prima? Zagor sì e Cico no? Tutti i trapper lo conoscevano, perchè era il famoso
"tizio un pò suonato che si travestiva da Spirito con la Scure". Questo vecchio cosplayer rimbecillito lo conoscevano tutti da anni,
e Cico non lo conosceva? Ridicolo. Oltre ad essere raccontato male, con una struttura che va avanti e indietro, non è convincente per nulla. Bocciato in pieno.
MARTIN MYSTERE 399: VOTO: SOPRASSEDIAMOSoggetto e sceneggiatura: Luca Barbieri
Disegni: Marco Foderà
Mi spiace parlar male di una storia di Martin Mystere, proprio adesso, dopo la morte di Castelli (che riposi in pace). Ma qui parlo della
storia e basta, che, tra l'altro, non è stata fatta da lui.
Si tratta di una storia di pirati saraceni che attaccarono Genova nel 1559 (ordinaria amministrazione: i saraceni saccheggiavano da
secoli sulle coste italiane, e pure tutte le altre. Ci volle la vittoria di Lepanto del 1571 per toglierceli dai piedi). Detti saraceni saccheggiarono pure il borgo ligure di Arenzano: uno dei pirati era interessato a una cosa che poi Martin Mystere, ai giorni nostri, scoprirà essere collegata con la solita storia di Atlantide e Mu.
I disegni sono inguardabili, la storia si dimentica dopo cinque minuti, i personaggi non hanno personalità, la storia è breve perchè si dà spazio a: rubriche di Castelli, il nuovo capitolo del racconto di Andrea Carlo Cappi (“Zona Y”), una storia di Zio Boris e la nuova striscia dei Bonelli Kids. Quello che ho sempre desiderato da una vita.
Le prime storie di Martin Mystere incollavano alla lettura perchè erano realizzate bene, con dei personaggi tridimensionali, trame coinvolgenti, ottimi dialoghi, disegni spesso belli. Castelli sapeva fare il suo mestiere. Adesso Martin è solo l'ombra di se stesso, non ha più nemmeno dei disegnatori validi. Speriamo che si riprenda...
(qui il seguito: si passa ai manga.)QUI TUTTI I LINK MEGLIO - PEGGIO DELL'ANNOQUI TUTTI I LINK SU ZAGORQUI TUTTI I LINK SULLA BONELLIEdited by joe 7 - 12/2/2024, 18:16
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