Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "UNO STRANO VIOLINISTA" (Joe7)

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    Zagor
    By joe 7 il 22 Nov. 2019
     
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    ZAGOR 10-11 - UNO STRANO VIOLINISTA (analisi di Joe7)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 61-62 (usciti nel 1966). I numeri reali di Zagor sono 10-11. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale: in questo caso, gli albi hanno i numeri 10-11. Questa storia fu pubblicata per la prima volta in formato libretto sui numeri 13-15 della seconda serie, anno 1963. Successivamente, furono raccolti nel 1966 negli albi 10-11 di Zagor.

    TRAMA

    Nolitta è tornato!! Dopo ben due anni di assenza da quando ha fatto la prima storia di Zagor, La foresta degli agguati (1961), e quindi dopo un mucchio di storie sceneggiate da Ferri e dal padre GLBonelli (qui l'elenco), da questa storia in avanti (del 1963) Nolitta/Sergio Bonelli prende in mano le redini di Zagor, conducendolo in una cavalcata indimenticabile che si concluderà, purtroppo, con Magia senza tempo di settembre 1980, quindi quasi vent'anni dopo. Un ventennio molto fruttuoso, in cui ZagorTex e PalladilardoCico scompaiono dall'orizzonte, per poi ritornare purtroppo con gli sceneggiatori successivi: non subito, visto che si era cercato in un primo tempo di seguire lo stile di Nolitta senza riuscirci in pieno, ma poi, con la scusa dell'"aggiornamento", ZagorTex e PalladilardoCico ritornano prepotentemente fino ad oggi, facendo i cloni di Zagor e Cico. Con l'aggiunta della breve (per fortuna) versione DylandogZagor e GrouchoCico di quell'orrore innominabile chiamato Incubi. :sick: Prosit.

    La storia inizia con un gruppo di coloni che finalmente è arrivato a destinazione e festeggia, sottolineando così il felice ritorno di Nolitta nelle storie zagoriane. Una cosa che non si ripeterà mai più, per volere di Nolitta Sergio Bonelli stesso. :(

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    Tra di loro c'è uno "strano violinista", quello del titolo. Oggi lo sanno tutti che un tipo vestito di nero, che porta una custodia di violino, ci nasconde dentro un fucile ed è un killer a pagamento: ma allora, nell'America in pieno 800, era una cosa nuova. Questo killer Paganini ante litteram si chiama Coffin, che significa "bara" in inglese, ed è anche il nome del primo cattivo di Tex che compare nel primo numero. E' quasi come dire che Nolitta ricomincia da capo.

    25b


    Coffin incontra il suo datore di lavoro, Mac Barry. E chi sarebbe Mac Barry? Ma è quel tipo che Zagor ha incontrato nell'episodio 1, il trafficante di whisky, quello che aveva buttato Zagor in acqua con dei pesi eccetera. Tutti ormai l'avevano dimenticato: Nolitta lo tira fuori dalla naftalina per ricollegarsi con l'episodio 1 e ricominciare. Poteva farlo col figlio di Kanoxen, ma quell'idea era già stata fatta dal babbo. Oppure col ritorno di Kanoxen, ma lui era sprofondato nelle sabbie mobili ed è difficile farlo ritornare in vita. Quindi rimaneva solo Mac Barry, che qui progetta l'omicidio di Zagor per mano di Coffin, così, per vendetta e per fare un pò di loschi traffici liberamente. Insieme a Mac Barry ci sono due dimenticabili cattivi: Lomax, il socio, e Scure Rossa, capo dei Wyandot. Coffin presenta il fucile a precisione, una cosa effettivamente nuovissima a quel tempo.

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    Anche il Cico di Nolitta è tornato! :lol: Non è più il Palladilardo e non lo vediamo più sgrufolare come un maiale alla prima vignetta, come gli faceva sempre fare GLBonelli: Zagor, anzi, non lo insulta più e gli insegna ad usare la sua scure. Con scarsi risultati, OK, ma almeno si assiste a qualcosa di diverso dal Cicochemagnatutto. Ad un certo punto, Zagor cade a terra colpito dal fucile di precisione di Coffin, che ha sparato a grande distanza (quindi nessuno lo vede). Cico è sconvolto e urla contro gli assassini, poi si accorge che Zagor è ancora vivo (e questo è poco credibile, visto che, con un fucile a precisione puntato contro, praticamente sei già morto: è molto difficile pensare che uno strumento simile sbagli).

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    Cico si rivela qui nella sua vera essenza: un aiuto per Zagor, non un peso alla Palladilardo da mettere da parte nella storia. Zagor deve essere operato, si deve togliere la pallottola piantata nel petto, se no morirà, e solo Cico può farlo, anche se non ha nessuna esperienza di medico. Mettiamo da parte l'assurdità della cosa e del fatto che basti togliere una pallottola perchè una persona guarisca: la cosa importante qui è proprio il ruolo di Cico, che salva e aiuta Zagor più volte, nonostante il fatto che nessuno scommetterebbe un cent su di lui. E' questa una delle forze del personaggio; chi dimentica questo, farà sempre il personaggio Palladilardo.

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    Non solo Cico salva la vita a Zagor, ma prende il suo posto durante il raduno dei capi indiani (il famoso "Gran Consiglio di Primavera" che sarà replicato più volte nel corso della serie: qui viene presentato per la prima volta). Col vestito di Zagor addosso, un paio di stampelle e il fatto di comparire di notte sotto l'ombra di un albero, Cico fa credere a tutti che Zagor è comparso. Mac Barry, che si stava preparando a vendere fucili agli indiani di Scure Rossa, alla comparsa del falso Zagor deve scappare a gambe levate per sfuggire agli indiani inferociti, insieme al killer Coffin e al tizio anonimo, quel tal Lomax, il braccio destro di Mac Barry. Che però ci lascia le penne, abbandonato dal Mac. Addio, tizio anonimo. E Scure Rossa, che stava per comperare i fucili? Boh, di lui nessuno sa più niente. Comunque, questo è un altro esempio dell'utilità del vero Cico.

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    Dopo una gag (parola vietatissima e bandita dagli sceneggiatori bonelliani attuali, seri come becchini e con la puzzetta sotto il naso) con un indiano wyandot dal quale chiedere informazioni, Zagor e Cico inseguono Mac Barry e il killer Coffin, trovandoli per caso (!) in una capanna abbandonata. Io non so dove lo abbia preso Mac Barry questo killer, ma ogni volta che lui si mette a sparare su Zagor col suo superfucile sbaglia sempre il tiro, persino quando corre loro addosso. Persino Mac Barry non lo centra mai. Va bene che siamo in un fumetto, ma è TROPPO forzata come cosa. Questa inoltre è la prima volta che Zagor mostra il suo lato feroce, quello veramente pericoloso, quando parte alla carica (suicida) contro la capanna. E' stato il primo approfondimento di Nolitta sul personaggio, che inizia ad acquistare spessore e non ha più la bidimensionalità del ZagorTex, detto anche facciadilegno.

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    Mac Barry, anche se è stato buttato fuori dalla finestra da Zagor, riesce a scappare con la velocità del lampo. Oh, si vede che è un tipo che sa riprendersi molto alla svelta. Zagor dà un cazzotto a Coffin, gli spacca il fucile e gli dice di andare fuori dai piedi. Non è una decisione molto saggia, visto che quello è un killer pagamento e andrà ad ammazzare altre persone. Senza contare che anche il tentato omicidio è un reato. Ma qui sembra che il killer sia stato tropo scosso dall'avventura e magari andrà solo a coltivare le rape. Tra l'altro, si vede che il killer somiglia molto a Digging Bill: probabilmente, Ferri ha riciclato questo personaggio per fare Digging.

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    Per trovare Mac Barry, Zagor e Cico si recano da Big Jim, il mercante di traffici disonesti con gli indiani (i soliti alcool e fucili: a quei tempi equivalevano a una playstation, a un tablet o a un cellulare), che vive un una città abbandonata insieme coi suoi uomini: Mac Barry si è rifugiato laggiù. Per non farsi scoprire, Zagor si traveste da capo indiano Aquila Nera dei Tuscarora (un altro legame con "Aquila della Notte" Tex). Cico si fa passare per il terribile bandito El Tigre, ma, per una sua sbadataggine, Zagor viene scoperto. Seguono botte da orbi per tutti. Big Jim e compagni, insieme a Mac Barry, vengono catturati e portati in prigione.

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    Menzione d'onore per Cico, che, trovatosi con una mano incastrata in un vaso, lo usa come arma contundente con notevole successo.

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    COMMENTO

    Col ritorno di Nolitta, la storia ha maggior respiro e passa facilmente dalla commedia al dramma, dal'umorismo alla tragedia. Lo svolgimento della storia è più lento, più calmo rispetto a quelle frenetiche precedenti (soprattutto le storie di Ferri). Si ha un'impronta cinematografica: la presentazione dei personaggi, il dramma imminente, l'azione, la sequenza di racconto. Un Nolitta alle prime armi che già inizia a mostrare il suo talento, aiutato da un Ferri sempre più efficace. Il rapporto tra Zagor e Cico è più rilassato, senza insulti e arrabbiature continue. Vele al vento, capitano: la Tigre non è morta! Almeno fino a quando Nolitta non se ne andrà.

    ZVIOL
    La copertina di uno dei libretti originali che contenevano questa storia.



    QUI TUTTI I LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 16:53
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    Probabilmente la cosa che più mi colpì di questa storia fu il modo in cui Cico venne utilizzato.
    Già la sequenza in cui s'improvvisa chirurgo rimane impressa, ma anche quella in cui si sostituisce a Zagor fa la sua figura.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 2/5/2020, 12:45) 
    Probabilmente la cosa che più mi colpì di questa storia fu il modo in cui Cico venne utilizzato.
    Già la sequenza in cui s'improvvisa chirurgo rimane impressa, ma anche quella in cui si sostituisce a Zagor fa la sua figura.

    In questa storia Nolitta approfondisce meglio i suoi personaggi che aveva usato finora solo una volta nel primo episodio, due anni fa: se lì Zagor e Cico erano ancora un pò legnosi, qui, alla seconda storia di Nolitta, sono già molto vicini alla versione definitiva. Si vede che Nolitta non si era ritirato del tutto e aveva cercato di trovare un modo per raccontare meglio le storie di Zagor e Cico, diciamo che si è fatto una lunga "pausa di riflessione" durata due anni...ma che ha dato i suoi frutti! ^_^

     
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    Una cosa che ho notato rileggendo la storia é che quando Coffin chiede se deve sparare anche a Cico, Mcbarry gli dice di no, spiegando che "quel tipo non vale nemmeno lo spreco di una pallottola".
    Anche Zagor ,all'inizio della storia, dice a Cico che lui non l'aiuta molto durante le sue avventure, eppure di lì a poco il piccolo messicano gli salverà la vita.
    é come se l'autore stesso avesse voluto dimostrare l'importanza del messicano ai suoi personaggi.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 2/5/2021, 16:51) 
    Una cosa che ho notato rileggendo la storia é che quando Coffin chiede se deve sparare anche a Cico, Mcbarry gli dice di no, spiegando che "quel tipo non vale nemmeno lo spreco di una pallottola".
    Anche Zagor ,all'inizio della storia, dice a Cico che lui non l'aiuta molto durante le sue avventure, eppure di lì a poco il piccolo messicano gli salverà la vita.
    é come se l'autore stesso avesse voluto dimostrare l'importanza del messicano ai suoi personaggi.

    Quella storia è importante perchè Nolitta qui torna a sceneggiare Zagor dopo aver fatto solo la prima storia. E nel frattempo ci sono stati come sceneggiatori Ferri e soprattutto Bonelli Padre, che trattava Cico come uno zerbino, un stuoino, una nullità di cui non si sa cosa farsene e di cui bisogna sbarazzarsene al più presto, oppure da ignorare il più possibile. Più o meno quello che fanno con Cico oggi. E, con questa storia, Nolitta voleva rimettere le cose a posto, dando a Cico la giusta importanza che ha nella serie di Zagor. Ma è un ruolo che è stato capito da pochi.
    Questa almeno è la mia impressione.
     
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    Questa storia si rivela piacevole ogni volta che la leggo, il che dimostra che é stata accuratamente realizzata.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 8/5/2021, 12:07) 
    Questa storia si rivela piacevole ogni volta che la leggo, il che dimostra che é stata accuratamente realizzata.

    Si vede bene la differenza dopo tutte le storie di ZagorTex di Bonelli padre... ^_^
     
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