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  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: PURGATORIO, CANTO 7

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    Divina Commedia
    Salve Regina
    By joe 7 il 8 Oct. 2022
     
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    PURGATORIO CANTO 7 - ANTIPURGATORIO, MORTI PER FORZA: SORDELLO DA GOITO E I PRINCIPI NEGLIGENTI
    (primo post: qui; precedente post: qui)

    196a
    I principi (e re) negligenti che cantano il Salve Regina nell'Antipurgatorio, mentre tramonta il sole.


    IL PROBLEMA DEL LIMBO

    Siamo sempre nell'Antipurgatorio e il sole sta tramontando: Dante e Virgilio hanno appena incontrato l'anima del poeta mantovano Sordello. Questi, dopo aver espresso di nuovo la sua felicità nell'incontrare un concittadino mantovano, cioè Virgilio, chiede loro chi siano. Virgilio risponde di essere morto quando Augusto era al potere, quindi prima dell'avvento del Cristianesimo: quindi dice di non essere salvo solo per ignoranza, per non aver avuto una fede che non poteva comunque avere. Sordello, stupito e incredulo, abbassa lo sguardo e abbraccia Virgilio alle ginocchia, in segno di rispetto, rivolgendogli parole di elogio per la sua altissima poesia. Gli chiede allora se viene dall'Inferno e da quale Cerchio. Virgilio ribatte di aver attraversato tutto l'Inferno e di essere guidato dalla virtù divina: ma proviene dal Limbo, dove le anime non subiscono alcun tormento e dove lui risiede insieme ai bambini innocenti che sono morti prima del battesimo, e insieme a coloro che hanno posseduto le virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza: sono le virtù umane) ma non quelle teologali (fede, speranza, carità: virtù che si ottengono solo col Battesimo). E' da ricordare che l'esistenza del Limbo era solo un'ipotesi ai tempi di Dante, e tuttora la Chiesa non la considera come verità di fede. Quindi è ben possibile che i pagani e i non battezzati si siano salvati in altri modi che Dio solo sa (lo si vede anche nella Divina Commedia, più avanti).

    IL PURGATORIO DI NOTTE

    Virgilio chiede a Sordello di indicar loro la via per giungere alla porta del Purgatorio. Sordello risponde che lui e le altre anime, che sono nell'Antipurgatorio, non hanno una sede fissa, ma è loro consentito vagare per il monte, attorno all'entrata. Tuttavia, ora il sole sta per tramontare e salire col buio è impossibile: quindi è bene pensare a dove trascorrere la notte. Aggiunge che poco lontano ci sono delle altre anime e, se Virgilio è d'accordo, li condurrà ad esse. Il poeta latino è stupito per questa impossibilità di camminare di notte e chiede a Sordello il perchè. Questi si china a terra e traccia una riga sul suolo col dito, spiegando che, col buio, non si potrebbe attraversare neppure quella riga appena tracciata. Infatti le tenebre impediscono l'ascesa in modo totale e le anime rischierebbero o di tornare in basso o di vagare senza meta lungo il monte. Allora Virgilio chiede a Sordello di condurre lui e Dante al luogo che ha detto prima.

    I PRINCIPI NEGLIGENTI

    196b
    La vignetta a destra mostra l'Imperatore Rodolfo d'Asburgo; quella a sinistra gli altri re.


    Mentre sono in cammino, Dante nota che il monte del Purgatorio è incavato sul fianco e si vede un'ampia valle: Sordello spiega che in quel luogo conviene trascorrere la notte. Un sentiero obliquo li conduce sul fianco del monte, in un punto a meno di metà dell'altezza della valle, dove la natura si presenta rigogliosa e bellissima. I fiori sono di colori così vivi che non si possono descrivere: nemmeno le tinte più preziose e raffinate usate dai pittori per dipingere, come l'oro, l'argento, lo smeraldo, possono eguagliarne lo splendore. Lo spettacolo non è solo visivo: infatti i fiori emanano un profumo così stupendo che mescola in sé mille odori soavi. Dante vede, sedute sul prato e sui fiori della valle, più di mille anime: sono i principi negligenti, che intonano il Salve Regina1. Sordello dice che non riesce a guidare Dante e Virgilio giù tra gli spiriti prima del tramonto: quindi è preferibile osservarli da quel ripiano dall'alto, da dove li potranno vedere bene tutti. Sordello indica a Dante alcuni spiriti ospitati nella valletta:

    - L'IMPERATORE RODOLFO D'ASBURGO, che siede più in alto degli altri e mostra di aver trascurato il suo dovere, non partecipando al canto della preghiera. Avrebbe potuto risolvere i problemi dell'Italia, ma lasciò vacante la sede imperiale in Italia, cosa che Dante ha rimproverato poi al figlio Alberto nel canto precedente, nella sua invettiva contro l'Italia.

    - RE OTTOCARO II, vicino a Rodolfo, sembra confortarlo. Governò la Boemia, da dove nasce il fiume Moldava, che poi sfocia nel fiume Elba. Fin da piccolo, fu migliore di suo figlio Venceslao II, che, ancora vivo, è tuttora immerso nella lussuria e nell'ozio. Fu anche nemico di Rodolfo d'Asburgo, ma qui nel Purgatorio si sono rappacificati.

    - RE FILIPPO III L'ARDITO, dal naso sottile: nella battaglia delle isole di Les Formigues (1285: è vicino a Barcellona) contro i siciliani, dovette fuggire, perdendo la Sicilia e disonorando la Francia. E' il padre dell'orrendo re francese Filippo il Bello, chiamato "mal di Francia" da Dante, e la malvagità del figlio, ancora vivente, lo addolora.

    - RE ENRICO I DI NAVARRA: accanto a Filippo III, appoggia la guancia al palmo della mano. E' anche il suocero di Filippo il Bello: pure lui è addolorato per i mali che compie.

    - RE PIETRO III D'ARAGONA, spirito dall'aspetto robusto, con gli attuali figli, ancora viventi, Giacomo Re d'Aragona e Federico re di Sicilia, che vivono da dissoluti.

    - RE CARLO I D'ANGIO', dal naso prominente, canta il Salve Regina all'unisono con Re Pietro III, quello di prima, che è accanto a lui. Anche il figlio di Carlo I, Carlo II, che regna ora su Napoli e la Provenza facendo soffrire la popolazione, vive da disgraziato. È raro, spiega Sordello, che la virtù dei padri si trasmetta ai figli e ciò è voluto da Dio, affinché gli uomini la chiedano a Lui.

    - RE ENRICO III D'INGHILTERRA: ebbe vita semplice e siede in disparte, potendo vantarsi di avere eredi migliori.

    - MARCHESE GUGLIELMO VII DEL MONFERRATO: siede più basso degli altri. Fu la causa della guerra contro Alessandria, che ancora provoca danni al Monferrato e al Canavese.

    COMMENTO

    Questo Canto è legato al precedente: non solo per la presenza di Sordello, ma anche per il contesto politico. Se, nel canto precedente, Dante aveva lanciato un'invettiva contro l'Italia senza guida, qui Sordello presenta i potenti e le loro negligenze, soprattutto riguardo ai loro discendenti. Quindi Sordello fa da temporanea guida a Dante, al posto di Virgilio (che non conosce le anime del Purgatorio), passando in rassegna i reali che si trovano nella valle (infatti Sordello fu l'autore del Compianto in morte di Ser Blacatz, in cui aveva biasimato i vizi dei sovrani del suo tempo). Questo canto è anche un richiamo al libro VI dell'Eneide di Virgilio, in cui il protagonista Enea, nel suo viaggio nell'oltretomba, incontra l'ombra del padre Anchise, che gli presenta, nei Campi Elisi (una specie di paradiso greco), i futuri grandi eroi di Roma, come Cesare e Scipione, che verranno dalla Roma che Enea fonderà. I fiori colorati e profumati descritti da Dante sono quasi un'anticipazione dell'Eden. L'impossibilità dell'arte umana di rappresentare fiori simili indica i limiti dell'uomo, che non può riprodurre la creazione (è implicita la critica alla clonazione e a cose simili: anche se Dante ancora non li conosceva, il messaggio di fondo è lo stesso). Qui, tra i reali, anche gli antichi nemici si siedono accanto e mostrano una perfetta armonia. Ciò si accorda con la presentazione dei morti per forza del Canto V, i quali non hanno parole di odio o astio verso i loro uccisori, ma si preoccupano unicamente di essere ricordati dai vivi.

    IL DANTE DI NAGAI

    Stavolta Nagai è molto sintetico: mette l'intero canto in una sola pagina composta da tre vignette, con la descrizione dei personaggi. In futuro di certo vedremo altre riduzioni simili, che a volte sono necessarie per non appesantire la trama.

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    1 Salve Regina: è la famosa preghiera dedicata alla Madonna e che di solito è detta alla fine del Rosario. Fu redatta dal Beato Ermanno "il contratto" attorno al 1040. Fu chiamato "contratto" per la sua grave malformazione fisica: non poteva stare eretto, né tanto meno camminare: ma era sempre di umore lieto. Uomo di grande talento, fu monaco, astronomo, letterato, storico: a lui si attribuisce anche la divisione delle ore in minuti. Devotissimo alla Madonna, compose per lei appunto il "Salve Regina". In italiano, il testo è: Salve, o Regina, vita, dolcezza e speranza nostra, salve: a Te ricorriamo, esuli figli di Eva; a Te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, Avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi Tuoi misericordiosi; e mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del Tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria! Però nel Purgatorio le preghiere sono dette in latino. Quindi diranno il Salve Regina in latino: Salve, Regina, Mater misericordiae, vita, dulcedo et spes nostra, salve. Ad Te clamamus, exsules filii Evae, ad Te suspiramus, gementes et flentes in hac lacrimarum valle. Eia ergo, Advocata nostra, illos Tuos misericordes oculos ad nos converte. Et Iesum, benedictum fructum Ventris tui, nobis, post hoc exsílium, ostende. O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria!

    BIBLIOGRAFIA

    https://divinacommedia.weebly.com/purgatorio-canto-vii.html

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE

    Edited by joe 7 - 15/10/2022, 18:06
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    La frase "È raro, spiega Sordello, che la virtù dei padri si trasmetta ai figli e ciò è voluto da Dio, affinché gli uomini la chiedano a Lui." mi lascia un poco perplesso, perché, detta così, Dio appare come una divinità malevola, che vuole farsi supplicare da chi crede in lui.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 9/10/2022, 10:39) 
    La frase "È raro, spiega Sordello, che la virtù dei padri si trasmetta ai figli e ciò è voluto da Dio, affinché gli uomini la chiedano a Lui." mi lascia un poco perplesso, perché, detta così, Dio appare come una divinità malevola, che vuole farsi supplicare da chi crede in lui.

    Niente del genere. Non si tratta di "farsi supplicare": si tratta del fatto che ogni uomo ha bisogno di Dio per salvarsi. Nessuno si salva da sè. Per questo è necessaria la preghiera: se uno vuole salvarsi deve pregare, perchè pregare significa riconoscere di aver bisogno di Dio. Tutti siamo mendicanti, tutti siamo deboli, tutti abbiamo bisogno di Lui e Lui è sempre disposto ad aiutarci, perchè è nostro Padre. Ma non può farlo se noi non glielo chiediamo, cioè se non lo riconosciamo come nostro Padre. Avere già la pappa pronta non ci renderebbe migliori, ma solo più viziati ed egoisti.

    Invece bisogna riconoscere di essere dei bambini: un bambino sa che ha bisogno del padre per crescere. Lo stesso dobbiamo fare anche noi che crediamo in un Padre che sta nei Cieli.

    Riguardo alla virtù dei padri che si trasmette ai figli o no: a volte questo succede e a volte no, perchè ogni persona ha un cammino diverso dall'altro, adatto a lui per la sua salvezza. Quindi, per alcuni va bene avere certe capacità, per altri no, perchè pregando possono averle e così migliorarsi.

    Dio vuole la salvezza di tutti: quindi è sbagliato considerarlo come una divinità malevola.
     
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