Il blog di Joe7

  1. IL SEGUITO DI "LIBERTA' O MORTE" E I PROBLEMI RELATIVI

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    Zagor
    By joe 7 il 8 Feb. 2024
     
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    ZAGOR "LIBERTA' O MORTE": IL PROBLEMA DEL SEGUITO
    Da alcune osservazioni di Ivan.

    ZLibert
    Due storie contrastanti: sia per qualità che per coerenza.


    Le persone favorevoli al seguito di "Libertà o morte" realizzato da Rauch dicono che "quello che conta è che venga scritta una bella storia. Mettiamo pure che la storia di Rauch vada ad aggiustare quel buco narrativo di "Libertà o morte", cioè Zagor che non interviene. Che lo faccia in modo ottimo oppure scarso, questo non cambierà di una virgola il finale VERO di quella storia, né la sua carica emotiva. Se si vuole conservare il ricordo di quel finale com'era, non legga la nuova storia. Vi assicuro che i vostri Zenith originali non subiranno modifiche quando li rileggerete dopo questa rivisitazione."

    Ci sarebbe da discutere sul fatto che un sequel (o la ripresa di una parte di esso) "non intacchi in alcun modo il ricordo dell'originale". Un esempio è il ripescaggio di Ben Stevens del "Re delle aquile": già in "Il vendicatore alato", pur essendo una storia dello stesso Nolitta, il personaggio mi è parso un po' svilito, ridotto ad un comune criminale a tutto tondo, privo di quelle sfaccettature che ispiravano compassione per il suo status di "vittima". E stendiamo un velo pietoso sulla sua demenziale ricomparsa in "Ombre su Darkwood", in cui Stevens (ancora vivo, senza spiegare come, visto che nella precedente storia era stato trafitto da una lancia ed era morto...) diventa il creatore di esseri mezzo uomini e mezzo animali.

    Venendo al punto: potrà essere una reazione solo mia, però non posso più pensare a Ben Stevens come se fosse solo lo straordinario personaggio visto in "Il re delle aquile" senza tener conto anche delle sue successive comparsate. Alla fine, quasi inevitabilmente, si è portati a fare una "summa totale" delle apparizioni. Per capirci: se dico "Rambo", in senso globale tu pensi solo al magnifico personaggio del primo film...o alla macchietta che è diventato dopo tutti i suoi distorti sequel? (questa è un'osservazione di Ivan; io sono innamorato di Rambo 2, troppo assurdo e divertente come personaggio per me! ^_^ nota di Joe7)

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    "Guardate come i coltelli e le scuri di Mauro Boselli in "Ombre su Darkwood" mi hanno maciullato, trasformandomi in un idiota che fa degli esseri mezzo uomini e mezzo animali!"



    ZAGOR NON HA ABBANDONATO I SEMINOLE

    Riallacciandomi al finale di "Libertà o morte", ribadisco che, per me, qui Nolitta ha commesso solo un errore di omissione: ovvero, di non aver spiegato chiaro e tondo il motivo per cui era inutile che Zagor ritornasse in Britannia per aiutare eventuali superstiti. Superstiti che, secondo me, nelle intenzioni di Nolitta all'epoca, non avrebbero dovuto esserci, così da giustificare l'atteggiamento rinunciatario di Zagor. E non è proprio un'omissione: Nolitta lo ha fatto capire nella storia. Seguiamo il dialogo tra l'ufficiale e il cecchino che ucciderà sir Macomber:

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    Qui viene detto chiaramente che nessun Seminole scamperà al massacro. Dal punto di vista strategico è corretto: infatti, neanche una donna o un bambino devono sopravvivere per poter poi magari dire "Il colpo che ha ucciso sir Macomber è partito dall'esterno del forte". Quindi, si presume che alla fine non siano stati fatti prigionieri. E, in tal senso, il flashback contenuto nell'episodio "Liberty Sam" contraddice questa logica, ma lasciamo stare e rimaniamo sulla storia in questione.

    Nel finale di "Libertà o morte" vediamo Zagor costretto alla fuga, e fin qui niente da dire: è una scelta obbligata dalle circostanze. Al limite, si potrebbe obiettare che dopo non cerchi di organizzare una sortita per liberare i Seminole sopravvissuti...ma, come lasciato intendere dal dialogo riportato sopra, si suppone che non ci siano Seminole sopravvissuti da liberare. Nemmeno uno. Ovviamente questo fatto Zagor non può ancora saperlo nell'immediato, però possiamo presumere che ne sia venuto a conoscenza in breve tempo, e a quel punto si sia detto: "Dato che i Seminole sono tutti morti, che ci torno a fare io a Britannia? A portare i fiori sulla tomba di Manetola?"

    Quindi Zagor non ha abbandonato nessuno, né tantomeno ha contraddetto la propria filosofia. Se Nolitta ha commesso un "errore", è stato solo quello di non rimarcare maggiormente l'aspetto dell'inutilità di ritornare a Britannia per aiutare gli eventuali (ma inesistenti) Seminole sopravvissuti.

    Quanto ho scritto sopra non deve essere visto come un supporto alla mia contrarietà di un ritorno di Zagor a Britannia. Quella è solo una cosa "mia", personale (e può anche darsi che cambi idea). Ci tenevo solo a precisare che la motivazione di fare un sequel su Britannia non deve essere quella di "correggere un comportamento incoerente di Zagor", poiché questo "comportamento incoerente" non si pone proprio.

    IL PROBLEMA DEL RITORNO DI "LIBERTY" SAM

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    Nel momento in cui si accetta – a posteriori di "Libertà o morte" – che Liberty Sam o altri Seminole possano essere sopravvissuti, si deve anche implicitamente accettare che Nolitta non aveva più commesso solo un errore di "spiegazione omessa", ma anche un errore di incoerenza comportamentale di Zagor, cosa ben più grave. La scelta narrativa di lasciare dei superstiti implica necessariamente questa conseguenza logica, anche se la scelta era stata approvata dallo stesso Nolitta (che evidentemente a queste cose non ci badava più).

    Certo, Nolitta in "Vudu" (la storia direttamente consequenziale a "Libertà o morte") avrebbe potuto inserire una breve digressione in cui un giornalista o un marinaio raccontavano di "un massacro di ribelli nella vicina Britannia, con nessun superstite". Così la cosa si sarebbe sistemata. Credo però che Nolitta non si sia mai posto il problema: dava per scontato che il motivo del comportamento di Zagor fosse già chiaro (forse a causa del dialogo tra i soldati descritto prima), così non ha nemmeno pensato di doverlo spiegare. Un po' come per l'arrivo "impossibile" del notaio Klaus Fiedermann a Cathedral Peak in "Il buono e il cattivo": sono dettagli che appaiono evidenti per chi legge una storia dall'esterno, ma per chi la scrive dall'interno non è sempre facile coglierne l'importanza. La mente di un autore di narrativa si auto-inganna spesso, anche su cose banali. Un confronto con osservatori esterni è sempre consigliabile.

    CONCLUSIONE

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    Se seguiamo "Libertà o morte", Zagor se ne va perchè non c'è più nessuno da salvare. Se invece seguiamo "Vendetta Seminole", allora Zagor ha abbandonato i sopravvissuti Seminole al loro destino. O questo o quello: non c'è alternativa.


    Comunque, tornando a quello che dicono i sostenitori della storia, e che ho presentato all'inizio dell'articolo. dal punto di vista freddamente razionale, ciò che dicono è giusto: una storia inizia e finisce con se stessa, in modo autonomo. Può essere bella o brutta, ma alla parola "Fine" si chiude lì. Purtroppo (o per fortuna, fate voi) nella Percezione Umana non esiste solo la componente razionale. C'è anche l'apparato associativo, che funziona secondo schemi che sono indipendenti (o quasi) dal raziocinio. Uno di questi schemi è l'accomunamento di quelle impressioni che, di fondo, posseggono grossomodo la medesima struttura. Nel nostro caso, una storia con gli stessi personaggi o ambientazioni.

    Come "meccanismo associativo", mi ricollego all'esempio di prima: rivedendo Ben Stevens, sono portato istintivamente ad accostarlo alla sua precedente storia. Questo mi fornisce già un "humus" introduttivo dell'episodio ancor prima di aprire l'albo. Del resto, un sequel è sempre e comunque una strizzata d'occhio alla nostalgia del lettore/spettatore. Ci sono dei codici già impiantati, "familiari", su cui fare leva per suscitare interesse. Fin qui nulla di strano.

    Il "problema" (chiamiamolo così) è quando il sequel va a sommarsi – per l'accumulo di associazioni similari – al ricordo dell'originale. Nei nostri banchi di memoria, l'associazione avviene in modo automatico: Ben Stevens---> Re Delle Aquile + Vendicatore Alato + Ombre su Darkwood. A quel punto sì, possiamo intervenire in modo razionale. Per esempio, io posso disconoscere intenzionalmente la sua apparizione in Ombre su Darkwood come appartenente alla cronologia di Ben Stevens. E' una libera scelta, ma rimane il fatto che bisogna intervenire su un'associazione già creata in automatico nella nostra mente. Non si può prevenirne in anticipo la sua creazione. Altrimenti, crollerebbe il concetto stesso di "sequel", che, per sua natura, deve necessariamente stimolare un ricordo già preesistente. Il "Ricordo", bello o brutto che sia, è strettamente legato al sistema emotivo. L'influenza del sistema razionale è molto limitata. Ci sono ricordi, impressioni, che non riusciamo a rimuovere neppure volendo, soprattutto quando sono sgradevoli. Più il ricordo ha forza emotiva, più l'impressione si fissa. In alcuni studi, questo meccanismo viene definito "Onion", cipolla, ad indicare il grado di forza emotiva con cui i ricordi si stratificano l'uno con l'altro.

    Tirando le somme del discorso: sì, a livello razionale è possibile considerare una storia come "a sé stante", e quindi slegata dai suoi eventuali sequel...però ciò richiede un intervento intenzionale su un'associazione emotiva che si crea in automatico. Se me lo chiedi, razionalmente rispondo che per me i seguiti di Kandrax è come se non fossero mai esistiti...ma, nel contempo, non posso negare una sensazione di fastidio quando penso a "Kandrax" nella sua totalità nei miei banchi di memoria.

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    Ma che grandi braccia che hai, Kandrax! "Zitto, e pensa solo a quando sono apparso in "Kandrax il mago", CHIARO?!?"


    E' vero che Sergio Bonelli disse più di una volta di essersi pentito di aver fatto morire Manetola. Comunque, anche volendone parlare, bisognerebbe prima sapere cosa intendeva di preciso Nolitta; forse gli era venuta in mente una terza storia sui Seminole, oppure la frase riguardava proprio la morte in sé di Manetola all'interno di questo episodio (che, ripensandoci a distanza di tempo, potrebbe essergli sembrata una stonatura). Siamo nel campo delle semplici ipotesi, credo sia improduttivo parlarne.

    Qui il link a "Libertà o morte di Ivan; qui il link a "Libertà o morte" di Joe7; qui il link a "Vendetta Seminole".

    ERRATA CORRIGE: Avevo indicato Ben Stevens come un personaggio diventato mezzo uomo e mezzo cavallo in "Ombre su Darkwood": invece era diventato un creatore di esseri mezzo uomini e mezzo animali. Scusate il pasticcio. Ringrazio Ivan per la segnalazione.

    QUI TUTTI I LINK SU ZAGOR.

    Edited by joe 7 - 10/2/2024, 14:32
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    Nella storia sequel, Hazon dice di aver risparmiato i seminoles per usarli come schiavi, dato che sull'isola c'era "carenza di manodopera".
    E aggiunse che una loro eventuale testimonianza sarebbe stata liquidata come una delle tante chiacchere sulla fine di Sir Macomber.
    In quell'occasione Zagor dice proprio che "se avesse saputo dei seminoles superstiti, sarebbe tronato subito a Britannia".
    (Numero 746, pagine 61/62)
     
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    Per me il problema principale di "Libertà o morte" sta nel fatto che Zagor perde su tutti i fronti e con lui la giustizia. Quando lessi l'ultimo episodio non pensai che Zagor avesse abbandonato i Seminoles, infatti immaginavo che i pellerossa sarebbero stati tutti uccisi. Altrimenti il gesto di Liberty Sam sarebbe sembrato meno eroico rispetto alle intenzioni di Nolitta. Ti butto giù dal fortino, tanto poi io mi arrendo... sarebbe stata questa l'idea di Liberty Sam?
    Comunque la vera questione non sta tanto nel riconoscere o meno se il ritorno dell'amico di Manetola e del figlio sono eventi incoerenti con la storia di Zagor. Il vero problema è che sono storie fiacche e senz'anima.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky 3 @ 8/2/2024, 18:05)
    Nella storia sequel, Hazon dice di aver risparmiato i seminoles per usarli come schiavi, dato che sull'isola c'era "carenza di manodopera".
    E aggiunse che una loro eventuale testimonianza sarebbe stata liquidata come una delle tante chiacchere sulla fine di Sir Macomber.
    In quell'occasione Zagor dice proprio che "se avesse saputo dei seminoles superstiti, sarebbe tronato subito a Britannia".
    (Numero 746, pagine 61/62)

    In questo modo, però, Zagor ci fa la figura del cretino e del menefreghista...in tanti anni lo viene a sapere solo adesso, che qualcuno era sopravvissuto. Gli interessava davvero tanto dei Seminole, allora... ^U^ ^U^

    E' più sensato lo Zagor originale della storia di Nolitta.

    CITAZIONE (Kirihito @ 8/2/2024, 18:44) 
    Per me il problema principale di "Libertà o morte" sta nel fatto che Zagor perde su tutti i fronti e con lui la giustizia. Quando lessi l'ultimo episodio non pensai che Zagor avesse abbandonato i Seminoles, infatti immaginavo che i pellerossa sarebbero stati tutti uccisi. Altrimenti il gesto di Liberty Sam sarebbe sembrato meno eroico rispetto alle intenzioni di Nolitta. Ti butto giù dal fortino, tanto poi io mi arrendo... sarebbe stata questa l'idea di Liberty Sam?

    Infatti, il ritorno di Liberty Sam ha trasformato un personaggio eroico in uno sborone: "Manetola, ora vengo a trovarti e a cavalcare con te tra le celesti praterie...oh, ehi, aspetta, non sparate, e va bè, mi arrendo!" ^U^ ^U^ ^U^

    CITAZIONE (Kirihito @ 8/2/2024, 18:44) 
    Comunque la vera questione non sta tanto nel riconoscere o meno se il ritorno dell'amico di Manetola e del figlio sono eventi incoerenti con la storia di Zagor. Il vero problema è che sono storie fiacche e senz'anima.

    Fiacchissime e nate morte. =_=
     
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