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  1. PELINE STORY - EPISODIO 33: "IL CUGINO DI PELINE"

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    Peline Story
    By joe 7 il 23 Feb. 2024
     
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    33 - IL CUGINO DI PELINE
    (primo articolo: qui; precedente episodio: qui)

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    RIASSUNTO

    Siamo verso la fine dell'800: dopo la morte del padre in Bosnia, Peline Pandavoine e sua madre decidono di raggiungere il nonno di Peline a Maraucourt, in Francia. Viaggiano in un carro coperto, trainato dall'asino Palikare e con loro c'è il cane Barone. Dopo diverse avventure, raggiungono Parigi: ma la madre di Peline si ammala e muore. Prima di morire, la madre dà a Peline il documento che attesta che lei è la vera nipote di Vulfran Pandavoine, il nonno di Peline. Dopo un lungo viaggio, Peline arriva finalmente a Maraucourt, dove vede per la prima volta il nonno, che è padrone di una fabbrica tessile ed è cieco. Peline si presenta agli altri col falso nome di Aurelie, per sicurezza: è difficile che il nonno la accolga, visto che non aveva approvato il matrimonio tra suo figlio e la madre di Peline. Fa amicizia con una ragazza del paese, Rosalie, che lavora anche lei in fabbrica. Peline riesce a farsi assumere e anche a parlare con Vulfran Pandavoine: facendosi passare sempre per Aurelie, gli suggerisce di farsi curare gli occhi. Pandavoine ne è sorpreso e dice al suo sottoposto Toluel di assumerla. Peline scopre un rifugio per la caccia che è abbandonato e decide di usarlo come casa. Quando scopre che una sua scarpa si è rovinata, cerca di farne un paio di nuove, comperando gli elementi necessari per realizzarle, e ci riesce, dopo qualche tentativo. Inoltre, si fabbrica delle posate, delle canne da pesca e si prepara anche da mangiare da sè. Ormai sta diventando sempre più indipendente. Un giorno, aiuta l'ingegner Fabry a portare uno dei dirigenti della fabbrica, il signor Bendit, all'ospedale. Nel viaggio incontra la signora Laleclie, una sua amica, che è diventata la proprietaria dell'asino Palikare. Nel salutarla, la chiama "Peline", e Fabry l'ha sentita: allora Aurelie non è il suo vero nome? (NOTA: i dialoghi sono riassuntivi, non completi)

    STORIA

    Si vedono gli altiforni della fabbrica, alle prime luci del mattino. Peline va al lavoro e dice a Barone di stare a guardia della casa. Ma il cane, stavolta, insiste a seguire Peline, anche se lei continua a dirgli di non farlo e di tornare a casa.
    "Cosa c'è, Aurelie?" chiede Rosalie, che stava arrivando.
    "Non lo so. Barone continua a seguirmi, anche se gli dico di non farlo. E' strano, non ha mai fatto così."
    "Sarà stanco di stare sempre da solo tutto il giorno."
    "Può darsi."
    Alla fine, Barone si allontana e Peline, sollevata, va alla fabbrica.

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    Intanto, Theodore, il nipote di Pandavoine (e cugino di Peline, anche se lui non lo sa), corre di nuovo, perchè è ancora in ritardo per il lavoro, e, nella fretta, lascia cadere per strada il suo portafoglio. Barone lo raccoglie e lo porta via. Theodore entra in fabbrica di nuovo in ritardo.

    Rosalie riprende il suo lavoro e Peline ricomincia col lavoro al carrello. Intanto, l'ingegner Fabry dice a Theodore, che sta visitando la fabbrica, che bisognerebbe prendere delle macchine nuove: alcune sono così vecchie che si rompono in continuazione. Ma Theodore non ne è convinto. Osservano i filari 1 e 6, che rendono poco, perchè si guastano facilmente.
    "Erano stati i primi ad essere installati" spiega Fabry "Ora sono troppo vecchi."
    Theodore non ne è impressionato e pensa che potrebbero funzionare ancora, anziché spendere soldi inutilmente.
    "Ma così si rallenta la produzione!" protesta Fabry.

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    Peline chiede a Fabry come sta il signor Bendit, il traduttore che lei aveva portato in ospedale.
    "Sta migliorando, grazie, ma dovrà ancora stare lì per dei mesi."
    Quando Peline se ne va, Theodore, seccato, pensa di licenziare Bendit, visto che adesso non serve più.
    "Ma non è una cosa giusta da fare, signor Theodore! Il signor Bendit ha sempre lavorato qui..."
    "Nessuno è indispensabile, ingegner Fabry. Neanche lei, se lo tenga bene in mente."

    Ad un certo punto, Theodore si mette la mano in tasca per prendere il portafoglio e si rende conto che non ce l'ha più: in quel momento, Barone lo sta mordendo sull'erba della casetta di Peline.

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    Theodore fa controllare tutti gli operai per trovare il portafoglio, e, visto che nessuno di loro ammette di averlo preso, ordina di perquisirli a uno a uno. L'ingegner Fabry va da Toluel, il direttore della fabbrica, a protestare:
    "Non potete trattare gli operai come se fossero una banda di delinquenti!"
    "Non poso farci niente."
    "Parlerò col signor Pandavoine, allora!"
    "Si occupi delle proprie cose, ingegnere."
    Ma arriva Vulfran Pandavoine in persona.
    "Cosa sono questi schiamazzi? Li sento anche fuori. Toluel, si spieghi."

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    Intanto, Theodore ordina a Peline di perquisire le operaie per conto suo: ma lei si rifiuta di farlo.
    "Bè, allora sarai licenziata" risponde lui.
    Il capomastro Oreux cerca di convincere Peline, ma non ci riesce. Ad un certo punto, Toluel va da Theodore e gli dice:
    "Signor Theodore, lei deve andare dal signor Pandavoine, subito!"
    "Va bene, dopo che avrò fatto perquisire gli operai."
    "No. Adesso. Subito. Il signor Pandavoine ha detto di lasciar stare gli operai."
    "Eh?"
    Theodore è sorpreso, ma va con Toluel. Oreaux dice agli operai di tornare al lavoro, e gli altri, seccati per il trattamento ricevuto, tornano con poco entusiasmo al posto di lavoro.

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    Dopo il lavoro, Rosalie brontola con Peline:
    "Se Theodore prenderà il posto del signor Pandavoine, sarà un disastro."
    "Ma lui chi è? Un parente del signor Pandavoine?"
    "Sì, è il nipote. E' il figlio della sorella del signor Pandavoine. E' anche il cugino di Edmond, il figlio di Pandavoine."
    Cioè il padre di Peline. Quindi, Theodore è il cugino di secondo grado di Peline.

    Peline saluta Rosalie e torna alla sua casetta, dove saluta Barone. Inizia a pescare, mentre Barone dà ancora la caccia agli aironi. Arriva l'ingegner Fabry:
    "Per quello che hai fatto l'altro giorno per il signor Bendit, ti vorrei regalare questa lampada. E anche questo libro."
    Si tratta dei "Miserabili", che Fabry aveva mostrato a lei e a Rosalie.
    "E' un bellissimo regalo, ingegner Fabry, grazie. Stasera lo leggerò subito!"
    "Posso pescare io? A pesca sono un campione."
    "Va bene. Volete cenare con me?"
    "OK, io intanto penserò al pesce."
    "Stasera potrò leggere questo bel libro."

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    Iniziano a mangiare il pesce.
    "Volete dare a me il pesce che avete pescato?" chiede Peline.
    "No, è troppo piccolo."
    "Va bene così, non ho tanta fame."
    "Se possibile, potrei sapere perchè sei venuta a Maraucourt? Potrei darti una mano."
    "Ecco, è una storia lunga."
    "Con chi hai viaggiato?"
    "Beh, coi miei genitori."

    Mentre Peline inizia a raccontare, a casa di Vulfran Pandavoine, il maggiordomo Barton serve il padrone, ma lui non ha molto appetito.
    "Ma, signor Vulfran, dovreste mangiare qualcosa, vi farà bene."
    "Sarebbe meglio mangiare in compagnia."
    "Volete cenare col signor Theodore?"
    "Idiota!" sbotta lui.
    "Mi scusi."
    "Ma no, non mi riferivo a te, Barton. Parlavo di mio nipote. Preferirei cenare con una scimmia piuttosto che con lui."

    Vulfran Pandavoine si alza e percorre le scale per andare in camera sua. Si ferma davanti al quadro di suo figlio Edmond: anche se è cieco, sa dove si trova.
    "Figlio mio, chissà dove ti trovi? Ormai ti ho perdonato, torna da me."

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    Intanto, Peline finisce il racconto.
    "Quindi, tu cercavi un parente qui a Maraucourt, e pensi che non possa accoglierti bene, per via del fatto che lui era in conflitto coi tuoi genitori?" riassume Fabry.
    "E' così" annuisce Peline.
    "Secondo me, dovresti almeno parlargli. Qui ti trovi bene perchè siamo ancora nella bella stagione, ma poi arriverà l'autunno e poi l'inverno. Farà freddo e, tra l'altro, arriveranno qui i cacciatori: ti troverai senza una casa. Dovresti andare dal tuo parente: se ti dovesse trattar male, ti aiuterò."
    "Grazie, ingegner Fabry, ci devo pensare bene. Le farò sapere."

    Mentre Fabry sta per andarsene, trovano il portafoglio di Theodore e capiscono che l'aveva portato lì Barone.

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    Riportano il portafoglio a Theodore. Lui lo apre e controlla con diffidenza le banconote.
    "Hmm...sembra che non manchi niente. E' bagnato, però" dice lui.
    "L'aveva preso il mio cane."
    "Oh, il tuo cane ruba?"
    "Non dica sciocchezze, signor Theodore. Dovreste invece ringraziare la signorina Aurelie che le ha riportato il portafoglio" protesta Fabry. "Ma che state a dire, ingeger Fabry?"
    Stanno per venire alle mani, ma Peline si mette di mezzo:
    "Si calmi, ingegner Fabry. Abbiamo riportato i soldi, ora è tutto a posto, possiamo andare."
    Fabry si allontana seccato e Theodore grida loro dietro:
    "Ricordatevi di chiudere il cancello!"
    Fabry lo chiude con forza, sbattendolo, senza nemmeno voltarsi.

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    Fabry e Peline si salutano:
    "Domani dovrò andare in Inghilterra per 15 giorni" dice lui.
    "Mi dispiace, faccia buon viaggio."
    "Grazie" e si allontana.

    Ormai siamo quasi in autunno: Peline dovrà lasciare il padiglione e dovrà parlare col nonno. E' indecisa. Torna nella sua casa e si addormenta.

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    COMMENTO

    La somiglianza fisica di Theodore con Totò è impressionante: non ho gli elementi per dirlo, ma credo che sia probabile che Shuichi Seki, il character designer, si sia basato su di lui per realizzare il personaggio. La documentazione sull'ambiente delle fabbriche di fine '800 è notevole. Avranno fatto molte ricerche e accumulato molta documentazione per ottenere delle immagini così precise.

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    (Continua qui)

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    Edited by joe 7 - 28/2/2024, 16:53
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