Il blog di Joe7

  1. PELINE STORY - EPISODIO 38: "UN BEL VESTITO"

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    Peline Story
    By joe 7 il 3 May 2024
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    38 - UN BEL VESTITO
    (primo articolo: qui; precedente episodio: qui)

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    RIASSUNTO

    Siamo verso la fine dell'800: dopo la morte del padre in Bosnia, Peline Pandavoine e sua madre decidono di raggiungere il nonno di Peline a Maraucourt, in Francia. Viaggiano in un carro coperto, trainato dall'asino Palikare e con loro c'è il cane Barone. Ma a Parigi la madre di Peline si ammala e muore: prima di morire, dà alla figlia il documento che attesta che lei è la vera nipote di Vulfran Pandavoine, il nonno di Peline. Dopo un lungo viaggio, Peline arriva finalmente a Maraucourt, dove vede per la prima volta il nonno, che è padrone di una fabbrica tessile ed è cieco. Peline si presenta in paese col falso nome di Aurelie, per sicurezza: il nonno, infatti, non aveva mai approvato il matrimonio tra suo figlio e la madre di Peline. Quindi non sa se sarà accettata da lui o meno. Un giorno, Peline fa da intermediaria per alcuni ingegneri inglesi nello stabilimento di Saint-Pepoy su richiesta di Pandavoine, perchè la ragazza è l'unica in quel momento che conosce quella lingua. Pandavoine le fa anche leggere delle lettere in inglese: infatti, sta cercando di trovare il figlio Edmond, il padre di Peline, perchè torni e si occupi della fabbrica: ma lui non sa che suo figlio è morto. A causa dell'assenza del cocchiere, Peline fa da guida alla carrozza di Pandavoine, che però licenzia bruscamente Guillaume, il cocchiere, per la sua trascuratezza. Peline è colpita dall'inflessibilità del nonno e non sa come fare per rivelarsi a lui. Quando il suo lavoro di interprete non serve più, Pandavoine, nonostante il parere contrario dei suoi collaboratori, assume Peline come sua segretaria. (NOTA: i dialoghi sono riassuntivi, non completi)

    STORIA

    A casa di Rosalie, il fratellino Paul gioca con Barone, mentre entra un cliente del ristorante (lo chiamano Pontignac). Ma tutti ascoltano Peline e parlano della novit...

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  2. HEIDI EPISODIO 30: "UN RAGGIO DI SOLE"

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    Heidi
    By joe 7 il 2 May 2024
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    30 - UN RAGGIO DI SOLE
    (primo post dell'analisi di Heidi: qui. Precedente post: qui)

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    RIASSUNTO: Siamo a Dorfli, in Svizzera, ai primi dell'Ottocento. Dete porta sua nipote, la bambina Heidi, dal Vecchio dell'Alpe, il nonno della bimba: un uomo burbero e solitario, che vive nella sua baita, lontano dal paese. Dete deve andare a Francoforte per lavoro e il nonno è l'unico che può badare alla bimba. Nei giorni successivi, Heidi si ambienta al mondo della montagna, mentre il nonno si prende cura della bambina e inizia ad affezionarsi a lei. Un giorno, Dete ritorna: dice di aver trovato un posto per Heidi a Francoforte e la porta dalla signorina Rottenmeier, la tutrice di Clara Sesemann, una ragazzina che è rimasta paralizzata alle gambe per una malattia. Heidi si affeziona a Clara, ma sente la nostalgia delle montagne. I suoi tentativi di ritrovare l'ambiente di casa vengono sempre stornati dalla Rottenmeier. Ad un certo punto, arriva il padre di Clara, il signor Sesemann, che prende in simpatia Heidi. Successivamente, arriva la nonna di Clara, e Heidi e Clara sono molto contente di conoscerla. In particolare, la nonna insegna a Heidi a leggere e a fare i conti. Ma si rende conto che la bambina ha bisogno di stare all'aperto, e la porta al parco insieme a Clara. Però Clara, vista la sua fragilità, al ritorno si ammala e il dottore la cura...

    STORIA

    Heidi e la nonna usano i pupazzi davanti al letto di Clara, ancora convalescente, per recitare Cappuccetto Rosso. Vorrebbero fare poi la Bella Addormentata o Biancaneve, e per fare questo Heidi cambia il vestito al lupo. Ma per sbaglio lega il vestito alla tovaglia. Va da Clara col pupazzo del lupo col vestito modificato per interpretare (?) la Bella Addormentata o Biancaneve (perchè Heidi pensa che basti cambiare il vestito e non la faccia). All'improvviso compare la Rottenmeier, che si spaventa a vedere il pupazzo.
    "Mi scusi" dice Heidi "non la volevo spaventare."
    "E' nauseante. Cosa ci fai con quel topo?"
    "E' un lupo. L'ha comperato la nonna."
    "Cosa ci fa qui? N...

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    Last Post by joe 7 il 2 May 2024
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  3. OPERA - AIDA

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    Aida
    Opera
    By joe 7 il 1 May 2024
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    AIDA

    L'opera fa parte della tradizione italiana: ogni tanto ne presenterò qualcuna delle più famose. La prima che vene in mente a tutti è l'Aida: questa è la sua storia.

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    Aida è un'opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni, basata su un soggetto originale dell'archeologo francese Auguste Mariette, primo direttore del Museo Egizio del Cairo. Ismail Pascià, il khedivè (vicerè) d'Egitto, commissionò a Verdi un inno o un'opera per celebrare l'apertura del Canale di Suez (1869).

    Verdi, però, declinò la proposta, sostenendo di non essere abituato a scrivere musica d'occasione o di circostanza. Inoltre, non era disposto ad affrontare un lungo viaggio per mare per recarsi in un paese lontano come l'Egitto. Ma il khedivè insistette: mandò l'egittologo Auguste Mariette, il quale a sua volta si rivolse come intermediario a Camille du Locle, direttore dell'Opéra-Comique (si tratta di un genere operistico francese che contiene dialoghi parlati e alternati ad arie od ariette cantate). Lei era anche autrice del libretto di Don Carlos. Mariette (che realizzò i costumi e gli accessori per la prima) descrisse alla du Locle il soggetto e lei, prima di sottoporlo a Verdi, lo ampliò sensibilmente, stendendo di fatto l’intero piano dell’opera.

    Alla fine, Verdi fu convinto: inoltre, non era necessario che lui si dovesse recare di persona in Egitto, potendo realizzare le prove a Parigi o a Milano. A convincerlo definitivamente fu però la lettura dello scenario, che trovò "ben fatto e splendido nella sua messa in scena". Come condizione, impose un completo controllo sulla realizzazione del libretto, sull'allestimento e sulla scelta del cast.

    La prima, concordata per il Gennaio 1871, fu ritardata a causa dell'assedio prussiano a Parigi durante la guerra franco-prussiana, e della conseguente, terribile e sanguinosa Comune di Parigi, che impedì l'accesso ai laboratori dell'Opera dove erano stati realizzati costumi e scenografie.

    Alla prima del Cairo colpì l'utilizzo, nella Marcia trionfale ("Se quel guerrier io fossi..."), di lunghe trombe, ispirate alle trombe egiziane. Fu un enorme successo: Verdi, però, considerava decisiva la prima italiana (ed europea), tenutasi alla Scala di Milano l'8 febbraio 1872. E anche a Milano Aida fu accolta con grande entusiasmo.

    Famose furono le performance del 1955 di Tullio Serafin con Maria Callas interprete di Aida e Richard Tucker come Radames; e pur...

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    Last Post by joe 7 il 1 May 2024
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  4. LE SAGHE MIGLIORI DELLA MARVEL - 2

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    Marvel
    Marvel-saghe migliori
    By joe 7 il 30 April 2024
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    GALACTUS CONTRO LA SFINGE (seconda parte)
    (Prima parte: qui)

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    Immagine di Walt Simonson


    TERRAX IL DOMATORE: L'ULTIMO DEGLI ARALDI DI GALACTUS

    In questa saga, oltre al personaggio di HERBIE, Wolfman crea anche il personaggio di Terrax il domatore, il nuovo araldo di Galactus. Il primo araldo era stato Silver Surfer, seguito da Gabriel, poi dal Signore del Fuoco (Firelord) e, per un certo periodo, dal Distruttore, la creatura di Odino. Ma Terrax è, in pratica, l'araldo definitivo: poi vediamo il perchè.

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    Prima di accettare la proposta di Reed di affrontare la Sfinge, Galactus li manda a catturare una persona adatta ad essere il suo nuovo araldo. Vengono mandati nel pianeta Lanlak, dove vengono fatti prigionieri e mandati alla capitale Terran, al cospetto del dittatore Tyros. Oltre a spassarsela come fanno tutti i dittatori, ha anche dei poteri particolari: può mandare dei raggi dalle mani e comandare alla terra. Quindi ha già un suo certo livello di potenza di base, oltre ad essere un tizio senza scrupoli.

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    Ora, Terrax è il quarto araldo: il Distruttore non conta, perchè era stato creato da Odino, non da Galactus. Il primo araldo era stato Silver Surfer, che richiamava l'acqua; Gabriel rappresentava l'aria; il Signore del Fuoco la fiamma; quindi rimaneva solo l'ultimo elemento da utilizzare, la terra. Wolfman fa il parallelo dei quattro araldi coi Fantastici Quattro, che rappresentano anche loro i quattro elementi base: Mister Fantastic l'acqua, la Donna Invisibile l'aria, la Torcia Umana il fuoco e la Cosa la terra.

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    Galactus trasforma Tyros in Terrax senza nemmeno chiedergli il permesso, una cosa insolita da parte sua. Infatti, fino ad ora trasformava le persone nei suoi araldi solo se loro glielo chiedevano: e in cambio Galactus avrebbe risparmiato il loro mondo. Ha fatto così con Silver Surfer/Norrin Radd, risparmiando il suo pianeta Zenn-La, e pure col Signore del Fuoco, alias Pyreus Kryl, risparmiando il suo mondo, Xandar (lo stesso di questa storia). Su Gabriel non si sa nulla: i Fantastici Quattro av...

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    Last Post by joe 7 il 30 April 2024
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  5. LE SAGHE MIGLIORI DELLA MARVEL - 1

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    Marvel
    Marvel-saghe migliori
    By joe 7 il 29 April 2024
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    GALACTUS CONTRO LA SFINGE (prima parte)

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    Immagine di Dave Cockrum


    Ai tempi della Marvel degli anni '60-'80, ci furono delle saghe indimenticabili. Quella di Galactus contro la Sfinge riassume bene il sense of wonder del mondo della Marvel, quindi può andare bene come punto d'inizio per la presentazione di queste storie. Questa saga uscì in America nel 1979 sulla testata Fantastic Four: fu poi pubblicata per la prima volta in Italia sui Fantastici Quattro della Corno nel 1980:
    F4Corno n. 244: "Andromeda attack!"
    F4Corno n. 245: "Quando i mondi muoiono!"
    F4Corno n. 246: "La sentenza è morte!"

    E poi il seguito fu pubblicato sul Settimanale dell'Uomo Ragno della Corno (SUR) nel 1981:
    SUR n. 21: "La potenza del monocolo!" (però si trattava di una storia fill-in, cioè un riempitivo che non c'entrava nulla con la storia principale)
    SUR n. 22: "Il potere della Sfinge!"
    SUR n. 23: "Intrappolati nello spazio dei Sargassi!" (inizia l'arco narrativo disegnato da John Byrne)
    SUR n. 24: "Alla ricerca di Galactus!"
    SUR n. 25: "Terrax"
    SUR n. 27: "Battaglia di titani"
    SUR n. 28: "Il rebus della Sfinge"
    SUR n. 29: "E poi ne rimase uno solo"

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    L'AUTORE

    L'autore, Marv Wolfman, ha realizzato nella Marvel la serie Tomb of Dracula, e, ironicamente, anche la serie sull'uomo lupo Licantropus, in originale Werewolf: infatti, Wolfman in inglese significa "uomo lupo". Nella serie di Devil realizzò il famoso assassino Bullseye, in cui "nelle sue mani ogni cosa diventa un'arma mortale", tradotto in Italia all'inizio come "Occhio di bue" nel periodo della Corno. Successivamente, si preferì rispettare il nome originale, visto che era un termine intraducibile: "Bullseye", letteralmente "occhio di bue", in americano significa "fare centro": impossibile da rendere in italiano. Realizzerà anche il personaggio di Nova, "il missile umano", e la Sfinge, che compari...

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    Last Post by joe 7 il 30 April 2024
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  6. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: PARADISO, CANTO 20 (prima parte)

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 27 April 2024
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    PARADISO CANTO 20 - SESTO CIELO DI GIOVE: SPIRITI GIUSTI: DAVIDE, TRAIANO, EZECHIA, COSTANTINO (prima parte)
    (primo post: qui; precedente post: qui)

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    Il Sesto Cielo di Giove, descritto da Go Nagai: al posto dell'occhio dell'aquila (descritto in questo Canto) c'è l'occhio del pianeta Giove (la famosa macchia visibile sul pianeta)



    CANTO DEI BEATI; L'AQUILA RIPRENDE A PARLARE

    Dante paragona le luci dei beati che formano l'aquila alle stelle che appaiono in cielo alla sera (che è descritta da Dante come " ‘l giorno d’ogne parte si consuma"). Il Sole ("colui che tutto ‘l mondo alluma", cioè illumina) è ormai tramontato e la sua luce, dice Dante, si riflette negli astri.
    Infatti, era cosa comune nel 1300 pensare che le stelle brillassero della luce riflessa del Sole: se fino ad allora si pensava che il Sole fosse al centro dell'Universo, era normale credere che illuminasse di per sè tutte le stelle, visto che, in questa ipotesi, era l'unica luce del cosmo.
    I beati, paragonati alle stelle di Dante, non appena l'aquila (il "sole") ha smesso di parlare, aumentano il loro splendore, proprio come fanno le stelle dopo il tramonto, e intonano un canto, il cui ricordo è ormai svanito dalla memoria del poeta.

    Dante definisce l'aquila come " ‘l segno del mondo e de’ suoi duci", cioè il simbolo del mondo e dei suoi condottieri. L'ardore di carità degli spiriti beati che compongono l'aquila si manifesta nello scintillio delle loro luci. Quando smettono di cantare, Dante sente in quel momento una specie di mormorio, simile a un corso d'acqua, che scende dal monte; oppure, simile al suono della cetra che vibra; o ancora, alla zampogna, quando emette il suo soffio. L'aquila, infatti, sta riprende a parlare con questo tipo di suono, e stavolta il suono sembra uscire dal suo collo, come se fosse forato, trasformandosi poi in voce e in parole distinte.
    L'aquila, che si è trasformata nel simbolo araldico relativo, caratteristica dell'autorità imperiale, ora invita Dante a osservare con attenzione il suo occhio. Infatti, ora che ha l...

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    Last Post by joe 7 il 27 April 2024
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  7. PELINE STORY - EPISODIO 37: "RITORNO ALLA FABBRICA"

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    Peline Story
    By joe 7 il 26 April 2024
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    37 - RITORNO ALLA FABBRICA
    (primo articolo: qui; precedente episodio: qui)

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    RIASSUNTO

    Siamo verso la fine dell'800: dopo la morte del padre in Bosnia, Peline Pandavoine e sua madre decidono di raggiungere il nonno di Peline a Maraucourt, in Francia. Viaggiano in un carro coperto, trainato dall'asino Palikare e con loro c'è il cane Barone. Ma a Parigi la madre di Peline si ammala e muore: prima di morire, dà alla figlia il documento che attesta che lei è la vera nipote di Vulfran Pandavoine, il nonno di Peline. Dopo un lungo viaggio, Peline arriva finalmente a Maraucourt, dove vede per la prima volta il nonno, che è padrone di una fabbrica tessile ed è cieco. Peline si presenta in paese col falso nome di Aurelie, per sicurezza: il nonno infatti non aveva mai approvato il matrimonio tra suo figlio e la madre di Peline. Quindi non sa se sarà accettata da lui o meno. Un giorno, Peline fa da intermediaria a degli ingegneri inglesi nello stabilimento di Saint-Pepoy su richiesta di Pandavoine, perchè la ragazza è l'unica in quel momento che conosce quella lingua. Pandavoine le fa anche leggere delle lettere in inglese: infatti, sta cercando di trovare il figlio Edmond, il padre di Peline, perchè torni e si occupi della fabbrica: ma lui non sa che suo figlio è morto. Intanto, Peline, su richiesta di Pandavoine, gli racconta la sua storia: come è arrivata a Maraucourt e tutto quello che ha passato, senza rivelare però la sua identità. Pandavoine ne è colpito. A causa dell'assenza del cocchiere, Peline fa da guida alla carrozza di Pandavoine, che però licenzia bruscamente Guillaume, il cocchiere, per la sua trascuratezza. Peline è colpita dall'inflessibilità del nonno e non sa come fare per rivelarsi a lui. (NOTA: i dialoghi sono riassuntivi, non completi)

    STORIA

    Peline ha un incubo: va alla villa Pandavoine, dove entra e chiama il signor Pandavoine, che è seduto sulla scrivania. Gli...

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    Last Post by joe 7 il 26 April 2024
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  8. HEIDI EPISODIO 29: "POMERIGGIO NEL BOSCO"

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    Heidi
    By joe 7 il 25 April 2024
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    29 - POMERIGGIO NEL BOSCO
    (primo post dell'analisi di Heidi: qui. Precedente post: qui)

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    RIASSUNTO: Siamo a Dorfli, in Svizzera, ai primi dell'Ottocento. Dete porta sua nipote, la bambina Heidi, dal Vecchio dell'Alpe, il nonno della bimba: un uomo burbero e solitario, che vive nella sua baita, lontano dal paese. Dete deve andare a Francoforte per lavoro e il nonno è l'unico che può badare alla bimba. Nei giorni successivi, Heidi si ambienta al mondo della montagna, mentre il nonno si prende cura della bambina e inizia ad affezionarsi a lei. Un giorno, Dete ritorna: dice di aver trovato un posto per Heidi a Francoforte e la porta dalla signorina Rottenmeier, la tutrice di Clara Sesemann, una ragazzina che è rimasta paralizzata alle gambe per una malattia. Heidi si affeziona a Clara, ma sente la nostalgia delle montagne. I suoi tentativi di ritrovare l'ambiente di casa vengono sempre stornati dalla Rottenmeier. Ad un certo punto, arriva il padre di Clara, il signor Sesemann, che prende in simpatia Heidi. Successivamente, arriva la nonna di Clara, e Heidi e Clara sono molto contente di conoscerla. In particolare, la nonna insegna a Heidi a leggere e a fare i conti. Ma si rende conto che la bambina ha bisogno di stare all'aperto, e la porta al parco insieme a Clara...

    STORIA

    Heidi e Clara sono nel prato del bosco di Francoforte: vedono una farfalla e Heidi cerca di prenderla per farla vedere a Clara. Due bambini su un ramo ridono perchè vedono della gente di città. Gareggiano con Heidi per prendere la farfalla. Clara è turbata, perchè vede Heidi e gli altri che corrono per prendere la farfalla, mentre lei deve restare sulla carrozzella.
    "Siete molto ricchi" dice un bambino a Heidi, indicando la carrozza.
    "Quella è la carrozza del papà di Clara" spiega Heidi.
    "E dov'è questa Clara?"
    "E' lì."
    "E perchè sta seduta?"
    "Perchè non può camminare".
    Clara è contrariata e imbronciata.
    "L'abbiamo presa!" dicono i bambini, una volta catturata la farfalla, poi uno di loro dice:
    "...

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    Last Post by joe 7 il 25 April 2024
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  9. LINK MANGA

  10. YAWARA

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    manga
    Urasawa
    Yawara
    By joe 7 il 24 April 2024
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    YAWARA, LA NATA INVINCIBILE

    Autore: Naoki Urasawa
    Casa editrice: Planet Manga

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    Yawara! Una ragazza judoka alla moda è il titolo completo. Yawara Inokuma è il nome della protagonista, che richiama il judo: infatti, "judo" significa "via" (do) "dell'adattabilità, o cedevolezza, o gentilezza" (ju). Infatti, nello judo non si attacca, ma si usa l'attacco dell'altro, usando la sua stessa forza e la sua spinta per farla rivolgere poi contro di lui. Si chiama appunto "principio yawara", cioè "principio della gentilezza". Infatti "Yawara" significa "gentilezza". Solo che il cognome della ragazza, "Inokuma", significa "cinghiale orso"...Non solo: lo yawara è anche il nome giapponese del kongo/legno yawara, un'arma temibile. Si tratta infatti di un’asta di legno adattata alla mano del combattente: può causare fratture e blocchi muscolari. E' l'arma preferita di Modesty Blaise.

    modesty-interior


    Quindi, la ragazza è dolce fuori, ma pericolosa dentro. Viene allenata al judo sin da piccola da suo nonno, l'autoritario Jigoro Inokuma, il più forte judoka del Giappone. Il vecchietto vuole fare di lei un'atleta a livello mondiale.

    Yawara-e-Jigoro


    Ma Yawara vuole essere invece soltanto "una ragazza alla moda", come dice il titolo. In sostanza, vuole dei vestitini, vuole comprare dei trucchi e dei rossetti ultimo grido, vuole avere un fidanzatino tutto per lei, e fare un lavoro normale tipo la dattilografa, eccetera. Insomma, vuole la superficialità più assoluta, nonostante il suo eccezionale talento nello judo. Riesce a battere senza problemi gli judoka più forti, pensando nel frattempo al prossimo disco degli U2 da comperare assolutamente quando finirà questa stupida sfida. Abbatte l'avversaria Sayaka Honami, pensando intanto a quel delizioso rossetto color pervinca che le sta così bene che deve assolutamente comprarlo prima che scompaia dal negozio dove era andata prima.

    Insomma, talento 100, cervello zero assoluto. Come dire, tanto talento sprecato. Si innamora, sospirando, dei tizi più superficiali e donnaioli che trova e se ne frega altamente dei personaggi che sono veramente interessati a lei. Anche se vincesse tutt...

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    Last Post by joe 7 il 25 April 2024
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