Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "I CANNIBALI DI GREEN SPOT" (Ivan)

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    Ivan
    Zagor
    By joe 7 il 8 June 2018
     
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    ZAGOR 141-144: I CANNIBALI DI GREEN SPOT (analisi di Ivan)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
    Disegni: Pini Segna

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 192-195 (usciti nel 1977). I numeri reali di Zagor sono: 141-144. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 141-144.

    TRAMA

    A Forte Overset, in Georgia, Zagor e Cico incontrano il colonnello Watford e il feroce cacciatore Jordan, vissito per molto tempo in Africa e chiamato dal colonnello per risolvere il problema degli schiavi neri fuggitivi. Infatti, da quelle parti, alcuni schiavi Masai, guidati dal loro capo, soprannominato Masai Killer, erano fuggiti dai campi di cotone dove lavoravano in schiavitù e si erano rifugiati nel territorio di Green Spot, con clima simile a quello africano. Zagor viene avvicinato da un uomo di colore che lo aveva riconosciuto come il suo salvatore nella storia "I mercanti di Schiavi". Questi gli fa sapere che i fuggitivi vogliono solo ritornare in Africa e Zagor si ripromette di aiutarli. Zagor, quindi, va a Green Spot, insieme a Cico e Jordan e affronta Masai Killer in un duello, uccidendolo. Poi lascia loro Cico come “ostaggio”, per garantire ai Masai il suo auto nelle trattative col colonnello Watford riguardo al loro ritorno in Africa. Ma, durante il viaggio di ritorno, Jordan, che desidera solo sterminare i Masai perchè li considera una razza inferiore, getta Zagor in un fossa colma di serpenti. Poi ritorna al forte da solo, raccontando che Zagor è stato ucciso dai Masai: guida così i militari a Green Spot in una spedizione punitiva. Cico è costretto a scappare perchè i Masai vogliono ucciderlo, dopo il "tradimento" di Zagor: ma intanto avviene una carneficina dei Masai. Zagor, però, anche se è stato ridotto in fin di vita, viene salvato dal Signore dei Serpenti, un uomo misterioso dotato di arti magiche, ma infetto dalla lebbra: in un'azione di magia cede la sua vita perchè Zagor sopravviva. Jordan viene smascherato da Zagor e ucciso a sangue freddo dal colonnello Watford.

    COMMENTO

    Episodio controverso. Nel referendum del 1981, fu votato come 2° storia più deludente del periodo. Eppure, personalmente, non l'ho mai trovata così malaccio; forse i lettori dell'epoca non videro di buon occhio certe originalità nella trama e la presenza di un disegnatore (Pini Segna) dal tratto insolito per Zagor.

    PREGI

    Affascinante l'ambientazione “africana”: una colonia di ex-schiavi neri Masai cerca di far riconoscere la propria autonomia in una terra ostile, ma il suo capo (Masai Killer, non molto originale come nome) sceglie i metodi peggiori per trattare coi bianchi: guerra e violenza. Un'originale variante del classico clichè del popolo-pellerossa-che-reclama-una-terra-su-cui-vivere. Da segnalare, nei testi, il ricorrente uso del termine “negro”, che a quei tempi non era ancora considerato un dispregiativo.

    Jordan è un antagonista funzionale. Cacciatore, esperto di guerre africane e razzista a tutto tondo. Dimostra anche una diabolica astuzia “diplomatica” quando vede nella morte di Zagor il pretesto giusto per istigare l'esercito ad una feroce rappresaglia contro la comunità di Green Spot. Da rilevare il suo compiacimento durante lo sterminio dei Masai nel finale. Di bastardi così se ne sono visti pochi, su Zagor.

    Ben realizzato lo scontro con Masai Killer. Zagor si annuncia con la solita apparizione “sovrannaturale” di grande effetto e Masai Killer sente minacciata la sua autorità, al punto da sfidare Zagor in duello per ripristinare il proprio carisma di capo. Nell'occasione, Zagor non si comporta in modo esattamente “sportivo” nello sparare ad un avversario ormai disarmato, ma vabbe'...

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    La fossa dei serpenti è una trovata narrativa molto forte. Agghiacciante la morte del Masai Kibaya, che fa da preludio alla successiva situazione in cui Zagor sembra destinato a fare la stessa fine.

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    Azzeccata la scelta di interrompere l'albo MASAI KILLER su un fortissimo climax: il destino di Zagor viene lasciato in sospeso dopo che il Nostro è stato morso da numerosi serpenti e l'albo finisce mentre è in pieno svolgimento il massacro nel villaggio Masai. Mi ricordo i trenta giorni di trepidazione in attesa di sapere come andasse a finire la storia: avevo davvero pensato che stavolta Zagor ci rimanesse secco! Nolitta si autocita due volte: la prima nella scena del massacro, che ricorda molto quello di "Sandy River", altrettanto particolareggiato nella sua crudezza, e la seconda, in proiezione futura: infatti, il sacrificio del Signore dei Serpenti può essere visto come una sorta di “prova generale” del rito di Keokuk in "Magia senza tempo". Entrambe sono tra le sequenze più memorabili della storia.

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    Formidabile anche la gag finale, con un Cico allo stremo della fame intento a cucinarsi un militare particolarmente idiota.

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    DIFETTI

    A prima vista, lo svolgimento appare molto nolittiano, con una buona caratterizzazione dei personaggi e un buon dinamismo nella narrazione...eppure c'è lo stesso qualcosa che non convince appieno nella coesione tra le varie parti del racconto. E' come se Nolitta non fosse stato del tutto convinto di questo soggetto ed avesse sopperito col mestiere alla mancanza di una genuina ispirazione. In primis, c'è una grossa incongruenza narrativa: Jordan ha interesse che la missione diplomatica di Zagor fallisca, a costo di ucciderlo personalmente...ma per ben DUE VOLTE gli salva la vita. Perché? Se Jordan non avesse sparato al Masai che stava per uccidere Zagor, o se l'avesse lasciato cadere nel trabocchetto mortale, il risultato sarebbe stato IDENTICO al far morire Zagor nella fossa dei serpenti. Qui Nolitta si è decisamente dimenticato di motivare l'improvviso cambio di atteggiamento di Jordan tra il PRIMA e il DOPO le trattative nel villaggio Masai (che in teoria non avrebbero dovuto spostare di una virgola i propositi iniziali di Jordan).

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    Il Signore dei Serpenti irrompe di punto in bianco nella narrazione, senza alcuna premessa. Un vero e proprio Deus Ex Machina che compare dal nulla, giusto per salvare la pellaccia a Zagor da una situazione senza altre possibilità di sblocco. Almeno l'esistenza di questo personaggio andava anticipata in qualche modo ai lettori, anche solo come presenza soltanto nominata. Un po' forzata poi l'apparizione di Zagor a Jordan come “fantasma”. Per come era stato presentato, Jordan non sembrava proprio il tipo da lasciarsi suggestionare così facilmente (soprattutto considerando che lui NON aveva visto Zagor morto).

    PINI SEGNA, IL DISEGNATORE

    Esordio su Zagor di Pini Segna, disegnatore in genere poco stimato dai puristi zagoriani...ma per il quale rinnovo ancora una volta il mio apprezzamento. Tecnicamente era ben preparato, e possedeva anche un notevole gusto estetico; a penalizzarlo direi che sia stato il suo particolare stile nel disegnare le FIGURE (snodate come marionette, e talvolta pure anatomicamente sproporzionate) e i VOLTI (caricaturali e spesso incostanti da una vignetta all'altra).

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    Questo è un bellissimo Zagor, molto ferriano... ^_^


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    ...questo invece è da crocifissione in sala mensa. :(


    Inoltre, va detto che a Pini non è mai stato concesso di associare il proprio nome a qualche storia-capolavoro dal punto di vista dei TESTI, rimanendo coinvolto nel flop generale di quegli episodi. A mio avviso, il suo contributo alla collana può essere riassunto più o meno così:
    • Una storia buona: "Viaggio senza ritorno"
    • Una storia discreta: "I cannibali di Green Spot"
    • Tre storie mediocri: "Fantasmi", "L'uomo invisibile", "Il profeta"
    Nessun episodio stratosferico, insomma, e si sa che l'alta qualità delle storie induce a sorvolare su certe perplessità dello stile grafico (più difficile che accada il contrario). Tuttavia, da qui a bollare come “scarso” un bravo professionista come Pini ce ne passa. Aveva uno stile “non adattissimo a Zagor”, questo forse sì...ma all'epoca le valide alternative a Ferri e Donatelli non erano poi molte. E, secondo me, Pini ha sempre svolto onorevolmente questo difficile incarico. Impresa mica per tutti.

    Storia: 7,5
    Disegni: 7

    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:14
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    La storia mi é piaciuta.
    Ho apprezzato molto il rimando alla storia "antica" dei mercanti di schiavi tramite il cameriere di colore.
    Ben caratterizzato Jordan, che poi si rivela il vero villain della storia, nonostante le circostanze indicassero come tale l'altrettanto feroce Masai Killer.
    Mitico Cico, che oltre all'esilarante sequenza finale, ci offre una fuga davvero cartoonesca dal villaggio masai, che stempera la drammaticità della situazione.
    Il Signore dei Serpenti é un gran personaggio e la sequenza in cui compie il rito mi ha davvero impressionato.
    L'apparizione di Zagor a Jordan come spettro é una vera chicca, che recupera un aspetto del personaggio ormai dimenticato.
    Infine, il fatto che Zagor non riesca ad impedire il massacro dei neri lo vedo come un'anticipazione a Mister No.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 29/8/2021, 12:31) 
    Infine, il fatto che Zagor non riesca ad impedire il massacro dei neri lo vedo come un'anticipazione a Mister No.

    L'impotenza dei personaggi nelle varie circostanze è una caratteristica di Nolitta, al quale a volte piaceva fare "il personaggio impotente contro forze più grandi di lui, per rendere la storia più reale e credibile". Lo stesso si può dire di Ken Parker, Dylan Dog, eccetera: è una tendenza comune.

    E' un punto di vista, però, che non mi è mai piaciuto. L'ho sempre trovato errato.

    In una storia, il personaggio dovrebbe essere quello che noi vorremmo diventare (coraggiosi, positivi, che riescono a raggiungere alla fine l'obiettivo anche attraverso sofferenze). Non un documentario storico che diventa un elogio alla rassegnazione.
     
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    "Green Spot" avrebbe dovuto chiamarsi l'albo, perché di cannibali non ce ne sono, solo Cico rischia di diventarlo in una gag molto riuscita! È una storia che non si dimentica, nel bene e nel male, sicuramente per il disegnatore che ritrae corpi plastici michelangioleschi e serpenti simili a draghi feroci. Forse non tutti i lettori di Zagor erano abituati a vedere uomini che sputano sangue prima di morire o perdono pezzi di carne dal volto. Quello del Signore dei Serpenti mi impressionò tantissimo.
    Ho un dubbio riguardo la famosa fossa dei serpenti. Certo è una bella e originale trovata dal punto di vista fumettistico. Ma non capisco come è fatta questa fossa. Deve essere un canalone molto lungo, se qualcuno per attraversarlo ha pensato di mettere una passerella, anziché aggirarlo. Allora perché quelli che ci cadono dentro non cercano di sfuggire, semplicemente correndo? Mi chiedo anche di cosa vivano queste centinaia di rettili che ci abitano. Piuttosto strano è anche il comportamento di Kibaya, che non vuole attraversare la fossa, mentre deve averlo fatto poco prima per cacciare il cervo.
    Pini Segna ha reso più volte "omaggio" a Ferri e una volta almeno anche a Bignotti.
    Precisamente ha disegnato all'interno dell'episodio questi Zagor presi dalle copertine.
    Ne "I cannibali" c'è lo Zagor de "I vendicatori", "Zagor il ribelle" ( due volte), "Odissea americana".
    In "Masai killer" c'è lo Zagor de "Lo sceicco nero", "Le montagne selvagge"," La nebbia infernale".
    Ne "Il signore dei serpenti" c'è lo Zagor di "Bandiera nera", "Angoscia" e c'è lo Zagor di una scena famosa de"L'ultima vittima" disegnata da Bignotti.
    Chi li trova tutti è uno zagoriano doc!
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 15/4/2022, 22:13) 
    "Green Spot" avrebbe dovuto chiamarsi l'albo, perché di cannibali non ce ne sono, solo Cico rischia di diventarlo in una gag molto riuscita! È una storia che non si dimentica, nel bene e nel male, sicuramente per il disegnatore che ritrae corpi plastici michelangioleschi e serpenti simili a draghi feroci. Forse non tutti i lettori di Zagor erano abituati a vedere uomini che sputano sangue prima di morire o perdono pezzi di carne dal volto. Quello del Signore dei Serpenti mi impressionò tantissimo.
    Ho un dubbio riguardo la famosa fossa dei serpenti. Certo è una bella e originale trovata dal punto di vista fumettistico. Ma non capisco come è fatta questa fossa. Deve essere un canalone molto lungo, se qualcuno per attraversarlo ha pensato di mettere una passerella, anziché aggirarlo. Allora perché quelli che ci cadono dentro non cercano di sfuggire, semplicemente correndo? Mi chiedo anche di cosa vivano queste centinaia di rettili che ci abitano. Piuttosto strano è anche il comportamento di Kibaya, che non vuole attraversare la fossa, mentre deve averlo fatto poco prima per cacciare il cervo.
    Pini Segna ha reso più volte "omaggio" a Ferri e una volta almeno anche a Bignotti.
    Precisamente ha disegnato all'interno dell'episodio questi Zagor presi dalle copertine.
    Ne "I cannibali" c'è lo Zagor de "I vendicatori", "Zagor il ribelle" ( due volte), "Odissea americana".
    In "Masai killer" c'è lo Zagor de "Lo sceicco nero", "Le montagne selvagge"," La nebbia infernale".
    Ne "Il signore dei serpenti" c'è lo Zagor di "Bandiera nera", "Angoscia" e c'è lo Zagor di una scena famosa de"L'ultima vittima" disegnata da Bignotti.
    Chi li trova tutti è uno zagoriano doc!

    Mi fido della tua parola, quindi non li cerco. ^_^ Pini Segna è stato un disegnatore particolare che, bene o male, ha lasciato il segno: le sue anatomie strane e i suoi personaggi plastici di Green Spot o Fantasmi restano comunque impressi. Riguardo alle incongruenze, adesso non me le ricordo, ma se non ci avevo fatto caso vuol dire che leggendo la storia non me n'ero accorto e questo è già un buon segno. Se la storia ti fa dimenticare le incongruenze, secondo me, significa che è stata raccontata bene. Non che sia questo capolavoro "Green Spot", ma ha fatto comunque il suo onesto mestiere di storia.
     
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