Il blog di Joe7

  1. IL MEGLIO E IL PEGGIO DEL 2023 - 14

    MEGLIO E PEGGIO: LE ALTRE TESTATE BONELLI
    (primo articolo analisi: qui; precedente articolo: qui.)

    ZAGOR 693: VENDETTA SEMINOLE - VOTO: LASCIAMO PERDERE, RAGAZZI.

    Soggetto e sceneggiatura: Jacopo Rauch
    Disegni: Domenico e Stefano Di Vitto

    ZZ


    Non sono riuscito ad andare oltre il primo numero. La storia è troppo noiosa, non mi ha coinvolto. Più che una storia, è un compitino fatto per completare una storia realizzata nel 1972-73, cioè di cinquant'anni fa: la famosa "Libertà o morte", di cui ha parlato anche Ivan, e che parla della drammatica storia di Manetola e dei Seminoles. Ma siamo lontani anni luce dalla tensione narrativa di quella storia: questa è talmente noiosa che dopo il primo numero non sono più andato avanti. I disegni, inoltre, sono troppo legnosi e non coinvolgono. I personaggi parlano troppo: ci sono persino ben due flashback sulla morte di Manetola in questo numero soltanto, tanto per far capire bene a noi lettori tonti in che modo che era stato ammazzato. Anche gli utenti dei forum su Zagor sono rimasti perplessi.
    OK, si è avuta la vendetta contro il malvagio Hazon, l'assassino di Manetola (mi è stato detto questo per interposta persona), ma era talmente telefonata da non dare nessuna emozione. Fredrick Hazon ha avuto una bella ripassata da Zagor, per poi essere giustiziato da Chaka, il figlio di Manetola, e gli schiavi Seminoles sono stati liberati. Prevedibile e telefonato.
    Si trattava, in sostanza - almeno per me - di un'operazione commerciale per attirare gli appassionati che lessero quella storia di Manetola e ne rimasero colpiti. Perchè dargli il voto? Non è neanche una storia, è un seguito che non mi ha detto nulla. Non basta certo la presenza di Satko o del presunto figlio di Manetola per alzare l'asticella di gradimento.

    ZZa
    Mi spiace, ma i disegni di Di Vitto non mi coinvolgono. Troppo statici. =_=


    Inoltre, è necessario chiarire una cosa: non ha senso dire "non puoi giudicare una storia solo dopo aver letto l'inizio: la devi leggere tutta, per poterla poi commentare". Non è così: come quando si assaggia un piatto, basta la prima porzione, il primo cucchiaio, la prima forchettata, per capire subito se il piatto è buono. Stesso discorso per il vino. Chiedetelo a ogni buongustaio. Non è necessario leggere tutta la storia per vedere se poi diventa una storia buona. Una storia buona ti cattura subito sin dall'inizio, non ha bisogno di una falsa misericordia tipo: "Ma dai, aspetta, vediamo un pò, magari poi migliora". Una storia è bella o brutta sin dalle prime pagine. Non c'è bisogno di leggere pedissequamente tutto dall'inizio alla fine, come non si può mangiare tutto un piatto che sembra già cattivo: alla fine hai solo mal di pancia. Potete essere d'accordo con me o no, ma io la vedo così.

    Riporto qui anche le osservazioni fatte da Ivan su questo sequel della saga di Manetola:

    Pare che sia in programmazione un ritorno di Zagor a Britannia (il commento è stato fatto un anno prima della pubblicazione). Al di là del fatto che possa magari essere una buona storia, mi permetto qualche perplessità sul progetto in sé. In primis, do per scontato un esito "positivo" della vicenda. Per logica narrativa, è troppo improbabile che Zagor subisca una seconda mazzata sullo stesso campo di battaglia. E ciò innesca la mia seconda perplessità: che un sequel comporta quasi inevitabilmente una "correzione" della sensazione emotiva lasciata dal suo capostipite. L'intensità emotiva di "Libertà o morte" è un ricordo che noi zagoriani ci porteremo nel cuore: la struggente morte di Manetola, lo sterminio dei Seminoles rimasto impunito, la sconfitta storica di Zagor...e va benissimo così com'è! Nessuno chiede che a distanza di 50 anni ci venga modificato questo ricordo, per amaro che sia. A parer mio Britannia andava lasciata nel limbo della memoria (e questo, ripeto, indipendentemente dalla qualità della futura storia; è proprio il progetto in sé che mi fa storcere il naso). Per me la vicenda di Britannia inizia e finisce definitivamente con "Libertà o morte": non desidero conoscere elementi aggiunti a posteriori che possano intaccare il ricordo che conservo di essa. Augh, ho detto.
    NOTA: Si veda anche l'approfondimento fatto qui.

    ZHazon
    Zagor contro Hazon, il responsabile della morte di Manetola.



    COMMISSARIO RICCIARDI "PER MANO MIA" - VOTO: NON MI E' PIACIUTO

    Soggetto: Maurizio de Giovanni
    Sceneggiatura: Claudio Falco
    Disegni: Daniele Bigliardo

    R1
    Ricciardi l'impassibile. Alla faccia di Clint Eastwood, di cui dicevano che aveva due sole espressioni: col cappello e senza cappello...


    "Il commissario Ricciardi" è una serie di romanzi gialli ambientati nella Napoli degli anni 30, realizzati da Maurizio de Giovanni, scrittore, sceneggiatore e drammaturgo. Da questa serie è stata tratta una versione televisiva in due stagioni, trasmessa nel 2021 e nel 2023. La Bonelli ne ha fatto una serie a fumetti in versione libreria e in versione formato classico.

    Il protagonista di queste storie è Luigi Alfredo Ricciardi, commissario di polizia di Napoli: come ho detto, sono ambientate negli anni Trenta, quindi nel periodo del ventennio fascista. Ricciardi ha delle capacità extrasensoriali: può percepire le ultime parole pensate o dette dai fantasmi delle vittime di morte violenta, che si manifestano con un'immagine evanescente nei luoghi del decesso, e sono visibili solo a lui.

    Mi hanno regalato questo libro, e quindi l'ho letto, anche se non mi piacciono le storie gialle mescolate col soprannaturale e con l'horror. Per me è un controsenso: a parte il fatto che detesto l'horror, il soprannaturale nei gialli - che sono esercizi di sola deduzione - non ci può stare. Ma a volte fanno queste "variazioni sul tema".

    In questa storia, siamo a Natale del 1932, e siamo a Napoli, ovviamente. Emanuele Garofalo e sua moglie sono stati trovati uccisi in modo bruitale, proprio davanti al loro presepe che stavano preparando nella loro casa. Garofalo era un funzionario fascista che gestiva l'attività del porto e Ricciardi scopre diverse storie di tangenti e corruzioni gestite dall'esimio Garofalo: quindi è possibile che il colpevole sia stato uno dei tanti ricattati da lui. Come sottotrama, che non c'entra niente con la storia ma dà un pò di pepe alla vicenda, abbiamo l'aiutante di Ricciardi, il brigadiere Malone, che vuole trovare l'assassino di suo figlio e, forse farsi giustizia da solo. Intanto, Ricciardi, anche grazie alle sue "apparizioni" (che sono sempre sanguinolente e macabre, allegria ragazzi!), che vede solo lui, indaga sulle ultime parole che avevano detto le vittime prima di morire: cosa che lo porta a tutta un'altra strada.

    R3
    Dylan Dog ha fatto scuola.


    I disegni sono molto accurati e la storia si sviluppa bene, ma il tono anticristiano si vede sin da subito (infatti l'autore, De Giovanni, è dichiaratamente ateo). Non è solo a causa della presenza dei fantasmi che Ricciardi vede (non esistono i fantasmi nella fede cristiana), ma si nota anche con l'atteggiamento superficiale del protagonista verso il cristianesimo, visto solo come una sorta di fanatismo religioso e un pò stupidotto, senza alcun vero significato, al quale guardare con compatimento chi lo segue (infatti, i titoli dei romanzi di Ricciardi la dicono lunga: per esempio, Inferno per il commissario Ricciardi, Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi)

    La ciliegina sulla torta è la scoperta dell'assassino di questa storia, che
    è ovviamente Suor Veronica: una pazza suora cattolica, con le mani fredde e appiccicose: untuosa, fanatica e ipocrita, voleva fare giustizia con le sue mani contro i due perchè era innamorata da giovane della vittima e perchè sì
    : e questo la dice lunga sul modo di pensare dell'autore.

    Oltre a questa opera, De Giovanni ha realizzato anche la serie poliziesca "I bastardi di Pizzofalcone", ambientata nella Napoli dei giorni nostri: ha avuto anch'essa una versione televisiva. Inoltre, la Bonelli ne ha fatto un fumetto in versione canina, con tutti i personaggi con la testa di cane, in genere. I poliziotti sono tutti personaggi divorziati con rapporti passionali nascoste; oppure non hanno più buoni rapporti con la moglie; inoltre, ci sono anche dei personaggi omosessuali che poi si sposano pubblicamente. Insomma, il solito tran tran del politicamente corretto. =_=

    (qui c'è il seguito sulla Bonelli)

    QUI TUTTI I LINK MEGLIO - PEGGIO DELL'ANNO

    QUI TUTTI I LINK SU ZAGOR

    QUI TUTTI I LINK SULLA BONELLI

    Edited by joe 7 - 8/2/2024, 17:49
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    Ammetto che "Vendetta Seminole" aveva un inizio intricato e dei passaggi poco convincenti, ma nel complesso la trovo una bella storia.
    Secondo me, pur con tutti i suoi limiti, l'autore si é impegnato nelle scene ambientate sull'isola, anche perché erano il cuore della storia.
    Ha avuto anche il buon senso di usare il Cico risorsa per capovolgere le difficile situazione in cui Zagor e Chaka erano finiti.

    Una cosa che mi da fastidio degli autori atei é che rappresentano sempre i credenti in modo offensivo: hanno proprio un'arroganza innata verso chi non la pensa come loro.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 5/2/2024, 20:47) 
    Ammetto che "Vendetta Seminole" aveva un inizio intricato e dei passaggi poco convincenti, ma nel complesso la trovo una bella storia.
    Secondo me, pur con tutti i suoi limiti, l'autore si é impegnato nelle scene ambientate sull'isola, anche perché erano il cuore della storia.
    Ha avuto anche il buon senso di usare il Cico risorsa per capovolgere le difficile situazione in cui Zagor e Chaka erano finiti.

    Credo che "Vendetta seminole" ti sia piaciuta sin dal primo numero, nonostante le carenze che tu stesso hai indicato qui. Quelle carenze non ti avevano fermato, mentre invece avevano fermato me. Qui si tratta di gusti: ma, in entrambi i casi, sono state le prime pagine quelle che hanno deciso a te di continuare la storia e a me di lasciarla perdere. E' sempre l'inizio il momento decisivo. Tanto che gli inizi delle storie più famose li ricordano tutti: "Nel mezzo del cammin di nostra vita", "Quel ramo del lago di Como", "Chiamatemi Ismaele", "Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori..." "Cantami o Diva dell'ira funesta del Pelide Achille..." e così via.

    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 5/2/2024, 20:47) 
    Una cosa che mi da fastidio degli autori atei é che rappresentano sempre i credenti in modo offensivo: hanno proprio un'arroganza innata verso chi non la pensa come loro.

    E' impossibile essere indifferenti a Cristo - e quindi alla religione cristiana, e ai cristiani, soprattutto cattolici - nonostante quello che si dice: o lo si accetta o lo si detesta. Non esiste neutralità, nemmeno tra gli agnostici. E' davvero una pietra d'inciampo.
     
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    Anch'io ho letto solo il primo albo dell'episodio di Zagor. Mi aveva colpito la semplicità della copertina e poi non avevo ancora letto una storia di Rauch.
    La storia mi è sembrata noiosa, anche se è zeppa di personaggi (cacciati in mezzo a caso, come Satko) e scene drammatiche. Sì, anche la violenza può essere noiosa, non lo sapevate cari autori? Qui si inizia con un massacro stile videogame da parte dei Seminoles, poi ci sono personaggi che sembrano ossessionati dalla violenza, come se fosse il loro unico scopo di vita. Che barba.
    I disegni sono un altro motivo che mi ha fatto desistere dall'acquisto dei numeri successivi.
    Ho apprezzato i fratelli Di Vitto quando disegnavano Mister No negli anni '80, ma in questa storia il volto di Zagor è sempre uguale e sempre serio. Così è difficile sentire empatia per lui, non assomiglia per nulla al personaggio creato da Nolitta, sembra una marionetta.
    Non voglio dare completamente la colpa ai disegnatori però: anche gli sceneggiatori hanno la loro parte.
    Se continuano a raccontare solamente di uomini duri, spietati, che ammazzano come se bevessero un bicchiere d'acqua, quali emozioni possono essere ritratte sui loro volti?
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 6/2/2024, 09:08) 
    Anch'io ho letto solo il primo albo dell'episodio di Zagor. Mi aveva colpito la semplicità della copertina e poi non avevo ancora letto una storia di Rauch.

    Rauch su Zagor ha fatto diversi lavori: per esempio, la storia più famosa sulla saga della vampira Ylenia e lo Zagor 600 sulla nuova invasione degli Akkroniani. Ricordo anche, purtroppo, la sua allucinante prima storia su Rakosi ("Gli ussari della morte"), oppure la sua storia, tutta piena di sboronate, sul ritorno della figlia di Dharma ("Gli uomini serpente"). Poi la sua storia sui vikinghi e, infine, la storia infinita del ritorno di Rakosi. E' difficile da inquadrare per me: diciamo però che mi sembra uno sceneggiatore da telefilm americani usa e getta. Scene piene di sboronate, personaggi bidimensionali, cattivi monodimensionali e buoni incolore.

    Diciamo che questo "ritorno di Manetola" riassume tutto il pensiero rauchiano... =_=

    CITAZIONE (Kirihito @ 6/2/2024, 09:08) 
    La storia mi è sembrata noiosa, anche se è zeppa di personaggi (cacciati in mezzo a caso, come Satko) e scene drammatiche. Sì, anche la violenza può essere noiosa, non lo sapevate, cari autori? Qui si inizia con un massacro stile videogame da parte dei Seminoles, poi ci sono personaggi che sembrano ossessionati dalla violenza, come se fosse il loro unico scopo di vita. Che barba.

    Anche Burattini non scherza con la violenza, vedi il famoso "Uomo con il fucile".
    Sembra essere una costante degli sceneggiatori d'oggi quella di pensare che più sarai truculento, e più cattivi saranno i tuoi personaggi, più sarai un grande sceneggiatore e farai delle storie veramente "adulte", mica roba da bambini.
    Mi spiace, ma non è così che si diventa dei veri cantastorie. Al massimo, degli autori di romanzetti pulp da due lire. =_=

    CITAZIONE (Kirihito @ 6/2/2024, 09:08) 
    I disegni sono un altro motivo che mi ha fatto desistere dall'acquisto dei numeri successivi.
    Ho apprezzato i fratelli Di Vitto quando disegnavano Mister No negli anni '80, ma in questa storia il volto di Zagor è sempre uguale e sempre serio. Così è difficile sentire empatia per lui, non assomiglia per nulla al personaggio creato da Nolitta, sembra una marionetta.

    Io non li sopportavo nemmeno quando facevano Mister No. I loro personaggi sembrano fatti di legno, non hanno vita. =_=

    CITAZIONE (Kirihito @ 6/2/2024, 09:08) 
    Non voglio dare completamente la colpa ai disegnatori però: anche gli sceneggiatori hanno la loro parte.
    Se continuano a raccontare solamente di uomini duri, spietati, che ammazzano come se bevessero un bicchiere d'acqua, quali emozioni possono essere ritratte sui loro volti?

    L'importante è saper raccontare, non il saper fare scene violente. "Per un pugno di dollari" è una storia violenta, ma non stupida come invece lo è una storia che parla di violenza e basta. Perchè sa raccontare e appassionare: è eroica. Gli altri invece non fanno storie eroiche, ma solo delle storie piene di violenza. E' questa la differenza. Non c'è l'uomo al centro di queste storie, c'è solo la violenza. Per questo queste storie vengono a noia.

    Certo, Manetola viene vendicato e Hazon viene punito. Ma perchè questa storia non appassiona? Perchè non è eroica, è anonima, non parla dell'uomo, parla di violenza e fa solo un compitino in cui si deve picchiare Hazon. E una volta che abbiamo picchiato Hazon non ne parliamo più. Siamo lontani anni luce dal dramma di "Libertà o morte".
     
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