ZAGOR 17-18: UN NIDO DI VIPERE - Analisi di Joe7Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
Disegni: Gallieno Ferri
Zagor edizione originale Zenith: n. 68-69 (usciti nel 1966). I numeri reali di Zagor sono 17-18. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè coi numeri 16-17. La storia è stata pubblicata in precedenza sullo Zagor formato libretto
"Terza Serie-Collana Lampo" (50 lire) a Ottobre-Novembre 1964:
12 - Un nido di vipere
13 - Il nemico misterioso
TRAMAZagor e Cico sono di passaggio al posto di cambio della diligenza a Green Water, dove incontrano diversi farabutti ed ex-farabutti: il baro
Jim Barker;
Bud Shanks, che in passato è stato un bandito che ha cercato di ammazzare Zagor, ma adesso è uno sceriffo che deve portare in prigione
Robbins, un altro bandito; lo stesso
postiglione della diligenza, un tipo manesco che non ha voluto dare un passaggio a Zagor e Cico e viene pestato dallo stesso Zagor; e infine
Sandman, un commerciante vestito da jettatore. Durante la notte, in cui tutti devono dormire al posto di cambio prima di partire il giorno dopo, Robbins, il bandito prigioniero, tenta di ammazzare Zagor per conto di qualcuno, che però lo zittisce col pugnale prima che possa parlare. Inoltre, Zagor, il giorno dopo, rischia di essere travolto da un macigno mentre stava scendendo lungo una parete rocciosa. Simulando di essere morto a causa del macigno e facendo finta di essere un fantasma vendicativo, Zagor fa saltare i nervi al vero colpevole: si tratta di mister Sandman, che altri non è che
"Bimbo" Sullivan, che Zagor
aveva già incontrato prima e che ha cercato di eliminare Zagor per nascondere i suoi traffici.
COMMENTOQui Gallieno Ferri sta cominciando a mostrare le sue capacità di realizzare scene inquietanti e spettrali, che svilupperà in modo splendido nelle storie future come
"La casa del terrore" e
"Angoscia!". E' stato il disegnatore perfetto per la serie, anche nel descrivere queste atmosfere spettrali zagoriane, che sanno esprimere inquietudine nel lettore, anche se sa che sono delle messinscene. L'atmosfera di sottile angoscia si dipana solo dopo la cattura di "Bimbo". E in questa storia si possono perdonare alcuni svarioni: il più lampante è il fatto che "Bimbo", travestito da Sandman, spari alla lampada, mettendo tutti al buio, e poi ammazzi lo svenuto e sventurato Robbins con un pugnale (e Robbins era in mezzo al gruppo, non era in un angolo a parte), senza che nessuno si accorga di niente. Può essere efficace dal punto di vista narrativo, ma ammetterete che è un PELINO forzata come cosa...senza contare che ci sarebbe da chiedere come faceva "Bimbo" a vederci così bene da pugnalare Robbins al buio e a colpo sicuro. Ha un senso radar?
Lo spettro di Zagor è venuto a tormentare gli sceneggiatori moderni!
Questa storia è un classico giallo alla "Agatha Christie", dove chiunque può essere il colpevole: il postiglione, lo sceriffo, il baro. E, come sempre accade in questi gialli, il colpevole è quello che sembra il più innocente. Se tutti potevano avere del rancore verso Zagor, Sandman, il panzone occhialuto con gli occhiali alla jettatore, era l'unico che poteva essere innocente, visto che - ufficialmente - non aveva nulla contro Zagor. In questa storia, tra l'altro, il trafficante di whisky e fucili "Bimbo" è anche colpevole di omicidio, visto che ha ammazzato a sangue freddo il criminale Robbins. Sotto il suo aspetto pacioso, si rivela un vero serpente: magari da mezza tacca, ma sempre serpente. Qui si conclude anche
la storia precedente di "Bimbo", che era finita a metà, con Zagor che si riprometteva di trovarlo un giorno.
Comunque, con un travestimento del genere, chiunque lo guarderebbe con sospetto...
Nelle scene finali, dopo l'arresto di "Bimbo", Zagor salva il baro Jim Barker dall'assalto di un puma, dando anche un bel cazzotto sul muso dell'animale, come si vede nella copertina dell'edizione a striscia. La storia si conclude quindi in modo un pò stucchevole e retorico, col baro e il postiglione che si scusano con Zagor e lui che li esorta a "contribuire per il risanamento del paese".
A parte questo, la storia fila che è un piacere. Inoltre, Zagor, per risolvere il mistero, non fa l'analisi della situazione come in
"Pugni e pepite" di Canzio, non analizza con piglio di detective il problema come nelle storie di Burattini, ma fa "lo spettro" alla Uomo Mascherato per trovare l'assassino: e questa è in effetti la sua capacità. Zagor - bisognerebbe ricordarselo - è uno
"spirito con la scure", non è un tizio che porta a spasso la scure e la pistola per picchiare e sparare qua e là. Se gli si toglie l'alone di mistero, Zagor si trasforma in un tizio assurdo che va a spasso vestito da carnevale. Gli sceneggiatori moderni hanno tolto a Zagor queste sue caratteristiche di "spirito", oppure, peggio, le hanno trasformate in robaccia da santoni New Age anni '60.
QUI TUTTI I LINK SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 19:15
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