Il blog di Joe7

  1. DIVINA COMMEDIA DI NAGAI E DI DANTE: PURGATORIO, CANTO 16

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    Divina Commedia
    By joe 7 il 10 Dec. 2022
     
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    PURGATORIO CANTO 16 - TERZA CORNICE: IRACONDI - MARCO LOMBARDO
    (primo post: qui; precedente post: qui)

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    Dante incontra Marco Lombardo. A dire il vero, nella Commedia originale non dovrebbero vedersi per via del fumo: ma Nagai qui ha fatto una licenza poetica.


    Il questo canto, il canto 16° del Purgatorio ci troviamo proprio a metà dell’intera Commedia (questo infatti è il cinquantesimo canto, e i canti della Commedia sono cento). Dante e Virgilio qui avanzano lungo la Terza Cornice degli Iracondi, attraverso un fumo così denso da rendere quel luogo più buio di una notte senza stelle. Qui la pena del contrappasso è chiara: come in vita l’ira di costoro ha impedito di vedere bene la realtà e le persone (l'ira acceca la mente e porta ad atti inconsulti), allo stesso modo nell’aldilà un fumo spesso impedisce loro di scorgere bene il cammino. Inoltre, Dante ha gli occhi così irritati dal fumo che è costretto a chiuderli e a camminare come un cieco, tenendo la mano sulla spalla di Virgilio, che gli raccomanda di non separarsi da lui. Questo simbolizza la necessità di seguire strettamente la ragione, simboleggiata in questo caso da Virgilio, come contrasto per l'ira. Intanto, Dante sente le voci degli iracondi che intonano con grande concordia le prime parole dell'Agnus Dei1, che ben si adatta alla loro espiazione, dal momento che Cristo, l'Agnello di Dio, è invocato come esempio supremo di mansuetudine e prontezza al sacrificio per i peccati, in antitesi al vizio dell’iracondia.

    MARCO LOMBARDO

    Uno dei penitenti si rivolge a Dante e gli chiede chi sia, visto che attraversa il fumo come se fosse ancora vivo. Virgilio esorta il discepolo a rispondere, chiedendo se quella è la direzione giusta per salire, e Dante dice allo spirito che ha parlato che, se lo seguirà, udirà qualcosa che lo stupirà molto. Il penitente dichiara che seguirà Dante fin tanto che potrà e, se anche il fumo non gli permetterà di vederlo, il suono della voce li terrà uniti. Dante, a questo punto, dice di essere giunto in Purgatorio col proprio corpo mortale dopo aver attraversato l'Inferno, in virtù di una speciale grazia di Dio, che vuole mostrargli i regni dell'Oltretomba, in via del tutto eccezionale. Dante prega il penitente di dire il suo nome e di confermare se stanno seguendo la giusta direzione per l'accesso alla Cornice seguente. Lo spirito dichiara di chiamarsi Marco Lombardo: in vita fu un uomo di mondo e conobbe quella virtù cortese, che ormai tutti hanno abbandonato. Egli aggiunge che in quella direzione, se seguiranno la sua voce, si arriva alla scala di accesso alla Cornice successiva; poi chiede a Dante di pregare per lui, una volta che sarà giunto in Paradiso. Su Marco Lombardo si sa poco: fu un uomo di corte del nord Italia, molto saggio e valente, citato in alcuni racconti del Novellino, una raccolta di novelle toscane. Secondo alcuni commentatori, Marco Lombardo ebbe una condizione simile a quella di Dante, esiliato e costretto a diventare cortigiano presso signori di Lombardia e Romagna. Nel canto non si parla dei suoi peccati di ira: comunque iracondo doveva esserlo stato per forza, visto che è finito lì.

    IL PROBLEMA DEL LIBERO ARBITRIO

    Dante promette di fare quel gli chiede, ma prega Marco Lombardo a sua volta di sciogliergli un dubbio che lo assale e che è raddoppiato a causa delle sue parole, dopo essere stato suscitato da quelle di Guido del Duca, della Cornice degli Invidiosi. Il mondo è privo di ogni virtù cavalleresca, come Marco Lombardo ha dichiarato, e pieno di malizia: Dante vorrebbe saperne la ragione, perchè alcuni dicono che questo è dovuto alle influenze celesti e altri dicono che è dovuto alla condotta degli uomini. Marco Lombardo, in risposta, emette un forte sospiro e un verso di disappunto, quindi afferma che il mondo è cieco e Dante sembra proprio venire da lì. Gli uomini, infatti, riconducono la causa di tutto al cielo, o alle stelle (tipo l'astrologia, gli oroscopi e cose simili), come se essi determinassero tutti gli eventi. Ma, se così fosse, dice Marco Lombardo, il libero arbitrio sarebbe nullo, e il Giudizio Finale di Dio non avrebbe senso. Perchè non ha senso essere premiati o puniti, visto che, se non hai libertà di scelta, di conseguenza non hai delle colpe, ma non hai nemmeno dei meriti. Il criterio del merito (o demerito) personale può essere applicato solo quando si presuppone una visione antropologica impostata sulla libertà di scelta. Il cielo e le stelle, e simili cose, prosegue Marco Lombardo, possono influenzare, ma in modo superficiale, mai privando l'uomo della sua libertà di scegliere. L'uomo può scegliere tra bene e male per conto suo e la sua volontà è in grado di vincere senza problemi ogni disposizione celeste. Gli uomini sono dunque guidati dal proprio intelletto, che è una forza ben maggiore di quella delle influenze astrali. Se il mondo attuale è degenerato, la causa è dunque tutta degli uomini, non delle stelle o del fato. Marco Lombardo ben evidenzia i fattori che sono in gioco nell’uomo:

    Lo cielo i vostri movimenti inizia; (Il Cielo inizia i vostri movimenti)
    non dico tutti, ma, posto ch’i’ ’l dica, (e neppure tutti; ma, anche ammettendo ciò)
    lume v’è dato a bene e a malizia, (voi siete in grado di distinguere il bene dal male)
    e libero voler; che, se fatica (e avete il libero arbitrio; il quale, se anche incontra difficoltà)
    ne le prime battaglie col ciel dura, (nelle prime battaglie con gli influssi astrali)
    poi vince tutto, se ben si notrica. (poi vince ogni cosa, purché venga ben nutrito.)


    I "movimenti" di cui parla Dante ("Lo cielo i vostri movimenti inizia") sono semplicemente l’inclinazione naturale, il talento, il carattere delle persone. Il cielo, inoltre, non dà inizio a tutti questi "movimenti": ma, anche se così fosse, varrebbe solo per la fase iniziale, al momento della nascita: poi l’uomo, che è dotato di una ragione che sa distinguere il bene dal male e di un libero arbitrio, può scegliere. Il libero arbitrio, infatti, se si impone a fatica all’inizio sull’inclinazione naturale (cosa che esige un autocontrollo e un'autodisciplina, in sostanza un'educazione, cosa oggi carente), poi riesce ad avere il sopravvento.

    BERSERK
    Nel cupo manga Berserk, non esiste il libero arbitrio. Soltanto i cattolici e gli ebrei credono nel libero arbitrio: tutti gli altri popoli e religioni no. Questi credono nel Fato Ineluttabile, o Destino, concetti che negano la libertà individuale.


    Sono quattro i fattori fondamentali della natura umana, dice Dante per bocca di Marco Lombardo:
    1) l’inclinazione naturale, o talento. Ci viene assegnato dalla nascita: non dipende da noi, ma è un "dono". Ce lo ritroviamo addosso: sta a noi, nel tempo, riconoscerlo.
    2) la ragione. E' l’apertura alla realtà, secondo la totalità dei suoi fattori, che include, quindi, anche la capacità di valutare, in una determinata situazione, i vari elementi in gioco per prendere poi una decisione che sia buona per la propria vita. Ecco perché Dante la chiama "lume […] a bene e a malizia", cioè luce che rischiara ciò che è bene da ciò che è male.
    3) l’educazione. Deve "ben nutrire" la ragione e la libertà: deve, cioè, introdurci nella realtà presentandola in modo giusto e verificandola con l’esperienza. Solo un’educazione che ben evidenzi da un lato un buon uso della ragione, dall’altro lato il dato della realtà, non costruito da noi e che esiste prima di noi, può considerarsi adeguata all’umana natura.
    4) il libero arbitrio. L’uomo è dotato del libero arbitrio, che può scegliere il bene o il male, nonostante l’inclinazione naturale. La ragione e l’educazione (un’educazione corretta, ovviamente, che insegni un uso giusto della ragione), aiuta a fare un buon uso della propria libertà.

    È impressionante come, in un’estrema sintesi, Dante sappia spiegare la natura umana ed è molto grande la dignità che lui conferisce all’uomo, proprio nel riconoscimento della libertà che gli è propria (e questo è dovuto al cristianesimo di Dante: in nessun'altra religione l'uomo ha un così alto livello di dignità). È come se lo scrittore ci volesse dire che non possiamo nasconderci dietro le solite scuse ("è il mio carattere", "sono fatto così", "se fossi nato in un altro ambiente o in un’altra famiglia", eccetera), perché la responsabilità delle scelte è tutta nostra: abbiamo sempre la possibilità di scegliere per il bene, o di pentirci e di tornare indietro, rispetto a scelte che abbiamo scoperto non buone per noi. La persona può mettere in gioco sempre e in ogni istante la propria libertà dinanzi a quanto accade. Nella grande epopea della libertà, che è la Divina Commedia, Dante ben evidenzia la sostanziale predominanza di questo fattore - cioè la libertà - nella natura umana. Gli animali non hanno nessuna libertà, seguono solo l'istinto. Anche per questo non esiste un giudizio universale per gli animali, a differenza dell'uomo.

    Marco Lombardo spiega che l’uomo persegue la vera libertà quando il libero arbitrio si muove per il bene, aderisce al bene, ovvero torna verso Colui da cui è partito: "Esce di mano a lui che la vagheggia/ prima che sia, a guisa di fanciulla/ che piangendo e ridendo pargoleggia,/ l’anima semplicetta che sa nulla,/ salvo che, mossa da lieto fattore,/ volentier torna a ciò che la trastulla". Ovvero l’anima umana, semplice, quando esce dalle mani del Creatore si comporta come una bimba che ride o piange infantilmente, non sa nulla salvo che torna con gioia verso ciò che le dà letizia: come una bimba che, ignara di tutto, sempre ritorna nelle braccia della madre, così l’anima umana si muove verso il Bello, il Vero, il Bene, in poche parole verso quel Dio che l’ha creata. Come un oggetto di ferro che è attirato da una calamita, così il nostro cuore trova una totale corrispondenza nell’amore e nel bene. Ecco perché l’esperienza piena di libertà (ovvero la sensazione di una nostra piena realizzazione) si prova solo nell’adesione al nostro vero bene. Perché allora spesso ci distraiamo e confondiamo il nostro bene con piccoli beni? Perché l’anima "di picciol bene in pria sente sapore;/ quivi s’inganna, e dietro ad esso corre,/ se guida o fren non torce suo amore./ Onde convenne legge per fren porre". Mossi dal desiderio del bene, della felicità, non appena abbiamo il sentore di averlo trovato, ci buttiamo a capofitto su di esso e, spesso, ci inganniamo. Di qui la necessità che ci siano dei freni alla nostra condotta, che ci siano delle leggi e soprattutto che si riconosca un’autorità, cioè una presenza autorevole per la nostra vita, qualcuno di cui poter seguire le tracce o le cui parole ci sappiano mettere in discussione: un’autorità liberante, proprio perché ci rimette nelle condizioni di perseguire di nuovo la nostra vera libertà.

    GLI ERRORI DELLA CHIESA E DEL GOVERNO

    Il Lombardo vuole dire che l'uomo è naturalmente portato a ricercare il proprio bene, ma questo, se è privo di ogni criterio, lo porta facilmente a peccare (con la creazione delle anime, Dante, oltre a seguire il cristianesimo, polemizza con la teoria platonica delle "idee innate"2). Per questo, continua il Lombardo, esistono delle leggi giuste, ed è necessario che ci sia un sovrano, o un'autorità, che le applichi con giustizia. Ma oggi nessuno le rispetta nè le fa rispettare: il papa attuale guida male il gregge dei fedeli, perchè considera solo il potere materiale e ben poco quello spirituale.3 Il cattivo esempio del pontefice corrompe anche la gente. In sostanza, la causa del male del mondo è la cattiva condotta degli uomini e non la cattiva influenza dei cieli. Roma aveva due soli: l'imperatore (il potere temporale) e il papa (il potere spirituale) che illuminavano la strada del mondo e quella verso Dio. Ma questi due soli ora si sono spenti, perché si sono uniti in un unico potere spirituale e temporale: e in questo modo, ciascuno di loro usa un potere che non gli compete (il papa quello temporale e l'imperatore - o lo stato - quello spirituale), distruggendolo.


    Quando nè la Chiesa nè il Governo fanno la loro giusta parte, il mondo è solo un deserto.



    IL PAESE DI MARCO LOMBARDO: LA LOMBARDIA

    Per confermare quanto ha detto, Marco Lombardo aggiunge che nel suo paese, la Lombardia, attraversato dall'Adige e dal Po, regnavano valore e cortesia, prima che Federico II fosse ostacolato dalla Chiesa (questa è un'osservazione strana, visto che Dante ha messo proprio Federico II all'inferno). Ora, invece, qualunque uomo malvagio può passare di lì, sicuro di non incontrare alcun uomo virtuoso. Ci sono ancora tre anziani dotati di virtù, che desiderano ormai passare a miglior vita, visto lo stato miserando in cui si vive nel mondo attuale: sono Corrado da Palazzo (bresciano: fu podestà a Firenze nel 1276. Era lodato per la sua liberalità), il buon Gherardo (Gherardo da Camino, capitano generale di Treviso) e Guido da Castello, quest'ultimo meglio conosciuto come il semplice Lombardo (era ancora vivo ai tempi di Dante: di lui sappiamo molto poco. Dante lo citò in termini lusinghieri nel suo Convivio). Si può concludere che la Chiesa cade nel peccato, volendo tenere in sé i due poteri temporale e spirituale (a dire il vero, cade in peccato anche l'Imperatore o lo Stato, visto che vogliono assumere su di sè pure loro questi due poteri). Dante dice di capire perché i sacerdoti ebrei furono esclusi dall'eredità dei beni temporali. Tuttavia, chiede a Marco Lombardo chi sia il Gherardo di cui parla. L'altro ribatte che Dante dovrebbe conoscerlo: sua figlia si chiama Gaia4. A questo punto, Marco Lombardo si congeda dai due poeti, in quanto vede attraverso il fumo la luce del sole e deve allontanarsi prima di apparire all'angelo che si trova lì. Il penitente se ne va senza aggiungere altro.

    IL DANTE DI NAGAI

    Nel manga, Dante, quando entra nella Cornice degli Iracondi, dice di sentire in lontananza una melodia di voci che cantano: per la verità, sono le voci che cantano l'Agnus Dei. Ma Nagai non lo specifica, parlando di un generico "canto". Inoltre, Dante non dice mai il suo nome alle anime che incontra: non lo ha mai fatto nemmeno all'Inferno. Qui invece, nel manga, dice subito a Marco Lombardo che lui si chiama Dante. Inoltre, ancora una volta si esclude l'intervento divino: Dante, infatti, dice a Marco Lombardo che "c'è una ragione se ho attraversato l'inferno e ora mi trovo qui. Anche se aspiro a raggiungere un luogo ancora più elevato." Cioè, un bel giorno tu, Dante, ti sei mosso di buona lena e alè, sei arrivato attraverso l'Inferno fin qui, poi, con un altro pò di buona volontà, alè, arrivi anche in Paradiso. Basta solo sforzarsi un pò, sai che roba. Insomma, qui Dante fa tutto lui, e l'intervento divino non è neanche nominato. Inoltre, Marco Lombardo sembra uno che non ha combinato niente di male: nel manga dice che "in passato gli uomini non badavano solo a soddisfare i loro desideri, ma coltivavano le virtù morali, quelle doti alle quali anch'io ho sempre cercato di essere fedele." E allora perchè sei finito lì? :huh: In ogni caso, anche il Marco Lombardo del poema di Dante non racconta delle sue colpe: forse perchè un iracondo si vergogna di raccontare i suoi episodi. In ogni caso, alla fine del Canto, Marco Lombardo sembra che si spazientisca perchè non risponde chiaramente all'ultima domanda di Dante. Questo ultimo passaggio nel manga non c'è. Anche il Dante del manga chiede a Marco Lombardo del perchè del male del mondo, ma non fa cenno a "influenze celesti": piuttosto si mette quasi ad accusare Dio, perchè dice: "Perchè nascono uomini malvagi, se è stato Dio a creare l'uomo? Se è la volontà divina a governare l'universo, perchè vengono compiuti così tanti misfatti?" Come se fosse colpa di Dio il fatto che l'uomo sia cattivo o si comporti male, negando il libero arbitrio. Qui tutto il cristianesimo è travisato.

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    Dio crea l'uomo: lo ha creato male, allora? O nemmeno Dio è buono? Il Dante di Nagai, nelle sue domande, insinua questo pensiero. Nel manga, Dante, di fede in Dio ne mostra ben poca.


    Il Marco Lombardo del manga fa subito riferimento all'influenza degli astri, mentre Dante, sempre nel manga, non ne ha parlato: il dialogo così diventa confuso. Comunque, anche il Marco Lombardo del manga sostiene il libero arbitrio. Però dice che "la corruzione universale nasce dall'uomo": invece no, nasce dal diavolo, al quale l'uomo ha ceduto nella tentazione. Ma l'origine del male è nel diavolo, non nell'uomo. L'idea che la corruzione universale nasca dall'uomo è il pensiero orientale di Nagai: non quello di Dante, nè della Chiesa, nè del cristianesimo.

    BIBLIOGRAFIA

    https://divinacommedia.weebly.com/purgatorio-canto-xvi.html

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    1 Agnus Dei: Si tratta della frase di San Giovanni Battista, che presenta Gesù: "Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo" (Ecce agnus Dei, qui tollit peccata mundi). E' la stessa frase detta dal sacerdote al momento della Consacrazione nella Messa. Nella forma preconciliare, quando la Messa era in latino, si diceva tre volte l'Agnus Dei, che era seguito due volte dal miserere nobis (abbi pietà di noi) dei fedeli e una volta da dona nobis pacem (dona a noi la pace) dei fedeli.

    2 Platone sosteneva l'innatismo: è una filosofia in cui l'anima, al momento della creazione, ha già delle "idee innate", cioè concetti base (forme e modelli matematici di base non presenti nel mondo). Invece, Dante e il cristianesimo dicono che l'anima creata è una tabula rasa, non ha idee innate. Le idee - cioè il concetto di numero, oggetto, persona eccetera - si sviluppano nell'anima durante la vita, non prima.

    3 Dante esprime nel canto questo concetto parlando del Papa come il pastore che può "rugumar" (ruminare, cioè conoscere) le Sacre Scritture - e questo è un bene - ma "non ha l'unghia fessa", cioè non distingue l'autorità temporale dalla spirituale, e questo è un male. Questi termini un pò strani usati da Dante derivano dalla Bibbia: l'Antico Testamento, infatti, vietava ai fedeli ebrei di mangiare carne di animali che non abbiano queste due caratteristiche:
    - devono essere ruminanti
    - devono avere l'unghia fessa (cioè lo zoccolo diviso in due parti)
    Quindi gli animali che si potevano mangiare per gli ebrei erano, per esempio, i bovini, le capre, le pecore. Il maiale, anche se ha le unghie fesse, non è un ruminante, quindi era impuro e non si poteva mangiare. Ora, questo è stato interpretato in senso allegorico dai filosofi cristiani: la ruminazione, infatti, è vista come la capacità di interpretare la legge sacra (da leggere e rileggere in continuazione meditandola: quindi "ruminandola"). L'unghia fessa, invece, è vista come la capacità di distinguere tra bene e male. Dante, con tutta probabilità, intendeva quest'ultima come la capacità di distinguere tra il potere spirituale e quello temporale.

    4 Si è molto discusso sull'effettivo valore morale di questi tre personaggi presentati dal Lombardo (in più, il dannato Federico II), di cui Dante tace o ignora alcuni misfatti politici. Prevale comunque l'ammirazione per l'esercizio delle virtù cavalleresche in sè, in cui essi si distinsero, più che il loro stato spirituale. In particolare, Gherardo da Camino ebbe rapporti con Corso Donati, un famoso condottiero di Firenze: il che spiega lo stupore di Marco Lombardo alla risposta di Dante, che dice di non conoscerlo, nonostante il fatto che lui sia fiorentino come il Donati. Marco Lombardo indica Gherardo da Camino come padre di una certa "Gaia": forse è un esempio di corruzione delle generazioni (Gaia è l'antico nome pagano della Terra, tornato oggi in auge), sottolineando il contrasto tra il passato glorioso e il presente misero, come anche il fatto che il valore dei padri non è stato ereditato dai figli.

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SULL'ANALISI SU DANTE

    Edited by joe 7 - 7/6/2023, 14:47
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    Di questo canto ricordo un disegno in cui Dante e Virgilio camminano con l'iracondo e la spiegazione del contrappasso.
    Nel realizzare questo manga, Nagai ha fatto un miscuglio fra Cristianesimo e religione orientale.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 10/12/2022, 17:43) 
    Di questo canto ricordo un disegno in cui Dante e Virgilio camminano con l'iracondo e la spiegazione del contrappasso.
    Nel realizzare questo manga, Nagai ha fatto un miscuglio fra Cristianesimo e religione orientale.

    Infatti me ne rendo conto sempre di più, mano a mano che lo analizzo, che il manga di Nagai sulla Divina Commedia è un miscuglio di cristianesimo e religione orientale. D'altra parte, non essendo credente, non vedo come Nagai avrebbe potuto fare diversamente. Per capire fino in fondo la Divina Commedia bisognerebbe prima di tutto essere cristiani cattolici (i protestanti non credono nell'esistenza del Purgatorio, per esempio).
     
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    Anche in un anime che sto seguendo, c'é un miscuglio di Cristianesimo e Religione orientale, dove la seconda ha "la meglio" sulla prima, nonostante la storia si svolga in occidente.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 23/1/2023, 18:00) 
    Anche in un anime che sto seguendo, c'é un miscuglio di Cristianesimo e Religione orientale, dove la seconda ha "la meglio" sulla prima, nonostante la storia si svolga in occidente.

    Tra cristianesimo e religione orientale, in Oriente (ma anche in Occidente, eh) vince sempre la religione orientale. Che è più saggia, più tollerante, più aperta di quei buzzurri dei cristiani pieni di rigidità e complessi sessuali. E poi la religione orientale permette anche di andare a letto con chi ti pare, di guardare film pornografici senza sensi di colpa e di scegliere la divinità che ti pare. Sai che pacchia, per forza che vince sempre. Ma non è quella vera lo stesso.
     
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    Da dove viene la gif usata come chiosa ai danni del malgoverno sia politico che religioso?
     
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    CITAZIONE (berlicche677 @ 7/6/2023, 13:29) 
    Da dove viene la gif usata come chiosa ai danni del malgoverno sia politico che religioso?

    E' stato preso dall'OAV di Maris la poliziotta o "Maris the Supergal", il personaggio di uno dei racconti minori della Takahashi, che appartiene alla collana dei Rumic World. Il nome originale dell'OAV era Maris the Choujo, cioè Maris la Supergirl. E' comparsa solo lì.

    rum2

     
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    Oh grazie. La Takahashi è sempre stata una donna che ama le donne: le ha sempre disegnate sexy anche se non mi pare fosse lesbica. Bel cambiamento rispetto a altre autrici che fanno belle al massimo solo le maliarde cattive e le protagoniste delle brutte anatroccole o delle Maria Rossi che non si capisce che allure abbiano, lasciando la sensualità solo per i desiderati maschi (e indovinate per che motivo)
     
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    CITAZIONE (berlicche677 @ 7/6/2023, 14:50) 
    Oh grazie. La Takahashi è sempre stata una donna che ama le donne: le ha sempre disegnate sexy anche se non mi pare fosse lesbica. Bel cambiamento rispetto a altre autrici che fanno belle al massimo solo le maliarde cattive e le protagoniste delle brutte anatroccole o delle Maria Rossi che non si capisce che allure abbiano, lasciando la sensualità solo per i desiderati maschi (e indovinate per che motivo)

    I personaggi sexy della Takahashi sono tantissime. Le altre autrici, bè, proclamano la "riscossa delle ragazze non belle contro le belle", che è una costante. Per esempio, nel Sogno di Maya, Maya è uno zerbino, mentre Ayumi è una dea. Ma il bellissimo, ricchissimo, affascinantissimo, ricchissimo ed efebico (perchè i bellissimi lì sono tutti efebici) Masumi Hayami stravede solo per lo zerbino.
    E' una costante dei manga shojo. Ma Lamù e compagnia non sono manga shojo, ed è meglio così. ^_^
     
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