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  1. ZAGOR E IL RITORNO DI HELLINGEN - 6 (Joe7)

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    Zagor
    By joe 7 il 4 Jan. 2016
     
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    ZAGOR 605: FINALE DI PARTITA (analisi di Joe7)
    (precedente post qui)

    Testi: Moreno Burattini
    Disegni: Marco Verni, Gianni Sedioli

    Zagor_605


    Zagor edizione originale Zenith: n. 656 (uscito nel 2015). Il numero reale di Zagor è 605. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 605.

    TRAMA

    Ora passiamo alla trama della parte conclusiva della storia, la più discussa: qui si entra nel tema più caldo. I robot di Hellingen catturano facilmente Zagor e gli altri, uccidendo le altre comparse senza nome. I sopravvissuti sono solo Zagor, Tonka (lasciato vivo, dice Hellingen, per "divertirsi", in stile torturesco-scientifico, ovviamente), Cico e Roberts, che potrebbero essergli utili (come ostaggi o come esperimenti, o entrambi). Hellingen rivela a Zagor che Kant era stato condizionato dallo stesso "programmatore mentale" che gli aveva installato lui nella storia di "Magia senza tempo". Poi Hellingen fa ammazzare Kant dal suo robot, senza tanti problemi.

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    Hellingen è il VERO protagonista della storia. E squarta, tortura, spiaccica, brutalizza, spacca. Hellingen Lecter.


    Zagor viene messo in una barriera invisibile, da dove può sentire Hellingen ma non può intervenire. Zagor così è prigioniero per la seconda volta, ormai è un'abitudine. La barriera invisibile è una versione aggiornata 2.0 del raggio paralizzante, usato da Hellingen in "Vittoria" e visibile sulla copertina in testa a questo post. Quaritch resta al fianco di Hellingen, continuando ad ammirarlo. In pratica non fa altro per tutta la storia: come scendiletto è impagabile.
    Cico, una volta svegliato, tenta di uscire dalla prigione e viene fulminato di nuovo (la prima gli aveva fatto perdere la memoria). Tonka e Roberts cercano di svegliarlo e di ripetergli tutto daccapo, poi Cico si risveglierà senza memoria e si riprenderà la scossa senza sentire le spiegazioni degli altri, in un ciclo continuo. Come gag non è male.
    Zagor dice che arriveranno i soldati, ma Hellingen risponde che non potranno nulla contro i suoi automi, e spiega in modo dettagliato la sua vittoria, descrivendo i robot con tanto di fuciloni da fumetto Marvel anni '90 che fanno a pezzi i forti militari come fossero dei bersagli da tiro a segno. La marvellizzazione scorre forte in questo fumetto.

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    L'intelligenza della storia è inversamente proporzionale alla grandezza dei fucili.


    Nel frattempo, Zagor cerca di far parlare Hellingen perchè le sue parole possano smuovere Quaritch: ma il personaggio, come ho detto, resterà passivo per tutta la storia. Hellingen, intanto, continua il suo discorso a Zagor, rivelandogli che, nel primo arrivo degli alieni in "Magia senza tempo", aveva usato gli automi degli akkroniani, che servivano come manovalanza, per trasformarli in soldati indistruttibili e invincibili. Non solo: dopo la conquista del mondo, gli automi diventeranno esseri perfetti che adoreranno il grande dio Hellingen. Siamo arrivati al delirio puro: Hellingen, ai tempi di Nolitta, voleva fare una società governata dagli scienziati. Qui, invece, vuole semplicemente (?) diventare Dio.

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    Mystic Hellingen.


    Inoltre, lo scienziato voleva lasciare agli akkroniani, al tempo del loro incontro, gli indiani e gli altri esseri inferiori, perchè gli alieni si nutrissero del loro sangue e così lasciassero a lui i bianchi da dominare. Se gli alieni avessero rifiutato questa proposta, Hellingen li avrebbe sconfitti usando contro di loro i loro stessi automi, che, a quei tempi, erano stati costruiti dagli alieni con sembianze di indiani per confonderli tra i nativi (come il terminator dell'inizio della storia). Hellingen, di nascosto, riprogrammò i robot-indiani (in quel momento agli akkroniani non servivano più) perchè, tra dieci anni, per sicurezza, avrebbero cercato Zagor per ucciderlo, nel caso che Hellingen fosse morto e Zagor fosse vivo in quel momento. Poi Hellingen riprogrammò anche gli altri automi senza aspetto umano che gli akkroniani usavano come operai, in modo che potessero autocostruirsi a vicenda da soli come in una catena di montaggio. A parte il fatto che questa lunga spiegazione appare poco importante ai fini della trama e la appesantisce, è difficile credere che gli alieni lasciassero così ampio spazio di azione sulle loro macchine ad un estraneo. In ogni caso, l'arrivo degli akkroniani in Zagor 600 aveva riattivato in anticipo i robot indiani-terminator, programmati per uccidere lo Spirito con la scure. Zagor risponde che, essendo lì vivo davanti allo scienziato, evidentemente i suoi terminator erano piuttosto scarsi. Questa è l'unica volta che Zagor rimbecca Hellingen. Per il resto non ci fa una gran figura di "nemico numero uno" dello scienziato. Hellingen comunque riprende il suo discorso, desideroso di riempire le pagine a sua disposizione (in pratica, tutta la storia di Burattini è un continuo flashback). Il recente ritorno degli akkroniani aveva riattivato non solo gli indiani-terminator, ma anche i robot di forma non umana, che avevano anche cominciato a costruirne di nuovi in continuazione. Nessuno può più fermare Hellingen, e Quaritch sarà il suo assistente che istruirà i nuovi scienziati che accetteranno il dominio dello scienziato. Zagor è scoraggiato. E qui Hellingen gli parla anche dell'Hellingen originale.

    E qui ci stiamo avvicinando al primo colpo basso della storia: facendoci credere finora di aver messo definitivamente tra parentesi Kiki Manito e il Wendigo, tornano all'improvviso (almeno il Wendigo). Dopo la conquista della Terra (è sorprendente che Hellingen ne parli come se fosse una cosa semplicissima), lo scienziato ha già un altro programma sulla sua tabella di marcia: liberare l'Hellingen prigioniero di Wendigo, dai tempi dell'allucinante storia di Boselli. Infatti, leggendo i rapporti di Altrove scritti da Poe (l'agente di Altrove della storia di Boselli), Hellingen ha scoperto:
    A) di essere un clone (ed è strano che questa consapevolezza non turbi minimamente lo scienziato-copia. L'Uomo Ragno era più credibile)
    B) che il suo originale è torturato da qualche parte in un'altra dimensione dal demone Wendigo e quindi bisogna andare lì a salvarlo.

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    Wendigo-Hellingen, il polpettone infinito. :sick:


    Questo significa che noi finora non abbiamo seguito le peripezie di Hellingen, ma quelle di una sua vera e propria fotocopia. Quindi, per la verità in questa storia non è tornato nessuno. Non c'è mai stato qui il vero ritorno di Hellingen.. E già questa è la prima mazzata: almeno finora si sapeva che era un clone, però l'originale avrebbe dovuto essere morto o comunque in condizioni di non intervenire mai più. Invece ritorna a sorpresa, complicando incredibilmente la storia. Dopodichè, Hellingen - o meglio, il suo clone - libera Zagor e lo lascia sul famoso monte Naatani. Da lì, Zagor sarà inseguito dai noiosi terminator indiani che ripetono "Morirai!" fino allo sfinimento, peggio di un disco rotto. Se Zagor non riuscirà a tornare da Hellingen entro un'ora, lui torturerà i suoi amici. Così Hellingen avrà la soddisfazione sadica di vedere Zagor morire con la disperazione di non essere riuscito a salvare i suoi amici. Ora, un tipo che squarta con la facilità di un salumiere (vedi il suo passato), che sgozza il primo che vede, che fa spiaccicare le teste come cocomeri, non ce lo vedo a fare tante sottigliezze psicologiche alla De Sade. Mi aspettavo una scena con le frustate, tipo Ora Zero, o simili, che sarebbe stata più logica, vista la caratterizzazione del personaggio in stile nazisteggiante.
    Cico e gli altri amici osservano Zagor in difficoltà attraverso lo schermo della rete privata televisiva di Hellingen, e il messicano dice l'ennesima frase banale di elogio a Zagor: "Zagor ce la farà, salverà noi e anche il mondo!". Ottimo sistema per rovinare la tensione e tranquillizzare i pochi che avranno avuto un brivido di emozione davanti all'ennesima scena dei terminator, con la frase per i bambini tipo: "Tranquilli, vedrete che andrà tutto bene". Per fortuna che c'è Cico a rassicurarci, se no sai che male al cuore.
    Zagor scappa, visto che i terminator sono troppi: all'improvviso, si ricorda dell'incubo che ha avuto all'inizio di questa storia e pensa che sia stato un messaggio di Kiki Manito. Attenzione: NON Manito-testa-di-bisonte, come avrebbe dovuto essere (la scena dell'incubo era un riferimento a "Magia senza tempo", infatti), ma Kiki Manito, cioè la divinità-marmocchio capricciosa, crudele e sadica di Incubi, che in "Magia senza tempo" non c'entrava nulla. Un'altra concessione a Incubi, purtroppo. Perchè mai Zagor avrebbe dovuto pensare proprio a Kiki, anzichè a Manito testa di Bisonte? Senza contare che è incredibile che a Zagor, in quelle condizioni, si metta a pensare ad un sogno fatto giorni fa.
    Taglio: Roberts dice a Quaritch di aiutarlo, ma lui continua a fare orecchie da mercante. Un'altra scena inutile che allunga il brodo.
    Intanto, Zagor entra nella grotta dove c'è l'Eroe Rosso, la stessa del suo sogno. Mentre scende le scale, da perfetto Reed Richards esamina "scientificamente" la situazione (non chiedetemi come fa a farlo): questo è un luogo magico, punto di contatto tra la Terra e i mondi paralleli. Quindi, in Zagor non esistono dei nè demoni, ma solo abitanti di mondi paralleli. Altrochè Zagor inviato di Manito, qui nella storia di Burattini Manito non esiste proprio. Non è una divinità, ma solo un essere molto potente di un'altra dimensione o mondo parallelo. E bisognerebbe capire perchè questo tizio dovrebbe prendersi la briga di occuparsi di faccende di altri mondi, visto che, non essendo una divinità, potrebbe anche starsene nella sua dimensione a farsi i fatti suoi. Zagor è un fumetto ateo-panteista, di conseguenza. Ma andiamo avanti. Zagor-Mr Fantastic continua la discesa delle scale esponendo la sua teoria agli studenti dell'università, cioè ai poveri lettori, che, invece di leggere una storia di avventure, si trovano davanti ad una conferenza new age dell'ultimo guru di grido. Zagor pensa che Kiki Manito, chiunque sia e da qualunque dimensione provenga, deve rispettare un "equilibrio" (senza specificare da dove venga questo equilibrio nè perchè ci sia, ma in queste cose si è sempre vaghi). Quindi, Kiki l'ultradimensionale, continua Zagor, non può intervenire nelle vicende di Darkwood. Ma se l'ha fatto più volte, dico io! No, continua il professor Zagor, Kiki Manito interviene solo nelle faccende dei rapporti di forza tra il suo mondo e quello oscuro del Wendigo. Mah, in Incubi Kiki è intervenuto pesantemente senza che questo Wendigo sia mai stato nemmeno citato nella storia. E poi non è che Kiki sia tanto buono in confronto al Wendigo, anzi.

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    I pensieri di un uomo inseguito e terrorizzato. Manco fosse al bar. :lol:


    Ora, Zagor dice che i "demoni e le divinità" (che sono quindi degli esseri extradimensionali che non sanno farsi i fatti loro), agiscono a Darkwood scontrandosi o collaborando tra loro a seconda dei casi. Quindi il bene e il male, per Burattini, non esistono e sono relativi. Allora Zagor perchè combatte per la giustizia, se questa non esiste e cambia a seconda dei casi? Fa così, tanto per ammazzare il tempo? E' una contraddizione gravissima sullo spirito del personaggio, che da difensore del bene diventa un filosofo relativista.
    Tornando alla storia, Hellingen è felice nel vedere Zagor che scappa e dice a Cico che sarà lui il primo ad avere le carezze sadiche del prof. Ci avviciniamo alla seconda mazzata di Burattini. Zagor ricorda le incisioni che ha visto nel sogno, tra cui una che mostra: il Wendigo, un pugnale e il simbolo sul petto di Zagor. Inoltre, ricorda che, sempre nel sogno, Rakum ha pugnalato Zagor.

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    Ora, se si va a vedere il sogno di Zagor all'inizio della storia, si vede che lì l'incisione col Wendigo non compare per nulla. Quindi, Burattini ha aggiunto adesso un dettaglio importantissimo che prima non c'era. In un giallo, una cosa simile sarebbe stata inqualificabile: infatti è un'azione non onesta nei confronti del lettore.

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    Zagor afferra il pugnale del mummificato Rakum e si taglia il petto, bagnando la lama col suo sangue e fidandosi di:
    1) il suo istinto (mah)
    2) le sue visioni (insomma..)
    3) la sua capacità di comunicare con l'ultraterreno (Ma Zagor adesso è il Dottor Strange? Da quando in qua è un mago supremo?)
    4) ciò che gli ha insegnato Shyer (è un personaggio di Burattini, una sciamana che ha iniziato Zagor all'esoterismo new age tipico dello Zagor burattiniano)
    5) di quello che lui ha imparato nelle sue mille battaglie contro le forze oscure.
    Quest'ultima cosa è interessante. Cosa ha imparato Zagor combattendo contro le forze oscure? Che vanno combattute, chiaro, lo ha appena detto. Allora Zagor chiede l'aiuto di Kiki Manito? No. Di Manito Testa di Bisonte? Macchè. Chiede l'aiuto di Wendigo, che è una forza oscura contro cui ha combattuto.

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    ZagorMefisto


    Logica vatti a nascondere, qui non servi a niente. Zagor, quindi, combattendo contro le forze oscure, ha imparato che non sono poi così oscure e che possono essere utili. Ma allora cosa le ha combattute a fare? Dov'è il giusto e lo sbagliato qui? Cambiano ogni nanosecondo, allora? E' un colpo di scena non convincente per nulla, ma coerente con una visione relativistica del bene e del male. Così compare il Wendigo, si prende Hellingen-fotocopia e la storia è finita in due-tre pagine, dopo quasi quattrocento di spiegazioni. Come colpo basso non è male. Senza contare che il Wendigo poteva anche comportarsi in un altro modo, quindi quello di Zagor è stato un vero e proprio salto nel buio.

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    Diabolos ex machina. Inoltre: ecco come fare una storia per il 99% di chiacchiere e per l'1% di azione conclusiva. Emozionante come la camomilla di mia zia Berta. -_-


    Quaritch capisce (solo adesso) che le cose sono un pò cambiate: sta arrivando l'esercito, e lui non può comandare gli automi, e sta per finire male per lui. Eppure fino ad adesso aveva detto che non faceva nulla di male, che gli interessava la conoscenza, che i morti non contano, la scienza avanti tutto. Adesso che non c'è più Hellingen, Quaritch, da perfetto voltagabbana, si mostra profondamente pentito e libera gli altri, che terranno da conto delle circostanze attenuanti. Tò, e quali sarebbero?
    Zagor, nel frattempo, ancora nella grotta dopo aver fatto l'invocazione, vede i terminator che gli vanno contro: uno di loro sta per strangolarlo lentamente, e Zagor pensa (incredibile: sta per essere ammazzato, ma pensa come se fosse a lezione di anatomia. La psicologia dei personaggi qui non esiste, contano solo le spiegazioni dell'autore), dicevo, pensa che il Wendigo non può, per via di questo "equilibrio" citato prima, uccidere direttamente Zagor, ma può farlo ammazzare dai suoi automi (quindi, il Wendigo poteva anche lasciar lì Hellingen e collaborare con lui per ammazzare Zagor. In sostanza, con questa riflessione è come se Zagor si fosse dato dell'idiota con la sua idea). Lui si sente perduto e dice ai terminator che morirà senza paura, lanciando il suo grido. Mentre viene strozzato a morte, Zagor si fa l'epitaffio (e anche questo non è per nulla convincente dal punto di vista psicologico): pensa di
    1) aver pagato il suo debito di sangue per la sua vendetta (aveva ammazzato in gioventù degli indiani, una storia lunga)
    2) aver lottato per la pace e per la giustizia (come no, evocando un demone, bella mossa davvero)
    3) ed è certo di aver vinto anche stavolta (e come, se pensa che i terminator possano essere guidati dallo stesso Wendigo che lui aveva stupidamente evocato?)
    Ma Zagor si salva perchè Quaritch aveva bloccato in quel momento comandi di tutti i terminator. Che storia noiosissima e pasticciata. :wacko:
    Roberts dice che la base akkroniana sarà distrutta con tutto l'esplosivo necessario, così da lì non uscirà più nessuna minaccia per il mondo (come no, lo faranno dopo aver messo da parte due o tre cosette da lì, ci scommetto, che porteranno altri guai, altro Altrove e altra Atlantide. Ormai mi sono rassegnato, è impossibile liberarsi di queste cose, da Wendigo a Kiki a Atlantide ecc., visto che gli sceneggiatori ce le vogliono imporre a tutti i costi. Se un giorno smetterò di comperare Zagor, saprò il perchè).
    La storia si conclude con Zagor che dice che quell'Hellingen era solo una copia (e quindi che questa storia del ritorno di Hellingen è un falso) e "un giorno forse scopriremo che fine hanno fatto entrambi." Purtroppo.

    Così la storia di Hellingen, invece di semplificarsi eliminando le due storie sclaviane-boselliane, si è complicata ancora di più. Concluderemo al prossimo post per gli ultimi commenti approfonditi.

    (Continua qui)

    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:55
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    Questa storia è lunga più di 300 pagine, ma sembra ne duri almeno 100 di meno. Succede tutto anche qui piuttosto veloce. Togliendo poi spiegazioni e flash-back... la fine con l' apparizione di Wendigo a me però è piaciuta. XD Anche adesso ci sono ben due Hellingen in giro e tutti e due nelle sue mani! °_O Morte, resurrezione, clonazione... ormai Hellingen le sta provando davvero tutte! XD
    Interessante la riflessione sulle realtà e sulla relatività di bene e male. Non ci avevo fatto tanto caso.
     
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    la fine con l' apparizione di Wendigo a me però è piaciuta.

    A me no, però è in linea con questa storia strampalata.

    Interessante la riflessione sulle realtà e sulla relatività di bene e male. Non ci avevo fatto tanto caso.

    Evocare il male non è una cosa che fa un protagonista buono. Ma ormai è di moda fare così e considerare il male e il bene in fondo come fossero la stessa cosa, più o meno. Resta comunque un'azione sbagliata.
     
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