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  1. ZAGOR: INTERVISTA A FERRI

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    Ferri
    Zagor
    By joe 7 il 12 Feb. 2021
     
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    INTERVISTA A NOLITTA - 3
    IL LAVORO DI FERRI SU ZAGOR: INTERVISTA AL DISEGNATORE
    (Qui il precedente post)

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    Autoritratto di Gallieno Ferri, il disegnatore principale di Zagor


    Qui abbiamo una breve intervista a Ferri, il disegnatore e cocreatore di Zagor, presa da "Tutto Zagor" 2, datato Luglio 1986. In quel periodo, Nolitta/Sergio Bonelli aveva già abbandonato Zagor e siamo nel periodo di Toninelli e Canzio: abbiamo quindi una valanga di mercanti di fucili e trafficanti di whisky, una valanga di scene con Zagor il tonto che volta sempre le spalle al cattivo di turno e in genere viene salvato dall'amico X che compare all'improvviso. Oppure inciampa sempre ad ogni sassolino sulla strada e le prende anche da un barman, manco fosse un rachitico. Non parliamo del Cico palladilardo. Di conseguenza, è un'intervista, per quanto breve, che riassume tutto il periodo di Nolitta ormai concluso per sempre.

    Ferri, le tavole delle prime storie di Zagor erano, rispetto a quelle successive, e ancora più a quelle attuali, molto più "lavorate", molto più "piene". Come mai questo cambiamento?

    Beh, in parte la naturale evoluzione che ogni disegnatore attraversa (guai se non fosse così), la cosiddetta "pienezza" di quelle tavole aveva uno scopo ben preciso: a quell'epoca io ero, in Italia, praticamente un esordiente, ma non così in Francia, dove lavoravo da tempo ed ero già, posso dirlo, famoso (con le serie "Tom Tom", "Thunder Jack" e soprattutto "Maskar", che fu pubblicato anche nel nostro Paese). E il mercato francese, appunto, richiedeva quel tipo di disegno molto "ricco", specialmente dal punto di vista scenografico. L'incontro con Sergio Bonelli e con Zagor favorì molto rapidamente quell'evoluzione di cui parlavo e che essenzialmente tendeva (e tende tuttora) al dinamismo e all'azione, sacrificando magari qualche particolare, ma guadagnando in leggibilità, in scorrevolezza. Che sono poi le caratteristiche fondamentali del fumetto.

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    Maskar, una creazione di Ferri. I richiami all'Uomo Mascherato sono evidenti: inoltre, la "M" richiama quella che avrà Supermike sul petto.


    Parliamo di Cico: dagli inizi a oggi non è cambiato molto (solo un pò ingrassato), ma che fine ha fatto quel suo enorme sombrero?

    Prima di tutto, non sono d'accordo che Cico non sia cambiato molto: a parte le dimensioni, direi che il piccolo messicano si è via via "umanizzato", trasformandosi da generica "spalla" buffa dell'eroe a vero amico di Zagor, con una sua psicologia ben definita. Con il disegno ho cercato appunto di rendere questa "crescita umana" del personaggio, di staccarlo a poco a poco dallo stereotipo, sia pure illustre (la figura del coprotagonista grasso e buffo deriva direttamente dal Sancho Panza di Cervantes, ed è stata ripresa un'infinità di volte: dal sergente Garcia di Zorro al Pancho di Cisco Kid, il bellissimo fumetto di Josè Luis Salinas). Quanto al sombrero, il motivo del suo progressivo rimpicciolimento e poi della sua scomparsa è molto semplice: prendeva troppo spazio, da solo riempiva quasi la vignetta!

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    L'evoluzione di Cico: dalla sua prima apparizione fino al suo aspetto definitivo.


    Sempre a proposito di Cico: tu sei l'autore degli "Speciali" a lui dedicati, che sono dichiaratamente comici. Che cosa preferisci disegnare, il comico o l'avventura?

    Il comico è molto più difficile, più impegnativo. Certo, gli special di Cico mi piacciono molto, ma non voglio per loro trascurare Zagor, dove peraltro c'è una buona dose di umorismo...così come nei "Cico" è presente l'avventura. Insomma, sono per una mescolanza ben dosata, che è poi una delle prerogative essenziali delle buone storie.

    COMMENTO

    Come si vede, Ferri è stato attento a caratterizzare Cico, dandogli quell'aspetto che conosciamo, in collaborazione con Bonelli. Inoltre, il disegnatore aveva ben presente il concetto di mescolare il comico con l'avventuroso, proprio come Nolitta: quindi abbiamo un esempio raro di sintonia tra sceneggiatore e disegnatore, simile a quello classico tra Stan Lee e Jack Kirby. In particolare, il periodo in cui era stato Ferri a disegnare e sceneggiare è stato breve, ma significativo (qui sotto c'è l'elenco dei commenti alle sue storie, col link incorporato).

    2: IL TOTEM SCOMPARSO (Joe7)
    2-3: L'UOMO VOLANTE (Joe7, Ivan)
    3: ACQUE PERICOLOSE (Joe7)
    3-4: L'ORO DEL FIUME - CORVO GIALLO (Joe7)
    4-5: I DUE SOSIA (Joe7)
    5: IL DOMATORE DI ORSI (Joe7)
    5-6: GLI SCHIAVI DELLA MINIERA (Joe7)

    Il modo di raccontare di Ferri era molto sbrigativo, pieno di colpi di scena e momenti clou che rendevano la storia piuttosto dispersiva e frenetica. Comunque molte sue tendenze sono state utili a Nolitta per meglio caratterizzare Cico e Zagor. Per esempio, la presenza di avversari assurdi: i primi avversari "strani", cioè l'uomo volante Marcus e il sosia di Zagor, sono farina del sacco di Ferri (forse è per questo che Nolitta non li utilizzerà mai). Non solo: sarà proprio Ferri a inaugurare la prima fanciulla in pericolo della serie: Norma, la prigioniera di Marcus.

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    E Cico, sin dalla prima storia di Ferri, è caratterizzato come un pasticcione con tanto di brutta indiana innamorata di lui. E questa sarà una costante: Cico avrà tante orrende indiane chiamate Fior di Zucca che spasimeranno per lui!

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    Anche la prima canzoncina di Cico sembra essere opera di Ferri.

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    Inoltre, le gag di Ferri - spettacolari - si sposavano benissimo con quelle di Nolitta. Ferri e Nolitta erano fatti per intendersi. ^_^

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    Per non parlare dello scontro che ha fatto Ferri tra Cico e Arturo il canguro, ricordato dagli appassionati ancora adesso dopo più di cinquant'anni.

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    Inoltre, è stato Ferri ad inaugurare i primi viaggi di Zagor fuori da Darkwood, in "Corvo Giallo". Quindi Ferri non è stato solo un disegnatore: è stato anche un cocreatore, perchè aveva capito bene lo spirito dei personaggi di Zagor e Cico.

    MA TUTTE QUESTE STORIE ERANO SOLO IL FRUTTO DI FERRI?

    No, anche qui era intervenuto Nolitta, almeno a livello di dialoghi, sembrerebbe. E' difficile dire esattamente cosa fu opera di chi, ma si può avere un'idea dalla domanda che fecero a Nolitta al riguardo su Tutto Zagor n.4, e che presento qui, inserendo i passi più importanti.

    Un lettore aveva scritto a Nolitta: "Come mai, a partire dal numero 2, all'inizio di alcuni episodi c'è scritto: "Testi e disegni di G. Ferri"? Un errore oppure, veramente, tu, già dopo il numero 1, ti eri stufato di scrivere i testi e hai abdicato? Forse...ma il dubbio è accresciuto dal fatto che, in moltissime battute di questi stessi episodi ho riconosciuto l'inconfondibile stile di Nolitta"

    Questa la risposta dell'autore.

    "Bene, speravo davvero che una lettera del genere mi arrivasse, per aver modo di spiegare, dopo tanto tempo, che cosa accadde realmente. Comincio a dire che non mi ero affatto "stufato" (così presto sarebbe stato un pò assurdo). No, c'è una ragione molto terra-terra per quel che successe, una ragione di carattere "storico-aziendale". Data la struttura artigianale della Casa Editrice, dovevo fare un pò tutto io, e in quel periodo, ricordo, molti problemi contingenti richiedevano la mia opera più come "amministratore" che come scrittore. Insomma, abbandonai (temporaneamente) Zagor per dedicarmi a conteggi, fatture, contratti e altre cose altrettanto noiose. A Zagor, purtroppo, potevo dedicare solo i ritagli di tempo, e li utilizzavo per studiare con Ferri un abbozzo di trama. Lui poi andava a casa (a Recco, vicino a Genova e quindi a una distanza che peggiorava la situazione) e faceva tutto, sceneggiatura e disegni. Per Ferri, un dannato lavoraccio. E mi sembra giusto, oggi, rendergli onore. Comunque, alla fine di questa insolita "collaborazione", io intervenivo per ritoccare i dialoghi, più che altro per dare omogeneità al "linguaggio zagoriano". E a proposito della maggior dose di umorismo, a quei tempi l'umorismo era una precisa richiesta del cosiddetto "mercato" (cioè del pubblico, cioè "vostra") e non potevamo non tenerne conto."

    Continua qui (intervista a Gianluigi Bonelli)

    QUI TUTTI I LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 5/5/2022, 23:23
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    Che differenza c'é fra il modo in cui la Bonelli trattava l'umorismo a quei tempi e adesso: due situazioni completamente opposte.
    Secondo me, l'autoritratti di Gallieno Ferri ricorda molto la faccia di Zagor.
     
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    Che differenza c'é fra il modo in cui la Bonelli trattava l'umorismo a quei tempi e adesso: due situazioni completamente opposte.

    Quello che mi dispiace è che di questi tempi si ride poco, alla Bonelli soprattutto. OK, adesso sono tempi difficili, ma anche prima erano allegri come beccamorti. Un pò di umorismo aiuterebbe molto, ma gli autori di adesso non sanno neanche come si scrive. Eppure l'umorismo è la caratteristica delle persone intelligenti e serene.

    Secondo me, l'autoritratto di Gallieno Ferri ricorda molto la faccia di Zagor.

    E' vero, l'avevo pensato anch'io. Gli autori spesso mettono il proprio ritratto nel personaggio, ed è una cosa normale: quando racconti una storia, metti dentro per forza qualcosa di te stesso.
     
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