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  1. ZAGOR: UNO STILE NARRATIVO CHE NON ESISTE PIU' (seconda parte)

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    Zagor
    By joe 7 il 5 Sep. 2022
     
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    ZAGOR: UNO STILE NARRATIVO CHE NON ESISTE PIU' (seconda parte)
    Posto qui la seconda e ultima parte di un articolo che si basa sulle osservazioni di Ivan e Puro Veleno del forum Spirito con la scure. La prima parte si trova qui.

    "COME" SI RACCONTA E' PIU' IMPORTANTE DI "COSA" SI RACCONTA

    La filosofia di fondo di un fumetto può anche essere detta: "come si racconta un fumetto". Se ci si appiglia solo al "COSA" raccontare, allora va bene tutto e gli autori possono difendersi con frasi del tipo: "ma anche Nolitta faceva così". Per esempio: "ma anche Nolitta ha fatto scontrare Zagor con mostri, maghi e alieni"; "ma anche Nolitta ha fatto avere delle love story a Zagor"; "ma anche Nolitta ha fatto compiere a Zagor acrobazie sovrumane"; "ma anche Nolitta ha fatto agire Zagor come un investigatore stile Sherlock Holmes", e così via. E' inutile parlare di cosa viene raccontato: si deve parlare piuttosto di COME questo viene raccontato. Zagor è un contenitore di generi narrativi (western, fantascienza, horror, eccetera), ma non di stili narrativi: l'unico stile narrativo adatto a Zagor è quello di Nolitta. Altrimenti si otterrebbe solo un Dylan Dog o un Tex o uno Sherlock Holmes in casacca rossa. Non il vero Zagor, comunque. Facciamo un esempio. Immettere un genere “insolito” come il fantasy va bene: ma, se lo immetti senza rispettare lo stile nolittiano, ottieni un effetto grottesco, come il recente "Ombre su Golnor".

    Ombre-su-Golnor
    OMBRE SU GOLNOR! Il ritorno del cattivissimobanalissimo!


    Da qui è facile decadere al trash più totale, trascurando completamente lo stile narrativo nolittiano. Dire "ma anche Nolitta faceva le stesse cose che faccio io!" è un tentativo di difesa deludente, che non tiene in considerazione la differenza tra il "COSA" raccontare e il "COME" raccontarlo (che per uno scrittore dovrebbe invece essere la nozione basilare del mestiere, ciò che identifica uno stile narrativo peculiare). Chi si appiglia ad argomentazioni del genere dà l'impressione che per lui scrivere una storia di Zagor sia la cosa più facile del mondo: "Beh? Il mio Zagor ha la casacca rossa, ha la scure, vive a Darkwood, ha per compagno un mangione messicano...Cosa ha di diverso dallo Zagor di Nolitta?" No, non ci siamo proprio. Tra tutti i personaggi a fumetti, Zagor è uno dei più difficili da realizzare: richiede una sensibilità particolare. Se un autore crede di rifarsi a dei canoni fissi, sbaglia già l'approccio iniziale. Ciò che rendeva lo Zagor di Nolitta così attrattivo, è proprio lo STILE con cui venivano narrate le storie, non certo le caratteristiche (quasi ridicole e infantili, proprio anni '60) su cui poggiavano le sue impostazioni di partenza. E ha ragione anche chi dice che pure lo "stile di Nolitta" non è una caratteristica inquadrabile in uno schema preciso: anche quello si è evoluto/differenziato nel tempo. Lo stile di "La foresta degli agguati", la sua prima storia, non è certo lo stesso stile di "Magia senza tempo" la sua ultima storia. Quindi, a cosa possiamo fare riferimento, parlando dello "Zagor di Nolitta"? Convenzionalmente, direi alla cosiddetta GOLDEN AGE, cioè al periodo di massima maturazione di Sergio Bonelli come scrittore (ufficialmente, l'arco di narrazioni che parte da "Zagor contro il vampiro" a "Tigre!"). Periodo che, guarda caso, è unanimemente ricordato da quasi tutti i lettori come il più rappresentativo dell'intera collana. Quindi non ho remore ad affermare che QUELLO dovrebbe essere il modello di riferimento per qualunque autore che voglia cimentarsi con questo difficilissimo personaggio.

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    Il momento magico di Zagor fu dal numero 85 al numero 138: circa 50 numeri consecutivi, entrati nella leggenda del fumetto italiano.


    Rilevo che la mia medesima insoddisfazione è condivisa anche da molti degli altri lettori storici. Questo non è affatto un buon segno, anche se gli amministratori sembrano volerlo ignorare o ridimensionare ostentando una "grande salute della collana". Un proclama ottimistico su cui ci sarebbe qualcosina da ridire. Infatti, Zagor resta ancora a galla non perché è fatto così, ma nonostante sia fatto così. Quindi gli amministratori hanno poco da crogiolarsi sui confortanti – quanto fuorvianti – dati di vendita (le centinaia di lettori persi ogni anno non mollano la collana per eccesso di soddisfazione, eh!) Secondo, me urge una drastica inversione dell'andazzo, un ritorno a quel fascinoso Zagor nolittiano dove si dava più importanza al "COME" raccontare piuttosto che al "COSA" raccontare. L'esatto contrario dello Zagor attuale, insomma.

    ZAGOR NON FA PARTE DEL MONDO REALE. MA OGGI GLI SCENEGGIATORI SE LO DIMENTICANO

    Vorrei anche aggiungere una nota importante su Zagor, anch'essa trascurata dagli sceneggiatori di oggi. Noi lettori sappiamo bene che la Storia Reale ha decretato il fallimento degli ideali di Zagor: nella realtà, i bianchi e gli indiani non hanno mai raggiunto un accordo di pacifica convivenza, e alla fine il popolo pellerossa è stato annientato quasi completamente. Tuttavia, il microcosmo di Zagor è scollegato dalla Storia Reale: si tratta di un passato immaginario, ucronico, un "What if" in cui possono accadere fatti di finzione senza che nessun lettore debba rilevarli come "storicamente inaccurati" (a differenza di quelli rappresentati su Tex, ad esempio). In questo universo fittizio esiste ancora la possibilità che i bianchi e gli indiani arrivino a convivere pacificamente, e ciò dà un senso agli sforzi di Zagor. Per questo, sono contrario all'operazione - in corso negli ultimi anni - di rendere il fumetto Zagor sempre più conforme alla realtà storica, connotandolo di date precise, luoghi documentati e personaggi realmente esistiti. Nolitta non lo ha creato così. Gli anacronismi e le contraddizioni storiche di Zagor non erano "errori", ma solo elementi che permettevano di spaziare con la fantasia senza attenersi ai rigidi vincoli del realismo puro. Così Zagor non incontra Buffalo Bill e il suo Wild West Show, bensì l'inesistente Rod Mac Carthy e il suo (altrettanto inesistente) Indian Circus.

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    Non incontra il capo storico dei Seminoles Osceola, bensì il suo corrispettivo immaginario, Manetola.

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    In Ora Zero, non parla col presidente Jackson, bensì con un "presidente" generico della imprecisata epoca in cui si svolgono le avventure di Zagor.

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    non incontra il colonnello Chivington al Sand Creek, bensì il maggiore Raskin al Sandy River...e così via. Tutto in linea con lo spirito ucronico della collana. E fin qui tutto OK.

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    Ma se su Zagor compaiono i VERI Poe, Darwin, Stevenson etc...allora quel mondo fittizio crolla. Perchè, a questo punto, devo necessariamente considerare come "errori" tutti gli anacronismi e le inesattezze storiche apparse in precedenza. Non è più "Zagor", ma è un personaggio che si muove nel mondo che conosco, il mondo reale. :huh: Quindi, paradossalmente, più si cerca di conformare Zagor al realismo storico, più le sue storie appaiono irrealistiche, non credibili. Viene a mancare quell'anima "sognatrice" che caratterizzava le storie di Nolitta, quella che mi permetteva di credere in un mondo in cui i crimini commessi nella Storia Reale potessero ancora essere puniti, cosicché i bianchi e gli indiani potrebbero finalmente arrivare a convivere in pace, grazie anche agli sforzi di un coraggioso boscaiolo in casacca rossa. Senza quest'anima sognatrice, non riconosco più lo Zagor che avevo amato. Ok, ha ancora lo stesso nome e la casacca rossa, ma nell'essenza è diventato qualcosa di molto diverso. Emozionalmente è un manichino di plastica, ed editorialmente è solo un banale fumetto come tanti altri, senza qualità di spicco. Non lo ricordo affatto così. E devo necessariamente chiedermi perché. :huh: E qui arriviamo alla conclusione.

    PERCHE' MAI DOVREI COMPERARE ZAGOR?

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    Vale la pena comperare lo Zagor di oggi come quando si comperava lo Zagor classico?


    Editorialmente, oggi Zagor è solo un banale fumetto d'avventura come tanti altri, senza (o meglio, senza più) qualità di spicco. Questo per dire che le caratteristiche – tipicamente nolittiane – che rendevano Zagor un fumetto "di spicco" rispetto agli altri fumetti dell'epoca, sono state col tempo epurate (in modo consapevole o accidentale) dai vari curatori ed autori post-nolittiani. Insomma, queste qualità di spicco prima c'erano e adesso non ci sono più. E senza di esse, Zagor è diventato un fumetto "normale", privo di caratteristiche peculiari irritrovabili in altri fumetti. Detto in sintesi, Zagor ha perso la sua unicità. Perché quindi oggi dovrei cercare proprio in Zagor le medesime cose che posso trovare in Dylan Dog o in Diabolik o nei fumetti Marvel? Ridatemi lo Zagor "fumetto speciale" come lo era una volta, e si tornerà a parlare di acquisto irrinunciabile. Diversi collezionisti, recentemente, in alcuni blog hanno espresso il loro dissenso sulla gestione scriteriata di Zagor in termini piuttosto forti:

    "...temo che arriverà il giorno in cui non solo non mi recherò più in edicola, ma andrò anche all'isola ecologica con centinaia di albi troppo deludenti di Zagor, buoni giusto per la raccolta differenziata della carta

    "Personnally I decided not to order Zagor regular from Italy. I can afford to wait 4 years to be published in Turkish. I dont care about Jenny, the monsters etc..."

    Beh, nel rapporto tra Lettore ed Editore non si dovrebbe mai arrivare a provvedimenti estremi come l'abbandono della collana; oggi esistono varie alternative per manifestare la propria insoddisfazione (forum, mail, etc). Il problema è che il destinatario minimizza i segnali di dissenso o li scansa sistematicamente, e così al povero lettore ignorato (e pure deriso e anche offeso come "detrattore" e simili) non rimane che il boicottaggio. Una misura drastica, certo, ma istigata dalla miopia degli amministratori, che si ostinano testardamente a proseguire sulla strada da loro intrapresa, nonostante l'evidenza che si tratta di un vicolo cieco. Queste cose non sembrano essere tenute in considerazione dagli amministratori della collana, che a quanto pare sono convinti che i lettori acquisteranno all'infinito qualsiasi roba abbia impresso in copertina il logo "Zagor" indipendentemente dalla sua qualità di realizzazione. Questa è una mentalità sconcertante e irrispettosa, oltre che una politica editoriale suicida. Da parte mia, ho già detto che da tempo non compro più albi di Zagor senza prima averli letti...ma dopo essersi sorbito Ombre su Golnor, il mio amico presta-fumetti è andato in escandescenze sentendosi pigghiato pe'cculu e ha deciso di troncare gli acquisti. Così adesso mi tocca trovare un altro allocc...ehm, un altro completista compulsivo per farmi prestare gli inediti. Insomma, sono tempi duri anche per gli scrocconi. :( Questa digressione semiseria è stata fatta per dire che la situazione editoriale di Zagor è assai preoccupante, se persino i collezionisti più accaniti cominciano a mollare per esasperazione. E non si può certo dargli torto, vista la roba che si ritrovano in mano, dopo averla pagata a caro prezzo. Ovviamente, 4,40 euro al mese non mandano in fallimento finanziario un lettore; sto parlando in generale del rapporto Spesa/Soddisfazione. Per capirci, anche comprare una caramella diventa una spesa superflua, se questa caramella ha un cattivo sapore. Per esempio: di recente mi è capitato di comprare il volume di Sin City "Un'abbuffata di morte", di Frank Miller. Un autentico spasso. Non so da quanto tempo un fumetto non mi coinvolgeva così tanto fin dalla prima lettura. Il prezzo? 4 euro, grossomodo poco meno di un albo di Zagor...ma con una differenza abissale nel rapporto Spesa/Soddisfazione. Ecco: gli stessi 4 euro spesi per l'albo Ombre su Golnor (et numerosi consimili) possono essere investiti in un prodotto che mi procura immensa gioia, invece di procurarmi depressione per come è caduto in basso il mio fumetto d'infanzia preferito. E a quel punto un pensierino sul come investire al meglio i miei risparmi mi viene naturale (e non solo a me, credo). =_= Se la collana andrà in crisi di vendite, le responsabilità del tracollo saranno ben precise: i lettori hanno fatto di tutto per lanciare preventivamente segnali del loro malcontento, prendendosi pure il disturbo di suggerire come eseguire un più sensato cambio di rotta. Hai voluto ignorarli e ti sei andato a schiantare, caro editore/curatore/autore? E' stata solo colpa tua, e allora adesso di che ti lamenti? =_=

    QUI TUTTI I LINK SU ZAGOR
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    Anche io letto qualche storia moderna di Zagor e non posso certo definirle soddisfacenti.
    Purtroppo gli editori occidentali ignorano le opinioni dei lettori e così le testate chiudono a raffica.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 5/9/2022, 17:37) 
    Anche io letto qualche storia moderna di Zagor e non posso certo definirle soddisfacenti.
    Purtroppo gli editori occidentali ignorano le opinioni dei lettori e così le testate chiudono a raffica.

    Sono storie che ci vengono imposte, non storie che ci vengono proposte, come era un tempo, quando c'era maggior varietà narrativa. Il fatto che di fumetti in Italia adesso ci sia sostanzialmente la Bonelli e poco altro (Topolino, Diabolik, Alan Ford) inevitabilmente impoverisce l'offerta.

    La Bonelli è l'unico gigante del settore e lo sa: quindi si sente libera di imporre le narrazioni che desidera. Ma è una mossa perdente che farà perdere sempre più lettori. Lo stesso stanno facendo la Marvel e la DC.

    E questo è uno dei motivi del successo dei manga: infatti non impongono i loro fumetti a nessuno, li propongono soltanto, con una grandissima varietà narrativa.

    Tutta un'altra cosa rispetto al deserto dei tartari che è diventato il fumetto non giapponese.
     
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    Che poi, ho notato che oggi si tende a fare storie lunghe e tortuose, mentre le storie semplici di una volta si leggono più volentieri.
    Riguardo i manga...in agosto mi ha dato più soddisfazione il volume 13 di Agente 008 che i due numeri dell'Uomo Ragno.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 6/9/2022, 22:33) 
    Che poi, ho notato che oggi si tende a fare storie lunghe e tortuose, mentre le storie semplici di una volta si leggono più volentieri.
    Riguardo i manga...in agosto mi ha dato più soddisfazione il volume 13 di Agente 008 che i due numeri dell'Uomo Ragno.

    Il manga ha una narrazione semplice, senza mai essere banale: è uno dei segreti del suo successo. Va dal punto A al punto B, nel modo più coinvolgente - e chiaro - possibile.

    Tutta un'altra cosa dalle storie attuali e complicate di Tex, Zagor, perfino di Topolino. Per non parlare della Marvel o DC. Seguono tutti l'impostazione: più ci mettiamo roba nel minestrone, più sarà buono. Invece, più si mette roba nel minestrone, più fa schifo. Tutti i cuochi lo sanno.

    Oppure, all'opposto: storie semplicissime e nello stesso tempo banalissime, appassionanti come un vocabolario.
     
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    Su YT ci sono numerosi video che stroncano senza pietà il nuovo numero della testata, intitolato "Yellow Rocks".
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 9/9/2022, 18:29) 
    Su YT ci sono numerosi video che stroncano senza pietà il nuovo numero della testata, intitolato "Yellow Rocks".

    Accidenti, te ne sei accorto anche tu? E' una strage, mai vista prima una roba simile. In effetti, è davvero una storiella brutta. Qui si è toccato il fondo. Ma temo che alla Bonelli non la capiranno mai e andranno avanti come se non fosse successo niente. Un giorno si inzuccheranno.
     
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    Piccola domanda come si distingue una storia PROPOSTA da una IMPOSTA?
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 9/10/2022, 10:53) 
    Piccola domanda come si distingue una storia PROPOSTA da una IMPOSTA?

    Se ti danno da leggere solo delle storie brutte, allora sono storie "imposte".

    Se ti danno da leggere invece delle storie brutte o delle storie belle e hai la possibilità di sceglierle, sono storie "proposte".
     
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